EZIO LOCATELLI (PRC/FDS): QUELLA NOTTE DEL 24 LUGLIO A BUSSOLENO IO C’ERO. ASSURDI E ARBITRARI I PROVVEDIMENTI DI ESPULSIONE DEGLI ATTIVISTI NO TAV E NO NUKE DALLA VAL DI SUSA
“A leggere le motivazioni degli ultimi provvedimenti di allontanamento e divieto di ritorno in Val di Susa a carico di decine di attivisti NoTav e No Nuke c’è da rimanere allibiti. Siamo al di là di ogni logica o fondamento di legittimità. Molto semplicemente siamo alla persecuzione delle idee, al divieto di manifestare rivolto, nel caso specifico, contro chi nella notte del 24 luglio ha protestato per il passaggio di un treno carico di scorie nucleari.
Quella notte a Bussoleno io c’ero, mi sono adoprato per impedire che lo spropositato spiegamento di forze di polizia ingenerasse un clima di tensione. Posso dire senza tema di smentita che non c’è nulla di nulla di cui i manifestanti possano essere imputati o incolpati. Quando leggo di “facinorosi manifestatamente appartenenti all’area di contestazione o anarco-insurrezionalista o marxista-disobbediente” (avete capito bene! manifestatamente .. o… o … ), di persone che sono per “intuitu personae” da considerarsi,. per la pericolosità sociale espresse e per le oggettive condizioni di turbativa poste in essere, potenzialmente in grado di causare…manifestazioni di pericolo…”, di persone allontanate perché tra l’altro non “svolgono alcuna stabile attività lavorativa” o “non hanno residenza in Val di Susa” mi chiedo in che Paese viviamo. In un caso - siamo al parossismo – il provvedimento di espulsione ha preso di mira un giovane scrittore, Stefano Dorigo, la cui unica colpa è di trovarsi in Val di Susa, in presa diretta con gli accadimenti di questa Valle, per scrivere un libro e una tesi di laurea sul movimento No Tav. Il salto di qualità nella prassi repressiva è evidente. La Val di Susa è sempre più una zona proibita per chi non è in linea con gli orientamenti del blocco politico affaristico pro Tav.
“Nel fascismo, oggetto di repressione, è stato il conflitto tout court” ha scritto recentemente Livio Pepino, già magistrato e presidente di Magistratura democratica a proposito del clima assurdo che si è creato in Val di Susa. Come Rifondazione Comunista respingiamo senza mezzi termini forme di repressione e di censura, l’idea di ridurre il conflitto in Val di Susa a mera questione di ordine pubblica”.
Torino, 21 agosto 2012 Ezio Locatelli, segretario provinciale