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Respuesta  Mensaje 1 de 17 en el tema 
De: lore luc  (Mensaje original) Enviado: 30/01/2011 04:52
GIACOMO GALEAZZI
Somministrare l


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Respuesta  Mensaje 3 de 17 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 30/01/2011 12:23
Scusate, ma dov'è la vecchia com??

Respuesta  Mensaje 4 de 17 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 30/01/2011 16:46

Somministrare l'ostia consacrata affermando che essa è 'corpo di Cristo' è abuso della credulità popolare. E per questo Dante Svarca, ex comandante dei vigili urbani di Ancona e dirigente dell'Ufficio statistica del Comune in pensione, membro dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, ha presentato un esposto a carico del vescovo, mons. Edoardo Menichelli, dopo averlo diffidato a dare disposizioni ai sacerdoti della sua diocesi di "astenersi dal presentare ai fedeli l'eucaristia come il miracolo della transustanziazione, affermando la presenza effettiva nell'ostia consacrata della vera e viva carne di Gesù". "Non ho ricevuto risposta e il vescovo di Ancona e i sacerdoti della sua diocesi - afferma nella denuncia Svarca, 72 anni, originario del Pesarese - continuano a presentare l'ostia come il vero corpo di Gesù, in aperto contrasto con la ragione e i risultati della scienza". Ritenendo che "in tale comportamento si possa configurare un plateale abuso della credulità popolare", Svarca va oltre e chiede che vengano acquisiti "campioni di ostia consacrata e ancora da consacrare" per poi procedere all'esame del Dna, in modo da "chiarire definitivamente se sia avvenuto qualche reale cambiamento nell'ostia, a seguito della consacrazione". "Nel caso in cui venga accertato che con la consacrazione nessun cambiamento si è prodotto nelle ostie - seguita puntiglioso Svarca - si prega di voler procedere contro l'arcivescovo mons. Edoardo Menichelli per i reati che la S.V. riterrà di ravvisare nel comportamento segnalato".


Respuesta  Mensaje 5 de 17 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 30/01/2011 16:52
La vecchia Com si dice per dire...Alla chiusura dei Gruppi sulla piattaforma MSN le varie Com si sono dovute spostare altrove...Noi,dopo vari tentativi,in Multiply,Mp Grupos ecc...,abbiamo trovato più pratico fermarci su Windows Live...ed è lì che ancora c'è la nostra Com,quella dove postavamo prima di adesso.Abbiamo conosciuto Gabito e così ci siamo trasferiti definitivamente in questa che è la NOSTRA COM...e dove abbiamo trasferito i post...
 

Respuesta  Mensaje 6 de 17 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 30/01/2011 19:20
Adesso ho capito, grazie Fly!   Multiply in effetti è una ciofeca, e direi che Gabito è praticamente simile alle vecchie com di MSN.... speriamo naturalmente con un destino diverso, perchè qui si sta bene, caspiterina, nonchè perdirindina!  

Respuesta  Mensaje 7 de 17 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/01/2011 19:21
x Butterfly
 
GRAZIE
Io non so andare oltre il copia-incolla e su Gabito non funziona più
Enzo

Respuesta  Mensaje 8 de 17 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 30/01/2011 19:23
Ma come non funziona più??  

Respuesta  Mensaje 9 de 17 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/01/2011 19:26

Respuesta  Mensaje 10 de 17 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/01/2011 19:29
un'altra prova fallita.
Se faccio "Vista Previa" ottengo un messaggio ripetuto due volte, se invio non compare nulla o soltanto la prima riga
Enzo

Respuesta  Mensaje 11 de 17 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 30/01/2011 19:37
Enzo, mi pare strano, intanto non fare 'vista previa' e usa preferibilmente 'editor HTML viejo', poi copi evidenziando l'articolo che ti interessa e incolli cliccando l'icona 'pegar'.
Ma i tuoi post tipo Santo del giorno sono perfetti!!
Sono ottusa, non capisco il problema....  

Respuesta  Mensaje 12 de 17 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/01/2011 19:45

Somministrare l'ostia consacrata affermando che essa è 'corpo di Cristo' è abuso della credulità popolare. E per questo Dante Svarca, ex comandante dei vigili urbani di Ancona e dirigente dell'Ufficio statistica del Comune in pensione, membro dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, ha presentato un esposto a carico del vescovo, mons. Edoardo Menichelli, dopo averlo diffidato a dare disposizioni ai sacerdoti della sua diocesi di "astenersi dal presentare ai fedeli l'eucaristia come il miracolo della transustanziazione, affermando la presenza effettiva nell'ostia consacrata della vera e viva carne di Gesù". "Non ho ricevuto risposta e il vescovo di Ancona e i sacerdoti della sua diocesi - afferma nella denuncia Svarca, 72 anni, originario del Pesarese - continuano a presentare l'ostia come il vero corpo di Gesù, in aperto contrasto con la ragione e i risultati della scienza". Ritenendo che "in tale comportamento si possa configurare un plateale abuso della credulità popolare", Svarca va oltre e chiede che vengano acquisiti "campioni di ostia consacrata e ancora da consacrare" per poi procedere all'esame del Dna, in modo da "chiarire definitivamente se sia avvenuto qualche reale cambiamento nell'ostia, a seguito della consacrazione". "Nel caso in cui venga accertato che con la consacrazione nessun cambiamento si è prodotto nelle ostie - seguita puntiglioso Svarca - si prega di voler procedere contro l'arcivescovo mons. Edoardo Menichelli per i reati che la S.V. riterrà di ravvisare nel comportamento segnalato".

 


Respuesta  Mensaje 13 de 17 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/01/2011 19:46
Grazie.
Pare che funzioni
Enzo

Respuesta  Mensaje 14 de 17 en el tema 
De: lore luc Enviado: 30/01/2011 19:52
Ho sempre ignorato Editor HTML Nuevo limitandomi al copia-incolla.  Per i post di religione funziona ancora per gli articoli di stampa non più.  Non capisco e non ho voglia di capire; ciò che conta è il risultato. Ancora grazie per  l'aiuto alla mia pigrizia
Enzo

Respuesta  Mensaje 15 de 17 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 30/01/2011 19:59
Ma figurati Enzo, io stessa ho grandissimi limiti, però a volte trovo divertente provare piccole cose, è uno stimolo alla fantasia e un modo tranquillo per tenermi un po' sveglio il cervello....  

Respuesta  Mensaje 16 de 17 en el tema 
De: enricorns Enviado: 01/09/2012 13:04

La via alla reale presenza ossia la transustanziazione

tratto dalla "Somma di Teologia dogmatica" di padre Giuseppe Casali

 

In qual modo, o meglio, per quale via Gesù viene ad essere presente nella Eucaristia?

GLI ERRORI: sono vari anche su questo punto: BERENGARIO negando completamente la transustanziazione dice che rimane sempre pane e vino; LUTERO e i suoi seguaci spiegano con la consustanziazione cioè verrebbe il corpo di Cristo restando con la o nella o sotto la sostanza del pane; OSIANDRO, discepolo di Lutero, parla di impanazione, cioè una unione ipostatica di Cristo col pane e col vino.
Contro questi errori poniamo la seguente:

TESI - Gesù Cristo viene ad essere realmente presente nell’Eucaristia per la Transustanziazione, per la quale tutta la sostanza del pane si converte nella sostanza del Corpo di Cristo, tutta la sostanza del vino si converte nella sostanza del sangue di Cristo, rimanendo tuttavia le specie del pane e del vino.

E’ DI FEDE

dal Conc. di Trento (D. B. 884): «Se alcuno dirà che nel sacrosanto Sacramento dell’Eucaristia rimane la sostanza del pane e del vino, insieme col corpo e col sangue di N. S. Gesù Cristo; e avrà negato quella mirabile e singolare conversione di tutta la sostanza del pane nel corpo e tutta la sostanza del vino nel sangue, rimanendo tuttavia le specie del pane e del vino; conversione che la Chiesa Cattolica attissimamente chiama transustanziazione, sia scomunicato».

SPIEGAZIONE:

TRANSUSTANZIAZIONE significa conversione di una sostanza in un’altra, e, nel significato datole dalla Chiesa in questo caso, conversione totale e sostanziale, non parziale e accidentale.
Totale, dunque, è la conversione della sostanza, mentre gli accidenti restano immutati.
La via di questo passaggio non è che resta la sostanza del pane sotto, la quale, o con la quale o nella quale viene Gesù (consustanziazione) né l’impanazione, né una nuova creazione di qualche cosa che prima non esisteva ed ora viene all’essere; e neppure ci sembra che sia l’annichilazione della sostanza del pane, come spiegano alcuni Teologi con sentenza che può essere seguita, ma che a noi sembra non risponda esattamente alle dichiarazioni della Chiesa. (Per comprendere meglio sarà opportuno chiarire alcuni termini: sostanza è ciò cui compete di essere in sé e non in un altro come nel soggetto. Accidente o specie è ciò cui compete di essere in altro (quantità, colore, forma, sapore, odore, ecc.). Impropriamente gli accidenti vengono chiamati pure apparenze in quanto appariscono cioè si manifestano ai nostri sensi. Abbiamo detto «impropriamente» perché non si deve intendere che gli accidenti sono qualche cosa che ci appare, ma che non corrisponde alla realtà.
E’ facile capire il cambiamento di accidenti in altri accidenti. Per esempio un pane lo divido e viene cambiata la quantità, mentre la sostanza resta sempre quella di pane. E’ fresco, diventa secco, è pesante, diventa leggero, ecc.
Nella natura delle cose anche le sostanze possono convertirsi in altre sostanze; il legno può diventare carbone, il pane corrompendosi diventa altra sostanza che non è più pane, oppure cibandocene diventa sangue, carne, ecc. Questo cambiamento di sostanza però, non è totale in quanto nella sostanza successiva resta qualche cosa della prima, trasformata. Inoltre la prima per cambiare nell’altra, deve corrompersi e vi è pure cambiamento degli accidenti, ciò che non accade nella Eucaristia.
Per questo la «transustanziazione» è una conversione «mirabile e singolare», perché in nessuna altra cosa né nell’ordine della natura, né nell’ordine della grazia, avviene una conversione simile).
La VIA di questo passaggio è UNA VERA CONVERSIONE DELLA SOSTANZA DEL PANE E DEL VINO vale a dire che la SOSTANZA DEL PANE non si annichila, ma si CONVERTE NELLA SOSTANZA DEL CORPO, e quella DEL VINO NELLA SOSTANZA DEL SANGUE di Gesù Cristo.
La sostanza del pane e del vino cessa di essere, ma non passando nel niente, bensì con un NESSO INTRINSECO PER VIRTÙ DIVINA PASSA AD ALTRA COSA, cioè si converte nella sostanza del corpo e sangue, SENZA NESSUNA MUTAZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. Così pure le specie, come abbiamo detto, restano immutate. (Cfr. S. Th. 3, q. 75 a. 1-4. In una strofa della Sequenza «Lauda Sion» S. Tomaso esprime sinteticamente questa verità: «Dogma datur christianis - quod in carnem transit panis - et vinum in Sanguinem» e cioè: «E’ dato un dogma ai cristiani - che nella carne passa il pane, e il vino nel sangue»).

PROVA:

A) - DALLA SCRITTURA. Il senso ovvio delle parole della consacrazione «Questo è il mio corpo... questo è il mio sangue» è: «questa cosa che tengo nelle mie mani, e che fino a questo momento era pane e vino, non è più pane e vino, ma è il mio corpo, è il mio sangue. Perciò anche se vedo le specie del pane e del vino, che restano tali e quali di prima, quella che è la sostanza di essi non c’è più. La sostanza che c’è, è quella del «mio corpo» e del «mio sangue».
Così ragiona logicamente chi interpretando quelle parole non vuol dare ad esse un senso a modo suo.
Se Gesù avesse voluto fare una consustanziazione o una impanazione, avrebbe detto altre parole, come ad es.: «Qui dentro o qui unito ci sta il mio corpo», oppure: «insieme al pane c’è il mio corpo».
Chi vuole interpretare secondo il senso che hanno le parole, le frasi di Gesù, non può spiegarle in altro modo di come le spiega la Chiesa Cattolica.

B) - LA TRADIZIONE. Già molte delle testimonianze riferite esprimono questo pensiero.Rileggete le frasi di S. Giustino, S. Ireneo, S. Cirillo, ecc. Ne aggiungiamo alcune:
Tertulliano: (Adv. Marc. 4,400) «Preso il pane... lo fece suo corpo». S. Ambrogio (De Sacr. 4,14-15) «Come può quello che è pane, essere il Corpo di Cristo? Con la consacrazione». E dopo aver detto che è la parola di Cristo che fa il Sacramento, quella parola che ha creato ogni cosa dal nulla, conclude:
«quanto è più operatorio (quel discorso) che fa sì che quelle cose che erano si cambino in altro».

IL MODO DELLA REALE PRESENZA
Vista la via con cui Gesù viene nella Eucaristia, vediamo il modo con cui esiste nella Eucaristia. Lo esporremo con varie proposizioni.

I - Gesù è tutto intero sotto ciascuna specie, e dividendole, è intero sotto ciascuna parte di specie.

È DI FEDE

dal Conc. di Trento (D. B. 885) «Se alcuno avrà negato che nel venerabile Sacramento dell’Eucaristia si contiene tutto Cristo sotto ciascuna specie, e fattane la separazione, sotto le singole parti di ciascuna specie, sia scomunicato». Dice S. Paolo:
«Chiunque avrà mangiato questo pane, o bevuto il calice del Signore indegnamente, sarà reo del corpo e del sangue del Signore» (1 Cor. 11 ,27).
Quella «O» separativa dice che se uno si sarà comunicato indegnamente anche con una sola delle due specie, ha la colpa della profanazione non solo del corpo o del sangue, ma di tutti e due. Dunque Gesù è presente per intero sotto ciascuna specie.
S. Marco, narrando la consacrazione del calice, aggiunge:
«e bevvero di quello tutti». Dunque le specie del vino non furono prese tutte intere da uno, ma divise fra tutti. Eppure ugualmente tutti ricevettero il Signore. Dunque anche nella più piccola goccia di vino consacrato, come nel più piccolo frammento di ostia è intero Gesù. (I Teologi discutono su questa presenza sia pure anche in un frammento invisibile. Molti sostengono che la parte divisa, perché conservi la divina presenza deve essere «sensibile» in quanto che altrimenti verrebbe a mancare l’essenza di Sacramento che è un «segno sensibile».

II - Gesù è tutto intero in ciascuna parte di ciascuna specie anche prima di dividerle.

E’ CERTO

Anche se nella definizione il Conc. di Trento si è fermato a considerare le parti dopo la divisione, altrove dichiara (D. B. 876), che Gesù è tutto intero in ogni singola parte.
Del resto è logico che se non fosse così la divisione di una specie diventerebbe una nuova consacrazione. Ciò che non può essere.

III - In forza delle parole, sotto le specie del pane è il corpo e sotto le specie del vino è il sangue di Gesù.
Infatti la forma del Sacramento produce ciò che le parole significano. Dicendo perciò «questo è il mio corpo», per l’efficacia delle parole è la sostanza del corpo quella in cui è convertita la sostanza del pane. Così dicasi del vino.

IV - In forza della concomitanza naturale, sotto le specie del pane, al corpo è unito il sangue, sotto le specie del vino al sangue è unito il corpo, e in tutti e due i casi, è unita l’anima.
Questa proposizione dà la ragione teologica per le prime due proposizioni.
Infatti Gesù: «risorgendo da morte, ormai non muore più» (Rom. 6,9). Se del triduo del Sepolcro fosse stata consacrata l’Eucaristia col corpo e col sangue non sarebbe stata l’anima che da essi separata.
Ma ora, come nell’ultima Cena, è un corpo vivo e un sangue vivo, quindi non sono separati l’uno dall’altro, e per esserci la vita, deve esserci pure l’anima.

V - In forza della concomitanza soprannaturale, sotto le due specie vi è la Persona del Verbo.
Infatti per l’unione ipostatica il Verbo ha unito a sè la natura umana assumendola inseparabilmente.

VI - In forza della circuminsessione, nella Eucaristia col Verbo è unito il Padre e lo Spirito Santo.
Infatti la natura divina che ha il Figlio, è la identica e unica di tutte e tre le Persone dell’adorabile Trinità, le quali sono inseparabili.

VII - Gesù è presente nell’Eucaristia per modo di sostanza.
Questa espressione degli Scolastici viene a ribattere la interpretazione dei Cartesiani i quali dicevano che, per divina virtù, il corpo del Signore veniva ridotto a una piccolissima statura in modo da essere moltiplicato in ogni molecola del pane o del vino consacrato. E’ facile capire come una simile spiegazione ripugna alla dignità di Cristo quasi che fosse nel cielo con una statura normale e nell’Eucaristia in forma microscopica moltiplicato localmente.
Con la frase scolastica «per modo di sostanza» - sia pure di non facile intelligenza al nostro modo di intendere, perchè le nostre idee si formano attraverso i sensi, - si vuol dire che Gesù è nella Eucaristia non con la estensione locale e circoscritta come è in cielo, o con la sua quantità esterna, ma con tutta la sua quantità interna e cioè, pure non circoscritto nello spazio, vi ha tutte le sue membra connesse tra loro, dal capo ai piedi, con la carne, le ossa, il sangue. Perciò anche senza la estensione locale che ha nel cielo, GESÙ È NELLA EUCARISTIA vivo E’ PRESENTE COME NEL CIELO.
«Cristo dunque nell’Eucaristia ha il perfetto organismo, compatto nelle ossa e nei nervi, con tutte le potenze del corpo e tutte le operazioni e le passioni dell’anima come è in cielo» (S. Th. 3,76, a. 1).

VIII - Le specie rimangono identiche a quelle che erano prima nel pane e nel vino, sostentate divinamente senza il proprio soggetto.
Perchè, prima della consacrazione, esisteva la quantità, il colore, il sapore, la figura, il peso, ecc. del pane? Perchè vi era la sostanza del pane. Dopo la consacrazione questa sostanza non vi è più e le specie non sono le specie del corpo di Gesù, ma le specie del pane e del vino, le quali permangono, senza il soggetto, cioè la cosa su cui erano. Per essere più esatti dovremmo dire: prese collettivamente rimangono senza nessun soggetto, perché la loro sostanza non è più. Prese invece separatamente dobbiamo dire che la quantità dimensiva resta senza nessun soggetto, mentre le altre specie prendono come loro soggetto la stessa quantità.

IX - Gesù rimane nella Eucaristia finché durano le specie sacramentali.

É DI FEDE

dal Concilio di Trento.
Come prima della consacrazione il pane sarebbe stato pane cioè avrebbe conservato la sostanza di pane finchè non fosse avvenuta la corruzione o il cambiamento di sostanza (per esempio per deterioramento, per digestione, ecc.) nel qual caso le specie sarebbero cambiate, così finchè le specie del pane (o del vino) rimangono, Gesù resta nell’Eucaristia. Perciò nella Comunione Gesù resta in noi fino a che durano le specie sacramentali.

 
da Christus veritas

Respuesta  Mensaje 17 de 17 en el tema 
De: enricorns Enviado: 01/09/2012 13:09
Gesù presente nella Eucaristia

tratto dalla "Somma di Teologia dogmatica" di padre Giuseppe Casali

 

Dopo aver presentato gli errori diremo:

1 - GESU’ PRESENTE NELLA EUCARISTIA

2 - LA VIA ALLA REALE PRESENZA

Errori

Gli eretici dei primi tempi non negarono direttamente la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, ma solo indirettamente come conseguenza di altre loro negazioni.

I DOCETI, affermarono che Gesù aveva solo l’apparenza di un corpo; molto meno poteva essere presente un corpo reale nell’Eucaristia.

I PIETROBUSIANI (discepoli di Pietro de Buis, sec. XII) dicevano che il sacerdote non ha il potere di consacrare.

Gli ALBIGESI, propagando l’errore dei MANICHEI, negarono la presenza di Gesù nella Eucaristia.

BERENGARIO DI T0URS (sec. XI) negò la transustanziazione.

LUTERO non sentendosi di negare ciò che è detto tanto evidentemente nella Scrittura, disse tuttavia che Cristo non era presente con la sola Consacrazione, se non c’era pure la Comunione dei fedeli.

I LUTERANI però negano la reale presenza.

I Simbolisti e precisamente ZUINGLIO, ECOLAMPADIO E CARLOSTADIO dissero l’Eucaristia essere solo un simbolo di Gesù, interpretando le parole «Questo È il mio corpo» in questo modo: Questo SIGNIFICA (cioè è un segno) il mio corpo» (Zuinglio);
«Questa è la FIGURA del mio corpo» (Ecolampadio); «Questo è il mio corpo», indicando sè stesso, e non il pane (Carlostadio).

CALVINO volle concedere qualche cosa di più dei Simbolisti e disse che Gesù è presente nell’Eucaristia virtualmente, come il sole è presente sulla terra con la sua virtù, cioè col calore.

Gli ANGLICANI in gran parte seguono Calvino, mentre altri credono alla presenza reale.

Fra i PROTESTANTI MODERNI, molti seguono i loro eresiarchi, ma diversi credono alla presenza reale; però la sanno solo nella Chiesa Cattolica e qui vengono ad adorare Gesù vivente nella Eucaristia e qualche volta persino si accostano alla Comunione.

 

Contro gli errori esposti, dimostriamo la seguente:

TESI - Gesù presente nella Eucaristia veramente, realmente e sostanzialmente.

E’ DI FEDE

Già il Conc. Laterano IV e quello di Costanza avevano condannato i primi errori (D. B. 430, 544, 583).
Il Conc. di Trento diede la sua condanna riferendosi specificatamente contro alcuni errori: «Se alcuno avrà negato che nel SS. Sacramento dell’Eucaristia si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il corpo e il sangue, insieme con l’anima e la divinità di N. S. Gesù Cristo, e cioè tutto il Cristo, ma avrà detto che in esso vi è soltanto come in segno, o in figura, o in virtù, sia scomunicato» (D. B. 883).

SPIEGAZIONE: Le parole del Conc. di Trento colpiscono in particolare tre eresie: veramente e non solo in segno (contro Zuinglio): realmente e non solo in figura (contro Ecolampadio); sostanzialmente e non solo virtualmente (contro Calvino).

PROVA:

A) - DALLA SCRITTURA. Data l’importanza della tesi, esamineremo la Scrittura per parti.

1) LA PROMESSA IN S. GIOVANNI. È riportata nel capitolo 6, che ha tre parti distinte: la prima (1-25) narra il miracolo della moltiplicazione dei pani. Con la onnipotenza del miracolo Gesù fa vedere agli uditori come Egli può moltiplicare il Pane eucaristico e dispone gli animi alla fede. La seconda (26-59) riporta il discorso di Gesù che dopo aver esortato a cercare il cibo spirituale (26-34) dice: «Io sono il Pane di vita» (35-47) spiegando che coloro che vogliono essere salvi debbono credere in Lui. Poi riprendendo le stesse parole (48-59) presenta il secondo significato di esse in modo diverso, promettendo l’Eucaristia. Le riportiamo subito dopo, per fermarci a considerarne il valore. La terza parte (60-71) narra gli effetti prodotti dal discorso fra cui l’incredulità di molti a una cosa tanto fuori dall’ordinario.
Tutto il capitolo nel suo insieme dà risalto alla precisa promessa fatta da Gesù di dare il suo corpo in cibo e il suo sangue in bevanda. La parte centrale più esplicitamente ce la descrive: (48-59) «Io sono il pane di vita. I vostri padri nel deserto mangiarono la manna e morirono: questo è il pane vivo disceso dal cielo, affinchè colui che ne mangia non muoia. Io sono il pane vivente disceso dal cielo, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Altercavano pertanto i Giudei tra loro dicendo: Come mai costui può darci a mangiare la sua carne? Gesù rispose: In verità, in verità io ve lo dico; se non mangerete la carne del Figliuolo dell’uomo e non berrete il suo sangue non avrete la vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perchè la mia carne è veramente cibo e il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, il Vivente, ha mandato me, ed io vivo per il Padre, così chi mangia me, vivrà anch’egli per me. È questo il pane disceso dal cielo: non come la manna mangiata dai vostri padri che poi morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
In tutte queste frasi si vede chiaramente che Gesù dice di darsi in cibo, che la «sua carne è veramente cibo, e il suo sangue veramente bevanda». È tanto vera questa realtà che con solenne giuramento «in verità» afferma che chi non lo mangerà morirà in eterno, mentre chi lo mangerà rimarrà unito a Lui e avrà la vita eterna.
Gesù non ha parlato in senso metaforico come poteva intendersi nella fantasiosa lingua orientale, che del resto ha riscontro anche nella nostra lingua. A uno che ci assale verbalmente si dice: «Ma che tu mi vuoi mangiare?». E anche in senso affettivo, la mamma dice al bambino: «Ti voglio tanto bene che ti mangerei».
Le frasi di Gesù sono troppo esatte. Le hanno intese in senso reale gli stessi ascoltatori, e pensano che realmente darà a mangiare la sua carne. Nella loro mentalità materiale però, non hanno capito in qual modo: «Come può darci a mangiare la sua carne?». Pensano di mangiarla forse a pezzi. Molti degli stessi discepoli avevano capito così decisamente che parlava in senso reale, che gli dissero: «Questo linguaggio è duro, e chi può ascoltarlo?» (61) e se andarono.
Gesù non attenua quello che ha detto. Non ci sono parole figurate che debba correggere e semplicemente domanda ai Dodici: «volete andarvene anche voi?» (68). Questa domanda è come una affermazione che non c’è da cambiare nulla a quanto ha detto.

II) L’ISTITUZIONE NEI SINOTTICI E ÌN S. PAOLO. S. Giovanni non ricorda la istituzione della SS. Eucaristia al momento della Cena. Ne ha già parlato chiaramente nella promessa e la parola di Gesù non può venir meno. Ne parlano invece i Sinottici e Paolo che lo «ha appreso dal Signore» (1 Cor. 11,23). I quattro testi, salvo la variante di qualche parola che ognuno può vedere nel libro divino (Mt. 24,26-28; Mc. 14,22-24; Lc. 19-20; 1 Cor. 11,23-25) usano le medesime espressioni: «Prese il pane... disse: prendete e mangiate, questo è il mio corpo... preso il calice, disse: prendete e bevete, questo è il mio sangue... fate questo in memoria di me».
Come fanno gli eretici a interpretare queste parole come segno, o come figura, o come virtù? Solo chi vuoi cambiare il significato alle parole può intenderle così. Il senso ovvio è quello letterale. È il pane e il vino che ha preso nelle sue mani che diventano il Suo corpo e il Suo sangue. S. Luca e S. Paolo aggiungono che è «il corpo che sarà dato per voi» e i Sinottici parlano di sangue «che sarà sparso per voi e per molti... in remissione dei peccati». Che cosa doveva aggiungere di più Gesù per spiegare che si trattava del suo vero corpo e del suo vero sangue?
S. Paolo poi nei versetti seguenti, indicando le disposizioni necessarie per la Comunione, dice che chi la riceve «indegnamente è reo del corpo e del sangue del Signore» e «mangia e beve il suo giudizio di condanna, non pregiudicando il corpo del Signore» (27,39).
Non potrebbe essere reo del corpo e del sangue se non fossero realmente corpo e sangue.

B) - LA TRADIZIONE. Gli stessi eretici, fra cui Zuinglio, ammettono che dal tempo di S. Agostino i Padri hanno parlato della presenza reale di Gesù nella Eucaristia. Portano a sostegno della loro tesi che gli scrittori cristiani antecedenti hanno avuto poche parole sull’argomento. Eppure quelle poche Frasi sono per noi un argomento potentissimo, più che se fossero stati scritti interi libri sulla presenza di Gesù nell’Eucaristia. Infatti sono la dimostrazione che la verità era così manifesta alla mente dei fedeli, che non c’era bisogno di insisterci. Come abbiamo detto, le eresie anti-eucaristiche vennero assai più tardi. I Padri perciò erano impegnati a combattere gli errori correnti e un semplice accenno fatto da loro sul mistero Eucaristico, aveva valore di pacifico consenso da parte di tutti riguardo a questo punto.
Inoltre vigeva la cosiddetta «disciplina dell’arcano» cioè il mistero eucaristico veniva spiegato solo agli iniziati, tacendolo ai catecumeni, perchè non fosse oggetto di scherno per parte dei pagani, i quali, non potendolo comprendere, ne deducevano conclusioni a modo loro, come quando dicevano che i cristiani nei loro riti uccidevano i bambini e mangiavano carne umana.
Certamente i termini dei primi Padri non erano i termini tecnici usati più tardi, man mano che il dogma veniva illustrato e meglio determinato.
Ci fermeremo perciò su queste loro asserzioni, toccando appena le successive, concesse dagli stessi avversari.

NEL I SEC. La Didaché (9,10) descrive la consacrazione del pane e del calice, la distribuzione del cibo e della bevanda spirituale che poteva essere ricevuto dai soli battezzati essendo proibito dare il Santo ai cani (cfr. Mt. 7, 6). Queste frasi suppongono la presenza di Gesù, il Santo per essenza, nella Eucaristia.

NEL II SEC. S. Ignazio di Antiochia (+ 108) la cui autorità è somma per la sua dimestichezza con gli Apostoli, di cui perciò riportava il genuino pensiero, scrivendo contro i Doceti, diceva: «Si astengono dall’Eucaristia e dall’orazione, perchè non confessano che l’Eucaristia è la carne del Salvatore nostro Gesù Cristo, che è stata immolata (in latino: passa est) e che è stata risuscitata dalla benignità del Padre» (Smir. 7, 1). Dunque non lascia dubbio: nell’Eucaristia c’è quella stessa carne che ha patito sulla croce e che è risuscitata gloriosa.
Rivolgendosi ai cristiani li invita alla unità col clero e col Vescovo attraverso la vita eucaristica: «Studiate dunque di usare una sola Eucaristia; poichè una è la carne del Signore nostro Gesù Cristo, o uno è il calice nell’unità del sangue di Lui stesso, come uno è il Vescovo coi preti e coi diaconi» (Filad. 4).
S. Giustino (Apol. 1,65) oltre affermare che l’Eucaristia è stata istituita da Gesù, dice: «non è pane e bevanda comune, ma carne e sangue dell’incarnato Gesù».
S. Ireneo fra i vari brani su questo argomento, afferma che il vino e il pane per «la parola di Dio diventa Eucaristia del sangue del corpo di Cristo» (Ad. Haer. 5,2). Difendendo la RESURREZIONE contro gli Gnostici dice che non può rimanere nella corruzione, ma riceverà la vita quella carne che è stata «alimentata col corpo e col sangue del Signore».

NEL III SEC. Alcuni Padri hanno parole che potrebbero far pensare a una interpretazione simbolica se fossero prese da sole, ma vanno vedute nell’insieme della frase dove esplicitamente è detto della presenza reale.
Tertulliano. Fra tanti brani, vicino alla frase che il pane «rappresenta il suo corpo» con cui vuol significare che il pane ci presenta dove è il suo corpo, ha l’affermazione chiara: «La carne si nutre del corpo e del sangue di Cristo, come pure l’anima si riempie di Dio». (De carn. resurr. 8).
Origene: «Sapete... che quando ricevete il corpo del Signore, lo conservate con ogni rispetto e venerazione» (Hom. 13).

NEL IV SEC. S. Cirillo di Gerusalemme insegna ai suoi catecumeni che alle parole della consacrazione «il pane diventerà corpo di Cristo, e il vino il sangue di Cristo», per cui comuni candosi diventano «concorporei e consaguinei di Cristo» (Cat. 19,7).
S. Ilario dice che «della verità della carne e del sangue non c’è luogo a dubitare» (De Trin. 8,14).
S. Giovanni Crisostomo lo afferma così chiaramente che lo riconoscono gli stessi avversari.
NEL V SEC. S. Agostino, come abbiamo detto prima, è così esplicito in materia che lo stesso Zuinglio lo riconosceva e diceva perciò che nella Chiesa si era creduto alla presenza reale solo da quell’epoca: «Quel pane che vedete sull’altare, santificato per la parola di Dio, è il Corpo di Cristo. Quel calice, o meglio, ciò che il calice contiene santificato per la parola di Dio, è il sangue di Cristo» (Sermo 217).

C) - LA LITURGIA E L’ARCHEOLOGIA sono una conferma di questa fede nei cristiani dei primi secoli. Nelle Costituzioni degli Apostoli, come negli antichissimi Sacramentari si parla di «Comunione del corpo e del sangue».
Nelle Catacombe è frequente la figura del pane col pesce, figura di Gesù, per dire che sotto le apparenze di quel pane c’era Gesù.
da Christus Veritas



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