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Respuesta  Mensaje 1 de 16 en el tema 
De: enricorns  (Mensaje original) Enviado: 07/09/2012 19:21


Nei social network, e in modo particolare su Facebook, da tempo circola una pagina dal nome “Io, grazie a dio, non ho amici immaginari”, un titolo apparentemente innocuo, il quale non svela subito il significato ambiguo del suo contenuto.
 
Affermare “grazie a dio “ (minuscolo), può suonare confortante a prima vista e lettura, soprattutto per i credenti e le persone facilmente impressionabili lacerate dalla sofferenza quotidiana.
E’ anche una certezza per chi è lontano dalla fede per la precisazione successiva. (…) “grazie a dio”, vuole significare: “io fortunatamente da queste cose sono lontano, perché le ho superate”.
Scrivere “dio” minuscolo, già fa accendere un campanello d’allarme. Non si riconosce la sua divinità, perché è svuotata del suo significato assoluto. (…) “dio”, diventa una cosa come le altre, oggetto di attacco e denigrazione.
 
Le parole che seguono “non ho amici immaginari”, suonano come un ulteriore assicurazione: nelle varie fasi della vita tutti abbiamo avuto un “amico immaginario”, diventando così motivo di scherzo per i “normali”.
 
Questo titolo svelato nel suo significato afferma: grazie a un “dio” inesistente, impersonale e anonimo, frutto della fantasia dei religiosi, sono normale perché non vivo d’immaginazione, ma di realtà.
 
La pagina poi illustra la sua ideologia di distruzione della fede con armi molto seducenti e immediate: certi messaggi e slogan, colpiscono l’utente negli aspetti più comuni e sulle cose di maggiore impatto emotivo, come ad esempio la natura, le stragi, il denaro, la scienza, la crocifissione, i popoli che muoiono di fame, ecc…

Foto n.1

Le immagini (vedi la foto 1), sono corredate da brevi slogan intuitivi ma al tempo stesso distruttivi: “la fede muove le montagne afferma un sacerdote, e l’altro risponde: “una montagna di soldi”. Sono due verità assolute: nella prima affermazione evangelica conosciuta da tutti, è enunciata la parola di Gesù, vera ed indiscutibile, nella seconda, ciò che l’immaginario collettivo, la stampa ed i media, soprattutto negli ultimi hanno creato: la Chiesa è ricca, possiede una banca con una montagna di soldi e non da niente a nessuno. Dunque l’asserto della fede è bruciato e ridotto al nulla e pur non pronunciando il nome di Gesù, è messo in ridicolo il suo insegnamento, creando nel cuore e nella mente di chi legge lontananza, ma soprattutto odio e livore verso ciò che può essere inteso come “cammino di fede”.

Foto n. 2

In un'altra immagine (vedi foto 2), Dio è presentato come un uomo anziano con un volto sorridente e rassicurante, con le braccia allargate nel senso dell’accoglienza. Nella testa porta la corona a forma di triangolo. Così tutti ci immaginiamo Dio, anche se non lo abbiamo mai visto. Ma attenzione: questa figura ci rimanda ad un altro personaggio immaginario ancor prima di leggere la didascalia, ma molto importante nella vita dei bambini: Babbo Natale. Da qui, nasce il commento distruttivo: DIO (tutto maiuscolo), il babbo natale degli adulti. “babbo natale” (minuscolo) non è una cosa importante, reale, è solo frutto della fantasia per tenere buoni i bambini. Invece il maiuscolo “DIO”, afferma: credete davvero in DIO come essere supremo, creatore del cielo e della terra? No, non è vero, non è possibile crederci, perché come “babbo natale”, è un’ invenzione bella per persone senza ragione cadute nella trappola religiosa.

Foto n. 3

Nell’immagine n. 3, il matrimonio in generale, è presentato come un’appendice alla violenza sessuale: “cosa mi succede se violento brutalmente una ragazza?”. La foto è divisa in tre parti: nella parte superiore troviamo una ragazza legata per terra in atteggiamento di grande sofferenza, sicuramente dopo essere stata violentata, nella parte centrale con sfondo bianco (il colore bianco richiama la purezza), una citazione biblica dal libro del Deuteronomio, e infine nella terza parte Gesù strizza l’occhio in senso di compiacimento con il pollice in evidenza per dire: “hai fatto bene”, come comunemente succede quando cerchiamo l’approvazione da parte dei nostri familiari ed amici, per qualche cosa che abbiamo fatto, sia giusta che sbagliata.
Questa foto come le altre, porta alla luce dei significati oscuri molto forti: innanzitutto la violenza sessuale non è condannata, ma è presentata come la preparazione al matrimonio, suffragata dalla Parola di Dio, e con l’approvazione di Gesù. Noi sappiamo che la Parola di Dio è la Verità. Ciò che dice non è confutabile. Così nell’immaginario di chi vede e legge, si accendono sentimenti di grande disagio: si prova pena per la ragazza violentata, e invece di fare giustizia, la Parola di Dio e Gesù incoraggiano al matrimonio, quasi a voler coprire una brutalità che bisognerebbe condannare, ma che la legge di Dio risolve con il matrimonio. Certo il versetto citato è di grande importanza. Leggendolo per bene, ha poca attinenza con l’idea propagandata. Sappiamo che le leggi del Deuteronomio, sono scritte per quel periodo, per un popolo che viveva in una cultura diversa dalla nostra. Tutti sappiamo come la società è sensibile nei confronti della violenza sessuale. Soprattutto per i traumi che la donna subisce. La fine di una violenza non può essere il matrimonio, ma la giustizia. La foto invece ci dice che Dio non vuole giustizia, perché copre con la sua Parola e i sui gesti un fatto molto grave per la vita della donna, come d’altronde è successo per lo scandalo della pedofilia nella Chiesa. I sentimenti che scaturiscono dalla visione di queste foto si notano nei commenti dei lettori.

La “propaganda contro Dio”, è portata avanti in maniera silenziosa e subdola, con immagini accattivanti e innocenti. I messaggi fuorvianti "seducono" il lettore più giovane come anche quello più avanti negli anni, inducendolo a un impoverimento oltre che culturale anche spirituale.

Apriamo bene la mente, senza lasciarci condizionare da ciò che può apparentemente sembrare una cosa semplice, bella e di facile comprensione. Il dubbio è necessario, ma non deve mai portare alla distruzione, ma alla comprensione della Verità.

(di don Salvatore Lazzara)


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Respuesta  Mensaje 2 de 16 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/09/2012 09:08
nulla di nuovo
 
 
LETTERATURA ITALIANA

“INNO A SATANA”

di Giosue Carducci

(Giosue Carducci)

Genere Letterario: inno poetico

Questo testo fu composto nel settembre 1863 e fu pubblicato nel novembre 1865.

Fonti: Michelet, Quinet, Proudon

Estratto [..]


Gitta i tuoi vincoli,
Uman pensiero,
E splendi e folgora
Di fiamme cinto;
Materia, inalzati;
Satana ha vinto.
Un bello e orribile
Mostro si sferra,
Corre gli oceani,
Corre la terra:
Corusco e fumido
Come i vulcani,
I monti supera,
Divora i piani;
Sorvola i baratri;
Poi si nasconde
Per antri incogniti,
Per vie profonde;
Ed esce; e indomito
Di lido in lido
Come di turbine
Manda il suo grido,
Come di turbine
L'alito spande:
Ei passa, o popoli,
Satana il grande.
Passa benefico
Di loco in loco
Su l'infrenabile
Carro del foco.
Salute, o Satana
O ribellione
O forza vindice
De la ragione!
Sacri a te salgano
Gl'incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
De i sacerdoti.

POETICA CARDUCCIANA (CENNI)

Carducci reagì al tardo romanticismo con il ritorno ai classici, l'uso di una lingua dignitosamente letteraria, il ricordo di un eroico passato, rievocazione di Roma imperiale, età dei comuni, risorgimento, rivoluzione francese. Carducci è considerato appartenente alla Scapigliatura: ricerca innovativa, sconfessione dei valori tradizionali, ispirazione dai contemporanei europei (Baudelaire). Linguaggio elaborato, solenne, sonoro, ideale d'arte ispirata alla compostezza classica, motivi realistici, l'umanità di Carducci è integerrima e serena.

Metrica Carducciana: egli definì barbara una forma metrica tesa a riprodurre il suono e la misura dei versi latini nella poesia italiana, tentando di ricreare l'illusione dell'armonia degli antichi versi. Infatti secondo Carducci tale poesia suonerebbe barbara agli orecchi degli antichi, che non ritroverebbero il senso della quantità, per loro essenziale.

Il Carducci riprodusse, quindi, con metri italiani, variamente combinati, i versi classici, quali suonano se letti con gli accenti grammaticali.

ANALISI DELLA POESIA (“Inno a Satana”)

TEMI

Carducci stesso diede un giudizio molto severo a questa sua opera definendola una "chitarronata". E’ un documento in realtà molto importante nel suo sistema di idee e di una tendenza della cultura e della mentalità contemporanee.

Mentre dai reazionari ogni aspetto della modernità era condannato come prodotto di Satana, Carducci rovescia questa concezione polemicamente in positivo, celebrando la figura di Satana. Le cose che i reazionari esecrano come opera del demonio, per Carducci sono gli aspetti più positivi della vita.

Si compendia il trionfo del progresso, nel simbolo della macchina, la locomotiva. Abbiamo una concezione contrapposta a quella del cristianesimo , che per Carducci nega i beni del mondo, la bellezza artistica, il progresso. Satana trionfava nel mondo pagano, fu poi cacciato dal Cristianesimo, ma la sua funzione fu tenuta in vita dagli eretici e dai liberi pensatori. Oggi la forza della ragione e del progresso ha di nuovo vinto ogni oscurantismo e dogmatismo, cancellando l’oppressione religiosa.

STILE E FORMA

Questo paganesimo democratico e progressista si riveste di forma classicheggiante: il poeta riprende il lessico aulico, la sintassi latineggiante ed i riferimenti dotti ed eruditi tipici della sua poetica

 

Il Cristianesimo ha alle sue spalle due millenni, sopravviverà anche a face book


Respuesta  Mensaje 3 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 08/09/2012 10:20
No la differenza c'è, nell' inno a satana la cosa è palese, esplicita, in quello da me postato le frasi e le figure sono ingannevolie apparentemente innocuo, anzi benevolo ed invitante.
La questione oggi non è tanto di contrapposizione alla fede o di negazione, ma di nichilismo e indifferenza ad ogni senso del bene comune, mettendo in evidenza sole quello che voglia, desideri, esigenza personale.
Vale ed esiste solo ciò che IO credo e ciò che a me fa comodo, il resto dio, religioni, leggi...le uso solo peer appagare la mia voglia

Respuesta  Mensaje 4 de 16 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/09/2012 12:43
io vi colgo come denominatore comune l'irriverente trasgressione e non me ne curo.
Sembra imperversare il "trasgredisco dunque sono".  Non sto a fare esempi arcinoti.  Sono abbastanza avanti negli anni per sentirmi distaccato e non dar peso a fatti che fan gridare i più allo scandalo.
 

Respuesta  Mensaje 5 de 16 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 08/09/2012 15:45
Io penso invece, che sono caduti tutti i valori.
La nostra generazione, per un ingiustificato permessivismo,  non è stata capace di trasmetterli come avevano fatto i nostri padri per oltre 2000 anni.
Sono però anche convinta, che sia la maggior parte del Clero (preti pedofili, IOR, lusso ecc...) che ha invalidato la parola di Dio e che non permette, a preti eroici, di essere apprezzati, perchè purtroppo, la superficialità imperante, il guardare solo nel proprio giardino, porta a fare di tutta l'erba un fascio.

Respuesta  Mensaje 6 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 08/09/2012 17:31
Entrambi i concetti sono esatti sia il "trascredisco dunque sono" come la caduta dei valori e allo stesso modo l'esaltazione dell'io e delle mie voglie, sono aspetti di una cultura che esalta il nichilismo e il culto della propria persona e della propria personalità.
 
Mi pare che come è stato detto in altra occasione 
Ognuno è libero di scrivere ciò che crede,quindi anche le proprie opinioni...
anche se non condivise...Quello che conta è che ciò che si scrive non offenda!!!
Sono però anche convinta, che sia la maggior parte del Clero (preti pedofili, IOR, lusso ecc...) che ha invalidato la parola di Dio
e queste parole risultano come offesa, io non ho citato alcuna causa o persona responsabile e non me la sono preso con nessuno ne fatto confronti

Respuesta  Mensaje 7 de 16 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/09/2012 03:14
"oh tempora, oh mores!"
è sempre stato così.  Tutte le generazioni hanno lamentato il degrado dei costumi. Fosse stato lecito un processo di interpolazione, oggi l'umanità non dovrebbe esistere.  Siamo qui: nessun diluvio universale, nessun'altra Sodoma.
Sulle opinioni, mi ripeto: non sono vestiti da scartare se non ci calzano a pennello.
Si stancheranno anche di trasgredire.

Respuesta  Mensaje 8 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 09/09/2012 09:48
Tutte le generazioni hanno lamentato il degrado dei costumi
 
 Ma dover dire che la causa di questo sia della maggio parte del Clero,  mi permetti che sia una opinione che non solo non mi calza a pennello ma decisamente offende ilo mio peensiero e la mia considerazione verso i ministri di Dio, con tutte le possibili debolezze che possano avere.

Respuesta  Mensaje 9 de 16 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/09/2012 11:42
anche il Clero appartiene al suo tempo ed io comunque non ho mosso accuse a nessuno né puntato il dito su capri espiatori.  "U parrinu  sì sbaglia a diri Missa e i ....."  Forse si addita il  peccatore noto per alleggerire le proprie colpe.  Quanto rumore per Berlusconi e le sue puttane!
In quanto divorziato vivo ai margini dell'Assemblea chiamata Chiesa e mai mi son sognato di criticarne le decisioni che pur mi colpiscono. "Non giudicate perché sarete giudicati e nella misura con cui misurate sarete misurati"


Respuesta  Mensaje 10 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 09/09/2012 11:56
Ma io non ho mai detto che TU hai mosso accuse o puntato il dito ma che è stato fatto, ognuno sia responsabile del suo dire, e questo in contrapposizione allo spirito della com è offensivo, meglio lo è per me, se poi ad altri non importa, buon per loro

Respuesta  Mensaje 11 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 09/09/2012 11:57
Ah ti suggerisco di leggere il dfiscorso dell'Arcivescovo di Milano in occasione dell'apertura dell'anno pastorale

Respuesta  Mensaje 12 de 16 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/09/2012 15:52
qualche indizio per trovarlo ........
Un mio cugino, diacono in Sicilia, mi ha invitato a non prendere alla lettera certe disposizioni; non mi sembra corretto.  Una mia amica, cattolica osservante, con fratello sacerdote missionario, mi raccontò che non avendo ricevuto assoluzione da un confessore, riuscì ad ottenerla da un altro. Mi sembra una deprimente mercificazione dello spirito.
Sui giudizi apparentemente offensivi non me la prenderei: tutti "pensiamo di aver capito", ma abbiamo realmente capito? 

Respuesta  Mensaje 13 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 09/09/2012 17:47

Il cardinale Scola: riscopriamo l’essenziale della nostra fede

 
 
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Cardinale Angelo Scola

Cardinale Angelo Scola

La prima lettera pastorale dell’arcivescovo di Milano: «Serve testimonianza più che militanza». I cristiani «non pretendono un’egemonia»

aNDREA tORNIELLI
MILANO

A un anno di distanza dal suo ingresso nella diocesi ambrosiana il cardinale Angelo Scola ha scritto la sua prima lettera pastorale, resa nota oggi, nella ricorrenza di Maria nascente alla quale è dedicato il Duomo di Milano. La lettera «Alla scoperta del Dio vicino» è rivolta a «tutti i battezzati» e a «quanti vorranno accoglierla». Il documento, dai molti accenti ratzingeriani, legge la realtà milanese secondo le indicazioni proposte da Benedetto XVI per l’Anno della Fede.



«Le nostre comunità dovranno concentrarsi sull’essenziale: il rapporto con Gesù», chiedendo di «dedicare tempo alla conoscenza e alla contemplazione più che proliferazione di iniziative, silenzio più che moltiplicazione di parole, l’irresistibile comunicazione di un’esperienza di pienezza che contagia la società più che l’affannosa ricerca del consenso. In una parola: testimonianza più che militanza».



Il cardinale, citando Benedetto XVI, osserva che oggi «capita non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato».



Ecco dunque le drammatiche domanda: «il popolo di Dio che è in Milano è realmente in grado ancora oggi di annunciare Gesù Cristo?». E ancora: «La Chiesa, ferita dal peccato di taluni suoi membri, è credibile ancor oggi agli occhi nostri e a quelli del sofisticato uomo post-moderno?». Le risposte, aggiunge l’arcivescovo, non vanno cercate «nei calcoli statistici e nelle proiezioni che decretano le probabilità di successo, non nella presunzione di profezia rivendicata da discutibili interpreti e maestri del nostro tempo, ma tornando con umiltà e fiducia a Colui che è il primo e l’ultimo, Colui che è, che era e che viene».

 



«Per vivere adeguatamente l’Anno della fede – aggiunge Scola – dobbiamo quindi avere l’umiltà di rimetterci alla scuola di Gesù e di domandarci che cos’è la fede». Con l’atteggiamento descritto nel brano del Vangelo di Marco che presenta la richiesta di guarigione rivolta a Gesù dal padre di un ragazzo indemoniato. Il Nazareno risponde: «Tutto è possibile per chi crede». Il padre replica: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Questa invocazione è la giusta disposizione, secondo il cardinale, per vivere il tempo presente.

«Risultano incomprensibili», aggiunge Scola, «gli atteggiamenti degli intellettuali che avvicinano Gesù perché amano discutere di tutto, ma non mettono mai in discussione se stessi, delle persone religiose che si accaniscono nell’interpretazione delle tradizioni e nelle pratiche legali per essere a posto con Dio, degli scettici che presentano le loro domande pungenti senza essere disponibili ad ascoltare le risposte, dei gaudenti che talora si incuriosiscono persino di qualche cosa di serio, ma non hanno fame, non hanno sete, non hanno bisogno di salvezza e degli stessi discepoli che hanno pensato di potersela cavare da soli. Il padre del bambino arriva a Gesù perché per lui la vita è un caso serio: si può essere salvati o si è definitivamente perduti?».



«In questo pover’uomo», spiega il cardinale, «ci riconosciamo tutti: spinti verso Gesù dal bisogno, siamo sorpresi dalla parola che autorizza a desiderare tutto, sconcertati da una promessa più grande di ogni preghiera, chiamati a una pienezza che supera ogni attesa».



La lettera indica i «pilastri portanti di ogni comunità cristiana», tratti dalla vita dei primi discepoli descritta negli Atti degli apostoli. Il primo è «l’assimilazione del pensiero di Cristo» che «è frutto del rapporto personale con lui». Scola chiede di approfondire Tradizione, Scrittura «autenticamente interpretata dal magistero», i testi del Concilio Vaticano II e il Catechismo. Il secondo è «la tensione a condividere con tutti i fratelli la propria esistenza»; il terzo è la centralità dell’eucaristia; il quarto è la missione. A proposito di questa il cardinale precisa: «La missione non è l’accanimento del proselitismo, ma una testimonianza che lascia trasparire l’attrattiva di Gesù, è lo struggimento perché tutti siano salvati».



Infine, Scola indica quattro ambiti di «speciale cura» per quest’anno pastorale. Innanzitutto la famiglia. A proposito dei divorziati risposati, il cardinale scrive: «la Chiesa testimonia che Dio è vicino a tutti, anche a chi ha il cuore ferito e, attraverso le tante forme di partecipazione e di coinvolgimento, invita tutti a sentirsi a casa nella Chiesa, al di là di ogni pretesa e pregiudizio». Ci sono poi i giovani, quindi i consacrati – il cardinale invita i preti a non cedere alla tentazione dello «scontento» e della «mormorazione», raccomandando che «proprio a coloro che devono prendersi cura della fede degli altri» vivano «momenti di condivisione e di riflessione sulla cura per la propria fede – e infine, quarto ambito, l’annuncio della fede nella società plurale. «I cristiani sono presenti nella storia come l’anima del mondo, sentono la responsabilità di proporre la vita buona del Vangelo in tutti gli ambiti dell’umana esistenza. Non pretendono una egemonia e non possono sottrarsi al dovere della testimonianza».

da vatican Insider

 


Respuesta  Mensaje 14 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 09/09/2012 18:01
Lettera pastorale di Scola
"Dio accoglie i divorziati"

L'arcivescovo indica i temi principali dell'impegno dei cristiani, dalla crisi alla famiglia
e ai giovani. Il richiamo all'apertura del Papa verso le coppie che hanno subito ferite

di ZITA DAZZI
Una lettera pastorale rivolta a tutti, ai "battezzati e a quanti vorranno accoglierla", ai fedeli e a tutte le comunità, per "porre l'accento su quattro ambiti che richiedono una particolare cura pastorale" nella "travagliata fase" della "odierna società plurale" segnata dalla crisi economica, ma anche dagli interrogativi posti dalle continue scoperte scientifiche e dal "meticciato" conseguenza dei forti flussi migratori. Comincia così Alla scoperta del Dio vicino la prima lettera pastorale dell'arcivescovo di Milano Angelo Scola, che - dopo l'insediamento a Milano il 25 settembre di un anno fa - propone i temi di lavoro per i prossimi mesi. Significativo è l'appello del cardinale rivolto ai cristiani affinché vincano "la tentazione di tollerare il dualismo che separa la fede dalla vita, riducendo la fede ad un sentimento individuale da nascondere per non disturbare, e la vita ad una omologazione".

Ai politici il cardinale chiede anche di non "restare muti di fronte alle grandi questioni del nostro tempo - sessualità, matrimonio, famiglia e vita, economia, giustizia e politica - mortificando la luce del Vangelo", preoccupato che "la fede cristiana" venga ridotta a semplice "religione civile". Rivolto alle varie correnti tra cui si dividono i cattolici impegnati nella società civile e i politica, è l'appello a superare "la tentazione della diaspora, posizioni che fanno prevalere ciò che separa
 
su quello che unisce, approfondendo le divisioni". L'arcivescovo passa poi ad elencare gli altri argomenti che gli stanno a cuore e su cui impegnerà le parrocchie a lavorare.

LA FAMIGLIA. Occorre superare "la tentazione di ridurre la pratica religiosa a una pratica individualistica che rende addirittura imbarazzante pregare insieme, richiamarsi gli appuntamenti proposti dalla comunità cristiana, e prima di tutto quello della Messa domenicale". No a un "modello di convivenza esile, precario, sospeso all'emozione passionale e alla provvisorietà dei sentimenti, l'afasia che non sa esprimere la bellezza di un amore casto, di un fidanzamento serio, di un matrimonio cristiano".

I DIVORZIATI. Sulla scia di quanto promesso dal Papa a Milano, Scola invita "la comunità cristiana" a mostrarsi "attenta alla storia concreta di molte famiglie segnate da difficoltà, da incomprensioni e da divisioni, da legami abbandonati e costruiti con altri, con tutti i dolorosi contraccolpi che essi provocano soprattutto sui più piccoli e sui più deboli: la Chiesa testimonia che Dio è vicino a tutti, anche a chi ha il cuore ferito" e "invita tutti a sentirsi a casa nella Chiesa, al di là di ogni pretesa e pregiudizio".

I GIOVANI. Il cardinale li invita a non "attardarsi nell'adolescenza, fuggire dalle responsabilità", ad evitare "la pigrizia nello studio e la riduzione degli affetti ad avventure provvisorie" a non arrendersi "alla dittatura del capriccio chiamandolo desiderio e libertà", a non avere "diffidenza verso la definitività, temuta come legame che limita le esperienze e umilia il desiderio".

IL CLERO. Forte anche l'ammonimento a "vescovi, preti, diaconi, consacrati" che possono essere "tentati dallo scoraggiamento per un ministero segnato da tante fatiche, circondato da tante pretese e che sembra essere così poco incisivo". Scola si chiede se la Chiesa ferita dal peccato di taluni suoi membri è credibile ancora oggi? E invita il clero a evitare "scontento, mormorazione, amarezza per l'impressione di non essere abbastanza conosciuti, apprezzati, valorizzati". E non manca il forte richiamo a non cedere alla "tentazione di ritenere legittimo cercare consolazioni compensative, addirittura trasgressive, nell'attaccamento a persone, cose, strumenti di evasione, oscurando il dono della verginità o del celibato".

(08 settembre 2012)

 
la repubblica milano
 

Respuesta  Mensaje 15 de 16 en el tema 
De: enricorns Enviado: 09/09/2012 18:02
Scusa nell'omelia èsolo citata la lettera pastorale, della quale ho inviato due commenti

Respuesta  Mensaje 16 de 16 en el tema 
De: lore luc Enviado: 10/09/2012 02:20
GRAZIE
potrò dire di aver capito solo quando mi sentirò autore di quanto affermato (tipica mentalità di chi ha fatto studi matematici)


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