di Giulia Zanotti
Più soldi per i treni pendolari e le infrastrutture già esistenti e meno per la linea Tav. Sembra parlare chiaro la nuova legge finanziaria del governo francese per l'anno 2013 nella quale viene messo un notevole freno alle spese per le grandi opere.
Francois Hollande e i suoi uomini, infatti, sembrano aver preso le distanze dai progetti entusiastici e grandiosi del predecessore Nikolas Sarkozy. E anzi ad essere messo in discussione è proprio lo "Schema nazionale delle Infrastrutture di Trasporto" steso dall'allora presidente. Tanto che il ministro del Trasporto Frederic Cuvillier ha ora sei mesi di tempo e una commissione creata ad hoc per decidere a cosa dire si e cosa invece bocciare.
Sono infatti quattordici i progetti approvati dal precedente governo e che ora vanno riesaminati. Sicuri al momento solo quattro, le linee ad alta velocità che collegherebbero zone interne dalla Francia, come la Tours-Bordeaux, Metz-Nancy, Le Mans-Rennes e Nîmes-Montpellier. Per due di queste i lavori sono già a buon punto e per la altre ci sono contratti vincolanti che non possono più essere rescissi.
Ma ad essere evidenziate di rosso sulla cartina e quindi in forte dubbio in particolare due progetti: la Nizza-Marsiglia e la Torino-Lione. I motivi? Proprio i costi troppo elevati. Già, perchè Hollande avrebbe detto chiaro al suo esecutivo che in un momento di crisi come quello attuale quindici miliardi per la linea che dovrebbe collegare le due città del sud e altri dodici per il Tav sono un costo troppo alto.
Dunque, lunedì è il giorno del tanto atteso vertice Italia-Francia in cui i due Paesi dovranno ribadire il loro impegno alla realizzazione dell'opera. E se Monti arriverà con tanto di foto false di macchinari e operai pronti per l'inizio degli scavi chissà che il collega d'Oltralpe non gli riservi qualche brutta sorpresa!