|
De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
|
|
|
|
Venerdì della XXXII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoBeato John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo Omelia “L'Incarnazione”, PPS vol. 2 n° 3
« Nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà »
Il nostro Signore e Salvatore ha accettato di vivere in un mondo che l'ha respinto; ha vissuto per morire per questo mondo al momento fissato. Vi è venuto come il sacerdote designato ad offrire il sacrificio per coloro che non partecipavano ad alcun atto di adorazione... E' morto e risuscitato il terzo giorno, Sole di giustizia (Ml 3,20), mostrando tutto lo splendore che era stato nascosto dalle nubi del mattino. E' risuscitato ed è salito alla destra di Dio, per perorare con le sue sante ferite il perdono per noi, regnare e condurre il popolo riscattato, versare su di esso dal costato trafitto le più grandi benedizioni. E' salito per discendere al momento prefissato e giudicare il mondo che ha riscattato... Ha innalzato con lui la natura umana, poiché un uomo ci ha riscattati, un uomo ci ha esaltati al di sopra di ogni creatura, facendo con il Creatore una cosa sola, un uomo giudicherà l'uomo nell'ultimo giorno (At 17,31).
Tanto privilegiata è questa terra che il nostro giudice non sarà uno straniero, ma colui che, essendo simile a noi, sosterrà i nostri interessi e simpatizzerà con tutte le nostre imperfezioni. Lui, che ci ha amati fino a morire per noi, è stato designato per assegnare alla propria opera la sua misura e i suoi valori ultimi. Lui, che ha imparato mediante la propria debolezza a prendere le difese del debole, lui che voleva raccogliere tutto il frutto della sua Passione, separerà il frumento dalla pula senza lasciare cadere nemmeno un chicco a terra (cfr Mt 3,12). Lui che ci ha fatto partecipare alla propria natura spirituale, lui da cui abbiamo preso il sangue vitale per le nostre anime, lui, nostro fratello deciderà dei suoi fratelli. In questa sua seconda venuta, possa egli, nella sua misericordia e la sua tenera pietà, ricordarsi di noi, lui, la nostra unica speranza, lui, la nostra unica salvezza ! |
|
|
|
Sabato della XXXII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoBeata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità No Greater Love, cap. 1
“Pregare sempre”
E' solo con l'orazione e la lettura spirituale che si può coltivare il dono della preghiera. L'orazione mentale cresce insieme alla semplicità, cioè nell'oblio di sé, nel superamento del corpo e dei sensi, e nel rinnovamento delle aspirazioni che nutrono la nostra preghiera. Si tratta, come dice San Giovanni M. Vianney, di “chiudere gli occhi, chiudere la bocca ed aprire il cuore”. Nella preghiera vocale, noi parliamo a Dio; nell'orazione, è Lui che ci parla. E' in quel momento che si riversa in noi.
Le nostre preghiere dovrebbero essere fatte di parole 'di fuoco', che sgorgano dalla fornace del cuore pieno d'amore. Nelle tue preghiere, rivolgiti a Dio con grande venerazione e grande fiducia. Non indugiare, né agisci con precipitazione; non gridare, ma neppure resta muta; con devozione, con grande dolcezza, in tutta semplicità, senza alcuna smanceria, offri la tua lode a Dio con tutto il tuo cuore e tutta la tua anima.
Lascia finalmente che l'amore di Dio prenda possesso totale e assoluto del tuo cuore, lascia che questo amore divenga nel tuo cuore la sua seconda natura; non permettere al tuo cuore di lasciarvi entrare nulla di contrario a questo amore; lascia che si impegni continuamente nella crescita di questo amore cercando di piacere a Dio in ogni cosa, non rifiutandogli nulla; lascia che accetti ogni cosa che gli accade dalla mano di Dio; fa' che sia fermamente deciso a non commettere mai volontariamente o coscientemente alcun peccato, o, se gli accade, lascia che si umili ed impari a risollevarsi immediatamente. Allora, un cuore così pregherà senza posa. |
|
|
|
Domenica 18 Novembre 2012
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno CMeditazione del giornoOrigene (circa 185-253), sacerdote e teologo Omelie sul libro di Giosuè, n° 16,3 SC 71
“Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire ... con grande potenza”
“Rimane molto territorio da occupare” (Gs 13,1)... Considera la prima venuta del nostro Signore e Salvatore, quando è venuto a seminare la sua parola sulla terra. Si è impadronito di tutta la terra con la sola forza della sua semina: ha messo in fuga le avverse potenze e gli angeli ribelli che dominavano le nazioni, e contemporaneamente ha seminato la sua parola e diffuso le sue chiese. Così è stato il suo primo possesso della terra.
Seguimi tuttavia... attraverso le linee sottili della Scrittura, e ti mostrerò la seconda conquista di una terra di cui è detto a Giosuè/Gesù che ce n'è ancora molta lasciata. Ascolta le parole di Paolo: “Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi” (1Cor 15,25; Sal 110,1). Ecco la terra di cui è detto che è stata lasciata fino a che tutti siano stati posti sotto i suoi piedi e così egli prenda tutti i popoli nella sua eredità... Per quanto riguarda il nostro tempo, vediamo bene le cose “che restano” e non sono ancora poste sotto i piedi di Gesù; bisogna che egli prenda possesso di tutto. Poiché non potrà finire il mondo che quando tutto gli sarà sottomesso. Dice infatti il profeta: “Tutte le nazioni gli saranno sottomesse, dal fiume sino ai confini della terra; a lui si prostreranno gli abitanti del deserto” (Sal 72 LXX), e “Da oltre i fiumi di Etiopia i miei supplicanti mi porteranno offerte” (Sof 3,10).
Da ciò consegue che nella seconda venuta Gesù dominerà questa terra di cui resta molto da possedere. Ma beati coloro che saranno stati suoi fin dalla prima venuta! Saranno davvero colmati di favori, nonostante la resistenza di tanti nemici e gli attacchi di tanti avversari; riceveranno ... la loro parte della Terra Promessa. Ma quando la sottomissione sarà fatta di forza, nel giorno in cui bisogna che “sia annientato l'ultimo nemico, cioè la morte” (1Cor 15,26), non ci saranno più favori per coloro che rifiuteranno di sottomettersi. |
|
|
|
Lunedì della XXXIII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSimeone il Nuovo Teologo (circa 949-1022), monaco ortodosso Inno 18 ; SC 174
La luce che mi conduce per mano
Noi conosciamo l'amore che ci hai dato, senza limiti, inesprimibile, che nulla può contenere; esso è luce, luce inaccessibile, luce che agisce in ogni cosa... Che cosa non fa, infatti, questa luce, e cosa non è? E' incanto e gioia, dolcezza e pace, misericordia senza eccezioni, abisso di compassione. Quando ce l'ho, non me ne accorgo; la vedo quando se ne va; mi precipito per prenderla, ma vola via completamente. Non so cosa fare e perdo le forze. Imparo a domandare e a cercare col pianto in grande umiltà, e a considerare che non è possibile avere ciò che supera la natura, e tanto meno è frutto del mio potere o dello sforzo umano, ciò che viene dalla compassione di Dio e dalla sua infinita misericordia...
Questa luce ci conduce per mano, ci fortifica, ci insegna, mostrandosi e poi fuggendo quando abbiamo bisogno di lei. Non è quando lo vogliamo – ciò appartiene ai perfetti – ma quando siamo nella difficoltà e completamente senza forze che lei viene in nostro soccorso. Appare di lontano e mi dà di sentirla nel cuore. Grido col cuore in gola per arrivare a possederla, ma tutto è notte, e vuote sono le mie povere mani. Dimentico tutto, mi siedo e piango, disperando di vederla un'altra volta. Quando ho pianto abbondantemente e mi concedo di fermarmi, allora, arriva misteriosamente, mi prende la testa, ed io mi sciolgo in lacrime senza sapere chi è che illumina il mio spirito di una così dolce luce. |
|
|
|
Martedì della XXXIII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSan Gregorio di Narek (c. 944-c. 1010), monaco e poeta armeno Gesù, unigenito del Padre, 668-673 ; SC 203
“Scendi subito”
Non mi sono sollevato da questa terra miserabile, come Zaccheo il pubblicano, sull'albero innalzato dalla sapienza per contemplare la tua divinità.
La piccola statura dell'uomo spirituale in me non è cresciuta con le opere buone: al contrario, è diminuita senza sosta fino a farmi tornare a bere latte come i bambini (cfr 1Cor 3,2).
Prendendo la parabola al contrario, sono salito sull'albero della sensualità con l'amore delle cose di questo mondo dal gusto piacevole, come un altro Zaccheo su un altro albero.
Da lassù, grazie alla tua parola potente, fammi scendere in fretta come lui; vieni nella casa della mia anima, e, con te, il Padre e lo Spirito Santo.
Fa' che questo corpo, che ha fatto del male alla mia anima, le renda il quadruplo in servizio e dia la metà dei suoi beni al mio libero arbitrio impoverito,
affinché, secondo la parola di salvezza da te detta a Zaccheo, anch'io sia degno di ascoltare la tua voce, essendo anch'io figlio di Abramo e seguendo la fede del nostro patriarca. |
|
|
|
Mercoledì 21 Novembre 2012
Mercoledì della XXXIII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoBeato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa Enciclica « Laborem exercens », 26 (©Libreria Editrice Vaticana)
“Impiegatele fino al mio ritorno”
Il Vangelo del lavoro, lo troviamo nella vita di Cristo e nelle sue parabole, in ciò che Gesù «fece e insegnò» (At 1,1). In base a queste luci emananti dalla Sorgente stessa, la Chiesa sempre ha proclamato ciò di cui troviamo l'espressione contemporanea nell'insegnamento del Vaticano II: «L'attività umana, invero, come deriva dall'uomo, così è ordinata all'uomo. L'uomo, infatti, quando lavora, non soltanto modifica le cose e la società, ma perfeziona anche se stesso. Apprende molte cose, sviluppa le sue facoltà, è portato a uscire da sé e a superarsi. Tale sviluppo, se è ben compreso, vale più delle ricchezze esteriori che si possono accumulare ... Pertanto, questa è la norma dell'attività umana: che secondo il disegno e la volontà di Dio essa corrisponda al vero bene dell'umanità, e permetta all'uomo singolo o come membro della società di coltivare e di attuare la sua integrale vocazione» (GS 35).
Nel contesto di una tale visione dei valori del lavoro umano, ossia di una tale spiritualità del lavoro, si spiega pienamente ciò che nello stesso punto della Costituzione pastorale del Concilio leggiamo sul tema del giusto significato del progresso: «L'uomo vale più per quello che è che per quello che ha. Parimente tutto ciò che gli uomini fanno per conseguire una maggiore giustizia, una più estesa fraternità e un ordine più umano nei rapporti sociali, ha più valore dei progressi in campo tecnico. Questi, infatti, possono fornire, per così dire, la materia alla promozione umana, ma da soli non valgono in nessun modo ad effettuarla».
Tale dottrina sul problema del progresso e dello sviluppo - tema così dominante nella mentalità moderna - può essere intesa solamente come frutto di una provata spiritualità del lavoro umano, e solamente in base a una tale spiritualità essa può essere realizzata e messa in pratica. |
|
|
|
Giovedì della XXXIII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoIsacco di Siria (VII secolo), monaco nella regione di Mossul, santo delle Chiese ortodosse Discorsi ascetici, prima parte, n° 60
Piangere con Cristo
Non disprezzare il peccatore, poiché tutti siamo colpevoli. Se, per amore di Dio, ti alzi contro di lui, piangi piuttosto su di lui. Perché lo disprezzi? Disprezza piuttosto i suoi peccati, e prega per lui, per essere simile a Cristo, che non si è irritato contro i peccatori, bensì ha pregato per loro (cfr Lc 23,24). Non vedi forse come egli ha pianto su Gerusalemme? Infatti anche noi, più di una volta, siamo stati giocati dal diavolo. Perché disprezzare colui che, come noi, è stato giocato dal diavolo che si burla di noi tutti? Perché, tu che sei soltanto un uomo, disprezzi il peccatore? Sarà forse perché non è stato giusto come te? Ma dov'è la tua giustizia, se non hai l'amore? Perché non hai pianto su di lui? Al contrario lo perseguiti. Per ignoranza si irritano, coloro che ritengono di possedere il discernimento delle opere dei peccatori. |
|
|
|
Venerdì della XXXIII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoMessale romano Prefazio per la festa della dedicazione di una chiesa
“Il mio tempio si chiamerà casa di preghiera”
E' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nel tuo amore per l'umanità hai voluto abitare là dove è raccolto il tuo popolo in preghiera per fare di noi il tempio dello Spirito Santo (1Cor 3,16), in cui risplenda la santità dei tuoi figli. Questa Chiesa, misticamente adombrata nel segno del tempio, tu la santifichi sempre come sposa del Cristo, madre lieta di una moltitudine di figli, per collocarla accanto a te rivestita di gloria.
E noi, uniti agli angeli e ai santi, innalziamo a te l'inno di benedizione e di lode: Santo! Santo! Santo!... |
|
|
|
Sabato della XXXIII settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoCatechismo della Chiesa Cattolica § 996-1001
« Credo nella risurrezione della carne » (2)
Fin dagli inizi, la fede cristiana nella risurrezione ha incontrato incomprensioni ed opposizioni. « In nessun altro argomento la fede cristiana incontra tanta opposizione come a proposito della risurrezione della carne ». (S. Agostino) Si accetta abbastanza facilmente che, dopo la morte, la vita della persona umana continui in un modo spirituale. Ma come credere che questo corpo, la cui mortalità è tanto evidente, possa risorgere per la vita eterna?
Che cosa significa « risuscitare »? Con la morte, separazione dell'anima e del corpo, il corpo dell'uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della risurrezione di Gesù.
Chi risusciterà? Tutti gli uomini che sono morti: « Usciranno [dai sepolcri], quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna » (Gv 5,29).
Come? Cristo è risorto con il suo proprio corpo: « Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! » (Lc 24,39); ma egli non è ritornato ad una vita terrena. Allo stesso modo, in lui, « tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti », (Concilio Laterano IV) ma questo corpo sarà trasfigurato in corpo glorioso, (Fil 3 , 21) in « corpo spirituale » (1 Cor 15,44): « Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?". Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore, e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco [...]. Si semina corruttibile e risorge incorruttibile. [...] È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità » (1 Cor 15,35-53). Il « modo con cui avviene la risurrezione » supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione all'Eucaristia ci fa già pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo: « Come il pane che è frutto della terra, dopo che è stata invocata su di esso la benedizione divina, non è più pane comune, ma Eucaristia, composta di due realtà, una terrena, l'altra celeste, così i nostri corpi che ricevono l'Eucaristia non sono più corruttibili, dal momento che portano in sé il germe della risurrezione ». (S. Ireneo)
Quando? Definitivamente « nell'ultimo giorno » (Gv 6,39-40); «alla fine del mondo ». Infatti, la risurrezione dei morti è intimamente associata alla parusia di Cristo. |
|
|
|
Domenica 25 Novembre 2012
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'universo, solennitàMeditazione del giornoSanta Teresa d'Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa Il Cammino di perfezione, 22
« Il mio regno non è di questo mondo »
Sei re per l'eternità, o mio Dio... Quando diciamo nel Credo che « il tuo regno non avrà fine », è raro che il mio cuore non ne provi una gioia tutta particolare. Ti lodo, Signore, ti benedico per sempre ! Infine, il tuo regno durerà in eterno. Non tollerare, Maestro mio, che quando ti si rivolge la parola, si creda che sia permesso di farlo solo con le labbra... È chiaro che non si avvicina un principe con la stessa naturalezza che si avrebbe con un paesano, o con delle povere donne come noi, con cui è sempre lecito discorrere senza complimenti.
Nella mia semplicità, non so come parlare a quel divino Re. Ma la sua umiltà è così grande che egli non manca di ascoltarmi e mi permette di avvicinarmi a lui. Non mi respingono neanche i suoi custodi, poiché gli angeli che lo circondano conoscono i gusti del loro Re : sanno che la semplicità di un piccolo pastore, totalmente umile, che direbbe di più se potesse, il Re l'apprezza più di tutti i ragionamenti scelti dei più dotti e dei più sapienti, quando manca loro l'umiltà.
Tuttavia, se il nostro Re è buono, questo non è un buon motivo per noi per essere scortesi. E se fosse anche solamente per ringraziarlo che si degna di sopportare accanto a lui una persona ripugnante come me, è giusto che faccia di tutto per riconoscere la sua nobiltà e la sua grandezza. In verità, basta avvicinarsi a lui per esserne istruite... Se, figlie mie, avvicinandovi a lui, riflettete e vi domandate con chi state per parlare, o con chi già state parlando, mille vite come le nostre non basterebbero per concepire quanti riguardi merita un tale Signore, davanti al quale gli angeli tremano, lui che comanda a tutto, che può tutto e per il quale volere è fare. E' giusto, figlie mie, che ci rallegriamo della grandezza del nostro Sposo, che comprendiamo di chi siamo spose e quindi come deve essere santa la nostra vita. |
|
|
|
Lunedì della XXXIV settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoBeato Charles de Foucauld (1858-1916), eremita e missionario nel Sahara Meditazioni sui passi dei santi vangeli relativi a quindici virtù, Nazareth 1897-98; n° 263
“Ella ha dato tutto quanto aveva per vivere”
Come sei infinitamente buono, mio Dio! Se avessi chiamato prima i ricchi, i poveri non avrebbero osato avvicinarsi a te; si sarebbero ritenuti obbligati a restare da parte a causa della loro povertà; ti avrebbero guardato da lontano, lasciando i ricchi intorno a te. Ma tu hai chiamato tutti, tutti: i poveri, poiché gliel'hai dimostrato così facendo, che fino alla fine dei secoli sono i primi chiamati, i preferiti, i privilegiati; i ricchi, poiché da un lato non sono timidi, dall'altro dipende da loro diventare poveri come i pastori. In un attimo, se vogliono, se hanno il desiderio di somigliarti, se temono che le ricchezze li allontanino da te, possono diventare poveri in modo perfetto.
Quanto sei buono! Che buon mezzo hai scelto per chiamare in una sola volta attorno a te tutti i tuoi figli, senza eccezione alcuna! E quale balsamo hai messo fino alla fine dei secoli nel cuore dei poveri, dei piccoli, degli scartati dal mondo, mostrando loro fin dalla tua nascita che essi sono i tuoi preferiti, i tuoi privilegiati, i primi chiamati – coloro che hai sempre chiamato attorno a te con la volontà di essere uno di loro e circondato da loro, fin dalla nascita e in tutta la tua vita. |
|
|
|
Martedì della XXXIV settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSanta Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa La preghiera della Chiesa
“Lodate il Signore nel suo santuario... Ogni vivente dia lode al Signore” (Sal 150)
Nell'antico Testamento, c'era già una certa comprensione del carattere eucaristico della preghiera. L'opera prodigiosa dell'arca dell'Alleanza (Es 25), come più tardi quella del Tempio di Salomone, è stata considerata come l'immagine dell'intera creazione che si raduna intorno al Signore per adorarlo e servirlo... Così come, secondo il racconto della creazione, il cielo è stato dispiegato come una tenda, delle tende dovevano costituire le pareti dell'arca. Come le acque in basso furono separate da quelle in alto, il velo del Tempio separava il Santo dei Santi dall'esterno... Il candelabro a sette braccia è il simbolo delle luci del cielo. Gli agnelli e gli uccelli rappresentano l'abbondanza degli esseri viventi che popolano l'acqua, la terra e il cielo. E come la terra è stata affidata all'uomo, è compito del gran sacerdote stare nel santuario...
Al posto del Tempio di Salomone, Cristo ha costruito un tempio di pietre vive (1Pt 2,5), la comunione dei santi. Lui sta al centro come il grande sacerdote eterno e sul suo altare è lui stesso il sacrifico offerto per sempre. Tutta la creazione è resa partecipe di questa liturgia: i frutti della terra vi sono associati in offerte misteriose, fiori e luci, le tende e il velo del Tempio, il sacerdote consacrato, così come l'unzione e la benedizione della casa di Dio.
Non mancano i Cherubini. Le loro figure scolpite facevano la guardia al Santo dei santi. Ora i monaci, loro immagini viventi, vegliano affinché non cessi mai la lode a Dio, sulla terra come in cielo... I loro canti di lode chiamano l'intera creazione fin dall'aurora ad unirsi per magnificare il Signore: monti e colli, fiumi e torrenti, mari e terre con tutti gli abitanti, nuvole e venti, pioggia e neve, tutti i popoli della terra, gli uomini di ogni condizione ed etnia, e infine gli abitanti del cielo, gli angeli e i santi (cfr Dn 3,57-90)... Dobbiamo unirci anche noi, mediante la nostra liturgia, alla loro lode eterna di Dio. Noi, chi? Non solo i religiosi, ... ma tutto il popolo cristiano. |
|
|
|
Mercoledì 28 Novembre 2012
Mercoledì della XXXIV settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa Omelia 10 sul salmo 118
“Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà”
In che cosa sono giusti i giudizi di Dio? Nel senso che si arriva alla ricompensa in cielo attraverso l'impegno e le prove. Come per il giudizio degli uomini la corona del premio è assegnata agli atleti che combattono, così la palma della vittoria è accordata dal giudizio di Dio ai cristiani che lottano (cfr 1Cor 9,25). “Il vincitore lo farò sedere presso di me”, dice il Signore (Ap 3,21).
Come l'argento è affinato col fuoco, così la nostra vita è provata col fuoco, affinché la forza della nostra virtù si manifesti nella lotta... Infatti, cosa facciamo di grande se lodiamo Dio nel benessere, quando nulla di spiacevole viene a turbarci? Se lodi il giudizio di Dio in mezzo alle difficoltà e alle vessazioni, se non reagisci nella privazione ed essa non ti vieta di lodare la sua giustizia, allora sì, ciò è degno di ammirazione. Più le prove sono grandi, più la consolazione che avrai sarà ricca. Tuttavia, per non cadere, quanto più dovrai affrontare dure prove, tanto più prega il Verbo di Dio di darti coraggio. |
|
|
|
Giovedì della XXXIV settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa Esposizione sui salmi, Sal 96, §14
« Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina »
“Si rallegrino gli alberi della foresta davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra” (Sal 96, 12-13). È venuto una prima volta e verrà ancora. La prima volta è venuto con la sua presenza nella Chiesa e a portarlo erano le nubi (Mt 26, 64). E quali sono le nubi che l'hanno portato? Gli Apostoli, che ci hanno recato il messaggio evangelico... È venuto una prima volta per bocca dei suoi evangelizzatori e ha riempito l'universo. Non opponiamo resistenza alla sua prima venuta, per non dover temere nella seconda...
Cosa farà, allora, il cristiano? Si servirà del mondo, ma non diverrà schiavo del mondo. Cosa significa? Pur avendo le cose, si comporterà come se non le avesse. Così dice l'Apostolo: ... “Fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, ... coloro che piangono siano come quelli che non piangono e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! Io vorrei vedervi senza preoccupazioni” (1Cor 7,29-32) Chi non ha preoccupazioni aspetta sereno la venuta del Signore. Difatti, che sorta di amore abbiamo per Cristo se temiamo che venga? E non ce ne vergogniamo, fratelli? L'amiamo ed abbiamo paura che venga? Ma l'amiamo per davvero? O non amiamo, per caso, di più i nostri peccati? Ebbene, odiamo i peccati, e amiamo Colui che verrà ...
"Allora si rallegreranno tutti gli alberi della foresta dinanzi al volto del Signore, poiché egli viene"... È venuto una prima volta: verrà in seguito a giudicare la terra, e troverà colmi di gioia coloro che hanno creduto alla sua prima venuta. |
|
|
|
Sant'Andrea, apostolo, festaMeditazione del giornoBasilio di Seleucia ( ?-circa 468), vescovo Discorso a lode di Sant'Andrea, 2-3 ; PG 28, 1103 ; attrib. a Sant'Atanasio
Il primo discepolo del Signore
Andrea è stato il primo a riconoscere il Signore come suo maestro... Il suo sguardo ha percepito la venuta del Signore, e ha lasciato l'insegnamento di Giovanni Battista per farsi discepolo di Cristo... Alla luce della lampada (Gv 5,35), cercava la vera luce; al suo bagliore incerto, si preparava allo splendore di Cristo... Da maestro qual'era, Giovanni Battista era diventato servo e araldo di Cristo presente davanti a lui: “Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Ecco colui che libera dalla morte ; ecco colui che distrugge il peccato. Io sono stato inviato non come lo Sposo, bensì come colui che lo accompagna (Gv 3,29). Sono venuto come servo e non come maestro”.
Spinto da queste parole, Andrea lascia il suo maestro di prima e corre verso colui che gli era stato annunciato... Corre verso il Signore, il suo desiderio si manifesta in questo atto..., trascinando con sé Giovanni l'evangelista. Tutti e due lasciano la lampada e camminano verso il Sole. Andrea è la prima pianta del giardino degli apostoli, è lui che apre la porta all'insegnamento di Cristo, è il primo a cogliere i frutti del campo coltivato dai profeti... Riconosciuto il profeta di cui parlava Mosè dicendo : “Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto” (Dt 18,15), Andrea conduce a lui suo fratello Pietro. Mostra a Pietro il tesoro che ancora non conosceva: “Abbiamo trovato il Messia (Gv 1,41), colui che desideravamo; attendevamo la sua venuta, vieni ora a gustare la sua presenza”. Non ancora apostolo, Andrea conduce suo fratello a Cristo... Questo è stato il suo primo miracolo. |
|
|
Primer
Anterior
1066 a 1080 de 1110
Siguiente
Último
|