|
De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
|
|
|
|
Sabato 15
Dicembre 2012
Sabato della II settimana di Avvento
Meditazione del giorno
San Giovanni Damasceno (circa 675-749), monaco, teologo, dottore della Chiesa
Discorso sul profeta Elia il Tisbita
« Sarà pieno di Spirito Santo... ; camminerà innanzi al Signore con lo spirito e la forza di Elia » (Lc 1,17)
Chi ha ottenuto il potere di aprire e di chiudere il cielo, di
trattenere o far venire la pioggia? (1R 17,1) Chi ha fatto perire, in
uno zelo ardente, i profeti della vergogna a causa degli idoli meschini
che veneravano? (1R 18,40) Chi ha visto Dio in un vento leggero? (1R
19,12) ... Tutto questo è accaduto solo ad Elia e allo Spirito che è in
lui.
Ora, potremmo parlare di fatti ancora più
prodigiosi ... Elia, fino a oggi, non ha nemmeno subìto la morte, ma è
stato rapito in cielo (2R 2,1) e rimane imperituro; alcuni pensano che
vive con gli angeli, avendone imitato l'incorruttibilità ed
immaterialità con una vita pura... E di fatto, Elia è apparso alla
trasfigurazione del Figlio di Dio, lo ha visto a viso scoperto, stando
faccia a faccia davanti a lui (Mt 17,3). Alla fine dei tempi, quando
verrà manifestata la salvezza di Dio, egli proclamerà prima degli altri
la venuta di Dio e la indicherà agli altri, e con molti altri segni
divini confermerà il giorno tenuto segreto. In quel giorno anche noi, se
saremo pronti, speriamo di andare incontro a questo uomo ammirabile che
ci prepara il cammino verso tale giorno. Ci faccia entrare nelle dimore
celesti, in Cristo Gesù nostro Signore, al quale vanno la gloria e la
potenza, ora e sempre, nei secoli dei secoli.
|
|
|
|
Domenica 16 Dicembre 2012
III Domenica di Avvento - Anno C - "Gaudete"Meditazione del giornoBeato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa Angelus del 14/12/2003 (© Libreria Editrice Vaticana)
“Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. Il Signore è vicino”
“Rallegratevi nel Signore, sempre; ... Il Signore è vicino” (Fil 4,4-5). Con queste parole dell'apostolo Paolo la Liturgia ci invita alla gioia. E' la terza domenica di Avvento, detta proprio per questo Domenica "Gaudete". ...
L'Avvento è tempo di gioia, perché fa rivivere l'attesa dell'evento più lieto nella storia: la nascita del Figlio di Dio dalla Vergine Maria. Sapere che Dio non è lontano, ma vicino, non indifferente, ma compassionevole, non estraneo, ma Padre misericordioso che ci segue amorevolmente nel rispetto della nostra libertà: tutto questo è motivo di una gioia profonda che le alterne vicende quotidiane non possono scalfire.
Caratteristica inconfondibile della gioia cristiana è che essa può convivere con la sofferenza, perché è tutta basata sull'amore. In effetti, il Signore che ci "è vicino", al punto da farsi uomo, viene ad infonderci la sua gioia, la gioia di amare. Solo così si capisce la serena letizia dei martiri anche in mezzo alle prove, o il sorriso dei santi della carità dinanzi a chi è nel dolore: un sorriso che non offende, ma consola. "Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28). L'annuncio dell'Angelo a Maria è un invito alla gioia. Chiediamo alla Vergine Santa il dono della gioia cristiana. |
|
|
|
Ferie di Avvento dal 17 al 24: 17 dicembreMeditazione del giornoBeato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense Discorso 1 per l'Avvento ; SC 166
L'attesa dei popoli
Tu sei colui che i popoli attendono! (Gen 49,10 Vulg) E quelli che ti attendono non saranno delusi. I nostri padri ti hanno atteso, tutti i giusti fin dall'origine del mondo hanno sperato in te, e tu non li hai delusi (cfr Sal 22,5)....
Ma la Chiesa, che nei giusti di una volta ha atteso la prima venuta di Cristo, attende ora la seconda nei giusti della Nuova Alleanza. E come era certa che la prima venuta avrebbe pagato il prezzo della redenzione, così ha la certezza che la seconda le porterà la ricompensa. Sostenuta da questa attesa e da questa speranza che supera i valori terreni, la Chiesa aspira ai beni eterni con pari gioia e ardore.
Mentre alcuni si danno da fare a cercare la felicità quaggiù senza aspettare che si realizzi il disegno di Dio, precipitandosi a far proprio ciò che il mondo propone loro, chi ha la fortuna di porre la sua speranza nel Signore non si volge a cose vane e a ciò che inganna (Sal 40,5)... Sa che vale più essere umiliato con i miti che condividere il bottino di questo mondo con i superbi. Per consolarsi, si dice: “Mia parte è il Signore, per questo in lui voglio sperare. Buono è il Signore con chi spera in lui, con l'anima che lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore. Signore, è vero, la mia anima ha qualche mancanza nell'attesa della tua salvezza, ma sono colmo di speranza nella tua parola” (Lam 3,24-26; Sal 119,81 Vulg)... Sono certo “che arriverà infine e non ci deluderà”; ecco perché “anche se indugia, l'attenderò, perché certo verrà e non tarderà” (cfr Ab 2,3). |
|
|
|
Ferie di Avvento dal 17 al 24: 18 dicembreMeditazione del giornoSant'Efrem Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa Inno per la Natività
« Giuseppe, figlio di Davide, non temere »
Giuseppe abbracciava il Figlio del Padre celeste come un neonato, e lo serviva come il suo Dio. Si compiaceva di lui come della bontà in persona ; e lo venerava come il giusto per eccellenza (Mt 1,19).
Grande era la sua perplessità ! « A che debbo, o Figlio dell'Altissimo, ch'io, in te, abbia un figlio ? Contro tua madre mi irritavo, e pensavo di licenziarla. Non sapevo che ci sarebbe stato nel suo seno un gran tesoro che nella mia povertà all'improvviso mi rendeva ricco.
Dalla mia stirpe è sorto il re Davide e si è cinto con la corona. A quale povertà sono arrivato! Sono operaio invece che re; eppure mi è data una corona poiché sul mio cuore riposa il Signore di tutte le corone. » |
|
|
|
Mercoledì 19 Dicembre 2012
Ferie di Avvento dal 17 al 24: 19 dicembreMeditazione del giornoSan Gregorio Palamas (1296-1359), monaco, vescovo e teologo Omelia 40; PG 151, 496
“Ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio”
Tutta la vita del “più grande fra i nati di donna” è il miracolo dei miracoli. Oltre all'intera vita di Giovanni, profeta fin da prima della nascita e il più grande dei profeti, è tutto ciò che accade prima della sua nascita e dopo la sua morte che supera ogni miracolo. Infatti, quanto era stato predetto dai profeti ispirati da Dio su di lui lo descrive non come un uomo ma come un angelo, come una fiaccola luminosa, come la stella del mattino che diffonde la luce divina, poiché precede il Sole di giustizia, e come la voce del verbo di Dio stesso. Ora, cosa c'è di più vicino al Verbo di Dio... che la voce di Dio?
All'avvicinarsi della sua concezione, non è un uomo ma un angelo che scende dal cielo per metter fine alla sterilità di Zaccaria ed Elisabetta... Predice che la nascita di questo bambino sarà causa di grande gioia, poiché annuncerà la salvezza di tutti gli uomini: “Sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia”. Giovanni infatti sarà vergine come Elia, soprattutto perché sarà il precursore di Dio “poiché – è detto – camminerà davanti al Signore”...
Viveva per Dio solo, attento a Dio solo, trovando in Dio la sua gioia. Viveva in un luogo isolato, come è detto: “Vivrà nel deserto fino al giorno in cui dovrà manifestarsi a Israele”... Dunque, come allora il Signore, spinto dal suo immenso amore per noi, è disceso dal cielo per noi che eravamo peccatori, così nello stesso tempo Giovanni è venuto dal deserto per noi, per contribuire all'attuazione di questo disegno d'amore. Poiché, per servire il Dio della bontà nel suo abbassarsi straordinario verso gli uomini, sprofondati nell'abisso del male, occorreva un uomo dalla virtù impareggiabile come Giovanni.
Riferimenti biblici: Mt 11,11; Lc 1,44; Mt 11,9; Ml 3,1 ebr; Num 24,17; Zc 3,8 LXX; Ml 3,20; Is 40,3; 1Re 18,18; 21,20; Mc 6,18 |
|
|
|
Ferie di Avvento dal 17 al 24: 20 dicembreMeditazione del giornoElredo di Rievaulx ( 1110-1167), monaco cistercense inglese Discorso sull'Annunciazione del Signore, 2
EVA che diventa AVE
Oggi, il Padre ci ha inviato il vero Giuseppe “per vedere come stanno i suoi fratelli e come sta il bestiame” (Gen 37,14). Sicuramente, era proprio questo Giuseppe amato dal padre “più di tutti i suoi fratelli” (v. 3)... E' lui, il più amato di tutti, il più saggio di tutti, il più bello di tutti; è proprio lui che Dio Padre ha mandato oggi... “Chi manderò – dice il Padre - e chi andrà per noi?” (Is 6,8) Il Figlio risponde: “Ecco, io stesso cercherò le mie pecore” (Ez 34,11). Lasciando il più alto dei cieli, egli discende “nella valle di Ebron” (Gen 37,14).
Adamo aveva scalato la montagna della superbia ; il Figlio di Dio ha voluto scendere nella valle dell'umiltà. Trova oggi una valle dove scendere. Dove si trova ? Non si trova in te, Eva, madre della nostra disgrazia, non si trova in te..., ma nella beata Maria. Lei è veramente questa valle di Ebron, per la sua umiltà e la sua fortezza... Lei è forte in virtù della sua partecipazione alla forza di cui sta scritto : « Il Signore è forte e potente » (Sal 24, 8). Lei è quella donna forte auspicata da Salomone : « Una donna forte, chi potrà trovarla ? » (Pr 31, 10)...
Eva, sebbene creata nel paradiso senza corruzione, senza infermità né dolore, si è rivelata tanto debole, tanto instabile. « Chi troverà questa donna forte ? » Può forse essere trovata nella miseria di quaggiù, se non si è potuto trovarla nella beatitudine di lassù? La si potrà trovare in questa valle di lacrime, se non si è trovata nella beatitudine del paradiso ?... Oggi, sì oggi, è stata trovata. Dio Padre ha trovato questa donna per santificarla ; il Figlio l'ha trovata per abitarla ; lo Spirito Santo l'ha trovata per illuminarla... L'angelo l'ha trovata per salutarla : « Ave, o piena di grazia, il Signore è con te ». Eccola, la donna forte, in cui la ponderatezza si sostituisce alla curiosità, in cui l'umiltà esclude ogni vanità, in cui la verginità libera da ogni cupidigia. “L'angelo entrò da lei” è scritto. Non è stata trovata dunque rivolta all'esterno, fuori; era all'interno, nella sua stanza dove pregava suo Padre nel segreto (Mt 6,6). |
|
|
|
Ferie di Avvento dal 17 al 24: 21 dicembreMeditazione del giornoSant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa Commento al vangelo di Luca, II, 19s ; SC 45
« Maria si mise in viaggio verso la montagna »
E' normale che chi vuol essere creduto dia spiegazioni. Ecco perché l'angelo... ha annunciato a Maria, la vergine, che una donna anziana e sterile stava per diventare madre, mostrando così che Dio può fare tutto ciò che gli piace. Appena Maria l'ebbe saputo, si avviò in fretta verso la montagna. Non perché fosse incredula della profezia o incerta dell'annunzio, o dubitasse ..., ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall'intima gioia. Dove ormai, ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l'alto ? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze.
Maria fino a quel momento aveva vissuto da sola nel più rigoroso ritiro; eppure il suo pudore verginale non le ha impedito di apparire in pubblico, né le ripide montagne di attuare il suo disegno, né la lunghezza del cammino di rendere servizio. Verso le alture, la Vergine si affretta, lei che pensa solo a servire e dimentica la sua fatica, lei che trova la forza nella carità... Maria lascia la sua casa e si avvia verso le alture... Avete visto la delicatezza di Maria; guardate anche la sua umiltà. La più giovane va verso la più anziana..., il superiore va verso l'inferiore: Maria da Elisabetta, Cristo da Giovanni, come in seguito il Signore andrà a farsi battezzare da Giovanni per rendere sacro il battesimo. E subito si manifestano i benefici dell'arrivo di Maria e della presenza del Signore, poiché “appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino esultò di gioia nel suo seno ed ella fu riempita di Spirito Santo”... Le due donne parlano della grazia che è stata fatta loro; i due bambini realizzano questa grazia e trascinano le loro madri nel mistero della misericordia. |
|
|
|
Ferie di Avvento dal 17 al 24: 22 dicembreMeditazione del giornoSan Beda il Venerabile (circa 673-735), monaco, dottore della Chiesa Commento al Vangelo di Luca, 1, 46 ; CCL 120,37
“Ha soccorso Israele, suo servo”
Maria dice: “L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore”; come dire: “Il Signore mi ha onorato di un favore così grande, inaudito, che non si può spiegare in alcun modo, solo l'amore può forse appena coglierlo nel più profondo del cuore. Ecco perché metto tutte le forze dell'anima a rendergli grazie nella lode... Il Signore ha fatto in me meraviglie; santo è il suo nome”... Ella sola, quest'anima per cui il Signore si è degnato di fare grandi cose, può magnificarlo come conviene e dire, invitando a condividere le sue espressioni ed intenzioni: “Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome” (Sal 34,4)...
“Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia”. E' bello chiamare Israele il servo del Signore, Israele che il Signore ha soccorso per salvarlo nell'obbedienza e nell'umiltà. Così parla Osea: “Quando Israele era bambino, io l'ho amato” (3,1; cfr 11,4). Chi rifiuta di umiliarsi non può certamente essere salvato..., ma “chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,4).
“Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”. Non si tratta qui della discendenza carnale di Abramo, ma della discendenza spirituale. Cioè, non si tratta dei discendenti secondo la carne, ma di coloro che camminano sulle tracce della sua fede... La venuta del Salvatore è dunque promessa ad Abramo e alla sua discendenza per sempre, cioè ai figli della promessa di cui San Paolo dice: “Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa” (Gal 3,29).
Infine è bello che la nascita del Signore e quella di Giovanni siano annunciate profeticamente dalle loro madri.... La vita distrutta per colpa di una sola donna sarebbe stata infatti restituita al mondo da queste donne, entrambe ricolme di lodi. |
|
|
|
Domenica 23 Dicembre 2012
IV Domenica di Avvento - Anno CMeditazione del giornoBeato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense Discorso 2 per l'Avvento, § 1-2 ; SC 166
« Ecco il mio diletto, viene saltando per i monti, balzando per le colline » (Ct 2,8)
“Ecco viene il Re, corriamo incontro al nostro Salvatore!” (liturgia dell'Avvento). Dice bene Salomone: “Come acqua fresca per una gola riarsa, è una buona notizia da un paese lontano » (Prv 25,25). Buona notizia è quella che annunzia la venuta del Salvatore, la riconciliazione del mondo, i beni della vita futura. “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annunzia la pace” (Is 52,7)...
Notizie di tal genere sono acqua refrigerante, bevanda di salutare sapienza, per l'anima che ha sete di Dio: in verità, chi annunzia la venuta o altri misteri del Salvatore attinge “acqua con gioia alle sorgenti della salvezza » (Is 12,3) e cela dona da bere. E l'anima che ha ricevuto l'annunzio... sembra rispondere con le parole di Elisabetta, perché anche lei aveva attinto allo stesso Spirito: “A che debbo che il mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, ha esultato di gioia il mio spirito per il desiderio ardente di correre incontro al suo Salvatore”.
In verità, fratelli miei, nell'esultanza dello spirito dobbiamo andare incontro a Cristo che viene... “O salvezza del mio volto e mio Dio ! (Sal 42,5) Nella tua condiscendenza saluti i tuoi servi e li salvi...non soltanto con parole di pace, ma proprio con il bacio di pace: ti unisci alla nostra carne; ci salvi con la tua morte sulla croce”. Si levi dunque il nostro spirito con vivida gioia, e corra incontro al suo Salvatore che viene da così lontano, accogliendolo con grida festose: “Vieni, o Signore, salvami e io sarò salvato” (Ger 17,14) “Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Sal 118,26). |
|
|
|
Natale del Signore: Messa della notte, solennitàMeditazione del giornoTommaso di Celano (circa 1190 - circa 1260), biografo di S. Francesco e di S. Chiara Vita prima, § 84-86
San Francesco al primo presepio di Natale
Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco disse ... : « Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie ad un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello » ...
E giunse il giorno della letizia!... Per l'occasione sono stati convocati molti frati da varie parti. Uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando, ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arrivò infine Francesco: vede che tutto è stato predisposto secondo il suo desiderio ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà: Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali ! La gente accorse e si allietò di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuonò di voci e le rupi imponenti echeggiarono di cori festosi. I frati cantarono scelte lodi al Signore e la notte sembrò tutta un sussulto di gioia. Il santo era lì estatico di fronte al presepio, con lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebrò solennemente l'Eucaristia sul presepio e lui stesso assaporò una consolazione mai gustata prima.
Francesco si è rivestito della dalmatica perché era diacono, e cantò con voce sonora il santo Vangelo... Poi parlò al popolo e con parole dolcissime rievocò il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. |
|
|
|
Natale del Signore: Messa del giorno, solennitàMeditazione del giornoBeato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense Terza omelia per la Natività ; SC 166
“E il Verbo si fece carne”
“Un bambino è nato per noi” (Is 9,5). Sì, veramente per noi, poiché non è per lui, né per gli angeli. Non per lui: questa nascita infatti non gli dava l'esistenza, né un'esistenza migliore, poiché, prima di nascere nel tempo, egli era da tutta l'eternità ed era la sua beatitudine piena, Dio perfetto nato da Dio perfetto (cfr Credo)... Era Dio nato da Dio per se stesso, è nato bambino per noi. In certo senso si è distaccato da se stesso ed ha passato come con un salto gli angeli per venire fino a noi ed essere uno di noi. “Spogliando se stesso” e facendosi inferiore agli angeli (Fil 2,7; Eb 2,7), si fece nostro simile. Mentre per la sua nascita eterna, era la beatitudine per sé e per gli angeli, nascendo per noi in questo mondo, si è fatto nostra redenzione, poiché ci vedeva sotto il peso del peccato originale proprio della nostra nascita.
Gesù Bambino, la tua nascita è la nostra beatitudine: quanto dobbiamo amarla! Rinnova la nostra nascita, restaura la nostra condizione, fa scomparire la nostra ferita, annulla la sentenza che condannava la nostra natura (Col 2,14). Ormai chi si affliggeva per una nascita che gli faceva presagire dolore può rinascere pieno di gioia. Poiché “a quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12)... Per la tua nascita, tu Dio e figlio dell'uomo! Per essa “abbiamo anche ottenuto di accedere alla grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria” di figli di Dio (Rom 5,2). Quale scambio ammirabile! Prendendo la nostra carne, ci hai fatto il dono della tua divinità...; 'svuotato' di te, ci hai ricolmati. |
|
|
|
Mercoledì 26 Dicembre 2012
Santo Stefano, primo martire, festaMeditazione del giornoSanta Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d'Europa Il Mistero del Natale
“La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta” (Gv 1,5)
Il bambino dalla mangiatoia tende le sue piccole mani ed il suo sorriso sembra già esprimere ciò che più tardi pronunceranno le labbra dell'uomo adulto: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi” (Mt 11,28)... “Seguimi!” dicono quelle mani di bambino, come più tardi diranno le labbra dell'uomo adulto. Così dissero al giovane amato dal Signore e che ora fa anche parte della schiera disposta attorno alla mangiatoia. E san Giovanni, il giovane dal cuore puro e semplice, lo seguì senza domandare: Dove? A che scopo? Abbandonò la barca del padre (Mt 4,22) e andò dietro al Signore su tutte le sue strade, fino al Golgota (Gv 19,26).
"Seguimi", questo invito percepì anche il giovane Stefano. Egli seguì il Signore nella lotta contro le potenze delle tenebre, contro l'accecamento della testarda mancanza di fede; gli rese testimonianza con le sue parole e col suo sangue; lo seguì anche nel suo spirito, nello spirito dell'amore che combatte il peccato, ma ama il peccatore e intercede per l'assassino davanti a Dio anche in punto di morte.
Coloro che s'inginocchiano intorno alla mangiatoia sono i figli della luce: fragili santi Innocenti, pastori pieni di fede, re umili, Stefano, il discepolo ardente, e Giovanni, l'apostolo dell'amore, tutti quelli che hanno seguito la chiamata del Signore. Di fronte ad essi sta la notte dell'indurimento e dell'accecamento incomprensibile: gli scribi, che sono in grado di dare informazioni sul tempo e sul luogo in cui il Salvatore del mondo deve nascere (Mt 2,5), ma che non partono per Betlemme; il re Erode, che vuole uccidere il Signore della vita. Di fronte al Bambino nella mangiatoia gli spiriti si dividono. Egli è il Re dei re e il Signore della Vita e della morte. Pronuncia il suo "Seguimi", e chi non è per lui è contro di lui (Mt 12,30). Egli lo pronuncia anche per noi e ci pone di fronte alla decisione di scegliere fra luce e tenebre. |
|
|
|
San Giovanni, apostolo ed evangelista, festaMeditazione del giornoRuperto di Deutz (circa 1075-1130), monaco benedettino Sulle opere dello Spirito Santo, IV, 10 ; SC 165
Il discepolo che è giunto a « penetrare nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza » (Col 2,3)
Nella misura di quella grazia che ha fatto sì che Gesù lo amasse e che l'abbia fatto riposare sul suo petto alla Cena (Gv 13,23), Giovanni ha ricevuto in abbondanza l'intelligenza e la sapienza [i doni dello Spirito] (Is 11,2) – l'intelligenza per comprendere le Scritture ; la sapienza per redigere i suoi libri con un'arte mirabile. A dire il vero non ha ricevuto questo dono fin dal momento in cui ha riposato sul petto del Signore, anche se in seguito ha potuto attingere da questo cuore « nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza » (Col 2,3). Quando egli dice che, entrando nel sepolcro, « vide e credette », riconosce che « non avevano ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti » (Gv 20,9). Come gli altri apostoli, Giovanni è giunto alla sua piena misura alla Pentecoste, quando è venuto lo Spirito Santo, quando la grazia è stata data a ciascuno « secondo la misura del dono di Cristo » (Ef 4,7).
Il Signore Gesù ha amato questo discepolo più degli altri..., e gli ha aperto i segreti del cielo... per fare di lui lo scriba del mistero profondo, del quale l'uomo, da solo, non può dire nulla : il mistero del Verbo di Dio, del Verbo fatto carne. E' il frutto di questo amore. Eppure, anche se lo amava, non a lui Gesù disse : « Sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa » (Mt 16,18)... Pur amando tutti i suoi discepoli e innanzi tutto Pietro con un amore dello spirito e dell'anima, nostro Signore ha amato Giovanni con un amore del cuore... Nell'ordine dell'apostolato, Simone Pietro ha ricevuto il primo posto e « le chiavi del Regno dei cieli » (Mt 16,19) ; Giovanni, invece, ha ottenuto un'altra parte dell'eredità : lo spirito d'intelligenza, « un tesoro di gioia e di esultanza » (Sir 15,15). |
|
|
|
Santi Innocenti, martiri, festaMeditazione del giornoSan Gregorio Nisseno (circa 335-395), monaco e vescovo Omelia sulla Natività di Cristo; PG 46,1128s
Oggi comincia il mistero della Passione
“All'udire della nascita del Salvatore, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme” (Mt 2,3)... La mirra dei Magi prefigurava il mistero della passione: bambini appena nati sono uccisi senza pietà... Cosa significa questo infanticidio? Perché un crimine così orribile? “Un segno strano è apparso in cielo – dicono Erode e i suoi consiglieri - ; indica certamente per i magi la venuta di un altro re”. Capisci, Erode, cosa sono questi segni precursori ? ... Se Gesù è signore delle stelle, non è forse al riparo dai tuoi attacchi? Tu credi di avere il potere di far vivere o morire, ma non hai nulla da temere da un essere così mite. Dio lo sottopone al tuo potere; perché cospirare contro di lui?...
Ma abbandoniamo il lutto, “il dolore amaro di Rachele che piange i suoi figli”, perché oggi il Sole di giustizia (Ml 3,20) dissipa le tenebre del male e diffonde la sua luce su tutto il creato, lui che assume la nostra natura umana... In questa festa della natività “le porte della morte sono infrante, le barre di ferro sono spezzate” (Sal 107,16)... Poiché a causa di un uomo, Adamo, è venuta la morte; oggi a causa di un uomo viene la salvezza (Rom 5,18)... Dopo l'albero del peccato si leva l'albero della bontà, la croce... Oggi comincia il mistero della Passione. |
|
|
|
V giorno fra l'Ottava di NataleMeditazione del giornoDalla liturgia bizantina Inno Acatistos alla Madre di Dio (7° sec.), § 9-16
“Simeone li benedisse”
Contemplarono i Magi, che sanno leggere i segni degli astri, sulle braccia materne il Creatore dell'uomo; in lui hanno adorato il Signore che ha preso la condizione di servo (Fil 2,7). Offrendogli i loro doni, cantano alla Madre beata:
Ave, Madre dell'Astro perenne, Ave, riflesso della luce di Dio. Ave, tu spegni il fuoco della menzogna, Ave, splendore che ci mostri la Trinità.
Ave, l'odioso tiranno sbalzasti dal trono, Ave, tu il Cristo ci doni amico degli uomini (Sap 1,6). Ave, sei tu che riscatti dagli idoli pagani, Ave, sei Tu che ci liberi dalle nostre opere senza senso.
Ave, in te si estingue il culto pagano del fuoco, Ave, in te siamo liberati dalla fiamma delle passioni. Ave, tu conduci i credenti a Cristo, sapienza di Dio (1Col 1,24) Ave, tu gioia di tutte le genti.
Ave, Vergine e Sposa! ... Quando Simeone stava già per lasciare questo mondo, tu Signore, a lui fosti dato come bambinello. Ma in Te riconobbe la perfezione della divinità, e pieno d'ammirazione per te, l'eterno, esclamò: Alleluia, Alleluia, Alleluia! ...
Senza cessare d'essere Dio, il Verbo che nulla può contenere Si è fatto carne nella nostra condizione umana. Senza lasciare le realtà di lassù, è venuto ad abitare quaggiù, scendendo nel seno di una Vergine, che tutti acclamiamo:
Ave, tempio di Dio, l'Infinito, Ave, porta del mistero nascosto da secoli. Ave, annuncio incredibile per gli empi, Ave, buona novella per i credenti.
Ave, carro di colui che siede sui Cherubini (Sal 80,2), Ave, trono di colui che supera i Serafini (Is 6,2). Ave, tu che conduci all'unità i contrari, Ave, tu che sei Vergine e Madre.
Ave, in te la colpa riceve il perdono, Ave, in te il paradiso si è aperto di nuovo. Ave, chiave del regno di Cristo e porta del cielo, Ave, speranza di eterni tesori.
Ave, Vergine e Sposa! |
|
|
Primer
Anterior
1096 a 1110 de 1110
Siguiente
Último
|