Non è vero che le farfalle hanno una vita breve come il luogo comune è portato a farci credere, anzi, hanno una vita complessa ed evolutivamente molto ricca di mutamenti. Essa si divide primariamente con un ritmo vitale di ben quattro stadi: uovo, bruco (o larva), pupa e infine farfalla quando è ormai adulta.
Nell’ultima fase di questa creatura, quando è farfalla, la sua vita è abbastanza breve: varia da qualche giorno a una settimana o due e, solo in alcuni casi, può raggiunge il mese di vita.Tutto questo è assolutamente interessante! Se il piccolo bruco aspettasse di vivere la gioia quando arriverà a essere farfalla adulta, godrebbe davvero ben poco!
Questa descrizione del ciclo della farfalla è molto utile, a mio avviso, per comprendere come la maggior parte di noi si affanni proiettato in avanti: siamo tutti preoccupati nel fare e non nell’essere, diretti con la nostra attenzione verso quello che verrà, perdendoci gran parte dell’universo che si sta dispiegando per noi nel momento dell’adesso. Finiamo spesso rantolanti per la stanchezza, viviamo per lavorare e spendiamo il nostro tempo senza vedere come tramonta o sorge il sole, come filtra l’acqua nei ghiacciai, come un nido di uccellini in pochi giorni muti il suo stato da incubatore a vano abitativo, a casa del volo, a piedistallo di decollo, a mucchio di rametti secchi che decorano un albero… Tutto ciò avviene in assenza di noi quando siamo proiettati nel fare e non nell’essere!
Cosa succede quando abbiamo il coraggio della trasformazione,
di evolvere, di uscire dai limiti che ci siamo imposti?
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