|
De: Butterfy (Mensaje original) |
Enviado: 04/03/2013 19:10 |
Al via questa mattina, a Roma, la prima delle congregazioni generali in preparazione del Conclave. L’apertura della sessione nella Sala Nuova del Sinodo, è stata ufficializzata dal decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano. Le riunioni continueranno fino a quando non sarà raggiunto il numero completo dei cardinali elettori, in tutto 115. Solo allora il Collegio deciderà la data di inizio del Conclave, che non dovrebbe avvenire prima di lunedì. Sull’identità del nuovo Papa continuano intanto a moltiplicarsi le congetture.
Leonardo Sandri, cardinale: “Anche un Papa che abbia un certo vigore, una certa resistenza fisica per poter seguire tutti gli appuntamenti che un Papa ha normalmente in agenda. E deve essere anche un grande comunicatore, qualcuno che abbia la dote di potersi esprimere meglio degli altri”.
Piazza San Pietro nell’attesa dell’elezione del nuovo Pontefice rimarrà deserta come avvenuto domenica, in mancanza della preghiera nell’Angelus, tradizionale incontro dei fedeli con il Papa.
“È un momento di riflessione per i fedeli e la comunità ecclesiastica, per fare un bilancio sull’attuale situazione della Chiesa, le sue sfide le sue contraddizioni, oltre che sulla guida che sceglierà di nominare”.(Fabien Farge)
|
|
|
Primer
Anterior
2 a 11 de 11
Siguiente
Último
|
|
Non sara' facile il papato
per il nuovo eletto.....
Che Dio l'aiuti!!!..... |
|
|
|
Proprio vero, è un gran brutto momento per la Chiesa. Dico anch'io: Che Dio l'aiuti! |
|
|
|
Incominciamo con l'aiutarlo noi, incominciando dalla preghiera, col sostegno, con l'ascolto, con la fiducia.
|
|
|
|
Fumata bianca entro mercoledì oppure avanzeranno gli outsider
Anche questa volta la durata del conclave avrà il suo peso. Un’elezione breve, conclusa nel giro di un giorno o al massimo due, vedrebbe trionfare uno dei candidati più forti della prima ora. Un’elezione più lunga potrebbe portare a delle sorprese.
Ci sono cardinali che non si aspettano un conclave brevissimo, come quello dell’aprile 2005: allora i porporati si chiusero nella Sistina nel tardo pomeriggio di lunedì 18 aprile. La prima fumata fu nera, vi fu una grande parte di voti dispersi, l’unico a partire con un pacchetto importante di consensi fu il settantottenne cardinale bavarese che il pomeriggio del giorno successivo si affacciò dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro definendosi «l’umile lavoratore nella vigna del Signore». Per eleggere Benedetto XVI bastarono quattro scrutini: dopo quella del lunedì sera, fu nera anche la fumata alle 12 del 19 aprile, al termine delle due votazioni della mattinata. La pausa pranzo fu decisiva per convincere gli incerti e al primo scrutinio del pomeriggio il Papa fu fatto.
Gli altri due conclavi-lampo degli ultimi cento anni sono stati quello del marzo 1939, in assoluto il più rapido per numero di scrutini: ne bastarono infatti soltanto tre per eleggere Eugenio Pacelli, il Segretario di Stato di Pio XI. Allora non c’era il malumore di oggi nei confronti della Curia romana, Pacelli era un grande diplomatico, la tragedia della guerra era alle porte: i cardinali decisero in fretta, non ci fu partita. L’altro conclave breve, esattamente paragonabile per durata a quello dell’elezione di Ratzinger, è stato il primo del 1978. I cardinali si riunirono il 25 agosto, con una canicola opprimente: allora non c’era la Casa Santa Marta, con i suoi alloggi confortevoli, e un cardinale esasperato ruppe i sigilli di una finestra infischiandosene della clausura. Il calore opprimente aiutò certo a fare in fretta, ma fu il cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, il grande regista del conclave lampo che portò con soli quattro scrutini sul Soglio di Pietro il patriarca di Venezia, Albino Luciani. Il Papa pastore che sorrise al mondo e si spense dopo appena 33 giorni di pontificato.
La palma del conclave più lungo va invece alla complicata elezione che portò sul trono l’arcivescovo di Milano Achille Ratti. Era il 1922, e per eleggerlo Papa ci vollero cinque giorni di votazioni e ben quattordici scrutini. Pio XI si sarebbe dimostrato un Pontefice energico e fermo nella lotta contro i totalitarismi. Un altro conclave relativamente lungo fu quello del 1958. Allora i cardinali nella Sistina erano soltanto 53, perché negli ultimi cinque anni Papa Pacelli non aveva più celebrato concistori. Non fu semplice scegliere il suo successore: si voleva un Papa che rimpiazzasse i tanti incarichi curiali rimasti vacanti, a partire da quello di Segretario di Stato. Il «delfino» di Pio XII, l’arcivescovo di Genova Giuseppe Siri, era troppo giovane - «se lo eleggiamo, avremo non un Padre Santo, ma un Padre Eterno», fu la battuta di un porporato - e così, anche grazie alla mediazione del partito curiale, si raggiunse un compresso sul patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli, già settantasettenne: la fumata bianca per Giovanni XXIII arrivò dopo 11 scrutini. Doveva essere un Papa di transizione, la Curia pensò di poterlo controllare. Invece appena eletto indisse il Concilio Ecumenico Vaticano II, che avrebbe cambiato il volto della Chiesa.
Appartengono infine alla gruppo dei conclavi di media durata, le elezioni avvenute nel giugno 1963 e nell’ottobre 1978. La prima portò al Soglio l’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, uno dei casi in cui non vale il motto «chi entra Papa in conclave ne esce cardinale». Nonostante l’autorevolezza della sua candidatura, si trattò di un’elezione non semplice. Mentre nell’ottobre del ’78, un mese e mezzo dopo l’elezione rapidissima dell’italiano Luciani, i porporati che si riunirono nuovamente tentarono comunque di far confluire i consensi su uno di loro. Questa volta però erano divisi, la situazione si bloccò dopo il primo giorno. E dal secondo giorno l’Italia fu fuori gioco: ecco emergere la candidatura dell’outsider Karol Wojtyla, 58 anni, arcivescovo di Cracovia. Eletto il 16 ottobre dopo otto scrutini.
Se la fumata sarà bianca già mercoledì, è probabile che ad avere la meglio sia uno dei favoriti. Da giovedì in poi a correre saranno gli outsider.
|
|
|
|
De: Gerarda |
Enviado: 11/03/2013 21:26 |
Una bella bomba e risolveremmo due grandi problemi:
- il primo agli uomini,non avrebbero più intorno diavoli travestiti da angeli
- il secondo faremmo un piacere a Dio per averlo liberato di "esseri" che Lui non ha il coraggio di distruggere.
|
|
|
|
E' sui contrapposti che si regge il mondo.....l'eterna lotta del bene sul male..... Nel nuovo Papa si spera che affili sempre di piu' l'arma del bene per combattere l'avversario........e che Dio la mandi buona....... |
|
|
|
Una bella bomba e risolveremmo due grandi problemi:
- il primo agli uomini,non avrebbero più intorno diavoli travestiti da angeli
- il secondo faremmo un piacere a Dio per averlo liberato di "esseri" che Lui non ha il coraggio di distruggere.
FRRANCESCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
|
|
|
|
FRANCESCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!
|
|
|
|
FRANCESCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!
|
|
|
|
Che succede quì???
Come previsto, per il nuovo Papa bisognerà attendere. I cardinali elettori si sono riuniti e, chiuse le porte della Cappella Sistina dopo l'extra omnes, oggi pomeriggio il Conclave ha formalmente preso il via. I 115 porporati sono chiamati a scegliere il 266esimo successore di Pietro.
E' una fumata nera il risultato del primo scrutinio del Conclave. Poco prima delle 19.45 dal comignolo sul tetto della Cappella Sistina è iniziato ad uscire fumo scuro: niente di fatto, quindi, per il nuovo Papa. Come era stato ampiamente previsto, bisognerà ancora attendere. E da domani le votazioni saranno quattro al giorno.
Il Conclave è iniziato nel pomeriggio, con l'"extra omnes", l'invito ad uscire dalla Cappella Sistina pronunciato dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini. Dalle 17:30 all'interno della Cappella Sistina sono rimasti solamente i 115 cardinali elettori che dovranno scegliere il nuovo Pontefice, il 266esimo successore di Pietro. Cerimonieri e monsignori sono usciti, tra loro anche monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario di Benedetto XVI. Chiusa la porta, i porporati sono rimasti soli e il Conclave ha preso formalmente il via.
Per i porporati la giornata è partita in mattinata con la messa "pro eligendo Pontifice" a San Pietro, durante la quale il decano Angelo Sodano si è augurato che il Signore conceda "un Pontefice che svolga con cuore generoso la luminosa missione" al servizio di una Chiesa chiamata alla carità e "alla massima opera di carità che è l'evangelizzazione".
Poi la preghiera nella Cappella Paolina e la processione verso la Cappella Sistina. Qui, nel pomeriggio, i cardinali hanno fatto il loro ingresso con la veste rossa, il rocchetto, la mozzetta e la berretta. Si sono inchinati davanti all'altare, sotto il Giudizio Universale di Michelangelo. Poi hanno prestato giuramento al canto del "Veni Creator". Uno alla volta si sono recati al leggio al centro della sala e hanno giurato con la mano destra sul Vangelo, seguendo il loro "ordine" cardinalizio e l'anzianità. La stessa disposizione è riflessa nelle quattro file di tavoli in cui sono seduti nella Sistina.
Delusione in piazza San Pietro per l'esito della prima fumata. Nel tardo pomeriggio, l'attesa era cresciuta e la piazza, dopo l'abbondante pioggia del pomeriggio, era tornata a riempirsi. Trepidazione ed impazienza, poi un brusio di delusione: per oggi niente di fatto. L'appuntamento è per domani, quando i cardinali, dopo aver passato la notte nella Domus Santa Marta, torneranno in Conclave e riprenderanno le votazioni: due quelle previste al mattino, altre due nel pomeriggio. E la prossima fumata è attesa per mezzogiorno...
Speriamo... |
|
|
Primer
Anterior
2 a 11 de 11
Siguiente
Último
|