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General: Fatto di cronaca
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Respuesta  Mensaje 1 de 8 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN  (Mensaje original) Enviado: 19/05/2013 10:00
 
Certo che, non ci sono piu' limiti alla pazzia. E' di ieri la notizia che una mamma ha gettato via dalla finestra due figli,una di tre e l'altra di circa sette anni. Tutti due in prognosi riservata.
C'e' proprio qualcosa che non va nella nostra societa'.
E' vero che prima pur succedendo,le notizie arrivavano in ritardo, oppure non arrivano affatto, ma che ogni giorno ora si debba sentire  casi  cosi' assurdi,c'e' proprio da rivedere la situazione psicologica di chi ci sta accanto!!!....
Sono troppe ormai le anomalie mentali!!!!
Non posso pensare a quei bambini, se si dovessero salvare,che trauma si porteranno con loro e quali fiducia avranno piu' di nessuno!!!
Allucinante!!!!...


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Respuesta  Mensaje 2 de 8 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 19/05/2013 23:22
Viviamo in un mondo malato dove non ci sono più certezze, dove c'è tanta solitudine soprattutto laddove non dovrebbe essercene, cioè nell'ambito delle famiglie, dove la destabillazione regna sovrana, e così, a volte, nella testa di qualcuno qualcosa si spezza, con esiti sempre più drammatici..... chi uccide, chi si da fuoco, che spara alla folla.... non so cosa potrebbe spezzare questa catena, o meglio, cosa si potrebbe fare per spezzarla? Le risposte si potrebbero anche trovare, ma dovrebbero cambiare troppe cose, e non mi sembra che ci sia in giro quest'aria....

Respuesta  Mensaje 3 de 8 en el tema 
De: settembre73 Enviado: 20/05/2013 10:47
Ho sempre creduto, in quel concetto che dice che per cambiare il mondo, dobbiamo innanzitutto cambiare noi stessi e il nostro modo vivere... Come se dovremmo essere un' "estensione" o un inizio di quel mondo che vorremmo... Ovviamente... Partendo dal bene, dal cuore...

Respuesta  Mensaje 4 de 8 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 20/05/2013 11:01
Non voglio fare la moralista né dare consiglio, il mio parere personale però é che se si riscoprissero certi valori, come la solidarietà, l'amicizia e l'altruismo, e ci fossero ancora i centri di aggregazione che ora sono ridotti ad una tastiera ed a un monitor, si farebbe un gran passo avanti

Respuesta  Mensaje 5 de 8 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 20/05/2013 11:36
Il santo padre alla folla riunita in san Pietro per la Veglia di Pentecoste coi Movimenti e le Associazioni laicali. ha voluto raccontare un midrash rabbinico del II secolo, riguardante la torre di Babele che raccontava che per costruire la torre occorrevano i mattoni e ci voleva il fango, il fieno e poi andvano cotti con molta attenzione perché  non bruciassero e poi dovevano essere portati su con cura perché valevamo molto, erano un tesoro così che se si rompeva o cadeva un mattone era un tragedia nazionale ma se cadeva un operaio poco importava.

Respuesta  Mensaje 6 de 8 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 20/05/2013 11:48
Nemmeno io voglio fare la moralista, ma è che di questa nostra attuale epoca io apprezzo la ricerca medica che non ci ha certo reso immortali ma ha risolto tanti guai, sedute dentistiche comprese (a parte la spesa davvero eccessiva anche per piccoli interventi), apprezzo un aspetto della tecnologia quando non è esasperata con continue nuove invenzioni sostanzialmente inutili ma che fruttano tanti soldi a livello di commercio.... e basta, il resto non mi piace. Ripenso sempre con nostalgia agli anni lontani in cui c'era gioia nella vita, c'erano speranze, e la gente non si conosceva online ma si incontrava per strada, in casa di amici, in una sala ballo con un'orchestrina che suonava.... quando la violenza spaventava e ce ne tenevamo ben lontani.... Lo so che il termine "valori" è ormai inflazionato, eppure è la parola giusta: senza valori non si può costruire niente perchè niente è duraturo, e la gente cade in depressione a volte appunto con esiti da "fatto di cronaca nera"....

Respuesta  Mensaje 7 de 8 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 20/05/2013 11:55
e quali sono i valori?

Respuesta  Mensaje 8 de 8 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 20/05/2013 12:29

Risposte del Santo Padre Francesco

Buonasera a tutti!

Sono contento di incontrarvi e che tutti noi ci incontriamo in questa piazza per pregare, per essere uniti e per aspettare il dono dello Spirito. Io conoscevo le vostre domande e ci ho pensato – questo, quindi, non è senza conoscenza! Primo, la verità! Le ho qui, scritte.

La prima - “come lei ha potuto raggiungere nella sua vita la certezza sulla fede; e quale strada ci indica perché ciascuno di noi possa vincere la fragilità della fede?” - è una domanda storica, perché riguarda la mia storia, la storia della mia vita!

Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo (...)  E’ sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che ho avuto. Questa esperienza nella fede è importante. Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare da Lui a chiedere perdono, ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta, Lui è prima! Noi, in spagnolo, abbiamo una parola che spiega bene questo: “Il Signore sempre ci primerea”, è primo, ci sta aspettando! E questa è proprio una grazia grande: trovare uno che ti sta aspettando. Tu vai peccatore, ma Lui ti sta aspettando per perdonarti


Penso che tutti noi qui presenti sentiamo fortemente la sfida, la sfida della evangelizzazione, che è al cuore delle nostre esperienze. Per questo vorrei chiedere a Lei, Padre Santo, di aiutare me e tutti noi a capire come vivere questa sfida nel nostro tempo, qual è per lei la cosa più importante cui tutti noi movimenti, associazioni e comunità dobbiamo guardare per attuare il compito cui siamo chiamati. Come possiamo comunicare in modo efficace la fede di oggi?”.

Dirò soltanto tre parole.

La prima: Gesù. Chi è la cosa più importante? Gesù. Se noi andiamo avanti con l’organizzazione, con altre cose, con belle cose, ma senza Gesù, non andiamo avanti, la cosa non va. Gesù è più importante. Adesso, vorrei fare un piccolo rimprovero, ma fraternamente, tra noi. Tutti voi avete gridato nella piazza “Francesco, Francesco, Papa Francesco”. Ma, Gesù dov’era? Io avrei voluto che voi gridaste: “Gesù, Gesù è il Signore, ed è proprio in mezzo a noi!”. Da qui in avanti, niente “Francesco”, ma “Gesù”!... la seconda parola è: la preghiera. Guardare il volto di Dio, ma soprattutto – e questo è collegato con quello che ho detto prima – sentirsi guardati. Il Signore ci guarda: ci guarda prima.Noi pensiamo che dobbiamo pregare, parlare, parlare, parlare… No! Làsciati guardare dal Signore. Quando Lui ci guarda, ci dà forza e ci aiuta a testimoniarlo...  Lasciarsi guidare da Gesù. E’ proprio il leader; il nostro leader è Gesù.

E terza: la testimonianza. Gesù, preghiera – la preghiera, quel lasciarsi guidare da Lui – e poi testimonianza. Ma vorrei aggiungere qualcosa. Questo lasciarsi guidare da Gesù ti porta alle sorprese di Gesù. Si può pensare che l’evangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie, facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. L’importante è Gesù e lasciarsi guidare da Lui. Poi possiamo fare le strategie, ma questo è secondario.

La terza domanda: “Vorrei chiederle, Padre Santo, come io e tutti noi possiamo vivere una Chiesa povera e per i poveri. In che modo l’uomo sofferente è una domanda per la nostra fede? Noi tutti, come movimenti, associazioni laicali, quale contributo concreto ed efficace possiamo dare alla Chiesa e alla società per affrontare questa grave crisi che tocca l’etica pubblica” – questo è importante! – “il modello di sviluppo, la politica, insomma un nuovo modo di essere uomini e donne?”.

Riprendo dalla testimonianza. Prima di tutto, vivere il Vangelo è il principale contributo che possiamo dare. La Chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben organizzata: non è questo. Noi non siamo una ONG, e quando la Chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha sapore, è soltanto una vuota organizzazione. E in questo siate furbi, perché il diavolo ci inganna, perché c’è il pericolo dell’efficientismo. Una cosa è predicare Gesù, un’altra cosa è l’efficacia, essere efficienti. No, quello è un altro valore. Il valore della Chiesa, fondamentalmente, è vivere il Vangelo e dare testimonianza della nostra fede. ... Pensate ad una stanza chiusa per un anno; quando tu vai, c’è odore di umidità, ci sono tante cose che non vanno. Una Chiesa chiusa è la stessa cosa: è una Chiesa ammalata. La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano, ma uscire. Gesù ci dice: “Andate per tutto il mondo! Andate! Predicate! Date testimonianza del Vangelo!” (cfr Mc 16,15). Ma che cosa succede se uno esce da se stesso? Può succedere quello che può capitare a tutti quelli che escono di casa e vanno per la strada: un incidente. Ma io vi dico: preferisco mille volte una Chiesa incidentata, incorsa in un incidente, che una Chiesa ammalata per chiusura! Uscite fuori, uscite!

Vorrei raccontarvi una storia. L’ho fatto già due volte questa settimana, ma lo farò una terza volta con voi. E’ la storia che racconta un midrash biblico di un Rabbino del secolo XII. Lui narra la storia della costruzione della Torre di Babele e dice che, per costruire la Torre di Babele, era necessario fare i mattoni. Che cosa significa questo? Andare, impastare il fango, portare la paglia, fare tutto… poi, al forno. E quando il mattone era fatto doveva essere portato su, per la costruzione della Torre di Babele. Un mattone era un tesoro, per tutto il lavoro che ci voleva per farlo. Quando cadeva un mattone, era una tragedia nazionale e l’operaio colpevole era punito; era tanto prezioso un mattone che se cadeva era un dramma. Ma se cadeva un operaio, non succedeva niente, era un’altra cosa. Questo succede oggi: se gli investimenti nelle banche calano un po’… tragedia… come si fa? Ma se muoiono di fame le persone, se non hanno da mangiare, se non hanno salute, non fa niente! Questa è la nostra crisi di oggi! E la testimonianza di una Chiesa povera per i poveri va contro questa mentalità.

La quarta domanda: “Davanti a queste situazioni, mi pare che il mio confessare, la mia testimonianza sia timida e impacciata. Vorrei fare di più, ma cosa? E come aiutare questi nostri fratelli, come alleviare la loro sofferenza non potendo fare nulla o ben poco per cambiare il loro contesto politico-sociale?”.

Per annunciare il Vangelo sono necessarie due virtù: il coraggio e la pazienza. Loro [i cristiani che soffrono] sono nella Chiesa della pazienza. Loro soffrono e ci sono più martiri oggi che nei primi secoli della Chiesa; più martiri! Fratelli e sorelle nostri. Soffrono! Loro portano la fede fino al martirio. Ma il martirio non è mai una sconfitta; il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi dobbiamo dare. uando Gesù va incontro alla Passione, entra nella pazienza. Loro sono entrati nella pazienza: farlo sapere a loro, ma anche farlo sapere al Signore. Vi pongo la domanda: pregate per questi fratelli e queste sorelle? Voi pregate per loro? Nella preghiera di tutti i giorni? Io non chiederò ora che alzi la mano colui che prega: no. Non lo chiederò, adesso. Ma pensatelo bene. Nella preghiera di tutti i giorni diciamo a Gesù: “Signore, guarda questo fratello, guarda a questa sorella che soffre tanto, che soffre tanto!”. Loro fanno l’esperienza del limite, proprio del limite tra la vita e la morte. E anche per noi: questa esperienza deve portarci a promuovere la libertà religiosa per tutti, per tutti! Ogni uomo e ogni donna devono essere liberi nella propria confessione religiosa, qualsiasi essa sia. Perché? Perché quell’uomo e quella donna sono figli di Dio.







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