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Religione: ANNO DELLA FEDE
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Respuesta  Mensaje 1 de 19 en el tema 
De: giulipippi  (Mensaje original) Enviado: 25/05/2013 08:58

Ci sono numerose grandi personalità nella storia che hanno fatto belle e commoventi esperienze di Dio. Restano, però, esperienze umane con il loro limite umano. Solo Lui è Dio e perciò solo Lui è il ponte, che veramente mette in contatto immediato Dio e l'uomo. Se noi cristiani dunque lo chiamiamo l'unico Mediatore della salvezza valido per tutti, che interessa tutti e del quale, in definitiva, tutti hanno bisogno, questo non significa affatto disprezzo delle altre religioni né assolutizzazione superba del nostro pensiero, ma solo l'essere conquistati da Colui che ci ha interiormente toccati e colmati di doni, affinché noi potessimo a nostra volta fare doni anche agli altri. Di fatto, la nostra fede si oppone decisamente alla rassegnazione che considera l'uomo incapace della verità – come se questa fosse troppo grande per lui. Questa rassegnazione di fronte alla verità è, secondo la mia convinzione, il nocciolo della crisi dell'Occidente, dell'Europa. Se per l'uomo non esiste una verità, egli, in fondo, non può neppure distinguere tra il bene e il male. E allora le grandi e meravigliose conoscenze della scienza diventano ambigue: possono aprire prospettive importanti per il bene, per la salvezza dell'uomo, ma anche – e lo vediamo – diventare una terribile minaccia, la distruzione dell'uomo e del mondo. Noi abbiamo bisogno della verità. Ma certo, a motivo della nostra storia abbiamo paura che la fede nella verità comporti intolleranza. […] La verità dimostra se stessa nell'amore. Non è mai nostra proprietà, un nostro prodotto, come anche l'amore non si può produrre, ma solo ricevere e trasmettere come dono. Di questa interiore forza della verità abbiamo bisogno. Di questa forza della verità noi come cristiani ci fidiamo. Di essa siamo testimoni. Dobbiamo trasmetterla in dono nello stesso modo in cui l'abbiamo ricevuta, così come essa si è donata.

Omelia, Piazza antistante la Basilica di Mariazell, 8 settembre 2007



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Respuesta  Mensaje 2 de 19 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 26/05/2013 10:18
Lo stile di Gesù è inconfondibile: è lo stile caratteristico di Dio, che ama compiere le cose più grandi in modo povero e umile. La solennità dei racconti di alleanza del Libro dell'Esodo lascia nei Vangeli il posto a gesti umili e discreti, che però contengono un'enorme potenzialità di rinnovamento. è la logica del Regno di Dio, non a caso rappresentata dal piccolo seme che diventa un grande albero (cfr Mt 13,31-32). Il patto del Sinai è accompagnato da segni cosmici che atterriscono gli Israeliti; gli inizi della Chiesa in Galilea sono invece privi di queste manifestazioni, riflettono la mitezza e la compassione del cuore di Cristo, ma preannunciano un'altra lotta, un altro sconvolgimento che è quello suscitato dalle potenze del male. Ai Dodici – l'abbiamo sentito – Egli "diede il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità" (Mt 10,1). I Dodici dovranno cooperare con Gesù nell'instaurare il Regno di Dio, cioè la sua signoria benefica, portatrice di vita, e di vita in abbondanza per l'intera umanità. In sostanza, la Chiesa, come Cristo e insieme con Lui, è chiamata e inviata a instaurare il Regno della vita e a scacciare il dominio della morte, perché trionfi nel mondo la vita di Dio. Trionfi Dio che è Amore. Quest'opera di Cristo è sempre silenziosa, non è spettacolare; proprio nell'umiltà dell'essere Chiesa, del vivere ogni giorno il Vangelo, cresce il grande albero della vera vita. Proprio con questi inizi umili il Signore ci incoraggia perché, anche nell'umiltà della Chiesa di oggi, nella povertà della nostra vita cristiana, possiamo vedere la sua presenza e avere così il coraggio di andare incontro a Lui e di rendere presente su questa terra il suo amore, questa forza di pace e di vita vera.

Omelia, Brindisi, 15 giugno 2008

Respuesta  Mensaje 3 de 19 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 27/05/2013 08:43
La terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. E' proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all'ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale. A tali questioni ho fatto più volte riferimento nella mia ultima Enciclica Caritas in veritate, richiamando "l'urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà" (n. 49) non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini, poiché l'ambiente naturale è dato da Dio per tutti, e il suo uso comporta una nostra personale responsabilità verso l'intera umanità, in particolare verso i poveri e le generazioni future (cfr ivi, 48). Avvertendo la comune responsabilità per il creato (cfr ivi, 51), la Chiesa non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell'acqua e dell'aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l'uomo contro la distruzione di se stesso. Infatti, "quando l'«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio" (ibid.). Non è forse vero che l'uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l'esistenza? Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico, l'uomo ne diventa "l'ultima istanza" e lo scopo dell'esistenza si riduce ad essere un'affannata corsa a possedere il più possibile. Il creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato dunque alla responsabilità dell'uomo, il quale è in grado di interpretarlo e di rimodellarlo attivamente, senza considerarsene padrone assoluto. L'uomo è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti. Con l'aiuto della stessa natura e con l'impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l'umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch'esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di "quell'alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell'amore creatore di Dio" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7), riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino.

Udienza generale, Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, 26 agosto 2009 

Respuesta  Mensaje 4 de 19 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 28/05/2013 09:31
Il nostro cammino verso la Città santa non sarebbe possibile, se non lo si facesse nella Chiesa, germe e prefigurazione della Gerusalemme dall'alto. "Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori" (Sal 126,1). Chi altri è questo Signore, se non il Signore nostro Gesù Cristo? è Lui che ha fondato la Chiesa, che l'ha costruita sulla roccia, sulla fede dell'apostolo Pietro. Come dice ancora sant'Agostino, "è Gesù Cristo stesso, Signore nostro, ad edificare la sua casa. Molti si affaticano a costruire, ma se non interviene Lui a costruire, invano faticano i costruttori" (Enarr. in Psal. 126,2). […] Agostino si pone la domanda su quali siano questi lavoratori; e lui stesso si dà la risposta: "Coloro che nella Chiesa predicano la Parola di Dio, tutti i ministri dei divini Sacramenti. Tutti corriamo, tutti lavoriamo, tutti edifichiamo"; ma è Dio soltanto che, in noi, "edifica, che esorta e incute timore, che apre l'intelletto e volge alla fede il vostro sentire"(ibid.). Quale meraviglia riveste la nostra azione al servizio della Parola divina! Siamo gli strumenti dello Spirito; Dio ha l'umiltà di passare attraverso di noi per diffondere la sua Parola. Diveniamo la sua voce, dopo aver teso l'orecchio verso la sua bocca. Poniamo la sua Parola sulle nostre labbra per darla al mondo. L'offerta della nostra preghiera è da Lui gradita e serve a Lui per comunicarsi a quanti incontriamo. In verità, come dice Paolo agli Efesini: "Ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo" (1,3), poiché ci ha scelti per essere suoi testimoni fino all'estremità della terra e ci ha eletti prima ancora del nostro concepimento attraverso un dono misterioso della sua grazia.

Omelia, Cattedrale di Notre-Dame, Parigi, 12 settembre 2008


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