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De: giulipippi (Mensaje original) |
Enviado: 25/05/2013 08:32 |
Attirerò tutti a me
25.05.2013
Nm 28,1-8; Sal 140; Lc 6,20a.36-38
"Questa vedova nella sua miseria ha gettato tutto quello che aveva per vivere". (Lc 21)
Quel che conta al giudizio di Dio non è la quantità di ciò che si offre, ma lo spirito con cui si fa l'offerta, la sincerità, il sacrificio reale che essa rappresenta e comporta. Questo è l'esempio che Gesù indica vedendo la povera vedova che getta due monetini nelle offerte, mentre i ricchi presenti danno molto meno.
La povertà agli occhi di Dio è ricchezza, e il poco che si dà è valutato molto; ciò che conta è il cuore con cui si fanno le cose. Così anche la comunità di Corinto è invitata a fare una colletta per la comunità di Gerusalemme, a segnalarsi per quest'opera generosa e dar prova di sincero amore verso gli altri.
Preghiamo col Salmo
Più del fragore di acque impetuose,
più potente dei flutti del mare,
potente nell'alto è il Signore.
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Rendiamo grazie al Signore per il suo amore
6.06.2013
Es 13,3a.11-16; Sal 113b; Lc 5,36-38
"Con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall'Egitto". (Es 13)
La lettura dell'Esodo ci fornisce continui insegnamenti sul disegno divino di salvezza. L'elemento primo è di non dimenticare che l'opera è totalmente di Dio: l'umanità deve tenere fisso questo pensiero che è a Dio che va riconosciuta l'opera di salvezza. La storia dei popoli, come la storia degli israeliti fatti uscire dall'Egitto, è nelle mani del Signore.
Mosè spiega al popolo l'insegnamneto di Dio: il Signore mantiene la promessa fatta ai padri di condurre il popolo nella terra di Cana e di dargliela in possesso e per questo chiede che gli venga riservato ogni primogenito maschio, nato d'uomo e d'animale. Non è un sacrificio, nè una limitazione, ma 'un segno sulla tua mano', perchè non si abbia a dimenticare che la potenza di Dio ci ha liberati dalla schiavità e sempre ci guida a salvezza.
Preghiamo col Salmo
Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice quelli che temono il Signore, i piccoli e i grandi.
Vi renda numerosi il Signore, voi e i vostri figli
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Pensiero del giorno di Giovedì 6 Giugno 2013 Oggi, però, cari amici, vorrei invitare tutti a cogliere negli occhi e nel cuore dei rifugiati e delle persone forzatamente sradicate anche la luce della speranza. Speranza che si esprime nelle aspettative per il futuro, nella voglia di relazioni d’amicizia, nel desiderio di partecipare alla società che li accoglie, anche mediante l’apprendimento della lingua, l’accesso al lavoro e l’istruzione per i più piccoli. Ammiro il coraggio di chi spera di poter gradualmente riprendere la vita normale, in attesa che la gioia e l’amore tornino a rallegrare la sua esistenza. Tutti possiamo e dobbiamo alimentare questa speranza! Papa Francesco |
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Rendiamo grazie al Signore per il suo amore
Sacratissimo Cuore di Gesù
7.06.2013
Ez 34,11-16; Sal 22; Rm 5,5-11; Lc 15,3-7
Ecco, io stesso condurrò al pascolo le mie pecore e le farò riposare. (Ez 34)
La preoccupazione del Signore per la pecorella smarrita è ricordata nella liturgia del Sacro Cuore di Gesù. Il buon pastore ha tutto il cuore rivolto alle sue pecore, non a se stesso. Provvede ai loro bisogni, guarisce le loro ferite, le protegge dagli animali selvaggi. Conosce ogni pecora per nome e, quando le porta al pascolo, le chiama una per una. Si preoccupa in modo particolare della pecora che si è smarrita, non risparmiandosi pena alcuna pur di avere la gioia di ritrovarla.
L'apostolo Paolo ci dice che da parte nostra ci devono essere rendimento di grazie e fiducia totale in Dio. La nostra esistenza va compresa, letta, vissuta all'interno di questo orizzonte di carità in cui ci troviamo.
Preghiamo col Salmo
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
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Rendiamo grazie al Signore per il suo amore
8.06.2013
Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
Lv 16,2-22.29-30; Sal 95; Gal 2,15-21; Gv 10,14-18
"Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me". (Gal 2)
Gesù traccia il suo identikit: è colui che conosce ogni essere e per amore dona la sua vita, non perchè qualcuno possa pretenderla o addirittura prendergliela, ma perchè lui la dona e non ne resta privo perchè lui stesso è la vita. Gesù è il vero pastore che si cura delle pecore non per interesse proprio ma per amore.
Gesù non è un estraneo, tale che le pecore non lo conoscono, ma è in stretto rapporto di familiarità con esse. Ed egli offre la sua vita perchè si crei un solo gregge di tutti coloro che ascoltano la sua voce; le pecore non sono elementi neutri, insignificanti, ma semplicementi miti, che necessitano di un riferimento preciso che le guida al pascolo: e del pastore si fidano.
Il rapporto dei fedeli con Gesù, il pastore che dona la vita, non è di solo obbedienza, o di conferma di meriti, ma di riconoscimento della grazia che Gesù ci ha donato per sempre. Non è la sola fedeltà alla legge che ci salva, ma la fede che Gesù ci libera dal peso dei peccati: è la giustificazione mediante la fede in Cristo che ci fa figli di Dio, salvati dalla crocifissione di Cristo che si è fatto carico dei nostri peccati.
Preghiamo col Salmo
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signrore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
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Pensiero del giorno di Sabato 8 Giugno 2013Libertà vuol dire saper riflettere su quello che facciamo, saper valutare ciò che è bene e ciò che è male, quelli che sono i comportamenti che fanno crescere, vuol dire scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene. E in questo non abbiate paura di andare controcorrente, anche se non è facile! Essere liberi per scegliere sempre il bene è impegnativo, ma vi renderà persone che hanno la spina dorsale, che sanno affrontare la vita, persone con coraggio e pazienza Papa Francesco |
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E in questo non abbiate paura di andare controcorrente, anche se non è facile!
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Il Signore è bontà e misericordia
9.06.2013
Gen 2, 4b-17; Sal 103; Rom 5,12-17; Gv 3,16-21
Ogni peccato imita e prolunga quello dell'origine, ma ora c'è la vita nuova scaturita da Gesù Cristo: in lui tutto è stato rifatto e ricostruito. (Rm 5)
Per un solo uomo il peccato, per un solo Uomo la grazia, ci dice l'apostolo Paolo. Adamo, creato da Dio e collocato nel giardino dell'Eden, senza colpa e senza consapevolezza di limite, conosce il peccato e la morte.
Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, conosce la morte e si assume il peccato degli uomini per vincere ogni peccato e superare la morte. Ma il dono della grazia è sovrabbondante e per merito del solo Gesù Cristo che con la sua morte ha giustificato, ha reso giusti, come il primo Adamo nel giardino dell'Eden, tutti gli esseri umani. "Infatti, se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza dellla grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo".
Preghiamo col Salmo
Benedetto il Signore che dona la vita.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature
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Il Signore è bontà e misericordia
10.06.2013
Lv 9,1-8a.22-24; Sal 95; Lc 6,1-5
"Il Figlio dell'uomo è signore del sabato". (Lc 6)
Ai farisei che contestavano ai discepoli di Gesù la non osservanza delle norme di comportamento del sabato, il Maestro pone subito un'altra domanda sul significato vero da loro attribuito all'osservanza del sabato.
L'osservanza di una tradizione, anche di una norma, non è in sè un valore se ci si limita ad un'obbedienza esteriore e solo formale. La salvezza non sta e non viene dalla pura osservanza delle norme e delle tradizioni, è Cristo l'artefice della salvezza: bisogna agire dunque in verità e carità. In lui troviamo il riferimento di ciò che conta davvero e la misura di autenticità dei nostri atti. E il comando nuovo è di amare il prossimo come se stessi.
Preghiamo col Salmo
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli
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Da Dio noi impariamo a volere sempre e solo il bene e mai il male. Impariamo a guardare l’altro non solamente con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio, che è lo sguardo di Gesù Cristo. Uno sguardo che parte dal cuore e non si ferma alla superficie, va al di là delle apparenze e riesce a cogliere le attese profonde dell’altro: attese di essere ascoltato, di un’attenzione gratuita; in una parola: di amore. Benedetto XVI |
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Il Signore è bontà e misericordia
11.06.2013
S. Barnaba, apostolo
At 11,21b-26;13,1-3; Sal 97; Col 1,23-29; Mt 10,7-15
In quei giorni, un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme che mandò Barnaba ad Antiochia. (At 11)
Barnaba è un uomo virtuoso, colmo di fede e di Spirito Santo, dedito a esortare i cristiani alla perseveranza. Lo Spirito indica lui per la missione, dove si distinguerà per lucidità evangelica serena e costante. E l'apostolo Paolo ci avvete sul significato della missione apostolica e della vocazione cristiana: proclamare Gesù Cristo e crescere in lui nella fede e nella grazia. "Per questo mi affatico e lotto - dice Paolo - con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza".
E i discepoli in missione sono poveri e liberi: essi proclamano il regno dei cieli in piena semplicità. L'annunzio però è anche un giudizio per quanti non vogliono ascoltarlo.
Preghiamo col Salmo
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
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Pensiero del giorno di Mercoledì 12 Giugno 2013 Nell’arte di camminare, quello che importa non è di non cadere, ma di non “rimanere caduti”. Alzarsi presto, subito, e continuare ad andare. E questo è bello: questo è lavorare tutti i giorni, questo è camminare umanamente. Ma anche: è brutto camminare da soli, brutto e noioso. Camminare in comunità, con gli amici, con quelli che ci vogliono bene: questo ci aiuta, ci aiuta ad arrivare proprio alla meta a cui noi dobbiamo arrivare. Io non so se ho risposto alla tua domanda. Ci sei? Non avrai paura del cammino? Grazie. Papa Francesco |
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Il Signore è bontà e misericordia
12.06.2013
Nm 10,33-11,3; Sal 77; Lc 6,17-23
Tutta la folla cercava di toccarlo, perchè da lui usciva una forza che guariva tutti. (Lc 6)
Gesù accoglie tutti coloro che versano nel bisogno e quanti gli sono vicino sentono la sua forza e ne sono guariti: questo è il desiderio d'amore di Gesù, ma non è una sorta di azione magica, piuttosto una promessa di salvezza nel regno di Dio. Di qui il senso delle beatitudini, apparentemente paradossali, perchè non sono tolte le ragioni di sofferenza e di dolore, ma è certa la promessa che tutto ciò avrà fine e si risolverà in gioia e sazietà.
Anche gli israeliti pensavano che una volta lasciato l'Egitto verso la Terra promessa, grazie all'intervento di Dio, il viaggio sarebbe stato facile e la vittoria sui nemici definitiva, ma così non fu e non sarà, perchè Dio non agisce contro i popoli, non è nemico di nessuno: a tutti chiede di fidarsi di lui, anche nei momenti di difficoltà.
Ma questo non è cosa facile, lo sanno i profeti che nel corso della storia umana sono sempre stati perseguitati ed hanno avuto sorti tragiche perchè le loro parole di ravvedimento e di giudizio contro il peccato non sono state accolte e si è preferito continuare lungo la strada sbagliata.
Preghiamo col Salmo
Perdona, Signore, le colpe del tuo popolo.
Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca.
Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato.
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Perdona, Signore, le colpe del tuo popolo. |
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come noi le perdoniamo ai nostri debitori
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Il Signore è bontà e misericordia
13.06.2013
Nm 20,22-29; Sal 104; Lc 6,20a-26
Vivere secondo il vangelo comporta fare delle scelte spesso impopolari. (Lc 6)
Il brano dell'evangelista Luca è molto drastico e condanna tanti atteggiamenti e situazioni che potrebbero apparire 'normali': avere denaro e cibo a sazietà, essere lieti, godere di buona fama. Forse Gesù preferisce chi sta male, è afflitto ed emarginato? Sì e no, si potrebbe dire.
Certamente l'amore di Dio non si esprime nè si manifesta nel dolore dell'uomo, quanto nella solidarietà, nell'aiuto, nella carità e nella giustizia, nè impone sofferenza e miseria: è l'amore al prossimo in ogni sua condizione di bisogno perchè possa stare bene il comandamento fondamentale.
La condanna è verso la prepotenza, la sete di potere, l'esercizio ingiusto ed egoista della propria ricchezza. Il Salmo ci fa dire: "Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo". Non può sperare la beatitudine chi brama e si affida ai beni terreni, e trova in essi la propria consolazione.
Preghiamo col Salmo
Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perchè ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.
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