Appoggi la puntina sul bordo del disco, chiudi gli occhi. Lentamente inizia quel dolce fruscio che accompagna l’attesa della prima nota, finché dalle irregolarità della superficie nasce magicamente la musica.
Il disco in vinile non è un semplice “contenitore” musicale. In esso la gestualità diviene un rituale magico: il primo piacere è quello degli occhi che scorrono sulle copertine a volte simili ad opere d’arte... poi arrivano l’odore del cartone, l’emozione nell’estrarre delicatamente il disco dalla busta per appoggiarlo sul piatto...
Col digitale tutta quella magia è scomparsa... Tutto si è ridotto a file invisibili che finiscono direttamente nelle nostre cuffie, consentendoci una fruizione sicuramente più comoda e veloce, ma priva di fascino. Per non parlare del suono, divenuto meno caldo, morbido, emozionante...
Da qualche anno però il disco in vinile è tornato alla ribalta. Sarà perché il retrò fa sempre più tendenza o perché l’mp3 non soddisfa più i bisogni musicali, fatto sta che i negozi di vinili sono sempre più affollati e non solo da collezionisti...
E...tornare al nostro caro "Signor Giradischi"
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