"Plano non può più
fare parte del Pd"
Morgando e Altamura chiedono l'espulsione del presidente della Comunità montana Val Susa che ha sostenuto il Movimento contro i giudici. Lui replica: "Sarò io a querelare, qui si vuole annichilire il dissenso"
di MARIACHIARA GIACOSA "Il comportamento irresponsabile di Sandro Plano è divenuto inconciliabile sotto ogni punto di vista, con la sua iscrizione al Pd e risulta incompatibile con la carica che ricopre nella comunità montana". Sono le parole del comunicato con cui, ieri il segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando e quello provinciale Alessandro Altamura hanno in sostanza espulso dal partito, dopo una tira e molla durato anni, Plano.A scatenare quelle reazioni sono state le dichiarazioni con cui l'ex sindaco di Susa prendeva le distanze dall'azione della magistratura ("sono forme di protesta non corrette magari, ma si tratta pur sempre di difesa del territorio") E ancor più la sua decisione di convocare nella sede della comunità montana la conferenza stampa del movimento contro i giudici. "Atti di inaudita gravità politica e di inaccettabile irresponsabilità istituzionale aggiungono Morgando e Altamura che confermano come Plano persista nell'utilizzare l'ufficio di presidente della comunità e la sua iscrizione al Pd per offrire copertura politica all'ala violenta e militare del movimento no tav, agli organizzatori ed agli esecutori delle aggressioni al cantiere di Chiomonte, a chi ci lavora e alle forze dell'ordine". Per questo "le segreterie regionale e torinese del Pd ritengono necessaria ed urgente una valutazione delle commissioni di garanzia delle implicazioni di natura statutaria determinate dalle iniziative del presidente della comunità".
"Questi continuano pervicacemente a insistere su una mia presunta approvazione di metodi illegali replica Plano Io ho sempre detto che sono contrario alla violenza. Devono smettere di rompere le palle: usino i termini corretti, illegalità e violenza non sono terrorismo. Dare fuoco a un compressore è teppismo e non tentato omicidio. Questa è una protesta dura, a tratti illegale, ma intimidazione, mafia e terrorismo sono un'altra cosa sono loro che gettano benzina sul fuoco". Plano minaccia Morgando: "Io lo querelo, è lui che è incompatibile. E sbattano fuori anche la Puppato: nel partito dovrebbe esserci libertà di espressione. Oppure dobbiamo tutti pensarla come quattro esagitati in cerca di pubblicità?".