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TRAFFICO IN CALO SUL TRATTO ESISTENTE – Dal 1996 ormai il traffico si riduce in maniera costante e in calo sono in particolari gli scambi su linea ferroviaria. Al contrario degli assi che passano attraverso Svizzera e Austria, che sono in crescita. Questo perché le grandi quantità di merci arrivano ormai in Europa attraverso le navi container. Il flusso che va da Est a Ovest – quello del tratto tra Torino e Lione – e viceversa, in pratica, è tra quelli che oggi sono in costante diminuzione, in termini di utilizzo. Se per Fassino servono strutture più moderne per invertire la tendenza, altri docenti mostrano come i flussi oggi cresciuti si spostino in realtà su linee simili a quella già esistente tra Torino e Lione. “Verso l’Austria non c’è nessun tunnel nuovo, eppure il trasporto merci in quella direzione aumenta”, si spiega. Nel 2035 per il governo, invece, si passerà dai 4 milioni di tonnellate di merci di oggi ai 40 milioni di domani. Un aumento del volume degli scambi di circa dieci volte che non è però giustificato dai dati sul traffico. Sui costi, poi, Report spiega come degli 8 miliardi necessari per realizzare il tunnel, 3 saranno a carico dell’Europa, 5 Italia e Francia. “Ma il tunnel lo si deve poi collegare: serviranno in realtà 16 miliardi”. Quanti ne metteranno le istituzioni comunitarie? Altri tre, il resto sarà a carico dei due paesi. I 24 miliardi dei cantieri Tav saranno gestiti dalla Ltf, già coinvolta in uno scandalo per una gara truccata, proprio negli appalti Tav. Senza parlare del problema delle infiltrazioni mafiose: “Uno dei principali lavori è stato assegnato all’Italcoge Martina, collegata a una cosca di ‘ndrangheta, secondo gli inquirenti”, si spiega nel servizio. Poi ci sono lavori iniziati e poi abbandonati, altro denaro sprecato: come quello legato al cantiere di Venaus.
CHI SI TIRA INDIETRO – Se l’Italia insiste per realizzare l’opera – che faceva parte della direttrice Lisbona-Kiev – c’è invece chi si è già tirato fuori dal progetto originario, come Portogallo – per ragioni economiche – e Ucraina. E anche in Francia il dibattito è aperto: dopo aver annotato che il finanziamento europeo non è stato definito e come i dati sul traffico non giustificano l’investimento, la Corte dei Conti francese ha affermato come i costi dell’opera sia in costante aumento. In pratica, si consiglia di abbandonare il progetto e migliorare invece il tratto esistente. “Rispetto al vecchio corridoio mediterraneo, il progetto rischia di essere molto ridimensionato, dove il tratto Torino Lione potrebbe rappresentare la solita cattedrale nel deserto”, si conclude.
Mi chiedo come si faccia ancora ad essere SI TAV !