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De: Butterfy (Mensaje original) |
Enviado: 13/12/2013 22:29 |
Dall’alba antica delle mitologie fino alle più tragiche avventure individuali del nostro secolo, l’uomo ha inseguito i Miti e gli Dei, per identificarsi ed integrarsi ad essi. Ma non vogliamo ignorare l’altra sottile, spesso oscura odissea dell’uomo alla ricerca quotidiana di se stesso, nei valori minimi, nella poesia degli attimi sfuggenti, nell’esplorazione ingenua dei sentimenti. All’ombra delle Grandi Parole e dei Grandi Simboli, candidamente ognuno protegge ricordi, emozioni, una dolcezza inconfessata che può riscattare dall’inerzia violenta della solitudine.
Al filtro universale dell’amore, nei cui aspetti ogni cosa umana si può identificare, abbiamo ancora una volta voluto far passare il nostro discorso più naturale e che ci compete, di musica e poesia. Fra le nostre piccole storie consuete e inconsuete, una ne abbiamo isolata, che vogliamo sia il simbolo e il commento migliore di questa nostra ultima fatica.
C’è un Eroe, Parsifal, un predestinato al Mito.
La sua natura intatta è l’abito sacro che deve farne il superUomo, braccio violento di Dio. Ma è la sua natura intatta e sognante che viene fecondata dalla vita, dalle stagioni, dall’amore. Ed egli si riconosce si, ma uomo di breve ma completa vita terrena, e si ferma, là dove ha incontrato la realtà di se stesso.
Questo è l’uomo, questi siamo noi, e ognuno che vorrà per un attimo pensarci su… |
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Conosciuto come uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda, i protagonisti del Ciclo Arturiano, Parsifal viene ricondotto più o meno indirettamente a questa figura, anche con altre varianti del nome (Perceval, Percival, Parzival, Perlesvaus, Percivalle, ecc.). Figlio di Pellinore, anch’egli uno dei cavalieri, è fra tutti loro colui che riesce a vedere il Graal.
Il personaggio deriva da varie leggende medievali a tratti diverse fra loro, ma unite dall’archetipo di un ragazzo nato e cresciuto nella foresta (uno dei topoi della letteratura avventurosa) che, recatosi alla corte di Re Artù, diventa uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda. è ammesso alla vista del santo Graal perché il suo cuore è puro.
La sua notorietà è dovuta ad una versione che lo identifica nel cavaliere alla ricerca del Graal che più si è avvicinato alla sua conquista. In seguito al suo incontro con il Re Pescatore, discendente di Giuseppe d'Arimatea, durante il banchetto alla sua mensa riesce a vedere il Sacro Graal e la Lancia di Longino, che questi custodisce. Non mettendo in opera, però, il precetto evangelico “Chiedete e vi sarà dato”, non beve alla sacra coppa per non aver chiesto sugli oggetti o sulla natura del male che affligge il Re Pescatore.Parsifal
Nel romanzo medievale tedesco “Parzival” di Wolfram von Eschenbach, Parsifal è il padre di Lohengrin, uno dei custodi del Santo Graal, il cavaliere del cigno delle leggende medievali del Brabante (stato ora diviso fra Belgio e Paesi Bassi), sceso sulla terra per difendere i deboli e per cercare la donna che sappia apprezzarlo semplicemente per la sua umanità.
Parsifal compare inoltre in numerose opere, in versi o in prosa, del XII e XIII secolo. Uno di questi è il "Perceval" di Robert de Boron, poema perduto e facente parte di una trilogia, o tetralogia, di cui sono arrivati a noi solo pochi frammenti. Ancora, le continuazioni dell'incompiuto Racconto del Graal di Chrétien ad opera di De Denain, De Montreuil e Manessier, ed il "Perlesvaus".
Va ricordata “La morte di Artù” di Malory, del 1485, che nel VI° libro vede il cavaliere partire alla ricerca del Graal con Lancillotto, Bors e Galahad.
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De: haiku04 |
Enviado: 14/12/2013 00:59 |
Sono state le mie letture da adolescente, quando il sogno era il Cavaliere Ideale....
Ricordo ancora una poesia, credo di Pascoli, e avrei voluto essere una di quelle fanciulle!!
Siedon fanciulle ad arcolai ronzanti, e la lucerna i biondi capi indora:
i biondi capi, i neri occhi stellanti, volgono alla finestra ad ora ad ora:
attendon esse a cavalieri erranti che varcano la tenebra sonora?
Parlan d'amor, di cortesie, d'incanti: così parlando aspettano l'aurora.
..... e poi naturalmente:
Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto.....
Ma qui si va nel regno di Carlo Magno e dei suoi paladini, altra storia,
ma comunque tutti i Poemi Cavallereschi conservano tuttora un grande fascino....
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