Ti vedrò ancora e sarà come la prima volta. Ti guarderò come una madre fiera del suo nascituro! Con mani tremanti sfiorerò le tue tempie bacerò il tuo collo fino alle labbra, a respirarti affannosamente come un corridore al traguardo! Ti vedrò ancora e afferrerò i tuoi fianchi vedrai il mondo girare velocemente ruoteremo fino a cadere con gli occhi ubriachi d'amore distendersi in una morsa d'abbracci mentre sentiremo scivolarci la terra perché l'amore ci faccia volare.
Tutto scorre nel suo silenzio oscuro, nel suo dramma fatto di enigmi e misteri. Tutto scorre in questo mondo come sempre nel dolore, nell'affanno nella sofferenza nella morte. C'è un solco laggiù che noi vediamo e ne percorriamo i battenti tortuosi ignota la sua destinazione illogico il suo percorso, inafferrabile il suo senso. Tutto scorre come sempre e noi spettatori osserviamo ignari dello spettacolo e del suo finale.
C'è penuria d'affetto, di semplicità, di gesti sinceri fatti dal cuore, riusciamo a parlare con persone distanti e scappiamo da quelle vicine. Viviamo in un'epoca di visi torbidi e faccine virtuali che sorridono, abbiamo mani che non sanno abbracciare tecnologia in abbondanza tanto da renderci uomini e donne chiusi in se stessi nel propio fardello dello spreco.