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L'assenza tua sa quanto mi manchi la strada di ieri. Nei vasti cieli infranti piovuti sulle acque della memoria scorgo il dolce ritorno di un battito d'ali. |
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C'era una volta
Miele si scioglie su petali di Loto. La neve si perde, riaffiora il cielo. Il petto squarciato dall'inverno si consegna alle cure di uno sguardo. Le vele tornano in porto, c'era una volta il dolore.
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Bruma
Passi nella bruma colgono l'infinito. Spaziano lungo la docile linea degli orizzonti. Ho salde radici in questo cielo che non mi appartiene e mi accarezza.
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Lanterne
Svellono sonno alla notte. Ingarbugliate, impigliate alla vita chiassose, disturbano infide stelle dottrine di speranza. Misurano il profondo drappo alla ricerca di uniformi destini amari e benedetti nel crepitio di muti sguardi. Già sanno di perdersi in quel disperato volo eppure vanno sorridendo.
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Arcadia
Severi silenzi sonori. Intere distese di croci laconico addio, fugaci. Care, vetuste ombre volgo alla sacra Vetta e urlo alle memorie un antico idioma. Possa questo sguardo trovar pace, dissetarsi, comprendere fiori di mare. Distante dal cuore il selvaggio cardo ebbro di altari muore tra le mie dita; è ancora giorno.
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La notte del 31
Io che preferirei non esserci, io senza te. Io che gioco a star bene, che aspetto la neve. Noi perduti definitivamente, decisi. Io che parlo di giustizia di tasse, di favori di scarpe nuove e vecchi colori. Io che dimentico la poesia io che ricordo la tua pelle. Mi versano da bere ed ogni rintocco è una pugnalata al cuore.
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Stagioni
Evanescenti stagioni frutti caduti da un Tempo avaro d'arpeggi. Caducità del giorno nel solenne incontro con apolidi mari trascina con sé diafane radici, vorticando appena sui porti dell'Assenza. È melodia Amico mio. A noi la burrasca che ora torreggia impavida dalle vette del ricordo. E'il mestiere della vela Amico mio. A noi il lamento di un vento indecente. Saldo il timone, impugna il sole che sorge lasciati cullare ora dal volo di queste carezze.
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Una carezza
Per quello che sono e mai diventerò, troppo attento a distrarmi quando chiamato in causa. Saggio al punto di perdermi se una promessa mi mostra la via. Lesto ad impugnare un tramonto per trafiggermi il cuore ma schiuse, mani tese perché una carezza sa perfettamente cosa non bisogna tacere.
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La via del Pensiero
Piove il mattino da curvi rami. Costeggia fiordi d'ebano assolve acque ostili. Sboccia su prati di pietra, si forgia nella quiete. Liturgia, sorda al capestro cammino che contempla affilate dottrine. Selvaggia verità che logora condanna dilania onora... salva. Giunge il mattino dai porti della notte, antiche colonne che non rovinano. Lentamente si svela la via del Pensiero.
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Una pietra nello stagno tremolio di ricordi. È già primavera.
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La prima luna; solo il mio respiro. L'inverno è un giuramento.
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Come la nebbia
Ci racconteranno come si raccontano inverni di piene e di risvegli, di carezze in riva al fuoco. Torneranno ad amarci come si ama quel sole che non si mostra. Quando come la nebbia, sulle sponde del giorno ci poseremo e ci abbandoneremo alla pietra in tumulto, accarezzeranno la chioma di parole mai nate. Ogni istante sarà già istinto di memoria, sulle spente labbra di un tempo che non perdona.
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In fondo al mare
Quante creature strane, particolari nel ventre del mare. Una più di tante altre mantiene un vivido colore una sostanza oramai assuefatta alla mancanza di luce, alla prepotente pressione che deve patire. Senza lisca, squamato ancorato agli abissi... laggiù riposa il cuore mio da quando l'hai lasciato.
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Nel vento
E giungesti a me come di brezze un capriccio, arrendevole sorriso quando ti donai una rosa. Rossa come i vespri come sangue... il cuore mio. Accettasti le mie promesse fremente di vita, all'ombra di un abbraccio le tue labbra si schiusero. Nel vento, ora come petali le tue carezze volan via e quella rosa rossa come i vespri come sangue a nessuna mai più donerò.
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Nel vento
E giungesti a me come di brezze un capriccio, arrendevole sorriso quando ti donai una rosa. Rossa come i vespri come sangue... il cuore mio. Accettasti le mie promesse fremente di vita, all'ombra di un abbraccio le tue labbra si schiusero. Nel vento, ora come petali le tue carezze volan via e quella rosa rossa come i vespri come sangue a nessuna mai più donerò.
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Deserti
Inaridisce l'indulgente chimera, ciò che mai ebbe pace torna a chiamarmi. Prego su croste di cielo consunte sagome di strade interrotte. Genero genti, creo abissi dubito. Scorie, detriti vaghi confronti; deserti senza pudore.
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