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L'ospite
Molto prima di sera da te s'installa chi scambiò il saluto col buio. Molto prima di giorno costui si ridesta e attizza, prima di partire, un sonno, un sonno, echeggiante di passi: tu l'odi misurare lontananze e laggiù scagli la tua anima.
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Qualunque pietra tu alzi
Qualunque pietra tu alzi – li discopri, coloro cui occorre il riparo delle pietre: denudati, rinnovano il loro intreccio.
Qualunque tronco tu abbatti – inchiodi assi d'un giaciglio, ove di nuovo s'ammucchiano le anime, come se non si scotesse anche quest' Era.
Qualunque parola tu dica – rendi grazie alla perdizione.
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La china
Tu vivi presso di me, uguale a me: come un sasso nella guancia scavata dalla notte.
Oh questa china, amore, dove senza posa, pei rigagnoli, come sassi, rotoliamo. Più e più rotondi. Più simili. Più estranei.
Oh quest'occhio ebbro, che in questi stessi luoghi va errando e su di noi insieme posa talvolta lo sguardo e si stupisce.
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Attraverso le rapide
Attraverso le rapide della tristezza, sfiorando il nudo specchio delle piaghe inferte: lì si fanno fluitare i quaranta tronchi di vita scorticati. Unica tu, nuoti controcorrente, tu li conti, li tocchi tutti.
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