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General: DOLAR= TEMPLO DE MARIA MAGDALENA (VENECIA) =SAN JUAN MARCOS
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Respuesta  Mensaje 1 de 330 en el tema 
De: BARILOCHENSE6999  (Mensaje original) Enviado: 10/02/2015 19:59
 
DETRAS DE LAS "TEORIAS DE CONSPIRACION" HAY MENSAJES CON FUERTE REFERENCIA AL SANTO GRIAL, QUE LOS PSEUDOINTELECTUALES, CON MUCHA SED DE PODER (GENERALMENTE OLIGARCAS YA SEA POR ISQUIERDA O POR DERECHA) NO LOGRAN DESCIFRAR POR SU FUERTE IDOLATRIA AL DIOS DINERO- TEMPLO DE MARIA LA MAGDALENA EN VENECIA / VENUS / (SAN MARCOS)
 
 
TOM HANKS
FRANK/BANK/KEY
ANK/LIBERTAD
 
 
¿CUAL ES EL SECRETO DETRAS DEL PAPA ARGENTINO FRANCISCO /FRANK?
 
FRANK MITERRAND
Mitterrand built a pyramid
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MARY MAGDALENE
EAGLE/DAN/M
 
Venice Maddalena detail
eagle.jpg (67393 bytes)  illuminati.jpg (58992 bytes)


16:19 Y a ti te daré las llaves del reino de los cielos; y todo lo que atares en la tierra será atado en los cielos; y todo lo que desatares en la tierra será desatado en los cielos.

 
 
 
EL BUHO/CERRADURA ES LA MISMA VIRGEN MARIA LA MAGDALENA NUESTRA MADRE
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Respuesta  Mensaje 106 de 330 en el tema 
De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 17:54

Respuesta  Mensaje 107 de 330 en el tema 
De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:00

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De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:02

Respuesta  Mensaje 109 de 330 en el tema 
De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:05

Respuesta  Mensaje 110 de 330 en el tema 
De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:14

Venezia insolita

                                                         (di Marisa Uberti)
                                                                  III parte

Due passi attraverso i sestieri e cose insolite

S. Croce
S. Polo
S.Marco
Dorsoduro
Castello (in questa pagina)
Cannaregio (in questa pagina)

Bellissimo passeggiare lungo la Riva degli Schiavoni, dove siamo approdati dopo aver preso un battello sulla sponda opposta. Questa prende il nome dal fatto che mercanti dalmati approdavano qui per commerciare (la Dalmazia era detta Schiavonia). Mentre si prosegue verso il sestiere Castello, ci si accorgerà che la gente comincia a diminuire, il paesaggio muta, si allarga, di fronte solo mare aperto e qualche isola in lontananza. Questo sestiere è l'unico a non affacciarsi sul Canal Grande. Dopo aver superato larghi e bianchi ponti, ci si ritrova in via Garibaldi, sulla quale si aprono stretti vicoletti. Nei pressi si incontra il Museo Storico Navale e, un po' più avanti, gli storici giardini dove ha sede la Biennale dell'Arte di Venezia (Esposizione Internazionale d'Arte Moderna). Questo sestiere è il più grande della città e quello posto più a est, una sorta di 'coda'. Proprio qui aveva sede nel medioevo il Castello (donde il nome del sestiere stesso), che sorgeva sulla limitrofa isola Olivolo (dal fatto che c'erano molti oliveti), oggi San Pietro in Castello. Qui vi sorgeva l'antica chiesa omonima, che fu basilica di Venezia (fino al 1807) prima di quella di san Marco. Un edificio quindi della massima importanza, oggi decaduto.

Da vedere la zona dell'Arsenale, nel Campo omonimo, ideato in parte dal Sansovino. Un bel ponte ligneo collega le sponde; l'edificio fortificato, oggi è sede della Marina Militare alla cui guardia, all'esterno, stanno due giganteschi leoni, uno accucciato e uno seduto, e varie statue. Nel medioevo l'Arsenale (noto fin dal 1100) era il punto nevralgico della potenza veneziana, dove si costruivano le potenti flotte navali e considerato il punto vitale della Serenissima, un vero centro strategico.

                                                               

Nel sestiere si trovano numerosissime chiese (almeno 18). Impossibile visitarle tutte, chiaramente; pertanto segnaliamo quelle che abbiamo visto e cioè:la chiesa di San Giovanni in Bragora, che secondo alcuni studi sarebbe stata gestita dai Templari, e poi passata ai Giovanniti. All'esterno, molto semplice, si trova un fiore a quattro petali (anche una croce). La chiesa ha origini ben più datate, pare all'VIII secolo ad opera di San Magno ed è dedicata a San Giovanni Battista, dove -secondo una tradizione- sarebbero state portate le sue spoglie. L'etimo 'bragora' non si sa cosa significhi  esattamente nel caso in questione. All'interno -che non conserva più alcuno stile medievale- accoglie tele di artisti importanti, tra cui un Battesimo di Cristo di Cima da Conegliano (1492-1494). Sulle orme dei Templari e dei Giovanniti, arriviamo alla Chiesa Priorale, dell'Ordine di Malta (poco più avanti c'è la farmacia 'alla Croce di Malta'), sulle cui origini c'è mistero e c'è pura scarsità di notizie su come fosse al tempo dell'insediamento dei Giovanniti. Numerose sono invece le notizie successive, così come i rimaneggiamenti che la chiesa ha subito nel corso del tempo. Era arricchita di pregevoli opere di illustri pittori ma, con la soppressione napoleonica, fu spogliata dei suoi quadri e dei suoi altari e destinata a magazzino di barche. Venne successivamente restaurata al culto.

Proseguendo la perlustrazione, ci si imbatte in un'enorme chiesa, visibilmente abbandonata, che risulta essere quella di san Lorenzo,  una delle più antiche di Venezia, risalendo al VI secolo. Vi era il monastero femminile delle benedettine, accanto.

Senz'altro superba e di primaria importanza è la chiesa domenicana dei SS. Giovanni e Paolo (detta anche San Zanipolo), che è anche un sacrario, poichè vi si trovano molti sepolcri dei Dogi veneziani, i quali hanno tutti delle tombe fastose, a tratti anche tracotanti. Una bellissima scultura, situata in una delle cappelle absidali, rappresenta una donna seduta, pensosa, che regge uno specchio. Andando a vedere cosa vi si riflette, abbiamo avuto un brivido:la Morte. La sua.

                                            

Si conserva anche un piede di Santa Caterina da Siena, in una teca di vetro.

La chiesa dei SS. Giovanni e Paolo è, insieme a quella dei Frari, seconda solo a San Marco; all'esterno, nella parte bassa, si vedono caratteri gotico -bizantini (forse del XIII secolo);  vi sono diversi sarcofagi riportanti croci patenti, e sulla facciata delle curiose quadruplici cinte, il cui significato al momento sfugge. Un'antica porta, oggi murata e di cui rimane soltanto l'architrave e gli stipiti, è ancora visibile sul lato di destra.

                                          

Nella piazza prospetta la statua equestre al condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, omaggiato dalla Serenissima per il servizio che egli prestò, e la scenografica Scuola  Grande di San Marco, oggi adibita ad Ospedale Civile (la facciata si scambia per una chiesa). All'interno, in una sezione apposita, a parte del nosocomio, si può ammirare (ma solo in particolari occasioni) la Biblioteca, mentre la cappella dell'ospedale, ovvero la chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, dove si ammira un'opera del Tintoretto (prima maniera) e una di Paolo Veronese, è aperta tutti i giorni al mattino.

                                                           

Prendendo a sinistra del Campo SS. Giovanni e Paolo giungiamo alla bella chiesa di Santa Maria Formosa. Alla base c'è una tradizione che narra di un'apparizione mariana sotto le sembianze di una donna formosa (prosperosa), e risalirebbe al VII sec. Prima c'era una chiesa precedente. L'edificio attuale mostra le forme tardo-rinascimentali ed ha una particolarità: due facciate. Una affaccia sul rio ed una sul campo omonimo. Questa chiesa era sede di una curiosa cerimonia in antico (durò fino alla soppressione della Repubblica): il doge riceveva in omaggio un cappello di paglia, che gli veniva donato dalla confraternita dei Casselleri che qui avevano sede. Essi erano i fabbricanti della casse nuziali e nel 944 avevano fornito un consistente aiuto in occasione del Ratto degli Slavi, quando cioè degli slavi avevano tentato di rapire delle fanciulle veneziane. I Casselleri sventarono l'attacco e da allora venivano celebrati con la venuta del doge una volta all'anno.

Ritornando sui nostri passi si raggiunge, tra calle e callette, l'ultimo dei sestieri che ci restano da visitare: Cannaregio, cosiddetto per la presenza di fitti canneti. Incontriamo la chiesa di S. Maria dei Miracoli, bell'edificio rinascimentale che all'interno lascia a bocca aperta per via di un mirabile soffitto a cassettoni dove sono incastonati 50 ritratti di santi e profeti.

Immettendosi sulla Strada Nuova (che fu voluta da Napoleone e andò a sostituire il complesso di campi e campielli che vi si trovavano), proseguendo verso l' ovest della città (cioè verso la Stazione Ferroviaria) ci delizieremo tra bazar, negozi, palazzi più o meno antichi, alcuni anche fatiscenti, e le onnipresenti chiese. In Campo S. Sofia non vedremo subito la chiesa omonima, che rimane incastrata tra le case, ma un carugio permette di girarle attorno e ritrovarsi sul davanti. Una parte dell'edificio venne distrutto per far posto alla strada Nuova. Sul Canal Grande prospettano edifici famosi come la Cà d'Oro (1421-1440), un tempo rivestita in facciata del nobile metallo. Prendiamo a destra per dirigerci verso l'estremo Campo della Madonna dell'Orto, dove c'è l'omonima chiesa. Bellissima lo è anche all'esterno, gotico e forse unico esempio a Venezia. Dentro racchiude la tomba di Tintoretto e molte sue opere. Pochi passi e si incontra l'antica chiesa di Sant'Alvise (e l'omonimo campo), il cui sobrio esterno stride con lo sfolgorante sfoggio di colori dell'interno. L'unica navata ha infatti affreschi magnifici e una volta con una curiosa geometria a triplice quadrato concentrico...

                                 

Ci accorgiamo che qualcosa è cambiato nuovamente, siamo rimasti soli, la gente non c'è più, perchè qui non viene quasi nessun turista. Ci troviamo sulla sponda più settentrionale della città, vediamo il mare aperto, ma dall'altra parte rispetto alla Punta della Dogana. Abbiamo percorso Venezia da parte a parte, fantastico! Le vie, qui, corrono parallele e a tratti sembra di essere sprofondati nella città fantasma. Ma ci piace! E' intrigante la scoperta di nuovi tasselli di questo mosaico veneziano. Siamo quasi nella zona del Ghetto ebraico, che è il più antico d'Europa perchè a Venezia i Giudei giunsero precocemente. Si notano alcuni simboli ma soprattutto massiccia è la presenza delle sinagoghe (ben cinque) e molto importante è il Museo della Comunità Israelitica, che allestisce oggetti della tradizione ebraica dall'antichità in poi.

                 

Proseguiamo lungo le Fondamenta della Misericordia e arriviamo al Campo dei Mori, più animato. Facciamo la conoscenza di alcune statue abbigliate all'orientale: sono quelle dei fratelli Mastelli, arrivati in città nel 1112 dando vita al Fondaco degli Arabi o Mori. Una leggenda narra che fu S. Maria Maddalena a pietrificarli per la loro cupidigia!

Due passi ancora ed ecco la casa di Tintoretto, con la relativa bottega, che risulta essere tutt'ora funzionante.

Ripreso il cammino verso la Stazione Ferroviaria, superiamo il Ponte delle Guglie, costruito nel 1580 ma rifatto nel 1823, quando furono apposte delle piccole piramidi, o guglie, che danno il nome al ponte, unico ad averle. Giriamo subito a destra perchè dobbiamo visitare l'ultima delle zone di nostro interesse: la più antica porta di terraferma di Venezia. Il movimento di gente anche qui è molto ridotto, rispetto al ponte delle Guglie, molti proseguono verso la Lista di Spagna, mentre noi ci infiliamo in questo settore.

 Vogliamo vedere il ponte dei Tre Archi, l'unico a Venezia ad avere, appunto, tre arcate. Nei pressi c'è la chiesa di San Giobbe, purtroppo trovata chiusa, che ha accanto un bel chiostro, ma è interdetto al pubblico (forse per lavori). Lungo la strada incontriamo alcuni residui simboli sugli edifici, alcuni 'sandali del pellegrino', alcuni toponimi che ci fanno supporre come qui potesse trovarsi un luogo di assistenza per i pellegrini medievali.

                                                           

Una grande chiesa, ormai riadattata, prospetta anche sulla sponda opposta. Non vi sono indicazioni o informazioni sul posto.

Dopo aver raggiunto la punta estrema anche di questo lato di Venezia, dove ha sede l'università, e aver ammirato il paesaggio marittimo nel quale è compreso il ponte ferroviario che si getta sulla terraferma, ritorniamo indietro e riprendiamo Lista di Spagna, affollata di persone. Chi viene, chi va, chi è del posto, tanti individui con le loro storie personali e la loro vivacità. Rumori, suoni, sapori, arrivano ai sensi ma ci estraniamo ancora e andiamo a visitare una delle chiese più enigmatiche di Venezia, spesso trascurata dai passanti. Si trova in Campo S. Maria Maddalena e si tratta del tempio omonimo.

La chiesa della Maddalena è antica, risalendo al XIII secolo (1222), ma fu interamente rifatta nelle forme attuali molti secoli dopo. Risale infatti al 1780 il disegno di Tommaso Temanza, a pianta circolare, che attualmente ammiriamo. Sull'area pare sorgesse già un edificio religioso, appartenente alla famiglia Balbo, che secondo alcune fonti aveva tra le proprie fila un Cavaliere Templare. In origine l'edificio aveva anche un campanile(nato come torre di avvistamento), ma è stato distrutto perchè troppo pericolante. La sua funzione di chiesa parrocchiale cessò nel 1781 e nel 1820 venne chiusa. Attualmente è una chiesa rettoriale dipendente dalla parrocchia di San Marcuola. L'aspetto esterno è molto armonico e quasi severo. Il portale è formato da un alto timpano triangolare sorretto da due lesene binate e capitello ionico.

Fanno discutere gli esoteristi i simboli presenti nella lunetta sovrastante il portale d'ingresso: un cerchio intersecato da un triangolo e un occhio nel mezzo. Chiara l'ispirazione massonica. Cosa che parrebbe confermata dalla presenza di un altro simbolo inequivocabile che abbiamo trovato appena dentro il portale laterale: una lastra pavimentale tombale con le ceneri dell'architetto Tommaso Temanza (probabilmente affiliato alla Massoneria?) in cui spiccano dei simboli massonici (squadra, compasso, livella) che però sono anche quelli del mestiere che egli esercitava.

                                                            

E' la prima volta che troviamo la chiesa aperta, in occasione di una mostra, per questo ci è stato possibile fare questa interessante scoperta. L'interno è sobrio, con una bella cupola e diverse statue collocate in cadenzate nicchie. Una ritrae Maria Maddalena in atteggiamento di penitenza, mentre guarda un teschio deposto accanto ad un calice. Alcuni dipinti completano l'arredamento, mentre rimane un bell'altare marmoreo. All'esterno abbiamo rinvenuto un labilissimo schema a Triplice Cinta, che probabilmente c'era anche sulla soglia dell'ingresso principale (si vede assai male). Altri graffiti si trovano sul sedile di destra, ma non sembrano ricalcare l'aspetto del nostro soggetto. L'area è degna di un'ispezione tranquilla, anche agli edifici retrostanti, alla piazza e, mentre rimuginiamo ancora sui simboli trovati, ci ritroviamo dinnanzi alla chiesa di san Geremia (di antica origine) che però è nota per essere quella dov'è custodito il corpo (vero o presunto) di Santa Lucia di Siracusa(per esteso si denomina chiesa di San Geremia e Lucia). Il corpo, assai venerato, fu trafugato con un'azione violenta nel 1981 e ritrovato proprio la notte del 13 dicembre, tradizionalmente data in cui si festeggia la santa. Ma la vera chiesa a lei intitolata esisteva ed era lì che si trovavano le sue spoglie fino al 1861; venne abbattuta perchè doveva sorgere la Stazione Ferroviaria, che ne mantenne il nome.

A proposito, il treno ci chiama. Stanchi ma carichi di ricordi e materiale, ci accomiatiamo, promettendo a Venezia di rivederci presto.

                                                       

Sezioni correlate in questo sito:

Venezia insolita 2 parte
Venezia insolita 1 parte
Venezia:i misteri della laguna

Italia da conoscere

 

 

 
http://www.duepassinelmistero.com/Veneziainsolita3.htm

Respuesta  Mensaje 111 de 330 en el tema 
De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:19

La massoneria a Venezia e la Chiesa di Santa Maria Maddalena

Venezia, da sempre città magica e misteriosa, fu sede già nel XVIII secolo di importante loggia massonica di cui faceva parte anche il famoso avventuriero Giacomo Casanova.

 

Questa loggia massonica era così ricca e potente da riuscire a far costruire un’intera chiesa seguendo le dottrine della massoneria: la chiesa di Santa Maria Maddalena a Cannaregio.

 

Alcuni esponenti della famiglia Baffo, membri della Massoneria a Venezia, affidarono il progetto di questa chiesa ‘massonica’ all’architetto Tommaso Temanza, un confratello, che progettò un edificio perfettamente circolare in stile neoclassico e fece incidere sull’architrave della porta un simbolo della Massoneria, l’occhio inscritto in un cerchio e in una piramide, e l’iscrizione ‘SAPIENTIA EDIFICAVIT SIBI DOMUM’, un riferimento al culto per la divina sapienza, fondamento della massoneria.

 

Lo stesso Temanza è seppellito dentro la chiesa e la sua pietra tombale è adornata da una riga e un compasso, il simbolo più importante della Massoneria, perché i confratelli si definivano ‘muratori’.

 

Non è un caso poi che questa chiesa ‘massonica’ sia dedicata proprio a Maria Maddalena, personaggio enigmatico e spesso rifiutato dalla chiesa ufficiale, ma molto amato invece dalla Massoneria che vedeva in lei un simbolo di sapienza e della lotta contro l’oscurantismo della chiesa.

 

Se siete interessati ai luoghi più insoliti e meno noti di Venezia, contattateci al più presto! Assieme a Francesca, l’autrice di questa popolare sezione, creeremo per voi un indimenticabile itinerario personalizzato di Venezia.


Respuesta  Mensaje 112 de 330 en el tema 
De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:29

La massoneria a Venezia e la Chiesa di Santa Maria ...

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    Respuesta  Mensaje 113 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:29

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    Respuesta  Mensaje 114 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 18:40

    La massoneria a Venezia e la Chiesa di Santa Maria Maddalena

    Venezia, da sempre città magica e misteriosa, fu sede già nel XVIII secolo di importante loggia massonica di cui faceva parte anche il famoso avventuriero Giacomo Casanova.

     

    Questa loggia massonica era così ricca e potente da riuscire a far costruire un’intera chiesa seguendo le dottrine della massoneria: la chiesa di Santa Maria Maddalena a Cannaregio.

     

    Alcuni esponenti della famiglia Baffo, membri della Massoneria a Venezia, affidarono il progetto di questa chiesa ‘massonica’ all’architetto Tommaso Temanza, un confratello, che progettò un edificio perfettamente circolare in stile neoclassico e fece incidere sull’architrave della porta un simbolo della Massoneria, l’occhio inscritto in un cerchio e in una piramide, e l’iscrizione ‘SAPIENTIA EDIFICAVIT SIBI DOMUM’, un riferimento al culto per la divina sapienza, fondamento della massoneria.

     

    Lo stesso Temanza è seppellito dentro la chiesa e la sua pietra tombale è adornata da una riga e un compasso, il simbolo più importante della Massoneria, perché i confratelli si definivano ‘muratori’.

     

    Non è un caso poi che questa chiesa ‘massonica’ sia dedicata proprio a Maria Maddalena, personaggio enigmatico e spesso rifiutato dalla chiesa ufficiale, ma molto amato invece dalla Massoneria che vedeva in lei un simbolo di sapienza e della lotta contro l’oscurantismo della chiesa.

     

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    Respuesta  Mensaje 115 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 20:09
     
    Sestiere di Cannaregio

    Chiesa de la Maddalena


    La chiesa di Santa Maria Maddalena presenta una pianta circolare piuttosto insolita per Venezia e per l'epoca, con copertura a cupola emisferica, di chiara ispirazione all'architettura dell'antica Roma ed in particolare al Pantheon o la tomba di Cecilia Metella e costituisce uno degli esempi piu' conosciuti di architettura neoclassica veneziana. L'INTERNO e' esagonale, con 4 cappelle laterali inquadrate da archi a tutto sesto e presbiterio quadrato. L'etimologia della chiesa "Maddalena" , il periodo in cui fu edificata(XIII sec.), il fatto che in Venezia vi fosse uno stanziamento dei Cavalieri Templari, la forma circolare (spesso usata come tipologia architettonica dell'Ordine), farebbe pensare ad un loro intervento nella costruzione. Sopra al portale vi e' una lunetta con bassorilievo di simboli massonici - templari, che riporta la scritta: "Sapientia aedificavit sibi domum". Approfondendo questo argomento risulta quanto sia stato importante e determinante per quanto riguarda ll patrocinio dei templari in questa costruzione, in quanto la sapienza, o Sophia e' stata spesso associata alla Maddalena e ai versetti del libro dei Profeti: La Sapienza si e' costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne. Questa chiesa, insieme a diverse altre tracce lasciate dai cavalieri templari che qui transitarono in concomitanza con la quarta crociata e lasciando, secondo una leggenda veneziana, un tesoro nell'isola di S. Giorgio in Alga. Altri simboli legati alla comunita' Templare, sono le immagini delle Triplici cinte incise in una panca di marmo davanti alla Scuola Grande di San Rocco, in un'altra nella Basilica di San Marco, ed una terza al piano superiore del Fondaco dei Tedeschi.










    direzione Campo de la Maddalena

    direzione Fondamenta de la Maddalena

    direzione Strada Nova

    direzione Calle de la Maddalena

    Respuesta  Mensaje 116 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 20:18

    Chiesa e massoneria, storia di un mistero

    MarcinkusDal sodalizio tra la P2 e Marcinkus all'apertura del Goi a papa Francesco. Gli incroci tra le logge segrete e il Vaticano.
    di Barbara Ciolli -

    Tanti sospetti, poche certezze. Sulla lobby gay, come sulla massoneria.
    Dei legami tra le logge e la Santa sede si parla da tempo. L'ultimo episodio è legato alla guerra che, prima delle dimissioni di Benedetto XVI, ha spaccato la Curia romana.

    Uno dei corvi ha raccontato agli investigatori della gendarmeria vaticana di essersi messo nelle mani di una «loggia massonica formata anche da cardinali», per far fuori il segretario di Stato Tarcisio Bertone e porre fine «all'anarchia» nella Santa sede, salvando così il papa.

    Si è detto che Bertone coltivava relazioni mondane con «ambienti massonici» esterni.
    E che la perizia psichiatrica per cacciare Ettore Gotti Tedeschi, uomo dell'Opus dei, dalla presidenza dello Ior era stata vergata dal massone Pietro La Salvia, esponente della Loggia del Monte Sion.

    IL SODALIZIO MARCINKUS-P2. Formalmente la Chiesa cattolica si considera inconciliabile con la massoneria. Ma le commistioni d'interessi e le frequentazioni occulte con le logge segrete esistono almeno dagli anni del sodalizio finanziario tra monsignor Paul Casimir Markincus, patron dello Ior, e i piduisti Roberto Calvi e Michele Sindona. Altra cosa è appurare se realmente esistano porporati che di sera svestono l'abito talare per indossare il grembiulino di un'ineffabile loggia vaticana. Di liste e pizzini - smentiti sia dalla Chiesa sia dalla massoneria - ne sono circolati a bizzeffe. Ma prove certe non ce ne sono. Anzi.

    IL RIFIUTO DELLA SANTA SEDE. Al di là del dialogo aperto durante il Concilio vaticano II e di qualche prete eretico, folgorato dal culto della squadra e del compasso, la replica delle Santa sede alla mano tesa dal Grande oriente d'Italia (Goi) è sempre stata un no irremovibile. «Nella dottrina bisogna essere durissimi. La Chiesa crea una società di cristiani, la massoneria di disperati», ha raccontato a Lettera43.it una fonte cattolica esperta in materia, ben addentro ai sacri palazzi romani, che chiede di restare anonima. Ma se la teoria è chiara, la pratica è un'altra cosa. «Ne conosco tanti di liberi muratori», ha continuato, «esistono buoni massoni e cattivi cristiani...».

     

    Papi massoni e chiese piramidali: infiltrati o infiltranti?

    Libera Chiesa in libero Stato è la regola che, da separati in casa, vige tra gli esponenti più tolleranti delle due comunità. L'ala tradizionalista del clero, tuttavia, non transige. E a ogni aleggiare sospetto del «fumo di Satana» sopra le mura leonine, non perde occasione per denunciarne le infiltrazioni. A volte l'associazione di prelati e addirittura papi - in genere vicini all'ala progressista della riforma liturgica - a simbologie massoniche è talmente forzata da apparire un'ossessione anti-modernista di chi teme una nuova breccia di Porta Pia. Vale, per esempio, per papa Paolo VI: a detta del padre comboniano Luigi Villa, il pontefice era un «omosessuale», lupo tra i «lupi adoratori di Lucifero» che, dopo aver arruolato Sindona come consulente per lo Ior, avrebbe reso il Concilio vaticano II ostaggio dei complotti massonici e della P2.

    PAOLO VI E IL PENTALFA. Fatte le dovute tare, non tutte le segnalazioni dei rigoristi sono da scartare. Durante la crociata contro Giovanni Battista Montini don Villa scoprì che, sulla porta di bronzo della Basilica di San Pietro raffigurante lo stesso pontefice, Paolo VI era rappresentato con una stella a cinque punte sulla mano: nientemeno che un pentalfa massonico, prontamente rimosso. Con la massoneria, secondo le malelingue, avrebbe  flirtato anche il pontefice precedente, Giovanni XXIII, il papa buono che, da nunzio apostolico a Parigi, prima di inaugurare l'era delle riforme avrebbe coltivato assidue frequentazioni con l'ordine segreto dei Rosacrociani. Si mormora di un legame con le logge persino per Benedetto XIV, autore nel 1751 di una delle prime bolle di scomunica contro i liberi muratori (600 atti in oltre 200 anni di storia). Di lui si dice che fosse un affiliato. Addirittura con l'altissimo grado di cavaliere.

    LA CHIESA COL COMPASSO.
    Che da secoli gli ambienti clericali  fossero talvolta contigui alle altolocate consorterie massoniche lo dimostrano anche reperti architettonici. Come la chiesa neoclassica (mai sconsacrata) di Maria Maddalena di Venezia, edificata dal confratello Tommaso Temanza per ordine della famiglia Baffo, membro di una potente loggia frequentata anche da Giacomo Casanova. Sull'architrave della porta d'ingresso dell'edificio, sotto una piccola croce, spicca tutt'ora un grande occhio massonico, iscritto in un cerchio dentro a un'enorme piramide. «Gli intrecci tra Chiesa e massoneria sono sempre esistiti e a livello locale ci sarà stato pure qualche vescovo massone», ha spiegato a Lettera43.it lo storico Aldo Giannuli, esperto d'eversione ed ex consulente della Commissione parlamentare sulle stragi. «Ma personalmente non credo alla storia della Loggia vaticana conciliare. In Curia l'attenzione è altissima, i servizi segreti della Chiesa sono fin troppo potenti per farsi infiltrare. Casomai è vero il contrario. Doppi e tripli giochi sono possibili, ma è sempre difficile capire chi infiltra chi».


    Dal dialogo degli Anni 70 al gelo di Woytjla e Ratzinger

    In passato, intimi del Venerabile Licio Gelli hanno fatto i nomi e i numeri delle tessere della sempiterna Loggia Ecclesia. Per uno degli affiliati alla P2, la massoneria vaticana era nientemeno che un distaccamento della Gran Loggia inglese del duca di Kent: la madre di tutte le massonerie, che Gelli in persona osò definire «potentissima e composta solo da cardinali e alti prelati». Nel 1978, su Op (Osservatorio Politico), il giornalista della P2 Mino Pecorelli pubblicò la famosa lista dei 121 ecclesiastici massoni, tra i quali spiccavano monsignor Marcinkus ed eminenti papabili quali l'arcivescovo di Roma Ugo Poletti, il segretario di Stato vaticano Jean Villot e il cardinale Agostino Casaroli che, dal 1979, sarebbe diventato il segretario di Stato di Karol Wojtyla. La bomba dell'elenco - da anni in circolazione in Vaticano e all'estero - deflagrò alla vigilia della morte di Giovanni Paolo I (il papa anti-massoni dei 33 giorni), e del conclave che avrebbe poi eletto al soglio pontificio il polacco Woytjla.

    IL DIALOGO DEL CONCILIO. I tempi erano turbolenti. Per anni, sull'attendibilità della lista si indagò fuori e dentro la Santa Sede, per ordine di diversi cardinali. Ma nessun prelato fu mai scomunicato. E nel 1981, dalle liste della P2 non saltò fuori alcun religioso. Fu «un periodo di grande fragilità», ammettono oggi dai palazzi sacri. Perché, come nei peggiori incubi dei tradizionalisti, sull'onda del Concilio vaticano II negli Anni 70 fu davvero aperto un tavolo ufficiale di dialogo tra massoni e prelati progressisti. Il dialogante più entusiasta, padre Rosario Esposito («massone fino al profondo dello spirito», si definì) in vecchiaia arrivò persino ad affiliarsi alla Gran Loggia d'Italia, prima di morire nel 2009. Durante le trattative con il governo di Bettino Craxi per la revisione del concordato tra Stato e Chiesa, nel 1983, per chiudere la pagina nera della P2 sparì dal nuovo Codice di diritto canonico la parola «scomunica» contro i massoni. Più genericamente, l'indicazione di eventuali punizioni venne segnalata contro «chi dà il nome a un'associazione che complotta contro la Chiesa».

    SCOMUNICA BLOCCATA.
    Per mettere a tacere le voci insistenti di una grande svolta, però, l'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger - unico cardinale, si insinuò, a votare no alla revoca della scomunica - fece subito controfirmare una sua nota a Woytjla, ribadendo: «Chi si iscrive alla massoneria fa peccato mortale e non può accedere alla comunione. Il giudizio della Chiesa resta pertanto immutato». Uscita dalla porta, la scomunica era rientrata dalla finestra, in un lungo inverno che sarebbe durato (almeno) fino al 2013. «A Prato invitiamo i religiosi ai nostri dibattiti, ma loro ci ignorano regolarmente», ha stretto le spalle Giancarlo Calamai, presidente della Camera rituale dei maestri discreti, associata al Goi, parlando con Lettera43.it. «Rivalità e anticlericalismo sono ormai divisioni superate. Il vero scontro con il Vaticano resta dottrinale. Volendo essere davvero coerenti, dovrei essere io a passare alla Chiesa anglicana», ha raccontato dal suo studio in municipio a Prato, dove lavora.


    Tra razionalismo e ritualità: il culto terreno dei frammassoni

    Calamai, massone dichiarato e comunista ai tempi del Pci, per l'ortodossia cattolica incarna l'Anticristo. Eppure è un cattolico fervente, come molti affiliati nella Toscana rossa delle logge. E di buon grado, «per non creare problemi a nessuno», la domenica accetta di «non fare la comunione». In Comune fa il cerimoniere e i suoi rapporti di lavoro con la Curia sono ottimi. Con il prete che, casualmente, arriva a trovarlo in municipio durante suo incontro con Lettera43.it, il massone scambia pacche sulle spalle e abbracci. Ma, ai piani alti, il dialogo resta tra sordi. Per la Chiesa di Roma, la massoneria ha troppe bislacche contraddizioni: rifiuta gli atei, ma poi non crede nello Spirito santo e nella resurrezione. Accetta credenti di tutte le fedi, ma dice di non avere dogmi e nega di essere una religione. Però si ritrova nei templi e pratica rituali esoterici, professando valori cristiani e predicando la fratellanza terrena.

    LA SETTA DEGLI ANTI-CRISTO.
    «Crediamo nell'essere supremo, il grande architetto dell'universo. I nostri rituali sono semplici regole di comportamento. Anche la Chiesa, tra l'altro, ha fatto suoi ed elaborato antichi riti pagani», ha puntualizzato Calamai. «I nostri risalgono ben prima che al 1700. Al Medioevo, persino all'antico Egitto». Tra gli storici, c'è addirittura chi riconduce le radici della massoneria alla setta razionalista dei sadducei, i sacerdoti illuminati del Tempio ebraico di Salomone (833 a.C.) che non credevano all'anima e agli angeli. E che, nell'anno zero di Gerusalemme, fecero arrestare e crocifiggere Gesù Cristo. Insomma, resta da chiedersi: può un massone varcare la porta santa di una Chiesa? Il gran maestro del Goi Gustavo Raffi non smette mai di bussare. In fondo, i gesuiti di Jorge Mario Bergoglio sono l'ordine illuminato per eccellenza, tra i più disponibili all'incontro. «Con Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo», ha salutato il Grande Oriente d'Italia l'elezione del nuovo papa.


    Il Goi apre a Bergoglio. Sodano contro la Loggia Ecclesia

    In Argentina, il cardinal Bergoglio era aperto verso le altre Chiese. Da papa potrebbe riavvicinarsi agli anglicani e anche alla massoneria. «Chiesa e massoni, è un po' come mischiare immanente a trascendente, sacralità e logiche di potere», ha commentato a Lettera43.it lo storico medievale e moderno Franco Cardini, esperto di Chiesa e di terre sante. «E poi, oltra alla dottrina, c'è in comune il nodo della segretezza». Anche l'Opus dei, prelatura della Chiesa, per i profani è una paramassoneria con regole chiuse e cooptazioni.  Ma dentro le mura leonine, i tradizionalisti scalpitano nel timore che, dopo l'addio di Ratzinger, la Loggia vaticana dei prelati col grembiule e compasso si materializzi e si stringa in un abbraccio mortale con la massoneria. Secondo indiscrezioni riferite da i bene introdotti, il nuovo capo della loggia sarebbe il bresciano Giovanni Battista Re, cardinale decano dei vescovi e vice di Angelo Sodano ai tempi del suo incarico alla segreteria di Stato.
    SODANO CONTRO I MASSONI. Della massoneria che attacca il cuore della Chiesa si è discusso animatamente anche nelle segrete stanze del pre-conclave. «L'affaire massoni sta diventando troppo grande», sarebbe risuonato durante una congregazione presieduta dal cardinal Sodano. Vicino all'Opus dei, per l'ala bertoniana Sodano è nientemeno che l'istigatore dei corvi che rubarono gli 82 scatoloni di documenti dall'appartamento di Benedetto XVI e dalla segreteria di Stato. Nuovi complotti, vecchie accuse: anche dopo la pubblicazione del libro scandalo Via col vento in Vaticano, si disse, rimase in piedi solo Sodano. Mai in odore di massoneria, comunque. E - suo malgrado - mai diventato papa.
     

    Respuesta  Mensaje 117 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 20:19

    Respuesta  Mensaje 118 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 20:25
    I LUOGHI DELLA MASSONERIA VENEZIANA
     



    Nel tipico percorso turistico che dalla stazione di Santa Lucia conduce a Rialto, troppo indaffarati a guardare le vetrine dei numerosi negozi od intenti ad immortalare una gondola di passaggio nei canali, il piccolo campo della Maddalena con l’omonima chiesa passa quasi sempre in secondo piano.
    Uno sguardo fugace alla chiesa e poi via, mentre, se ci si soffermasse un istante ad osservarne la facciata, si rimarrebbe invece notevolmente sorpresi.





    Dedicata a Maria Maddalena per celebrare, proprio nel giorno dedicato alla santa, lo storico trattato di pace tra Genova e Venezia del 1356, la chiesa originaria del XIII secolo, fu rimaneggiata più volte. L’attuale aspetto risale alla fine del XVIII secolo su disegno a base circolare dell’architetto Tommaso Temanza. La chiesa era in passato arricchita da un campanile che fu abbattuto nel 1888 perché pericolante.

    L’elemento certamente più interessante si trova sopra il portone d’ingresso. Vi è una raffigurazione di un occhio circoscritto da un triangolo. Si tratta di un simbolo cristiano dove l’occhio rappresenta la Divina Provvidenza ed i tre lati equilateri del triangolo la triade composta dal Padre, dal figlio e dallo Spirito Santo. Interessante però far notare che si tratti di un retaggio dell’antico Egitto tramutato in significato cristiano: infatti l’occhio centrale originario era quello del dio sole Ra mentre la triade osirica del triangolo era costituita da Osiride, Horus ed Iside.




    Questo tipo di rappresentazione, è utilizzata anche dalla massoneria. In questo caso abbiamo due significati diversi: Passato, Presente e Futuro (se si disegnano solo i tre punti che costituiscono i vertici del triangolo); l’Eternità se il triangolo è completo di lati.

    Questo dettaglio non basterebbe certamente ad ipotizzare congetture sulla matrice massonica ed esoterica della chiesa. Gli indizi che supportano questa tesi sono altri. Sempre sul frontone della chiesa si legge la scritta latina:

    SAPIENTA AEDIFICAVIT SIBI DOMUM

    La traduzione in italiano sarebbe: “La saggezza si è edificata”
    Come si può notare, non c’è nessun richiamo religioso ed è una frase sicuramente atipica per una chiesa. Anche la pianta circolare voluta da Tommaso Temanza insieme ad un unico altare centrale (fatto sostituire successivamente da due altari) potevano far ricondurre a concetti massonici.
    La prova comunque più evidente si trova sulla pavimentazione dell’edificio sacro. La lastra tombale di Temanza, oltre a ricordare il 1789 come data della sua morte, reca tre noti ed indiscussi simboli di appartenenza massonica: la squadra, il righello ed il compasso incrociati tra loro.

    Altri esempi della presenza della massoneria veneziana, si possono ritrovare sempre nel sestiere Cannaregio. In fondamenta della Misericordia, al civico 3598, si trova Palazzo Lezze. Eretto all’inizio del XVII secolo dall’architetto Baldassare Longhena, reca sulla facciata, all’altezza dei balconi, degli interessanti altorilievi con evidenti significati alchemici.




    E’ risaputo l’utilizzo di simbolismi e di messaggi arcani nella massoneria. Non è chiaro se Palazzo Lezze fosse una delle sedi delle logge occulte veneziane. La prima di cui si ebbe effettiva testimonianza, nel 1774, si trovava in uno stabile in zona Parrocchia San Marcuola. Assunse invece agli onori della cronaca dell’epoca una loggia nel sestiere di Santa Croce. Si narra infatti che nel 1785, un falegname dovesse consegnare un armadio a Palazzo Contarini dove s’imbatté per errore in una sala con tende nere, arredi funebri e strani oggetti rituali. Impaurito ed insospettito, denunciò l’accaduto al Consiglio dei Dieci. Ne seguì un sopralluogo che condusse allo smantellamento della sala e conseguentemente alla scoperta della loggia segreta.




    Esiste un alto esempio della presenza della massoneria in città. E' posto nel sestiere San Marco, nei pressi della Salizada San Samuele, al civico 3216. Al secondo piano del palazzo, quasi nascosto alla visuale di un semplice passante, si trova un bassorilievo che ricorda la sede della Scuola dei Mureri o l’antica Confraternita dei muratori, fondata nel 1200. L’emblema in marmo bianco che si può osservare, è stato realizzato nel 1482 e rappresenta una cazzuola, una squadra, un martello ed un filo a piombo.


     


    di William Facchinetti Kerdudo
    foto di William Facchinetti Kerdudo
     
     

    Respuesta  Mensaje 119 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 20:38

    Carnival in Venice - Carnevale a Venezia ha escrito una nota nueva: Templari e Massoneria a Venezia.

    Percorrendo la Strada Nova, dalla ferrovia verso Rialto, ad un certo punto si apre sulla destra un bel campo, in una suggestiva cornice, e dinnanzi a voi compare una chiesa, l'ultima costruita a Venezia sotto il dominio della Serenissima Repubblica. 

    Campo e chiesa portano lo stesso nome, La Maddalena. Ciò che colpisce inizialmente della chiesa, è il bassorilievo che occupa la parte superiore del portone di ingresso, si tratta di un occhio all'interno di un triangolo ed un cerchio intrecciati, simbolo caro all'iconografia massone. 

    La chiesa fu completata in stile neoclassico nel 1790 come rifacimento di una chiesa precedente che fu costruita sui terreni della famiglia Balbo, che si riteneva appartenesse all'ordine dei Templari.

    All'interno si riscontrano altri evidenti segni dell'appartenenza massone, come squadra e compasso nella lapide dell'architetto Tommaso Temanza che ne iniziò la costruzione. Di pianta circolare, come il Pantheon di Roma, presenta all'interno 12 colonne con un unico altare a richiamare gli apostoli e l'unico Dio, ma anche i cavalieri della Tavola Rotonda e la ricerca del Graal. 

     

     
     

    Il destino di Venezia e dell'ordine dei Templari si sono intrecciati fin dal tempo delle crociate. Da Venezia partivano navi cariche di pellegrini diretti in Terra Santa e navi cariche dei cavalieri con tutti le merci necessarie alla loro campagna militare in Medio Oriente. Spesso i pellegrini approfittavano delle navi templari per ottenere passaggi, data la grande affidabilità e sicurezza riconosciute all'Ordine.

    Nel 1197 Gerardo, arcivescovo di Ravenna donò all'ordine un terreno in località Fossaputrida (attualmente corrispondente alla parrocchia di San Giovanni in Bragora)  per poter costruire un convento ed un ospizio per i pellegrini.


    Alla caduta di Gerusalemme ed al conseguente termine delle crociate, i templari avevano lasciato sul campo un gran numero di caduti, ma si erano anche arricchiti immensamente. 
    La leggenda dice che i Templari arrivarono a Venezia con un enorme tesoro che venne nascosto nella piccola isola di San Giorgio in Alga e di cui in seguito si persero le tracce.

     


    Una delle tracce più famose del passaggio dei Templari a Venezia, si trova nella facciata del famoso palazzo che ospita il casinò di Venezia, Cà Vendramin Calergi. 

    Vi si trova infatti l'iscrizione NON NOBIS, che corrisponde alle prime parole del motto dei Templari: "non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam". Non a noi Signore, non a noi, ma al Tuo nome dà gloria.

     

    Respuesta  Mensaje 120 de 330 en el tema 
    De: BARILOCHENSE6999 Enviado: 27/02/2015 20:44
    TEMPLO DE MARIA LA MAGDALENA EN VENECIA (FACEBOOK)
     

    Carnival in Venice - Carnevale a Venezia - Notes | Facebook

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    Templari e Massoneria a Venezia ... campo, in una suggestiva cornice, e dinnanzi a voi compare una chiesa, l'ultima costruita a Venezia sotto il dominio della Serenissima Repubblica. Campo e chiesa portano lo stesso nome, La Maddalena.
     


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