Gabriela Mistral è stata una poetessa educatrice e femminista cilena. Fu la prima donna latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la letteratura 1945.
Nel 1946 Gabriela vinse il Premio Nobel, ed ebbe la carica di console del Cile, carica che esercitò in alcuni paesi d´America e d´Europa, tra cui l´Italia e precisamente Napoli. Molto famosa ed apprezzata da noi, negli anni ‘50, oggi è conosciuta quasi solamente dagli amanti della poesia o da coloro che studiano la letteratura ispanoamericana. Insegnò letteratura spagnola negli Stati Uniti alla Colombia University, all´Università di Middlebury, e all´Università di Puerto Rico. Nel 1957 si spense, di una malattia incurabile, a New York. Fu sepolta, secondo le sue volontà, nel paesino natio.
Oggi forse pochi conoscono, fuori dal Cile, l´opera di Gabriela Mistral, ma la poetessa cilena fu il primo autore ispano-americano ad ottenere il Premio Nobel ed rimasta l´unica donna sudamericana a vincerlo per la Letteratura. Gabriela Mistral (1889-1957), pseudonimo di Lucila Godoy y Alcayaga, nacque a Vicuña, in Cile il 7 aprile 1889. A 15 anni inizió a lavorare come maestra rurale alla scuola di La Compagnia, paesino prossimo alla Valle dell´Elqui. Ai 21 anni si trasferí come professoressa d´istituto prima alla città di Temuco, e poi Punta Arenas e Santiago, la capitale.
I sonetti della morte - Gabriela Mistral
secondo sonetto
II
Questa lunga stanchezza si farà più grande un giorno,
e l´anima dirà al corpo che non vuole continuare
a trascinare la sua massa per la rosata via
per la quale vanno gli uomini, contenti di vivere…
Sentirai che al tuo fianco scavano con brio
che un´altra addormentata giunge alla tranquilla città.
Aspetterò che mi abbiano coperta totalmente…
e poi parleremo per un´eternità !
Solo allora saprai perché non ancora matura
per le ossa profonde la tua carne tuttavia
dovesti far scendere, senza fatica, a dormire.
Si illuminerà la zona dei destini, oscura;
saprai che nella nostra unione c´erano segni astrali
e, rotto il patto enorme, dovevi morire…
II
Este largo cansancio se hará mayor un día,
y el alma dirá al cuerpo que no quiere seguir
arrastrando su masa por la rosada vía,
por donde van los hombres, contentos de vivir …
Sentirás que a tu lado cavan briosamente,
que otra dormida llega a la quieta ciudad.
Esperaré que me hayan cubierto totalmente …
¡Y después hablaremos por una eternidad!
Sólo entonces sabrás el por qué no madura
para las hondas huesas tu carne todavía,
tuviste que bajar, sin fatiga, a dormir.
Se hará luz en la zona de los sinos, oscura;
sabrás que en nuestra alianza signo de astros había
y, roto el pacto enorme, tenías que morir.