Solo una mano d'angelo
intatta di sè, del suo amore
per sè,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perchè
vi riversi il mio pianto.
La mano dell'uomo vivente
è troppo
impigliata dei fili dell'oggi e dell'ieri,
è troppo ricolma di vita e di
plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
per il
tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di
angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d'eterno e
d'immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
senza
vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
(Alda
Merini)
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A mano amata, quando la notte impone la sua abitudine
di insonnia e converte ogni minuto nell'anniversario di tutti gli
eventi di una vita; lì, nell'angolo più nero dell'abbandono,
dove l'e il passato non tracciano la sua mai croce di ombre, i
ricordi mi assaltano. Alcuni impugnano il tuo sguardo verde,
altri appoggiano sulla mia schiena l'anima bianca di un lontano
sonno,
e con voce inaudibile, con implacabili labbra
silenziose, la dimenticanza o la vita!, mi reclamano.
Riconosco i visi. Non rubo il corpo. Chiudo gli occhi per
vedere e sento che mi pugnalano fredda, giustamente, con
quello ferro vecchio: la memoria.
Poema di Angelo Gonzalez
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