DA QUI ALL'INFINITO: fotografie
dall’universo
.
Il nostro tempo è il primo nel quale la Terra può essere
osservata come oggetto astronomico: arrivando sulla Luna, l’uomo ha potuto
vederla da una prospettiva prima inimmaginabile. Siamo anche la prima
generazione di esseri umani a poter vedere i pianeti non solo come puntini
luminosi nel cielo notturno, ma anche nella loro completezza tridimensionale. Da
allora il fascino esercitato dall’Universo, dai pianeti e dalle stelle è
profondamente mutato, da oggetti protettori o suscitatori di timori a corpi
reali, fisici, magari butterati di crateri.
Praticamente tutti i corpi celesti che possiamo vedere durante
la notte appartengono ad un grande insieme di stelle, di nubi di gas e polveri,
di pianeti più o meno grandi, chiamato Via Lattea, la nostra Galassia. Essa
contiene almeno cento miliardi di stelle e come la Via Lattea esistono miliardi
di galassie nell’Universo.
La nostra Galassia (con la G maiuscola per distinguerla da
qualsiasi altra galassia) è una galassia a spirale, con bracci che si svolgono
verso l’esterno di un rigonfiamento centrale di stelle. Il suo diametro è di
circa 100.000 anni luce e la nostra stella, il Sole, si trova in uno dei bracci
di spirale, a circa 30.000 anni luce dal centro della Galassia. La maggior parte
delle stelle della Galassia si trova nel disco dello spessore di circa 2.000
anni luce. Visto dalla nostra posizione questo disco appare come una banda
debolmente luminosa che attraversa il cielo nelle notti limpide e
buie.
è utile ricordare che l’unità di misura astronomica “anno luce”
è la distanza percorsa da un raggio di luce in un anno. La luce si muove con un
velocità che si approssima ai 300.000 chilometri al secondo, per cui un anno
luce equivale a 9,46 milioni di milioni di chilometri.
L’universo è punteggiato di innumerevoli altre galassie, che,
per la maggior parte, sono raggruppate in gruppi più o meno grandi. La nostra
non sfugge alla regola, ed è la seconda in ordine di grandezza di un ammasso di
galassie denominato Gruppo Locale, formato da circa 30 di questi corpi. La
galassia che ci supera in grandezza è M 31 (NGC
224), la galassia di Andromeda (visibile anche ad occhio nudo come una
sorta di chicco di riso nella costellazione di Andromeda), distante da noi 2,2
milioni di anni luce, e che si ritiene contenga un numero di stelle doppio di
quello della nostra e che abbia un diametro circa il 25% più grande.
In Triangolo ecco M 33
(NGC 598), una galassia a spirale distante 3,6 milioni di anni
luce, appartenente al nostro gruppo locale. Non è molto luminosa e per scorgere
i bracci della spirale è necessario un telescopio abbastanza grande.
M 81 (NGC 3031), in Orsa Maggiore, è una delle galassie più
brillanti dell’intero cielo, è una perfetta galassia spirale e si trova
vicinissima a M 82
(NGC 3034), un’altra galassia alla quale è collegata.
NGC 253 in Sculptor è una galassia degna di nota. è una galassia a spirale
visibile quasi di profilo che non ha un rigonfiamento centrale e i suoi bracci
sono una ribollente massa di stelle e polvere.
M 51 (NGC 5194) è probabilmente la più famosa galassia del cielo. Si
trova in Canes venatici ed è chiamata Whirlpool, Vortice, ed è costituita da una
galassia spirale con una galassia satellite, più piccola, all’estremità di uno
dei suoi bracci.
M 104 (NGC 4594), più conosciuta come Galassia Sombrero, si trova al
confine tra le costellazioni della Vergine e del Corvo.
M 101 (NGC 5457), sopra la parte terminale del timone del Grande
Carro in Ursa Major, è una galassia spirale molto estesa vista frontalmente con
numerosi bracci principali.
M 83 (NGC 5236) è una galassia spirale vista di faccia, presente in
Idra.
M 74 (NGC 628) è una galassia spirale in Pesci con bracci piuttosto
aperti distante 22,5 milioni di anni luce.
M 77 (NGC 1068) è una piccola galassia spirale che si trova vicino a
d (delta) Ceti, quindi in
Balena. è classificata come galassia di Seyfert, un tipo di galassie spirali con
un nucleo brillante, ed è una radiosorgente.
All’interno della nostra Galassia si possono trovare oggetti
favolosi, definiti ammassi stellari e nebulose.
Gli ammassi stellari sono aggregati di decine o centinaia di
stelle vicine tra loro, legate debolmente le une alle altre dalla reciproca
attrazione gravitazionale. Esempio classico, e visibilissimo ad occhio nudo, è
M 45, meglio noto come Pleiades (le Pleiadi), è l’ammasso stellare più
brillante e famoso di tutto il cielo, citato in ogni tempo, da Omero a
D’Annunzio. Il nome è di origine greca e deriva da “plein”, cioè navigare,
oppure da “pleios” cioè molti. Ad occhio nudo si possono vedere circa sette
stelle, le quali sono Alcyone, h (eta), la più brillante, quindi troviamo Celaeno, Electra, Taygeta,
Maia, Asterope, Merope, Atlas, Pleione, una stella con inviluppo esteso che
emette anelli di gas a intervalli regolari, la cui luminosità fluttua
imprevedibilmente. In realtà, dell’ammasso distante da noi 415 anni luce, fanno
parte circa 250 stelle, comprese molte giganti blu, immerse in una debole
luminosità, residuo della nube da cui si sono formate “soltanto” 50 milioni di
anni fa.
Le nebulose, che hanno la peculiarità di contrarsi, crescere di
temperatura e dar vita a protostelle, le quali evolvono poi in stelle, possono
essere considerate come culle di stelle.
Le stelle quindi nascono all’interno di questi ammassi¸ di gas e
polveri, e vivono finché hanno a disposizione del combustibile che alimenta le
reazioni nucleari che avvengono al loro interno.
Al termine del loro ciclo vitale alcune stelle si spengono
lentamente e tranquillamente, mentre altre, le cosiddette “supernove”,
raggiungono il massimo splendore con un’esplosione che scaglia nello spazio
quasi tutta la materia di cui sono formate. Mentre gli strati atmosferici
esterni si espandono, il nucleo della stella, caldissimo e densissimo, li eccita
e li ionizza, mostrandoci splendide immagini.
Queste “nebulose planetarie”, dette così perché la loro forma
(quasi sempre sferica) simula la forma di un pianeta, hanno una rappresentante
famosa, M 1 (NGC 1952), la Nebulosa Granchio, della quale si conosce
esattamente l’età. Gli astronomi di corte cinesi riportarono nelle loro cronache
una “stella ospite” nei pressi di z (zeta) Tauri il 4 luglio 1054. La stella brillò così luminosa da poter
essere osservata in pieno giorno per ben 23 giorni.
I delicati cirri della Nebulosa Velo nel Cigno, che si stanno lentamente allontanando da migliaia di anni,
sono i tenui resti di una stella esplosa. NGC 6992 è la parte più brillante, NGC 6960 è l’arco più
debole.
M 57 (NGC 6720), la Nebulosa ad Anello, è una famosa nebulosa
planetaria distante 4.100 anni luce presente in Lyra.
Esplorando con un binocolo al confine tra Sagitta e Vulpecola,
si incontra M 27, la Nebulosa
Dumbbell, una delle più spettacolari vedute del cielo.
M 97 (NGC 3587), distante 2.600 anni luce, è chiamata comunemente
Nebulosa Civetta.
IC 418 simile al disegno fatto con uno spirografo. In questa immagine
a falsi colori, il rosso indica le emissioni di azoto ionizzato (il gas più
freddo della nebulosa), il giallo mostra le emissioni di idrogeno ed il blu le
tracce di ossigeno ionizzato (il gas più caldo, prossimo alla stella
centrale).
NGC 7023 in Cefeo è un buon esempio di nebulosa “bozzolo” polverosa: in essa una
o più stelle appena formatesi illuminano un involucro di polvere e
gas.
M 20 (NGC 6514), la Nebulosa Trifida, è una nube luminosa di gas che
mostra al centro una stella doppia chiamata HN 40, probabilmente nata
da essa.
M 8 (NGC 6523), la Nebulosa Laguna, insieme alla precedente si
trova nel Sagittario. La Nebulosa Laguna, distante da noi circa 5.000 anni luce,
circonda l’ammasso stellare NGC 6530.
La costellazione di Orione è uno scrigno colmo di oggetti
interessanti, tra questi la famosissima M 42 (NGC
1976), la grande Nebulosa di Orione che con NGC 1973 costituisce la parte centrale della spada del gigante, la quale si snoda
verticalmente a partire dalla cintura. Si tratta di una gigantesca nebulosa ad
emissione, costituito di gas e polveri visibile ad occhio nudo, malgrado sia
distante da noi 1.300 anni luce, per la sua estensione ed è illuminata dal
sistema di stelle denominato “il Trapezio” e la sua luce è dovuta principalmente
proprio alla fluorescenza prodotta dalla radiazione ultravioletta emessa da
queste stelle. Le sue dimensioni reali appaiono essere di circa 15 anni luce di
diametro, quindi più di ventimila volte le dimensioni del Sistema Solare.
Vicino è presente NGC 2024, la Nebulosa Fiamma, un’area splendente di gas che circonda la stella
z (zeta) Orionis.
Vicino la nebulosa oscura più famosa, situata a sud di
z (zeta) Orionis, la famosa
Nebulosa Testa di Cavallo (Barnard
33), una protuberanza di materia scura dalla
caratteristica forma di “cavallo degli scacchi” davanti alla fioca luminosità
della nebulosa IC 434.
NGC 2070, la Nebulosa Tarantola, è una nube di idrogeno dal diametro di circa
1.000 anni luce nella Grande Nube di Magellano. Il
nome popolare di Tarantola deriva dalla sua forma simile a quella di un ragno.
Al centro della nebulosa c’è un ammasso di decine di stelle supergiganti, la cui
luce fa risplendere la nebulosa stessa. Si sospetta che una di queste stelle
abbia una massa di circa 1.000 volte quella del Sole. La nebulosa Tarantola è la
più grande e brillante nebulosa della Via Lattea.
NGC 2392 è una nebulosa planetaria chiamata Eschimese per la propria
forma.
NGC 7000, la Nebulosa Nordamerica, è famosa per la forma, molto simile al
continente nordamericano e il Golfo del Messico è formato da una nube di polvere
scura. Al largo appare la Nebulosa Pellicano (IC 5067 /
5070).
NGC 2237, la Nebulosa Rosetta, è un guscio di gas che circonda l’ammasso stellare
NGC 2244. Le due stelle più luminose scaldano e ionizzano il gas della nebulosa
provocando la caratteristica emissione di luce rossa dell’idrogeno ionizzato. Le
stelle dell’ammasso vengono considerate molto giovani, forse di età inferiore a
500.000 anni. Nebulosa e ammasso stellare distano circa 4.500 anni
luce.
NGC 2264, in Unicorno, è una combinazione di un ammasso stellare e di una
nebulosa. L’ammasso contiene circa 20 stelle e la nebulosa è chiamata
nebulosa a cono per la sua forma.
M 57 nella Lyra è una famosa nebulosa planetaria detta nebulosa ad anello.
M 8, in Sagittario, è la Nebulosa Laguna, una famosa nebulosa gassosa
visibile ad occhio nudo che circonda l’ammasso stellare NGC 6530, un insieme di circa 25 stelle che si sono formate di recente dal gas
circostante.
M 17, sempre in Sagittario, è la Nebulosa Omega o Ferro di
Cavallo.
NGC 2261 in Unicorno, è la nebulosa variabile di Hubble, una piccola e debole
nebulosa che contiene la stella variabile R Mon, le cui fluttuazioni
irregolari possono essere dovute alla sue recente nascita dalla
nebulosa.
M 4 in Scorpione, è un grande ammasso globulare visibile con un binocolo ed
è uno dei più vicini a noi.
M 16 in Serpente, la Nebulosa Aquila, è una spettacolare combinazione di un
ammasso stellare e di una nube di gas, con infiltrazioni di polvere e gas freddi
e scuri.
NGC 3372 in Carina, è una nebulosa diffusa, visibile come una macchia brillante
della Via Lattea, che circonda la variabile irregolare e (eta) Carinae. Osservandola con un binocolo,
si possono vedere ammassi stellari splendenti e vortici di gas luminosi
alternati a zone scure. La più famosa è la macchia scura, chiamata Buco della
serratura per la sua forma caratteristica, che si staglia sullo sfondo della
parte centrale, brillante, della nebulosa.
M 22, in Sagittario, è un ricco ammasso globulare di forma ellittica, le cui
stelle più brillanti sono rossastre.
NGC 5139, definito anche w
(omega) Centauri, è l’ammasso globulare più grande o brillante del cielo, tanto
che nelle vecchie carte celesti era etichettato come stella. Sebbene venga
riportato già da Tolomeo nell’Almagesto, la sua va natura fu scoperta nel 1677
da Halley, dall’isola di Sant’Elena.
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