Per mantenere il
“Palazzo” gli italiani stanziano 300 milioni di euro all’anno, rispetto
ai 133 milioni della Germania e agli 80 milioni della Francia. Rispetto all’anno
scorso le spese del Senato sono aumentate di 12 milioni di euro. Il reddito di
chi siede in Parlamento quest’anno è aumentato del 78%, ma di diminuire le tasse
(imposte, accise etc) non c’è verso se non a parole. E lo credo bene se dobbiamo
mantenere come l’ha definita qualcuno “La casta più vorace del pianeta” come si
fa a detassare?
Per quanto riguarda invece il
Quirinale di cui si parla poco, con la manutenzione dell'immenso palazzo che fu
dei Papi e dei re d'Italia, nonché dei suoi giardini, di cui potremmo fare un
bel museo, quindi una fonte di guadagno, gli italiani stanziano per quest’anno,
la bellezza di poco più di 240 milioni di euro, qualcosa in più dei vecchi
quattrocento miliardi di lire; soprattutto, 17 milioni in più rispetto al
bilancio di previsione del 2007, che ne prevedeva «solo» 224. Eppure
Giorgio Napolitano qualche mese fa aveva preannunciato tagli e contenimenti per
10 milioni di euro.
Lo sforamento dovrebbe essere temporaneo. La dieta di
Napolitano prevede assunzioni, poche, per concorso e basta chiamate dirette, con
i benefici che si dovrebbero vedere fra due-tre anni.
Il personale complessivo è di 2181 dipendenti. Di questi, gli
addetti di ruolo alla Presidenza ammontano a 1095 unità. Tra loro ci sono 108
dipendenti in diretta collaborazione con i vertici della Presidenza: e poi 1086
militari - tra loro i 297 corazzieri - e addetti alla polizia e alla sicurezza.
L'appannaggio per il Presidente è di 218.407 euro. Corte faraonica, dunque.
Neanche il Re aveva tanto personale alle sue dirette dipendenze. E, a dispetto
del risparmio, i costi del Quirinale sono triplicati in 20 anni e i dipendenti
addetti alla presidenza erano poco più di 700.
Il nodo del problema è
proprio lì, nell’enorme numero dei dipendenti. Pesano infatti sul bilancio le
tre residenze, Quirinale, Castel Porziano e Villa Rosbery; pesano parecchio pure
i viaggi, le spese di rappresentanza e di ordinaria amministrazione. Ma più di
tutto pesano gli stipendi. L’89 per cento è destinata al personale, il 59 a
quello in servizio e il restante trenta a quello in quiescenza.
Qualche
raffronto: il re di Spagna 543 dipendenti, il presidente Usa 466, l'imperatore
del Giappone mille circa. I dipendenti della Casa Bianca sono 450.
Ma proviamo a esaminare i casi di presidenze vicine all'italiana, ossia la
tedesca e la francese.
Cita una nota di redazione: “In Germania nel 2006 sono stati
stanziati per le spese della Presidenza diciannove milioni 354mila euro. Questa
cifra è comprensiva di tutto, stipendio del presidente e del personale, spese
ordinarie e straordinarie, viaggi all'estero, manutenzione delle due residenze
(Bonn e Berlino).
Il presidente ha uno stipendio annuo netto di 199mila
euro, e dispone inoltre d'uno straordinario (78mila euro nel 2006) per spese di
rappresentanza e interventi di vario tipo. Gli organici della presidenza
ammontano a 160 unità tra consiglieri, funzionari, impiegati, personale addetto
alla manutenzione e alla sicurezza. Il numero dei dipendenti è fissato per
legge. Meno d'un decimo di quella del Quirinale la spesa tedesca, molto meno
d'un decimo il personale.
Per quanto riguarda la Francia. Il presidente francese non è
una figura rappresentativa e notarile: ha un forte ruolo operativo, e in settori
come quello degli esteri e della difesa prevalente, nella politica francese non
è un osservatorio o un luogo di verifiche, è una plancia di comando.
Cita
sempre la nota: «Effettivi della Presidenza: 941 persone di cui 365 militari.
Tra quei 941 gli addetti al Capo dello Stato, alla sua famiglia, alla sua
abitazione e alle sue relazioni personali sono 192 di cui 29 militari; gli
addetti ai servizi della presidenza sono 749 di cui 336 militari. La presidenza
include le sedi staccate o di vacanza di palazzo Marigny (accanto all'Eliseo),
castello di Rambouillet, forte di Bregancon e altri immobili.
La
dotazione del presidente della Repubblica, comprese le spese di rappresentanza e
di viaggio, è di un milione 736mila euro. Aggiungendo le retribuzioni del
personale si arriverà per il 2007 a circa 32 milioni di euro, in lieve calo sul
2006. Inoltre sono previsti fondi speciali per oltre cinque milioni di
euro annui.
La disparità enorme tra la spesa per l'Eliseo - 32 milioni di
euro - e la spesa per il Quirinale - 235 milioni - lascia supporre che in
Francia alcune voci importanti siano contabilizzate a parte. Poco più di un anno
fa un'inchiesta di Nouvel Observateur sostenne che i bilanci dell'Eliseo erano
truccati, e che la spesa era tripla di quella resa nota, ossia 90 milioni di
euro. La cifra parve ai francesi mostruosamente alta, seppur quasi un terzo di
quella italiana.
Adesso esaminiamo in dettaglio, molto in dettaglio le spese
della Regina d’inghilterra.
Elisabetta II d'Inghilterra dispone di 300 dipendenti, e ha
messo online tutti i suoi costi: tutti! Precisando quanto spende per
questo e quanto spende per quello fin nei dettagli. Fino all'ultimo centesimo.
Da noi no, è segreto. Il bilancio del Quirinale è vietato ai cittadini.
Nel 2006 hanno incassato dal Crown Estate 290 milioni di euro e
ne hanno dati alla regina meno di 57. Ripartiti in tre pacchetti.La Civil
List,che viene fissata ogni dieci anni e va a coprire gran parte delle
spese,dallo staff alla rappresentanza:il contributo statale, per il mantenimento
delle residenze reali, e il fondo per i viaggi di Stato. Tutto
pubblico.
La convinzione democratica che chi
sta ai vertici del potere abbia il dovere (non la facoltà) di rendere conto del
pubblico denaro è talmente radicata che una tabellina indica, con nome e
cognome, lo stipendio dei massimi dirigenti.
Sappiamo quindi che la busta
paga di Lord Chamberlain (Richard Luce fino all'11 ottobre del 2006, poi William
Peel) è stato di 97.000 euro, quello del segretario particolare della regina
Robin Janvrin di 253.000, quella del responsabile del Portafoglio privato Alain
Reid di 276.000, quella del Maestro di Casa David Walker 191.000 euro.
In
Inghilterra, la regina ha deciso di fornire ai cittadini non solo tutti i
particolari del bilancio ma di far certificare questo bilancio dalla Kpmg. Altra
mentalità.
Un esempio su tutti: un giorno di qualche anno fa, il governo
inglese si accorse che la Civil List aveva calcolato un'inflazione (7,5%) più
alta di quella poi effettivamente registrata, col risultato che la famiglia
reale aveva ricevuto 45 milioni di euro in più. Bene! Tony Blair e il
cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, come riportarono tutti i giornali,
decisero il congelamento dell'appannaggio per andare al recupero dei soldi.
Invitata a tagliare, Elisabetta II ha fatto sul serio e così, un altro piccolo
esempio a Buckingham Palace, ci sono oggi 6 centralinisti a tempo pieno. La metà
dei soli centralinisti del Comune di Catania processati anni fa dalla Corte dei
Conti perché si spacciavano per ciechi. Ma è tutto l'organico a essere stato
ridotto all'osso. Per mandare avanti non solo Buckingham Palace ma anche una
serie di residenze (Kensington; House Saint James Palace; Clarence House e
Marlorough House,Hampton Court, il castello e il parco di Windsor), nel 1995 la
monarchia aveva, circa mille persone, cifra che comprendeva oltre al personale
dipendente anche la polizia e le forze armate assegnate per la sicurezza della
regina.
Al mantenimento dei palazzi, visitati ogni anno da quasi 2 milioni
di turisti paganti, provvedevano allora 176 addetti. Lo stesso direttore
amministrativo Michael Peat era part-time. Metà dello stipendio glielo pagava la
Civil List (appannaggio reale), metà
il fondo per il mantenimento del patrimonio immobiliare, reale per uno stipendio
complessivo di poco più dell'equivalente di 110.000 euro, più un incentivo,
basato sul rendimento,di 6500 sterline all'anno, ma al lordo della somma di
11.59 sterline dedotte per l'alloggio.
Una decina di anni dopo, stando ai
bilanci, il personale è stato, sia pur di poco, ulteriormente ridotto. Infatti,
gli operai (falegnami, tappezzieri, orologiai etc) impegnati nelle manutenzioni
di Buckingham Palace, sono complessivamente 15, compreso il supervisore, con la
situazione finanziaria che è letteralmente rifiorita.
Nell'anno fiscale chiuso il 31 marzo del
2006, la Corona è costata in tutto, come dicevamo, 56.800.800 euro: 17 per la
Civil List, meno 22 per la gestione dei palazzi, 8 per i viaggi, 750.000 euro
per informazione e comunicazione e cose varie come i 600.000 euro di
provvidenze per gli impegni ufficiali del duca di Edimburgo. Riassunto: nel
1991-1992 la spesa pubblica per la Corona era di 132 milioni di euro, oggi è
sotto i 57 milioni. Un bel taglio.
Vediamo il Quirinale?
In Inghilterra entrano, dal Crown
Estate, 290 milioni di euro e da noi un milione, (fonte Espresso del
2000), dalla vendita dei pinoli di Castelporziano (gulp!). Ma anche altri
paragoni sono umilianti. Negli ultimi anni, una sola voce è rimasta uguale: la
busta paga del capo dello stato. Che a partire da Enrico De Nicola, che come
dicevamo non toccava gli 11 milioni di lire l'anno di indennità, è ancora
praticamente la stessa. Anzi, è spesso rimasta bloccata in tempi di inflazione
finendo per ridursi in termini reali fino a imporre nuovi adeguamenti all'insù.
Fatti i calcoli in euro attuali, Luigi Einaudi ne prendeva 184.960 nel 1948,
Giuseppe Saragat 254.662 nel 1965 ,Francesco Cossiga 210.435 nel 1985 e 185.076
a fine mandato nel 1992, Oscar Luigi Scalfaro 210.770 nel 1996, quando chiese e
ottenne di pagare l'Irpef come tutti gli italiani, a partire dal 1 gennaio del
1997. Insomma, variazioni molto contenute, in un'Italia sempre più benestante.
Finchè Carlo Azeglio Ciampi scelse di non adeguare mai, nei suoi sette anni, i
propri emolumenti. Rimasti fissi a 218.407. Un 10% abbondante sotto l'indennità
di Saragat. Intorno a lui, però, il Palazzo s'è gonfiato e gonfiato e gonfiato
negli anni.
Al 31 agosto del 2000 il personale in
servizio da noi era composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per
distacco, per un totale di 1859 addetti.Tra i quali i soliti 274
corazzieri , 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!) 213
poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è avanti alla
tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo),
21 vigili urbani e 16 guardie forestiali (ancora a Castelporziano?).
Numeri sbalorditivi. Il solo gabinetto di
Gaetano Gifuni (segretario generale alla Presidenza) era composto da 63 persone.
Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri (14 al Quirinale, 8
a Catelporziano e 7 nella napoletana Villa Rosebery) e 46 addetti a varie
mansioni. Quanto ai famosi 15 crafsmen di Elisabetta II, artigiani vari
impegnati nella manutenzione dei palazzi reali, al Quirinale erano allora 59 tra
i quali 6 restauratrici al laboratorio degli arazzi, 30 operai, 6 tappezzieri 2
orologiai 3 ebanisti e 2 doratori.
L'accettazione, il recapito e la
distribuzione della corrispondenza a mano richiedevano 14 persone.
Nell'autorimessa c'erano 45 autisti! In cucina 37 persone di cui 11 cuochi e 26
camerieri.
Nel rapporto si sottolineava che la presidenza tedesca, dai
compiti istituzionali simili, aveva dimensioni molto più contenute: 50 addetti
altre direzioni organizzative, 100 ai servizi logistici e di supporto a 10 agli
uffici degli ex presidenti. Totale:160. Cioè 29 in meno dei soli addetti alla
sicurezza della tenuta di Castelporziano.
Quanto all'Eliseo, il confronto era almeno
altrettanto imbarazzante: nonostante il presidente francese abbia poteri
infinitamente superiori a quello italiano,aveva allora (compresi 388 militari)
923 dipendenti. La metà del Quirinale. E infatti costava pure quasi la metà: 86
milioni e mezzo in valuta attuale, contro 152 e mezzo. Per non dire del
confronto umiliante, con la presidenza tedesca che sulle casse pubbliche pesava
per 18 milioni e mezzo di euro: un ottavo della nostra.
Il Quirinale costava nel 1997 “solo”
117.235.000 euro. Dieci anni dopo costa 224 milioni (più altri 11 che arrivano
al colle da entrate proprie quali gli interessi attivi sui depositi e le
ritenute previdenziali). Un'impennata del 91%. Sarà colpa
dell‘infazione! Per non dire di poco più di vent'anni
fa, quando la presidenza della repubblica (nel 1986) costava, in valuta odierna
circa di 73 milioni di euro. Il che significa che in vent'anni la spesa
“presidenziale”, depurata dall'inflazione, qui da noi è triplicata. Mentre in
Gran Bretagna è più che dimezzata, col risultato che oggi Buckingham Palace
costa un quarto del Quirinale.
E tutto questo mentre il Paese stà andando
alla deriva. Ma la Rivoluzione francese cosa l'hanno fatta a fare, se dovevamo
tornare peggio che ai tempi dell'aristocrazia. Altrochè 2008! Qui siamo tornati
al 1708.