LE ORIGINI DEI GIAPPONESI E LO SHINTOISMO di Leonella Cardarelli per
Edicolaweb
Credo che una delle cose più
affascinanti dello studio di un popolo sono le sue origini e poiché un popolo
più è lontano geograficamente da noi più ci affascina, mi sono chiesta "Quali
sono le origini dei giapponesi?".
Nel 1961 Roger Bersihand pubblicò il volume "Storia del Giappone".
I primi capitoli di quest'opera sono dedicati alle origini del popolo giapponese
e dello shintoismo, la loro religione. Le prime testimonianze sul Giappone
partono dal 600 a.C. La storia antecedente è piuttosto incerta. Si tende ad
identificare i "veri giapponesi" con gli Ainu, i quali dichiarano a loro volta
di esser stati preceduti da una razza che nelle cronache è chiamata Tsuchigume
(ragno di terra). Alcuni Ainu sostengono invece che i loro antenati fossero dei
nani (Kobito). Nel 1961 Bersihand dichiarava che erano rimaste solo alcune
migliaia di Ainu, nell'isola di Kokkaidö e a Sachalin. Fisicamente gli Ainu
sono di ossatura robusta; Bersihand dice che "sono pallidi, con gli occhi
brillanti, la testa rotonda e sembrano discendere da un popolo bianco". Dal
punto di vista religioso essi credono in un dio supremo connesso ad altre
divinità e venerano l'orso. La loro lingua è agglutinante e rientra nella
famiglia coreana ma non ha nulla a che fare con il giapponese. Bersihand
cerca di ricostruire le origini del popolo giapponese ma sostiene che questa
impresa non è semplice in quanto vi è una bassa mole di dati, comunque lui
ipotizza che i giapponesi siano venuti dal nord. Vi sono infatti elementi che
lasciano notare una somiglianza religiosa tra la fede degli Uralo-mongoli e lo
shintoismo, la religione giapponese: adorazione del Sole, sonagli per scacciare
gli spiriti maligni, offerte di pezzi di stoffa ecc. Inoltre la stessa lingua
giapponese, pur essendo simile al coreano, presenterebbe somiglianze con i
dialetti di alcune tribù siberiane. Il nome shintoismo deriva dal termine
"shinto" che significa "via degli esseri di luce", "via degli dei". Questi
esseri di luce sono chiamati "kami". I kami possono esseri locali, se sono gli
spiriti di un luogo specifico, oppure possono rappresentare degli specifici
aspetti dell'universo, ad esempio il Sole. I kami sono tantissimi poiché
tantissime sono le manifestazioni della natura.
Lo shintoismo ha avuto questo nome solo allorché fu
necessario distinguerlo dal buddismo. Alcune fonti sostengono che il buddismo fu
di grande aiuto alla consolidazione dello shintoismo; in "Storia del Giappone"
leggiamo invece che quando nel IV secolo a.C. il buddismo entrò in Giappone,
esso sembrò soppiantare lo shintoismo, così lo shintoismo per non perire
assimilò al suo interno alcune divinità buddiste finché nel XVIII secolo
rinacque nella sua versione pura e nel 1868 fu dichiarato l'unica religione di
stato. Lo shintoismo può essere considerato una forma organizzata di animismo
oppure, avendo una mitologia specifica, una religione politeista con basi
sciamaniche. è comunque una religione ciclica e cosmica che vede tutto il creato
come una manifestazione del divino, quindi è un sistema molto più complesso di
come potrebbe apparire ad una prima lettura. Più che sulla vita dopo la
morte, lo shintoismo si preoccupa della vita in questo mondo. Anche nello
shintoismo, così come nel taoismo, non c'è una gerarchia da rispettare, non c'è
un "kami" superiore agli altri. Non a caso la parola "shinto" è di origine
cinese e queste due culture hanno avuto contatti fra loro. Mentre il taoismo
si basa sull'equilibrio tra yin e yang, lo shintoismo si basa su tre elementi:
in, yo e yuan. I primi due sono i corrispettivi dello yin e dello yang cinesi,
il terzo è la forza che si scatena dall'incontro di questi due elementi, cioè la
manifestazione dell'energia cosmica. L'insieme di questi tre elementi viene
raffigurato con un simbolo chiamato "Tomoe". Fino alla seconda guerra
mondiale lo shintoismo è stato la religione di stato del Giappone. Oggi ci sono
cinque forme di culto dello shintoismo:
- Shintoismo imperiale;
- Shintoismo templare;
- Shintoismo settario;
- Shintoismo popolare;
- Shintoismo di Stato.
Nonostante le differenze, l'obiettivo è
sempre il medesimo (raggiungere la verità), cambiano solo alcune forme di culto.
Ad esempio nello shintoismo popolare sono incluse pratiche di divinazione,
esorcismo e guarigioni sciamaniche; lo shintoismo templare è invece molto
organizzato e rappresenta il perno di tutte le attività religiose. Lo
shintoismo è una religione organizzata, con templi, riti di purificazione,
sacerdoti e seminari. I sacerdoti possono sposarsi e condurre una vita familiare
al di fuori di quella religiosa. Si diventa sacerdoti dopo aver seguito un
sistema di seminari. Il precetto fondante dello shintoismo è quello di vivere
una vita semplice e in armonia con la natura e le persone; in particolare si
consiglia di condurre una vita serena in famiglia poiché quest'ultima
rappresenta il principale nucleo vitale di ognuno di noi. Inoltre si dà molta
importanza alla pulizia, sia personale che dei luoghi (soprattutto dei templi)
per favorire la massima purificazione e si richiede di rendere omaggio alle
divinità con banchetti e processioni. Gli shintoisti sostengono che
l'uccisione di un essere vivente è un atto impuro e deve essere effettuata solo
se strettamente necessario. La non purezza non è considerata peccaminosa in sé e
per sé ma andrebbe semplicemente evitata. Un aspetto importante su cui
insistono gli shintoisti è il concetto di gratitudine verso tutto ciò che di
bello riceviamo dalla vita. Si fanno quindi varie offerte agli dei, per chiedere
loro favori e benedizioni, o anche solo per ringraziare. Si offrono origami
oppure "ema", cioè rappresentazioni di un cavallo o di altri elementi; il
cavallo è il più diffuso. Lo shintoismo non è considerato propriamente una
religione, per due motivi:
- perché è più uno stile di vita, infatti non ci si può convertire allo
shintoismo;
- perché i giapponesi ritengono di essere divini e quindi non avrebbero
bisogno di un'etica da seguire.
Il fatto che i giapponesi si ritengano
di origine divina si può ravvisare anche in questa affermazione che fino al 1945
ha fatto parte dell'insegnamento ufficiale nelle scuole e nell'esercito in
Giappone: "Sua maestà l'imperatore discende dalla dea Amaterasu (dea del Sole)
le cui virtù si diffondono lontano come i raggi del sole". L'insegnamento
ufficiale proclamava altresì che il Giappone è il paese degli dèi e che il suo
popolo è di essenza divina. Non a caso Bersihand parla di "mitologia confusa con
la storia".
Per
approfondimenti: Bersihand, R. "Histoire du Japon, des origines à nos
jours", Edit. Payot, Paris; trad. it. (1961) "Storia del Giappone", Cappelli
Editore, Rocca San Casciano.
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