San Zanobi (Zenobio) Vescovo di Firenze IV secolo - † 417 25 maggio
Firenze, L’unica notizia storica e sicura che ci è pervenuta di S. Zenobio è quella riferita dal biografo di S. Ambrogio, Paolino, il quale scrivendo verso il 422 dice che a Firenze: “è ora vescovo il sant’uomo Zenobio”. Egli nacque nel capoluogo toscano verso la metà del secolo IV e l’arcivescovo di Amalfi, Lorenzo († 1049) che scrisse la prima biografia mentre era in esilio a Firenze, racconta che Zanobi (Zenobio) ebbe una educazione cristiana impartitagli dal vescovo Teodoro, poi si sarebbe trasferito a Roma dove avrebbe ricevuto dal papa Damaso († 384) l’incarico di una missione presso la corte imperiale di Costantinopoli. Ritornato a Firenze riprese il suo ministero, forse non ancora episcopale, ma certamente di rilievo, se nel 394, come narra il su citato Paolino ebbe l’occasione di conoscere e conversare con S. Ambrogio di Milano, di passaggio per Firenze. Divenuto vescovo della città, esercitò con abnegazione l’attività episcopale, evangelizzando completamente Firenze ed i dintorni; si meritò la definizione da parte di Paolino di “vir sanctus”, avendolo conosciuto personalmente, è riconosciuto in antichi documenti successivi, come “Apostolo di Firenze”; lottò contro l’arianesimo, eresia che si diffondeva in quei tempi, secondo cui il Verbo incarnato in Gesù, non è della stessa sostanza del Padre, ma rappresenta la prima delle sue creature e condannata da vari Concili del IV sec. Morì verso il 417 e sepolto prima in S. Lorenzo che secondo alcuni, aveva fatto costruire lui stesso, poi traslato nel sec. IX in Santa Reparata (oggi S. Maria in Fiore), le reliquie sono custodite in un’urna scolpita da Lorenzo Ghiberti. Patrono assieme a S. Antonino della città di Firenze, la sua celebrazione religiosa è al 25 maggio. Egli è raffigurato nell’arte fiorentina, sempre in abiti e insegne vescovili, in cui compare costantemente il giglio simbolo di Firenze, inoltre raramente è da solo, ma sta sempre in compagnia di altri santi per lo più in preghiera davanti alla Vergine.
Autore: Antonio Borrelli
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