Sacerdote francescano, martire
Castiglia, 1542 - Nagasaki, Giappone, 5 febbraio 1597
Emblema: Palma
Nato da nobile famiglia nel 1542, studiò all’università di Salamanca e poi si fece Frate Minore nel 1564. Lettore di teologia e filosofia, superiore in varie comunità, nel 1580 decise di andare in missione. Prima stette in Messico fondando vari conventi, poi nel 1583 andò nelle Filippine, grande apostolo nel proteggere i poveri dai potenti. Saputo che in Giappone i cristiani erano perseguitati, desiderò sostituire i Gesuiti che nel 1590 erano stati espulsi dal governo locale, e, ottenuto il permesso dai superiori religiosi e poi dal governatore, nel 1593 cominciò il suo apostolato di predicazione in Giappone, vivendo in povertà e fondando conventi ed ospedali per poveri e lebbrosi, ottenendo anche numerose conversioni. L’invidia dei bonzi e le gelosie fra i missionari, oltre ai contrasti politico-commerciali fra Spagnoli e Partoghesi, spinsero il governatore Hideyoshi a perseguitare i missionari. Pietro Battista fu prima messo in carcere, poi trasferito a Nagasaki; durante il viaggio fu trasportato su un carro e deriso dalla folla pagana delle città dove passava. A Nagasaki il 5 febbraio 1597, insieme ad altri religiosi e alcuni catechisti, fu portato su una collina e assistette al supplizio di tutti gli altri; infine, morì anch’egli crocifisso, dopo avere pregato per i suoi persecutori. Fu beatificato da Urbano VIII nel 1627 e canonizzato da Pio IX nel 1862. Fra i suoi compagni c’era anche san Paolo Miki.
Martirologo Romano