BREVE CRONACA DEL ROCK PROGRESSIVO ITALIANO
Verso la fine degli anni '60, quando il beat aveva ormai esaurito la sua vena innovativa, vennero alla ribalta altre esperienze musicali come i vari revival e la psichedelia.
In Europa, a differenza di ciò che accadde negli States che non vantano una tradizione musicale classica di una certa consistenza, l'interesse dei nuovi musicisti trovò modo di esprimersi anche attraverso la rivalutazione/rivisitazione del patrimonio sonoro sinfonico.
Questo orientamento creò le condizioni per l’instaurarsi di un diverso approccio nei confronti della musica, senza pregiudiziali di sorta.
Il rinnovato interesse per l'arte delle note, intesa come pura espressione culturale, fornì la base di partenza per dare origine ad un inedito genere musicale il quale si proponeva di anteporre i risultati artistici a quelli commerciali.
La musica rock degli inizi fu espressione artistica quasi esclusivamente veicolata da ragazzi ribelli, fantasiosi, creativi che però non possedevano grandi conoscenze musicali né culturali.
Solo in seguito i giovani del ceto medio, provenienti dai college e dalle università e quindi con una cultura decisamente più elevata, iniziarono ad occuparsi della musica rock.
Nel vecchio continente, in particolare in Inghilterra, essi inserirono nelle proprie composizioni inedite forme di raffinatezza dovute in particolar modo alla loro discreta conoscenza della musica colta e del teatro.
Venne così a crearsi una nuova miscela di suoni nella quale riuscivano a convivere in piena armonia l'innato istinto selvaggio tipico del rock delle origini, il jazz, il blues, il folk, la musica sinfonica, il tutto impreziosito da raffinati e complessi arrangiamenti; era nato il rock progressivo.
Se il rock n’ roll degli anni ‘50 fu una dirompente novità, una frattura culturale tra generazioni, la trasgressione attuata attraverso atteggiamenti anticonformisti e provocatori, se il movimento acido psichedelico dei sixties può essere riassunto come un entusiasmante esperimento rivolto ad allargare gli orizzonti della mente, con il progressive la musica rock raggiunge la sua massima espressione e diventa adulto.
Da ragazzino irriverente ad adolescente dalla spumeggiante vitalità, il rock passa dunque all’età matura dimostrando di poter aspirare a traguardi artistici di ben più elevato lignaggio ed in molti casi pure in grado di competere con le opere dei grandi compositori del passato.
Checché ne dicano i detrattori il progressive è innegabilmente una delle poche forme musicali moderne che sono state in grado di traghettare il rock verso traguardi artistici di assoluto rilievo, al di là delle mode e di certi "opzional" che, bensì talvolta abbiano un innegabile valore intrinseco, poco hanno a che fare con la musica vera e propria.
I principali esponenti di questa avanguardia musicale rispondono ai nomi di Nice, Moody Blues, Yes, Gentle Giant, Emerson Lake & Palmer, King Crimson, Jethro Tull, Van Der Graaf Generator e, pur non potendoli definire propriamente progressivi, Deep Purple e Led Zeppelin i quali ebbero comunque un ruolo determinante sul nascente rock italiano.
Nel nostro paese, la canzone leggera tradizionale incentrata sull’inflazionato teorema per il quale amore doveva per forza di cose fare rima con cuore, aveva ormai il fiato corto.
Il beat made in Italy, ovvero l’arte di copiare gli hits stranieri adattandoli alle nostre esigenze, pur con i suoi limiti e contraddizioni, era riuscito comunque nell’improbabile impresa di portare un aria di freschezza e novità dalle nostre parti.
Ma il beat evidentemente non bastava più; i giovani artisti vedevano all'orizzonte nuove e allettanti prospettive per la musica tricolore.
I più illuminati tra di essi capirono ben presto che gli scenari musicali stavano mutando e c'era la possibilità per la musica moderna di casa nostra di potersi finalmente conquistare un posto di rilievo nel panorama internazionale.
Questo desiderio era sentito dai giovani musicisti come una sorta di riscatto, essendo l'Italia considerata musicalmente impreparata nel proporre musica rock di un certo rilievo.
Non vi sono dubbi che in quel periodo si respirava realmente un'aria diversa ed un'inebriante sensazione autorizzava tutti a pensare che i tempi fossero maturi per percorrere la via del rock italiano, quello che ben presto sarà simpaticamente etichettato come Spaghetti Rock.
Ma come avvenne in Italia il passaggio dalle monotone forme musicali leggere alla sperimentazione, alla musica impegnata, al rock progressivo ?
Ai già citati stimoli provenienti d'oltre manica va menzionata l'encomiabile determinazione dei musicisti nostrani a suonare la nuova musica pur avendo da superare ostacoli non indifferenti.
In particolare va ricordata la cronica refrattarietà dei discografici di allora ad avventurarsi su nuovi percorsi artistici e la quasi totale assenza, nel nostro paese, di spazi adeguati per i concerti.
Tuttavia grazie ad un pubblico ormai stufo delle solite banalità imperanti ed a pochi ma attenti impresari e discografici, vennero allestiti i primi raduni e festival di musica rock.
Contro Canzonissima, Festival D'avanguardia, Nuove Tendenze, Davoli Pop sono solo alcune delle rassegne alternative organizzate con il prezioso aiuto delle riviste specializzate Ciao 2001 e Re Nudo, all’epoca sempre in prima linea.
Questi eventi live furono testimoni di una notevole quanto inaspettata partecipazione di pubblico.
Gli affaristi del disco furono così colti di sorpresa e soltanto a quel punto decisero che era forse opportuno mettere sotto contratto i nuovi gruppi.
Essi comunque si mostrarono generalmente incapaci di distinguere tra i numerosi musicisti quali avessero realmente le carte in regola per una carriera all'insegna della professionalità.
Pertanto fu offerta l'opportunità di misurarsi con la nuova musica anche a mediocri strumentisti ed a gruppi canzonettari, convertiti dell’ultima ora, che niente avevano da spartire con il rock progressivo.
Si venne così a creare una confusione tale da nascondere le reali potenzialità ed il valore artistico che questo genere musicale era in grado di esprimere.
In sostanza mentre in Inghilterra la genesi del movimento progressivo fu innescata da artisti provenienti da esperienze musicali di tutto rispetto, maturate nell'ambito del jazz, del blues, del folk, della musica classica ed anche del teatro, dalle nostre parti accadde qualcosa di sostanzialmente diverso.
Troppi musicisti, in precedenza adagiati sul rassicurante giaciglio della tradizione canzonettara italiana, si improvvisarono esecutori di partiture strumentali sicuramente lontane dalle loro capacità espressive ed esecutive.
Assistemmo così alla nascita di un rilevante numero di gruppi molti dei quali non furono neanche in grado di arrivare al secondo appuntamento discografico.
Altri, nonostante le buone idee, l'ottima preparazione tecnica e una decisa personalità artistica, non andarono oltre la pubblicazione di uno o due album a causa della scarsa promozione radiofonica e televisiva tributata alla loro musica.
Ciò fu dovuto in prevalenza al boicottaggio sistematico dei centri di potere nei confronti del progressive e del rock in genere perché ritenuti politicamente spostati a sinistra.
In realtà non furono molti i musicisti che dichiararono la loro appartenenza politica ma quei pochi bastarono a far sì che la musica alternativa divenisse facile preda di una esasperata strumentalizzazione volta a far coincidere a tutti i costi la politica con la musica.
Un tale modo di vedere le cose contribuì pure a creare l'equivoco secondo il quale la libertà di aggregazione, di espressione, di partecipazione ai concerti dovesse per forza di cose coincidere con il diritto di assistere gratuitamente alle rappresentazioni.
La conseguenza fu che molti gruppi si trovarono a dover affrontare una lunga serie di difficoltà; esclusi dalle programmazioni radiofoniche e televisive da un lato, costretti ad esibirsi gratis (o quasi) dall’altro, pena l’eventualità di essere etichettati come fascisti.
Lo slogan riprendiamoci la musica insieme al mito del prezzo politico dei biglietti ebbero pertanto l'effetto nefasto di creare seri e crescenti problemi di sicurezza.
In definitiva, per poco più di un anno fu possibile assistere ai concerti di musica "alternativa" senza particolari problemi di ordine pubblico, ma presto arrivarono gli scontri tra le forze di polizia e le frange più estreme del pubblico che divennero di fatto la caratteristica costante delle esibizioni live di quegli anni.
Tutto ciò si protrasse per diverso tempo con il risultato che anche i gruppi stranieri furono costretti per un lungo periodo a disertare i nostri palcoscenici; suonare dal vivo in Italia era diventato assai pericoloso e controproducente.