Gruppo milanese attivo nei locali per giovani del capoluogo lombardo (Paip's, Tricheco, Copacabana) già nel 1965, spesso come gruppo di supporto ad altri più noti, entrano in contatto con il produttore Luciano Giacotto, che collabora con la Durium, e che cura il loro lancio discografico. La scelta cade su una cover, come sempre, ma in questo caso si tratta di uno dei brani più originali delle prima ondata psichedelica USA, "They're Coming To Take Me Away" di Napoleon XIV, alias Jerry Samuels (vedi la sezione covers per altre notizie) che diventa, in una fedele (e arricchita) trasposizione italiana "Vengono a portarci via, ah, ah" corredata anche da adeguato contorno di copertina, abiti ed esecuzioni stravaganti. Il riscontro di vendite non è eclatante, ma consente di farli conoscere e di partecipare come gruppo spalla al tour italiano degli Animals, al Cantagiro, con il brano di protesta "Domani devo fare una cosa" e al Festival della canzone napoletana. Questo ultimo approdo non sembra oggi così interessante per un complesso beat, anzi abbastanza incongruo, ma all'epoca si trattava di un evento quasi al livello del Festival di Sanremo (vedi il noto film con Manfredi "Operazione San Gennaro"), che voleva darsi una immagine di modernità aprendo ai complessi beat e a cantanti non napoletani (vi parteciparono i Jaguars, i Giganti, l'Equipe 84 e Giorgio Gaber, tra gli altri).
I Balordi, in coppia con un campione locale, Nino Taranto, riuscirono addirittura a vincere l'edizione del 1967 con il micidiale brano "O' matusa". Il singolo successivo poteva costituire teoricamente la consacrazione definitiva, perché si trattava nientemeno che della prima edizione discografica di un classico della musica leggera italiana, "Non è Francesca" di Lucio Battisti. Allora non ancora pienamente attivo come interprete ma essenzialmente come autore, Battisti aveva infatti ceduto il brano alla Durium. L'immagine dei Balordi non era però quella di irriducibili innamorati resi ciechi dall'amore ma, appunto, di trasgressivi "balordi", e il riscontro di vendite, nonostante la copertina alla moda
"flower power", fu quasi inesistente.
L'insuccesso portò al tramonto del progetto del loro primo LP (che doveva chiamarsi "Mondo Balordo") e al cambio di casa discografica, con l'approdo alla Carosello. In questa fase un loro successivo singolo "Diamoci la mano" venne scelto come sigla di una trasmissione televisiva e il gruppo ebbe la opportunità di partecipare alla commedia musicale "Il salto mortale" con Sandro Massimini.
Il solito servizio militare e il tramonto del periodo dei complessi portano alla conclusione, a fine '68, anche la interessante esperienza dei Balordi.
Discografia: Vengono a portarci via, ah! Ah! / Don Chisciotte (1966 Durium Ld A 7494), Domani devo fare una cosa! / Buona fortuna (1967 Durium Ld A 7516), '0 matusa / A cammesella (1967 Durium LJ A 7525), Non è Francesca / Guardando te (1967 Durium Ld A 7538), Diamoci la mano / Fateli tacere (1968 Carosello CI 20204)
Gianni Muratori (voce, basso el.),
Andrea Muratori (chitarra, fratello di Gianni),
Bruno Pellegrini (chitarra),
Beppe Panzironi (batteria);
dal secondo singolo Pino Matteucci subentra a Pellegrini, nel periodo Carosello Marco Ferradini, il fuuro e mai dimenticato interprete e co-autore di Teorema, sostituisce Gianni "Gion" Muratori, nel frattempo partito per il servizio militare]
La copertina del loro primo disco era disegnata dallo stesso Gianni Muratori, attivo anche come fumettista con lo pseudomimo di "Gion", e fornisce anche i ritratti - caricatura dei quattro "balordi" nella prima formazione (cliccare per ingrandire