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De: Lelina (Mensaje original) |
Enviado: 03/05/2010 07:11 |
Le bambole sono giocattoli antichissimi. Nelle tombe degli egizi e degli etruschi gli archeologi hanno ritrovato bambole bellissime, fatte di legno o terracotta, dipinte a colori vivaci e spesso ornate di gioielli preziosi.
Le bambole con cui giocavano le bambine greche, erano fatte di argilla cotta, osso o cera e raffiguravano donne adulte. Le bambine romane potevano disporre di bambole fatte di legno, di cera, d'avorio e persino d'alabastro, le quali avevano espressioni differenti; alcune sorridevano, altre piagnucolavano, proprio come le bambole moderne. Le bambole hanno sempre indossato abiti che riflettevano la moda del secolo; dal 1600 i costruttori di giocattoli iniziarono a creare le case di bambola, fornite di arredamento in miniatura ed accessori. Nel 1700 si cominciarono a costruire giocattoli semoventi e le bambole, costruite con legno, cera e cartapesta, divennero oggetti preziosi che si muovevano delicatamente, seguendo il motivetto di un carillon. Nell'ottocento le bambole ritornarono ad essere bambine, con rosee guance di porcellana. All'inizio del secolo nacquero le bambole di pannolenci, tenere sorelline delle bambole di celluloide, con gli arti mobili. Solo molto recentemente questi materiali sono stati sostituiti dalla plastica, infrangibile e lavabile, con cui vengono prodotti tutti i giocattoli moderni. Oggi molti adulti si contendono a caro prezzo le bambole antiche, che sono diventate oggetto di collezione, mentre le bambine di tutto il mondo giocano con Barbie, la bambola americana che sembra un'indossatrice. |
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De: Lelina |
Enviado: 03/05/2010 07:13 |
PER SAPERNE DI PIU´
La bambola viene generalmente considerata il giocattolo più antico della storia. Inizialmente modellate in argilla, poi costruite in legno con gli arti snodati, a metà strada tra feticcio e figura magica, le bambole nell'antichità erano destinate anche a entrare nei corredi funebri: sia accanto alle mummie egiziane sia nei sarcofagi romani.
Di pezza o legno durante il Medioevo, nel Rinascimento con il raffinarsi delle arti anche le bambole conquistano e consolidano una loro inconfondibile specificità. Nel fasto delle corti europee seicentesche le bambole, considerate doni eccentrici e oggetti di lusso, continuano a incuriosire soprattutto gli adulti e divennero le protagoniste anche di capricci "regali". Nel XVIII secolo la bambola ha ormai acquisito identità e caratteristiche che ne fanno un oggetto del tutto autonomo: legata alla moda, diviene manichino per provare le sontuose toilette, le acconciature e i gioielli delle corti regali.
Ma è l' Ottocento il secolo d'oro. Passata la Rivoluzione Francese e tramontato l'Ancien Régime, la produzione delle bambole subisce il processo di industrializzazione. E così vengono impiegati nuovi materiali, quali il biscuit e la porcellana lucida, soprattutto per la realizzazione della testa. La storia dei collezionismo di bambole nasce intorno al 1780 quando un italiano di nome Domenico Pierotti apre in Inghilterra la prima fabbrica artigianale di bambole. I pezzi prodotti da Perotti, se pur considerati unici, fanno parte di un processo produttivo seriale. Tra i primi costruttori di bambole di porcellana si ricorda anche il francese Emile Jumeau che nel 1880 produceva circa 10 mila pezzi l’anno. Il marchio jumeau è fra i più ricercati e collezionati.
La bambola diventa tra la fine dell' Ottocento e il primo decennio dei Novecento il più diffuso giocattolo, se non l'unico, delle bambine di tutto il mondo. Vengono aperte migliaia di fabbriche e si contano tanti marchi quanti quelli dell'argenteria. Dopo la dolorosa parentesi della guerra, nel 1919 a Torino la signora Elena Konig Scavino inizia a produrre bambole di stoffa con teste e mani ricoperte di un sottilissimo ferro. Diventerà famosa con il marchio Lenci. Ma è nel 1959 che un geniale collaboratore della statunitense Mattel, Ruth intuisce finalmente che la bambola non è e non deve essere per le bambine un surrogato dell'istinto materno, ma è soprattutto il desiderio di un'amica, di una sorella più grande. E’ così che nasce Barbie. Il mondo dei collezionisti si è accorto anche di lei e oggi è infatti uno dei giocattoli moderni più collezionato.
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De: Lelina |
Enviado: 03/05/2010 07:17 |
Fin dall'antichita' la donna e' stata rappresentata in figure che somigliano alle attuali bambole. Ma e' relativamente da poco tempo che la bambola ha assunto il valore di giocattolo. Da oggetto di collezione a simbolo di un consumismo che non rinuncia a trasmettere valori di una femminilita' molto domestica
Secondo molti esperti, a eccezione di una bambola di pezza scoperta a Pompei, non si puo' essere sicuri che le statuette raffiguranti figure femminili ritrovate nelle tombe egizie, etrusche e romane fossero bambole ma, probabilmente oggetti religiosi con un valore simbolico spesso legato alla donna nella sua capacita' procreativa. Una carica simbolica riscontrabile sia fra le popolazioni primitive andine che in Giappone, indipendentemente che si tratti di una figura di panno o di una esotica ceramica, e che fornisce una visione della donna archetipo, feticcio religioso o talismano propiziatorio di fertilita', abbondanza e benessere. La data di nascita della bambola giocattolo e' invece molto piu' recente, a partire da alcuni esempi di artigianato tedesco del 1500, puo' essere collocata agli inizi dell'800, quando il gioco entra a far parte del mondo infantile delle classi sociali piu' abbienti e il ricorso a materiali meno cari e piu' facili da lavorare (cartapesta, celluloide e poi plastica) ne facilitano la diffusione. Intorno al XV secolo nelle case nobiliari di tutta Europa potevano gia' ritrovarsi figure femminili in miniatura, dai ricchi abbigliamenti, rappresentazioni di una donna oggetto il cui vissuto e' una femminilita' dall'apparenza ricercata ed elegante. Ma per i loro costi non erano certamente destinate ai giochi delle bambine, perche' in realta' erano oggetti d'arte solamente da guardare, sfiorare e maneggiare con cura.
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Anche le bambole-manichino del '700, dalle dimensioni naturali di donna adulta, che venivano utilizzate nelle sartorie alla moda, avevano piu' una funzione espositiva che ludica e non possono essere considerate alla stregua di giocattoli. Allo stesso modo, le prime bambole dell'ottocento, realizzate artigianalmente a mano e quindi dal costo elevato, anche se destinate alle bambine, erano ancora oggetti da osservare e non da stringere, abbracciare e manipolare. Romperle voleva dire essere maldestri e poco attenti, degni di una punizione esemplare. In altre parole queste bambole erano destinate agli adulti e costituivano la tipizzazione di un immaginario tutto maschile di personaggi femminili delicati e raffinati, dalla pelle diafana di porcellana, dai capelli corvini e gli occhi immancabilmente chiari.
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I loro vestiti, ricchi di trine e merletti, coprivano un corpo che spesso non esisteva o era tozzo e non curato, perche' all'epoca la bambola non andava spogliata, non era previsto il cambio del vestito ne l'esplorazione delle sue forme piu' private. Al massimo le era consentito di muovere e sbattere gli occhi. Bisogna giungere agli inizi del secolo scorso per trovare una tipologia di bambole e bambolotti finalmente destinati ai piu' piccoli, con vari caratteri e dai vestiti coloratissimi. Ora le bambole possono essere cullate e strette al seno, e rappresentano modelli che hanno ancora a che fare con ideali di femminilita' e maternita' che si desidera che le bambine interiorizzino. In particolar modo quando le bambine giocano a fare le mamme, a cucinare per i figli, a portali a spasso in carrozzina. Una prospettiva domestica che diventa quasi un esercizio per prepararsi ad affrontare il destino di donna adulta. |
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Poi arriva Barbie, la prima bambola con il seno che, pur evidenziando una femminilita' emergente e una intraprendenza tutta nuova, mostra ancora una superficialita' fatta di vestiti intercambiabili, di acconciature, specchi e gioielli da indossare, e aspirazioni tradizionali fra cui spicca Ken, un muscoloso, improbabile eterno boyfriend che l'accompagna nei numerosi appuntamenti della sua vita mondana e sportiva. |
E' per questo che le femministe si scagliarono contro il tipo di donna alla Barbie, considerato alla stregua di un ostacolo al cammino della consapevolezza della donna verso una sua completa emancipazione. Una battaglia persa se si considera che Barbie e' dal 1959 la bambola piu' venduta e conosciuta in tutto il mondo. Nella sua vita e' stata, fra l'altro, hostess, dottoressa, veterinaria, attrice, infermiera, astronauta, manager. Per lei sono stati creati oltre 4800 accessori, dalle scarpe alle sedie, a un camper e perfino una bara tutta rosa. Ha avuto 14 cani, sette cavalli, due gatti, un pappagallo, un panda e un delfino. Possiede anche un abito da sposa ma non ha mai deciso il grande passo. In definitiva, non c'e' dubbio, una gran bella vita! Prepariamoci a un Natale in cui le bambole saranno ancora le protagoniste, perche' il loro segreto sta nel fatto che nelle tante variazioni e tipologie, sopravvivono nel tempo mantenendo la propria funzione di archetipo femminino inalienabile e di immancabile compagnia di giochi.
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LA VERA STORIA DI BARBIE
Nel 1936 la diciannovenne Ruthie Mosko, appena finito il liceo, si traferi' a Los Angeles in cerca di fortuna. Pochi anni dopo, insieme al suo fidanzato Isadore Helliot Handler fondava la Mattel, una societa' che avrebbe rivoluzionato l'intero mondo dei giocattoli. Alla fine degli anni '50, approfittando di una decade di boom economico e dello sviluppo della televisione per l'infanzia, l'industria del gioco ha un eccezionale sviluppo. e' il 1959 quando viene presentata Barbie, la prima bambola dalle forme esplicitamente femminili che si propone alle figlie del baby boom post-bellico con la sua carica di sogni di carriera e di successo.
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Ruth Handler
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Il nome Barbie viene da quello della figlia Barbara cosi' come quello del fidanzato Ken e' legato al vero figlio Kenneth. In un mondo degli affari dominato dagli uomini Ruth Handler impersonifica per anni il ruolo della sua creatura aprendo la strada a nuovi modelli femminili. Nel suo guardaroba capi firmati Christian Dior, Coco Chanel, Armani, Versace. Nel 1970 Ruth scopre di avere un cancro del seno e subisce una mastectomia. e' costretta a stare lontana dalla sua Azienda mentre una serie di eventi negativi e sfortunati (l'incendio del magazzino, uno sciopero dei trasporti, pressioni delle banche) la portano sull'orlo della bancarotta e della prigione. In un'intervista racconta: "quando ho creato Barbie sapevo che sarebbe stato importante per una bambina e la sua percezione del se' giocare con una bambola che avesse le tette, ora penso che sia ancora piu' importante aiutare le donne a riacquistare la propria autostima dopo che le hanno perse". Cosi' la mamma di Barbie non si rassegna e fonda una nuova societa' che produce protesi per il seno tornando a essere una delle immagini leggendarie del mito americano del successo che passa anche attraverso fasi negative e fallimentari. Cosa che non e' successa a Barbie che giunta al suo 41° anno di vita continua a essere la bambola piu' venduta nella storia del giocattolo con oltre un miliardo di pezzi.
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Clorinda Salvadori |
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De: Nando1 |
Enviado: 04/05/2010 16:01 |
Lo sapete che sono state trovate bambole che hanno migliaia di anni? Certamente non sono di plastica o di gomma, non parlano, non camminano e non piangono. Sono invece di legno, osso, avorio o terracotta.
A Mursia, ad esempio, nell'isola di Pantelleria è stata trovata la testa in pietra di una bambolina che pare risalga all'Età del Bronzo. Insieme ad essa c'era un servizio di pentole in terracotta.
Già le bambine dell'antica Grecia giocavano con una specie di Barbie, che raffigurava una donna giovane vestita alla moda.
Anche ai tempi dell'antica Roma la bambola era il giocattolo preferito dalle bambine.
Nel XVII secolo qualcuno pensò di far spendere più soldi a mamma e papà e così costruì le casette delle bambole. Queste, intanto, iniziarono ad essere realizzate anche di cartapesta, che costava pochissimo. Qualcun altro poi inventò le bambole di porcellana che si muovevano .
Ma non tutti avevano i soldini per comprarle, così le facevano di pezza. Le possiamo chiamare anche pigotte e oggi sono usate dall'UNICEF per raccogliere fondi per i bambini poveri.
Poi iniziarono a essere usati nuovi materiali, come ad esempio il composition, fatto con segatura, stracci e colla. Il problema era che i topi ne andavano ghiotti.
Nella storia sono esistiti moltissimi modelli di bambola.
Le Frozen Charlotte, realizzate in porcellana, furono create in Germania nel 1850. Erano molto piccole ed ebbero successo anche perché costavano poco, quindi. Si rifacevano ad una vecchia canzone, in cui si raccontava di una fanciulla morta di freddo per non aver voluto ascoltare le parole della mamma, che le aveva raccomandato di coprirsi prima di uscire.
La Principessa Alice risale allo stesso periodo.
Patsy fu una bambola americana del 1912, oggi molto ricercata.
Bluette era francese e fu molto amata, venne infatti prodotta dal 1905 fino al 1960. Famosi erano i suoi grandi occhi blu e i suoi vestiti.
Le Paper doll furono delle bambole di cartone munite di corredo. A volte furono raffigurate anche donne famose, come ad esempio Maria Taglione, una ballerina degli anni '30.
Altra bambola francese della prima metà del '900 fu Becassine, che rappresentava una governate ed aveva già molti accessori.
Un tempo con le bambole ci "giocavano" le mamme! Rappresentavano infatti delle signorine vestite all'ultima moda. A quei tempi non c'erano le sfilate, né esistevano le vetrine con i manichini. Le bambole di moda perciò vennero usate dal rinascimento alla rivoluzione francese.
Alcune erano chiamate Pandora e in caso di conflitti venivano addirittura provviste di lasciapassare, perchè le signore non volevano saperne delle guerre, volevano le loro bambole e basta. E immaginiamo che ricattassero i loro mariti ufficiali…
Poi Madame Eloffe inventò una bambola a grandezza naturale, il manichino, e le bambole di moda furono abbandonate. Ma per le bambine le bambole e i bambolotti mantennero sempre il loro fascino.
La prima azienda italiana di bambole fu la Furga, che iniziò la sua attività nel 1870. Molti ancora si ricordano di Poldina, Nanà e altri bambolotti.
Non passò molto tempo e furono costruite anche le bambole che parlavano e cantavano. Lo sapete che il fonografo di Edison ebbe successo grazie ad una bambola? Nessuno infatti aveva capito all'inizio a cosa potesse servire, fino a quando, grazie all'idea geniale di William W.Jacques, ne venne inserito uno in una bambola tedesca del 1889!
Nel XIX secolo molti Giapponesi emigrarono negli Stati Uniti, ma, come avviene ancora oggi in diverse parti del mondo, ci furono molti problemi. Nel 1926 Sidney Gulick ebbe allora l'idea di educare i bambini e fece in modo che i due paesi si scambiassero migliaia di bambole con messaggi di amicizia destinate ai più piccoli.
Nel 1959, grazie a Ruthie Mosko, fondatrice della Mattel, arrivò Barbie, con tutti i suoi vestitini e tutti i suoi accessori.
Molte bambole oggi sono quasi dei robot, in grado di fare, grazie ai microchip, un sacco di cose. Ma il fascino delle bambole antiche che molte persone oggi collezionano è tutto un'altra cosa…
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