Maltempo ancora con questa pioggia che lenta cade da giorni e inesorabilmente fa da padrona in giornate come queste.Ogni volta il quadro della situazione è una visione triste Basta una pioggia per poi sentire disordini e morti. Ma non è colpa della natura ma soltanto di chi continua a fare delle nostre città ammassi di cemento e dei parchi sempre più grandi centri commerciali.. Anni fa gli "spazzini" giravano per le vie e pulivano tombini e strade ora una macchina elettrica fa un giro turistico schivando le auto parcheggiate forse è il caso di mettersi un comodo paio di scarpe e muniti di scope di saggina prodigarsi per una pulita mirata a non far si che dopo due giorni di pioggia i tombini intasati innondino le vie delle nostre città Sembra fantascienza ora incontrare un operatore ecologico nelle nostre strade Non oso pensare quando al posto della pioggia inizierà a cadere la neve come è successo abbondante l'anno scorso allora si che si paralizza completamente Senza polemizzare "me ne guardo bene" non fa parte di me spero solo che presto esca il sole per quelle famiglie che hanno la casa piena di fango e acqua e stanno cercando di salvare il possibile con semplici scope, stracci e bacinelle
pioggia...pioggia...pioggia
...Costrettte a stare in stalla all' asciutto... una sbirciatina fuori sperando che il tempo bello ritorni presto!!!
Un motivo ricorre nelle tradizioni popolari della festa dei morti: la credenza che in questo giorno i cari scomparsi tornino a farci visita sulla terra. Per questa ragione, i riti di commemorazione hanno assunto in tutta Italia significati e finalità simili: accogliere, confortare, placare le anime degli avi defunti. Se è vero che oggi il culto popolare commemora i defunti attraverso il suffragio e la preghiera, è vero anche che molte delle antiche usanze vivono ancora.
Una suggestiva poesia del Pascoli, La tovaglia, rende in modo tenero e suggestivo la sensazione della presenza dei cari scomparsi in casa:
"Entrano, ansimano muti:
ognuno è tanto mai stanco!
e si fermano seduti
la notte, intorno a quel bianco.
Stanno li sino a domani
col capo tra le mani,
senza che nulla si senta
sotto la lampada spenta."
In alcune zone della Lombardia, la notte tra l'1 e il 2 novembre si suole ancora mettere in cucina un vaso di acqua fresca perché i morti possano dissetarsi.
In Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d'acqua e un po' di pane.
Nel Veneto, per scongiurare la tristezza, nel giorno dei morti gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto con dentro fave in pasta frolla colorata, i cosiddetti "Ossi da Morti".
In Trentino le campane suonano per molte ore a chiamare le anime che si dice si radunino intorno alle case a spiare alle finestre. Per questo, anche qui, la tavola si lascia apparecchiata e il focolare resta acceso durante la notte.
Anche in Piemonte e in Val D'Aosta le famiglie lasciano la tavola imbandita e si recano a far visita al cimitero. I valdostani credono che dimenticare questa abitudine significhi provocare tra le anime un fragoroso tzarivàri (baccano).
Nelle campagne cremonesi ci si alza presto la mattina e si rassettano subito i letti affinché le anime dei cari possano trovarvi riposo. Si va poi per le case a raccogliere pane e farina con cui si confezionano i tipici dolci detti "ossa dei morti".
In Liguria la tradizione vuole che il giorno dei morti si preparino i "bacilli" (fave secche) e i "balletti" (castagne bollite). Tanti anni fa, alla vigilia del giorno dedicato ai morti i bambini si recavano di casa in casa per ricevere il "ben dei morti" (fave, castagne e fichi secchi), poi dicevano le preghiere e i nonni raccontavano storie e leggende paurose.
In Umbria si producono tipici dolcetti devozionali a forma di fave, detti "Stinchetti dei Morti", che si consumano da antichissimo tempo nella ricorrenza dei defunti quasi a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire le carezze dei cari che non ci sono più. Sempre in Umbria si svolge ancora oggi la Fiera dei Morti, una sorta di rituale che simboleggia i cicli della vita.
In Abruzzo, oltre all'usanza di lasciare il tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano dei lumini accesi alla finestra, tanti quante sono le anime care, e i bimbi si mandano a dormire con un cartoccio di fave dolci e confetti come simbolo di legame tra le generazioni passate e quelle presenti.
A Roma la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si consumasse il pasto accanto alla tomba di un parente per tenergli compagnia. Altra tradizione romana era una suggestiva cerimonia di suffragio per le anime che avevano trovato la morte nel Tevere. Al calar della sera si andava sulle sponde del fiume al lume delle torce e si celebrava il rito.
In Sicilia il 2 novembre è una festa particolarmente gioiosa per i bambini. Infatti vien fatto loro credere che, se sono stati buoni e hanno pregato per le anime care, i morti torneranno a portar loro dei doni. Quando i fanciulli sono a dormire, i genitori preparano i tradizionali "pupi di zuccaro" (bambole di zucchero), con castagne, cioccolatini e monetine e li nascondono. Al mattino i bimbi iniziano la ricerca, convinti che durante la notte i morti siano usciti dalle tombe per portare i regali.
In Sardegna la mattina del 2 novembre i ragazzi si recano per le piazze e di porta in porta per chiedere delle offerte e ricevono in dono pane fatto in casa, fichi secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci. La sera della vigilia anche qui si accendono i lumini e si lasciano la tavola apparecchiata e le credenze aperte.
TORRONE MORBIDO DEI MORTI
Ingredienti:
- 300 g di cioccolato fondete per la copertura
- 300 g di cioccolato bianco
- 300 g di crema alba o crema di cioccolato bianco (la trovate nei negozi che vendono articoli per fare dolci in casa)
- 250 g di nocciole intere
- pasta del gusto che preferite (io ho usato la nocciola)
p.s. nei torroni al cioccolato o al gianduia potete sostituire la crema alba con la nutella.
Procedimento:
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente e versatene un po' in uno stampo da plumcake (potete utilizzare anche quelli in alluminio usa e getta) rivestite bene tutte le pareti dello stampo col cioccolato, aiutandovi magari con un pennello da cucina. Mettete lo stampo in frigo per qualche minuto in maniera che il cioccolato si solidifichi e ripetete l'operazione per altre 2 volte, in modo da ottenere un bello spessore (conservate un po' di cioccolato per ricoprire la parte superiore del torrone una volta finito).
Ora sciogliete a bagnomaria il cioccolato bianco, aggiungete la crema alba, la pasta di nocciole (io ne ho messi 100 g) e le nocciole intere, mescolate per amalgamare il tutto e versate nello stampo che avete rivestito col cioccolato fondente.
(L'altro torrone l'ho fatto a gianduia sostituendo la crema alba con la nutella)
Riponete in frigo per almeno 2 ore, dopodichè tirate fuori lo stampo e col restante cioccolato fondente ricoprite la parte superiore del torrone, che capovolgendolo diventerà la base del torrone.
Rimettete in frigo ancora per 1 ora, dopodichè sformate il vostro torrone e buon appetito!
Fonte Web.
in Toscana, le ricorrenze dei morti e dei santi sono molto sentite e per questo motivo la produzione di questo dolce è molto intensa e di grande tradizione, tanto che si può affermare che il pan dei morti, sia diventato anche un dolce tipico toscano.