Luce e incanto dall’estremo Nord
Dall’Islanda alla Groenlandia, dall’albergo su ghiaccio della Lapponia svedese ai rigori dell’Alaska, le mete ideali per ammirare l’aurora boreale
Un viaggio per gli amanti del freddo, per chi non teme temperature polari e si decide ad affrontarle per riempirsi gli occhi di uno spettacolo unico. Secondo la tradizione nordica sono i riflessi sulle armature scintillanti delle valchirie a produrre gli archi di luce dell’aurora boreale, secondo gli inuit sono gli spiriti dei bambini morti di morte violenta, la leggenda eschimese vuole che siano fantasmi intenti a giocare a palla con un teschio di tricheco. Poi c’è anche una spiegazione scientifica che ha a che fare con tempeste solari ed elettromagnetismo, ma nulla toglie alla poesia dei lampi di luce multicolore che si rincorrono su paesaggi innevati. Uno di quegli eventi da segnare nella lista delle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Benvenuti, allora, nel mondo ovattato e affascinante delle “northern lights”, che si possono ammirare al meglio in prossimità del polo geomagnetico (non di quello geografico) della terra, e quindi, per quanto riguarda l’emisfero Nord, tra il 65mo e il 72mo parallelo di latitudine, tra ottobre e marzo.
Il festival dell’aurora. Dal 28 gennaio al 5 febbraio 2011 è il momento giusto per andare a Tromso, in Norvegia: in quei giorni si svolgerà il Northern light festival, che celebra, appunto, le luci dell’aurora boreale nella lunga notte artica. Splendidamente poggiata su una baia sovrastata da monti, Tromso stessa è la città più grande del circolo polare, ma allo stesso tempo viene lambita dalla Corrente del Golfo, il che rende le temperature più miti che altrove. Il festival, che accoglie ogni genere di musica, richiama visitatori da tutto il Nordeuropa, ma per godersi il meglio dell’aurora boreale conviene allontanarsi dalle luci della città in festa: sul posto si trovano tante agenzie che offrono piccoli tour notturni, con partenza nel tardo pomeriggio. Direzione: l’aperta campagna, dove il cielo scuro mette in risalto al meglio i lampi di luce colorata dell’aurora, ancora più evidenti nelle notti senza luna.
Camping polare. L’Islanda è una delle mete più richieste, e già da settembre i tour operator mettono a disposizione pacchetti speciali per osservare l’aurora boreale nel periodo tra novembre e marzo. Si può volare in Islanda con la Icelandair da Milano a Reykjavik e poi affidarsi al fai da te contattando le agenzie locali, oppure lanciarsi in un viaggio ancora più avventuroso con la Borea Adventures. Questa agenzia organizza il “Northern lights winter camp”, 6 giorni sui fiordi occidentali spostandosi con sci e rampini di giorno e dormendo sotto le stelle la notte – con ottime probabilità di godere dell’autora boreale da una posizione privilegiata, circondati dai ghiacci e lontani da qualsiasi forma di civiltà. Bisogna aver voglia di mettersi alla prova, ma è un viaggio adatto anche ai principianti, dato che comprende lezioni di sci nordico e sopravvivenza sulla neve.
Dormire tra i ghiacci. Il loro motto è “Se l’aurora boreale non viene da voi, vi ci portiamo noi”. L’Icehotel di Jukkasjärvi, nella Lapponia Svedese, è uno dei punti migliori per l’osservazione di questo affascinante fenomeno atmosferico. Ogni notte lo staff organizza tour verso gli spot più adatti, scegliendo l’itinerario in base alle previsioni atmosferiche e ai dati dello Swedish Institute of Space Physics. Il risultato non è garantito al 100%, ma le probabilità sono ottime. E il tour è solo una parte dell’emozione: all’Icehotel, come dice il nome stesso, si dorme in stanze scolpite nel ghiaccio (con una temperatura tra i -5 e i -8 gradi), che vengono costruite ogni anno nei mesi più freddi, e sono abitabili tra dicembre e marzo. Ma subito intorno all’hotel ci sono anche sistemazioni riscaldate, per chi non se la sente di affrontare i rigori della notte polare avvolto in un sacco a pelo. L’ideale, consigliano all’Icehotel, è passare una notte nelle stanze di ghiaccio, e il resto del soggiorno in uno chalet: alcuni hanno il tetto a vetrata – con la notte artica si dorme bene lo stesso – per ammirare le stelle e, con un po’ di fortuna, anche l’aurora boreale.
Into the wild. Dopo l’uscita dell’omonimo film nel 2007, l’Alaska sta diventato una meta di richiamo per il turismo, anche se di nicchia. A Fairbanks (attenzione, è il secondo luogo più freddo dell’emisfero nord, si arriva a -55) e nei dintorni abbondano tour di ogni genere per avvistare le luci dell’aurora: si può scegliere tra la motoslitta, la slitta trainata dai cani, una notte in igloo, addirittura un piccolo aereo privato per vedere lo spettacolo da una posizione privilegiata. Ma non ci sono solo tour selvaggi e avventurosi, l’Alaska offre lo spettacolo dell’aurora anche a pigri e freddolosi. Al Chena Hot Springs Resort di Fairbanks iente notti all’addiaccio e temperature polari: il personale dell’hotel vi sveglierà con una telefonata al manifestarsi delle prime luci, che potrete osservare comodamente dall’Aurorium, uno chalet riscaldato con il tetto a vetrata.
Corsa all’oro. Per godersi lo spettacolo dell’aurora boreale nelle zone più selvagge del Canada, la via più facile e divertente è affidarsi a un tour operator con pacchetti completi per vivere le emozioni e le atmosfere dei cercatori d’oro dello Yukon. Si va da un pacchetto basic da 2, 3, o 4 giorni che comprende gite notturne in tenda e spuntini di mezzanotte per avvistare le luci nel cielo lontano dai centri abitati, a offerte più articolate: l’osservazione dell’aurora si unisce ad eventi caratteristici come la Yukon Quest, celebre corsa di cani da slitta, o il Sourdough Rendezvous, una serie di competizioni a carattere boscaiolo, come in un romanzo di Jack London. Decisamente più rock è l’abbinamento con il Frostbite Music Festival, uno degli eventi musicali più importanti dello stato, nato nel 1979, che vede esibirsi anche importanti artisti internazionali.
Il veliero tra i fiordi. Si chiama Noorderlicht, luce del nord, che è anche il nome con cui è affettuosamente chiamata l’aurora boreale nelle lande che la guardano dal basso. è un veliero dei primi del Novecento, con la chiglia rinforzata per farsi largo nel mar Baltico (anche se non è una rompighiaccio), e naviga tra i fiordi con i tour della Oceanwide Expeditions, specializzata in crociere polari (anche in Antartide). Uno dei loro itinerari è stato studiato proprio per osservare l’aurora boreale dal ponte di questo due alberi olandese, conun costo di 1300 euro a persona tutto compreso (a parte il viaggio dall’Italia). Si parte da Lodingen, Norvegia, per una crociera che va a toccare luoghi fuori dai circuiti tradizionali del turismo: dal paesino natale del premio Nobel per la letteratura Knut Hamsun alla città di Svolvær, sulle isole Lofoten, nota per una vita notturna insolitamente vivace. Tra visite a fabbriche di lavorazione del merluzzo, gite al faro e passeggiate tra le colline, si procede con la navigazione per sette giorni. E la notte è dedicata all’osservazione, per vedere dal mare lo spettacolo delle luci che si rincorrono nei cieli polari.
Aurora garantita. Trecento giorni l’anno di cieli sereni fanno della Groenlandia il paradiso dei “cacciatori di luci”. L’aurora boreale si verifica infatti in tutte le stagioni, ma attenzione: in estate è difficile se non impossibile osservarla per via del “sole di mezzanotte” (altro evento che vale un viaggio a sé). Basta prepararsi ad affrontare temperatura con una media di -20° e una vita spartana: il luogo migliore è infatti il piccolo villaggio di Kangerlussuaq, dove si trova anche una stazione meteorologica che studia proprio questi fenomeni atmosferici. Le sistemazioni sono decisamente essenziali: si va dal Polar Lodge, una sorta di residence con possibilità di usare la cucina comune, all’Old Camp, un vero e proprio ostello. E durante l’estate si può piantare la tenda al Camp Site, basta avere l’attrezzatura adeguata. Qualche comfort in più all’Hotel Kangerlussuaq, un tre stelle con alcune suite dotate di idromassaggio – ma la sistemazione standard è la stanza con bagno in comune. Si trova a un passo dalla pista di atterraggio del piccolo aeroporto, che rende questo villaggio la via d’accesso migliore per esplorare la Groenlandia.