(a cura di Cenzino Mussa)
Quella sera del 29 gennaio 1951 mezza Italia è a letto con l'influenza. Anche Adionilla Pizzi, detta Nilla, sente la febbre che arriva e teme per la gola. "Grazie dei fiori" l'ha provata una sola volta, il giorno prima. Adionilla ha più di trent'anni (Sant'Agata Bolognese, classe 1919), non fuma,non beve, ha soltanto il vizio delle tagliatelle. Ma è robusta anche dentro: non conosce nè paura nè emozioni. La sua voce è definita "materna e sconvolgente". Certo, lei è diversa da certe rivali bamboleggianti...
Il Festival nasce di lunedì, serata fiacca al casinò, da riempire con una rassegna di canzonette. Nel Salone delle feste la Pizzi, Togliani e le gemelle Fasano si esibiscono con un sottofondo di posate e di bicchieri. Il biglietto di ingresso dà diritto alla cena. Alla radio, la serata conclusiva del 31 gennaio, viene trasmessa, dalle 22 alle 23,30, alla radio.
Il Festival inizia così:"Signore e signori benvenuti al casinò per un'eccezionale serata organizzata dalla Rai...Premieremo, tra le 240 composizioni inviate da altrettanti autori italiani, la più bella canzone dell'anno".
La sera del 31 gennaio vengono eseguite venti canzoni, selezionate da una speciale commissione presieduta dal maestro Razzi. Alla fine, in un vassoio che passa tra i tavoli, i partecipanti al cenone posano la scheda con il voto. Vince "Grazie dei fiori"(venderà 36mila dischi), ma Nilla è furente: voleva un fascio di rose rosse per presentarsi in scena e ha ottenuto solo quattro garofani spelacchiati.