Ha un problema congenito alle articolazioni inferiori: le sue gambe non riescono a svilupparsi come il resto del corpo. Piccole, magre e fragili. Tutto il contrario di Alyssia che, posta davanti ad un bivio, ha dovuto prendere una decisione difficilissima, una decisione che condizionerà la sua vita per sempre.
I medici le hanno spiegato le due alternative: continuare così, sopportando dolori strazianti, costrettta ad entrare e ad uscire dalla sala operatoria nel tentativo di trovare una panacea che ancora non esiste, oppure amputare la gamba sinistra, da sempre quella più delicata. Alyssia ha scelto, meglio una vita difficile, che una vita trascorsa in ospedale. Alyssia ha scelto l’amputazione. Ma ha posto una condizione. Quella di poter giocare l’ultima partita di basket con la maglia della sua scuola, con le compagne di sempre e le amiche dei suoi 12 anni.
Il suo sogno si è avverato. Nonostante i pareri contrari di medici, allenatore e familiari, Alyssia ha giocato nella partita contro la Zeeland West Middle School sotto lo sguardo attento dell’obiettivo della telecamera del nonno. Un desiderio espresso dalla stessa ragazzina che si augura che un giorno i suoi figli “possano vedere la loro mamma correre e giocare con entrambe le gambe”.