ROMA - Dal prossimo 15 aprile oltre quattromila farmaci generici fuori brevetto subiranno un abbattimento del prezzo di listino fino al 40%. Con un conseguente risparmio per i cittadini ma anche per le casse dello Stato, che secondo le prime stime dovrebbe risparmiare 830 milioni di euro l'anno e circa 625 milioni di euro solo per il 2011. Come era nelle previsioni l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha infatti reso noto e pubblicato sul suo sito internet la cosiddetta 'lista trasparenzà, che contiene l'elenco dei nuovi prezzi di riferimento dei farmaci equivalenti fuori brevetto. Si tratta di una lista di 4189 farmaci il cui prezzo è stato ridotto, così come previsto dalla manovra estiva 2010, sulla base del confronto con i prezzi vigenti in altri Paesi europei, UK, Germania, Francia e Spagna.
«Tale lista - spiega l'Aifa - riporta i prezzi di riferimento che saranno vigenti a partire dal 15 aprile 2011, comprensivi della riduzione prevista ai sensi della determinazione Aifa del 3 luglio 2006, dell'ulteriore riduzione del 5% ai sensi della determinazione Aifa del 27 settembre 2006, dell'art.9 comma 1, della Legge 28 febbraio 2008, n.31». Una decisione, quella proveniente dal Consiglio di amministrazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco, che per una volta ha visto industrie e farmacie dalla stessa parte, quella
della protesta. Se infatti Farmindustria aveva nei giorni scorsi lanciato l'allarme sul rischio di perdere, con questa manovra, quasi 10mila posti di lavoro, non meno critica era stata la posizione di Federfarma, che aveva visto nell'imminente taglio dei prezzi di riferimento dei generici fuori brevetto un vero e proprio attacco alla redditività delle farmacie.
«Con lo scopo di migliorare la sostenibilità della manovra per le aziende farmaceutiche coinvolte nel provvedimento - ha spiegato l'Aifa in una nota metodologica che accompagna la lista dei farmaci -
è stata definita una soglia massima del 40% di abbattimento del prezzo attuale di riferimento e un limite minimo, pari ad un prezzo di riferimento di 2 euro, quale soglia per identificare i prodotti cui non dovesse essere applicata una riduzione di prezzo».