|
De: solidea (Mensaje original) |
Enviado: 20/07/2011 12:45 |
"Piccoli eroi"
"Piccolo eroe" vuol dire saper sempre ubbidire; sempre, anche quando il sì è sacrificio. "Piccolo eroe" vuol dire saper sempre seguire la voce del dovere, anche quando il dover non è piacere. "Piccolo eroe" vuol dire pensare agli altri prima ed a sè poi; non litigare come fate voi, col vicino di banco, il fratellino, per un morso di mela, un foglio, un pennino. "Piccolo eroe" vuol dire essere soldato: ubbidir pronto e lieto a tutto ciò che viene comandato. Quanti dunque tra voi sono piccoli eroi?
Hedda
|
|
|
|
Primer
Anterior
2 a 4 de 4
Siguiente
Último
|
|
De: Lelina |
Enviado: 20/07/2011 22:00 |
Una bella e significativa poesia, grazie Lucia, per avercela fatta conoscere.
Prima era un'epoca diversa e s'insegnava a fare del bene, ubbidire, amare e rispettare, cosa che pochissimi fanno oggi in quest'epoca fatta di egoismo ed arrivismo...
Prima si aveva poco o niente, ma si era felici e rispettosi, oggi si ha tutto e manca l'amore...
Lely |
|
|
|
De: Marika |
Enviado: 22/07/2011 04:24 |
Prima i ragazzi ricevevano una buona educazione direi spartana già dalla famiglia e il rispetto era alla base di tutto, i ragazzi erano timorati e ubbidienti.
Oggi le famiglie sono molto permissive e il valore educativo della scuola è poco considerato, spesso i genitori difendono a spada tratta i figli andando spesso contro gli educatori... e così che nasce il bullismo e il non rispetto né per i compagni e né per chi educa.
Insomma siamo agli estremi opposti dell'educazione di prima e così non va bene, per i ragazzi ci vuole amore e timore come diceva un vecchio adagio, in modo che acquisiscano le basi di un vivere sociale educato e corretto...
Un bacio Marika |
|
|
|
De: Marika |
Enviado: 22/07/2011 04:34 |
La scuola di ieri e di oggi
La scuola si affianca ad organizzazioni educative, cioè l’educazione delle persone alla trasmissione del patrimonio culturale dei giovani. La scuola è una grande organizzazione che svolge ruoli diversi, più di undicimila persone tra i tre e i sessant’anni la frequentano. I compiti sono molti e si dividono in due funzioni: socializzazione , cioè l’insegnamento di valori, norme, conoscenze, capacità, linguaggi, nei quali i nuovi studenti diventano membri della società, e selezione, cioè fare in modo che gli alunni con determinate capacità possono essere preparati ad un lavoro adeguato. La scuola è essenziale, perché soddisfa le esigenze per la vita delle persone della nazione. In Italia l’articolo 34 della Costituzione dice che : “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferire, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
La scuola di ieri
Una volta nelle scuole c’era un unico insegnante e una sola aula. Gli scolari si riunivano attorno al camino per stare al caldo, oggi ci sono i termosifoni e gli studenti sono divisi per classi con vari insegnanti. Il pavimento di legno scricchiolava e i bambini sedevano tre o quattro nello stesso banco, le maestre erano più severe di quelle attuali. Al tempo dei nostri nonni si scriveva con il pennino che veniva intinto nell’inchiostro del calamaio. Dalla seconda guerra Mondiale gli analfabeti erano il 13% della popolazione e il 46,3% non avevano terminato le elementari. Meno di 50 anni fa l’Italia aveva uno scarso sviluppo economico e arretratezza culturale; agli inizi del ‘ 900 metà della popolazione non sapeva leggere e scrivere. L’istruzione di massa era assai lenta, nel 1921 il 31% era analfabeta. Nel 1962 la scuola diventa obbligatoria fino a 14 anni. Agli inizi degli anni ’70 i ¾ della popolazione possedeva la licenza elementare. Nel 1944 poco più di un italiano su quattro aveva concluso un corso di studi secondario superiore. La scuola elementare ha per fine “la formazione dell’uomo e del cittadino nel quadro dei principi affermati dalla costituzione”, si ispira “ alle dichiarazioni internazionali dei diritti dell’uomo e del ragazzo” per realizzare “la promozione della prima alfabetizzazione Culturale”.
La scuola di oggi
L’organizzazione didattica, è la divisione in due cicli (legge del 1957 ): il primo comprende la prima e seconda classe, il secondo le classi successive. I programmi comprendono queste materie: lingua italiana; lingua straniera ( a partire dal secondo anno); matematica; scienze; storia- geografia- studi sociali; religione; educazione all’immagine; educazione al suono e alla musica; educazione motoria. L’orario didattico è di 27 ore, oppure 30 ore quando viene aggiunta la lingua straniera e nelle classi a tempo pieno, l’orario è di 40 ore che dura cinque giorni. I criteri di valutazione mirano alla verifica dei livelli di crescita individuali e collettivi alle conoscenze dell’abilità, alle disponibilità ad apprendere, alla maturazione del senso di sé. Al termine di ogni quadrimestre la scheda personale ( un documento scritto) viene consegnata ai genitori. Dall’anno scolastico 1978-’79 sono stati aboliti i voti numerici e gli esami di riparazione. La scheda di valutazione mostra le qualità, le personalità e la motivazione allo studio dell’alunno. Alla fine per rendere comprensibili le valutazioni, si utilizzano i seguenti giudizi: ottimo, distinto, buono, sufficiente, non sufficiente. La decisione del passaggio dell’alunno alle classi successive è di competenza del gruppo docente, invece la ripetenza per i casi eccezionali. Quando l’alunno passa alle scuole Medie, le Elementari consegnano un fascicolo ( alle Medie) con tutte la documentazioni informative e valutative dello studente. La legge numero 148 del 1990 ha capovolto l’intero ordinamento (dal 1928) modificando la responsabilità dell’insegnamento delle materie con un insegnamento di gruppo. Un “gruppo di insegnanti” è formato da tre docenti e dagli insegnanti di religione e lingua straniera. Dai tre insegnanti il primo è responsabile delle materie letterarie, il secondo di quelle scientifiche e matematiche e il terzo dello studio delle scienze umane.
Il tempo pieno
La scuola a tempo pieno è basata su una coppia di insegnanti (operate in una sola classe) divisi in due ambienti con diverse forme di apertura delle classi, di attivazione di laboratori,di specializzazione degli insegnanti. Alla fine degli anni '60 la scuola viene accusata di non ascoltare le esigenze degli studenti. Per la prima volta i ceti inferiori si radunarono in massa alla scuola media.Le condizioni delle famiglie influenzarono l'accesso e successo degli studenti della scuola e che doveva assumersi il compito di rimediareallo svantaggio di partenza. All'inizio di questo secolo fu creato un ente pubblico, il PatronatoScolastico, che fornì gratuitamente agli alunni poveri libri, cancelleria, indumenti, medicinali a rifezione scolastica, fino alla sua eliminazione nel1976 . La legge di riforma, dal 1962, prevede che il dopo scuola sia facoltativo per la scuola media ed elementare: per la scuola elementare a carico del Comune per le medie del Patronato Scolastico. Per attuare il tempo pieno come " scuola integrata", bisogna avere invocazioni metodologiche, strutture ed attrezzature adeguate, ampi spazi, aule-laboratorio, aule-ricerca, palestre, servizi trasporto e mensa, collaborazione e partecipazione delle famiglie, supporto degli enti locali. Un cambiamento importante in questa direzione è stato avviato dalla legge N° 820 del 1971 che ha aggiunto il tempo pieno nelle scuole elementare: quaranta ore settimanali.L'articolo 8 della legge n° 148 prevede che oltre al tempo pieno ci sia anche il tempo lungo, che significa la permanenza a scuola fino a trentasette ore settimanali. Dal web |
|
|
Primer
Anterior
2 a 4 de 4
Siguiente
Último
|