Vissuto tra il 1792 e il 1822, Shelley subì l’influsso degli ultimi bagliori dell’illuministica Dea Ragione, ma ancor più sentì il possente fascino dell’Immaginazione, la nuova divinità dei Romantici. Affermò, pertanto, che la poesia è espressione del potere creativo dell’immaginazione e il poeta è “come un usignolo che canta nell’oscurità per alleviare la sua solitudine con dolci suoni”.
La nuvola è una creatura, mutevole e capricciosa, che canta la libera gioia dei suoi fantastici viaggi celesti e delle sue trasformazioni: dona un’ombra leggera alle foglie immobili nei loro sogni meridiani o la pioggia ai fiori assetati, si tramuta in furia minacciosa come grandine che di nuovo poi essa dissolve in pioggia, ridendo nel fragore del tuono.........
Percy Bysshe Shelley
BUONA GIORNATA