"A Zacinto"
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo
fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar
da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo
sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito
verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui
bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non
altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi
prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
Ugo
Foscolo
BUON GIORNO
E
BUON FINE SETTIMANA
AMICI
La
natura ci spinge a sognare ci sorprende con le sue bellezze...lei stessa in
tutta la sua bellezza e' un sogno!!e come si fa a non sognare una bellezza della
natura ? ....
Teo
Simone
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