Página principal  |  Contacto  

Correo electrónico:

Contraseña:

Registrarse ahora!

¿Has olvidado tu contraseña?

UN SORRISO PER TUTTI
 
Novedades
  Únete ahora
  Panel de mensajes 
  Galería de imágenes 
 Archivos y documentos 
 Encuestas y Test 
  Lista de Participantes
  
 ◄ ISCRIZIONE AL GRUPPO 
 ___CHAT___ 
 INDICE BACHECHE 
 ◄ BENVENUTO/A 
 GENERALE 
 " TUTTI I MESSAGGI " 
 ۞۞۞۞۞۞۞۞۞۞۞۞۞ 
  
 ◄◄◄ CHAT 
 ◄ ACCADDE OGGI 
 ◄ OROSCOPO DEL GIORNO 
 ◄ MESSAGGIAMOCI 
 ◄ AIUTO PC 
 ◄ AMORE 
 ◄ AUGURI 
 ◄ CONSIGLI & CURIOSITA´ 
 ◄ ATTUALITA´ 
 ◄ ARTE DI RAIOLUAR 
 ◄ GRAFICA DI ROM* 
 ◄ IL LOTTO DI NANDO 
 ◄ INDIANI D´ AMERICA 
 ◄ RICORDI & FOTO DI GIANPI 
 ◄ UMORISMO 
 ◄ MUSICA ANNI 60 / 70 ♫♪♫ 
 ◄GRUPPI MINORI ANNI 60-70 
  
 ◄ POESIE ISCRITTI 
 ◄ POESIE CLELIA ( Lelina ) 
 ◄ Clelia ♦ RACCONTI ♦ 
 ◄ POESIE & ALTRO NADIA 
 ◄POESIE DI NIKI 
 ◄ POESIE PREDILETTA 
 ◄ POESIE QUATTROMORI 
 ◄ POESIE TONY KOSPAN 
 ◄ ROBYLORD ♥ 
  
 OMAGGIO A KAROL 
 ◄ RICORDANDO EL CID 
 ◄ LEZIONI DI POESIA 
 ◄ SEZIONE SVAGO 
 ◄MATERIALI DA USARE► 
 ◄ CUCINA ITALIANA 
 __________________________ 
 Home Home 
  
 
 
  Herramientas
 
◄ ATTUALITA´: Nati oggi
Elegir otro panel de mensajes
Tema anterior  Tema siguiente
Respuesta  Mensaje 1 de 32 en el tema 
De: solidea  (Mensaje original) Enviado: 07/07/2011 07:07


 
 
 

Fu ministro delle finanze nei governi Rattazzi, La Marmora e Lanza. Fu inoltre il primo alpinista italiano a raggiungere la vetta del Monviso (1863) fondando nello stesso anno il C.A.I. (Club Alpino Italiano). Ricoprì anche la carica di presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Dopo essersi laureato a vent'anni in ingegneria idraulica ed essere entrato nel Regio Corpo delle miniere si specializzò a Parigi  in particolar modo sugli studi cristallografici. Rientrato a Torino, Sella insegnò geometria all'Istituto Tecnico. Fu tra il 1854 e il 1861 che concentrò le sue energie nello studio della cristallografia sia teorica sia morfologica. Quintino Sella, con il volume Sui principi geometrici del disegno e specialmente dell'axonometria, diede sistematizzazione alla rappresentazione degli oggetti mediante l'assonometria. Un'altra sua opera fondamentale fu Teorica e pratica del regolo calcolatore del 1859 che contribuì moltissimo alla diffusione dei nuovi strumenti di calcolo in Italia. Mentre era intento al riordino e all'ampliamento della collezione di minerali provenienti da miniere e cave degli Stati del Regno di Sardegna, giunse all'invenzione della cernitrice elettromagnetica per separare i minerali di rame dalla magnetite. Dimessosi nel 1860, per motivi politici, dalla cattedra di mineralogia , fu in seguito tra i protagonisti politici del neonato stato italiano, in particolare nel ruolo di intransigente ministro delle finanze e, nel 1870, battendosi per la conquista di Roma, come capitale del nuovo regno. Ricoprendo la carica di ministro delle Finanze si impegnò a fondo nel pareggio del bilancio statale (lui stesso definì la sua politica una economia fino all'osso), arrivando a privatizzare molti degli enti pubblici e degli immobili appartenuti alla Chiesa, ma soprattutto imponendo nuove imposte o inasprendone altre, tra le quali l'impopolare tassa sul macinato. Fu il ministro che volle dare la concessione dei cantieri navali San Rocco di Livorno alla famiglia Orlando, interrompendo il flusso di perdite accumulate dai cantieri e dando nuova vita alla città. Appassionato di alpinismo, durante il tempo della sua esperienza politica fondò - con altri otto appassionati - il 23 ottobre del 1863 il Club Alpino Italiano per rilanciare e ampliare la conoscenza culturale alpina italiana. Fu a capo della prima spedizione italiana che raggiunse la vetta del Monviso a quota 3.841, insieme ai fratelli verzuolesi Di Saint Robert. Il Club Alpino gli ha dedicato alcuni rifugi alpini, tra i quali: Rifugio Quintino Sella al Monviso sul Monviso, il Rifugio Quintino Sella nel versante sud del Monte bianco ed il Rifugio Quintino Sella al Felik nel gruppo delle Alpi Pennine. Nel 1853 Quintino Sella sposò la cugina Clotilde Rey, la quale gli sopravvisse per 31 anni. È sepolto nel cimitero monumentale del Santuario di Oropa, posto a più di 1.000 m di altezza. Per le sue ricerche nel campo della cristallografia, gli è stato intitolato il minerale sellaite



Primer  Anterior  3 a 17 de 32  Siguiente   Último 
Respuesta  Mensaje 3 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 09/07/2011 07:33
 
Giovanni Berlinguer
(Sassari, 9 luglio 1924)
è un politico e docente italiano di medicina sociale.

Figlio dell'avvocato socialista Mario Berlinguer, di famiglia appartenente alla piccola nobiltà sarda, Giovanni si laurea a ventotto anni in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Roma ottenendo  le abilitazioni all'insegnamento di Medicina sociale e di Igiene. Nella sua carriera insegna a Sassari Medicina sociale fra il 1969 ed il 1974 ed Igiene del lavoro a Roma dal 1975 sino al 1999. Ma già dall'inizio degli anni cinquanta divenne insieme al fratello Enrico una delle più note personalità del Partito Comunista Italiano. Da studente è fra il 1949 ed il 1953 segretario e presidente della UIS. Nel 1965 sino al 1969 è Consigliere Provinciale di Roma e lo stesso anno è membro - sino allo scioglimento - del Comitato Centrale del PCI, nelle cui liste viene eletto deputato nel 1972, nel 1976 e nel 1979. Nel 1983 ottiene un seggio, confermato nel 1987, al Senato. Sempre nel 1983 diviene Consigliere del Comune di Roma (carica ricoperta sino al 1985). Dopo la "svolta della Bolognina" aderisce prima al Partito Democratico della Sinistra e poi ai Democratici di Sinistra . Nei DS è esponente di primo piano della corrente Per tornare a vincere, espressione della sinistra del partito guidata da Fabio Mussi, in opposizione alla linea centrista della corrente Fassino e laico-cattolica di Enrico Morando. Nell'autunno del 2001 è candidato alla segreteria della sua corrente, in forza della sua riconosciuta autorevolezza, a segretario dei DS, ma viene superato da Piero Fassino; Berlinguer mostra però una forza non indifferente raccogliendo il 34,1% dei suffragi. La dignità di Berlinguer contribuì comunque a mantenere sostanzialmente uniti i DS e a non provocare ricadute negative nell'alleanza di centrosinistra, fra cui la possibilità di una nuova scissione a sinistra. Nel maggio 2007, in seguito all'accelerazione del processo di scioglimento dei DS - che porterà alla nascita del Partito Democratico - lascia il partito ed aderisce a Sinistra Democratica di Fabio Mussi. Fino al maggio 2009 Giovanni Berlinguer è stato deputato al Parlamento europeo di Strasburgo, nel quale ha aderito al Partito Socialista Europeo, eletto nel 2004 per la lista di Uniti nell'Ulivo nella circoscrizione centro, ricevendo 148 mila preferenze. È l'eurodeputato più anziano. A Strasburgo, è membro della Commissione per la cultura e l'istruzione; della Delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Messico; della Delegazione per le relazioni ed è membro sostituto della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. Personalità di primo piano della cultura italiana, ha contribuito con la sua attività di docente e con i suoi numerosi libri a diffondere la cultura scientifica in settori decisivi della società nazionale. Si ricorda inoltre che è professore onorario della Universidad Autonoma de Santo Domingo (1992) e Doctor honoris causa della Université de Montréal (1996) e dell'Università di Brasilia (1996); professore emerito dell'Università di Roma (2002). Inoltre ha ricoperto gli incarichi di Responsabile del primo Piano Sanitario Nazionale nel quadro del Programma di sviluppo economico. Fa parte dell'International Bioethics Committee dell'UNESCO (2001-2007) e della Commission on the Social Determinants of Health dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (2005-2008) ed ha ricevuto dalla Presidenza della Repubblica italiana la Medaglia come Benemerito della Scienza e della Cultura Italiana.

Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana
  — Roma, 26 aprile 1999. Di iniziativa del Presidente della Repubblica.
Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza e cultura - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza e cultura
  — Roma, 6 giugno 2001

Respuesta  Mensaje 4 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 12/07/2011 06:00
 
 

Esordì come pugile professionista nel 1946, con una vittoria per KO su Lorenzo Pamio. Nel 1948 vinse il titolo italiano dei pesi medi e nel 1949 conquistò quello europeo. Il 12 luglio 1950, giorno del suo ventiquattresimo compleanno, provò a conquistare il mondiale affrontando a New York l'amico Jake LaMotta, l'italo-americano detto "il Toro del Bronx". Mitri perse disputando un durissimo incontro, resistendo comunque per 15 riprese; i maligni dissero che il motivo della sconfitta fosse stato psicologico, che fosse roso dalla gelosia perché la moglie, l'ex Miss Italia Fulvia Franco da lui sposata appena il 15 gennaio dello stesso anno, era ad Hollywood tentando di sfondare nel mondo del cinema. Tornato in Italia, il 2 maggio 1954 riconquistò il titolo europeo dei pesi medi battendo clamorosamente alla prima ripresa per KO tecnico un inglese ex campione del mondo , ma solo cinque mesi dopo lo perse nuovamente contro un francese .Nel frattempo era iniziata anche la carriera cinematografica: il suo primo film, I tre corsari, è del 1952. Nel 1954 si separò da Fulvia Franco, da cui nel 1951 aveva avuto il figlio Alessandro. Nel 1957, con 101 match disputati — 88 vittorie, 7 spareggi e 6 sconfitte, appese i guantoni al chiodo. Dieci anni dopo, ricordando la sua carriera di pugile, scriverà, nell'epilogo del suo libro La botta in testa. Nel 1959 fu nel cast de La grande guerra, al fianco di Vittorio Gassman e Alberto Sordi. In quel periodo apparve spesso anche in televisione, ospite di trasmissioni di varietà. Dopo il 1975 si può dire terminata anche la carriera cinematografica. Gli ultimi anni di vita furono segnati, oltre che da gravi problemi famigliari (la morte dei due figli: Alessandro, nel 1988 a 37 anni e Tiberia, avuta da un'attrice americana. Subì un progressivo deterioramento delle facoltà mentali, riconducibile sia ai traumi subiti negli incontri  e dall'alcolismo. Sul finire degli anni ottanta tornò a recitare a sorpresa nella serie tv Classe di ferro nel ruolo del pizzaiolo amico delle reclute. Anche stavolta il richiamo al pugilato era presente, infatti il suo personaggio era un ex pugile che non disdegnava di raccontare aneddoti della sua vita sul ring ai militari. Morì travolto da un treno locale sulla linea Roma-Civitavecchia, mentre camminava, presumibilmente in stato confusionale, lungo i binari nei pressi della Stazione Termini. Nel 2011 la RAI doveva mandare in onda su RaiUno la miniserie dal titolo Tiberio Mitri: Il campione e la miss, dedicata alla sua vita,  La messa onda, in prima visione, della miniserie era prevista inizialmente per il 6 ed il 7 marzo 2011 su Rai Uno, ma a pochi giorni dalla messa in onda la fiction è stata sospeva a scopo cautelativo, per via di una causa civile aperta dal nipote di Mitri per tutelare l'immagine dei nonni


Respuesta  Mensaje 5 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 13/07/2011 07:56


Antonio Salvadori
(Murano (Venezia), 13 luglio 1949Pianiga, 21 novembre 2006)
è stato un baritono italiano.

A Venezia ha studiato pianoforte e canto. Ha iniziato la sua carriera facendosi notare per le sue qualità vocali e vincendo numerosi concorsi, che gli diedero la possibilità di debuttare giovanissimo nell'opera Pagliacci , ne Il barbiere di Siviglia , in Un ballo in maschera  e successivamente nel Rigoletto come più giovane interprete protagonista a livello internazionale. Ha continuato così numerosi altri debutti, interpretando opere che spaziano da Rigoletto a L'elisir d'amore, dal Barbiere di Siviglia a Luisa Miller, con la quale debutta giovanissimo al Teatro alla Scala di Milano. Il suo repertorio fu uno dei più vasti, con più di cinquantacinque ruoli protagonistici. Salvadori ha cantato nei teatri più importanti, dal La Scala di Milano, a Tokyo, da Parigi a New York, lavorando con direttori ed interpreti di fama internazionale. Si è perfezionato in opere veriste come: La fanciulla del West e Andrea Chénier, opere anch'esse debuttate alla Scala. Le opere da lui più frequentate sono Rigoletto, Macbeth, Tosca, Andrea Chénier, Nabucco e tutte le opere verdiane. La critica scrisse di lui che fu un cantante dal bellissimo timbro vocale e un interprete con l'abilità di un consumato attore. È morto nel novembre 2006, dopo una lunga malattia, che lo ha accompagnato negli ultimi anni della sua carriera, e che lo ha costretto a vari delicati interventi. Tuttavia non ha mai smesso di cantare e di insegnare i segreti dell'arte del bel canto.


Respuesta  Mensaje 6 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 19/07/2011 07:46
M. O. al V. M. Livia BIANCHI
Livia BIANCHI nome di battaglia "Franca"
è stata una partigiana, casalinga italiana,
Livia acque da famiglia di poveri braccianti. All´età di 18 anni sposandosi si trasferì a Revere in provincia di Mantova. Il marito fu chiamato alle armi e spedito al fronte durante la II guerra mondiale, cadde prigioniero degli Alleati. Nel 1941, rimasta sola con un figlio di un anno, andò ad abitare presso i genitori nel Vercellese. Trovò lavoro a Torino dove venne colta dall´armistizio. Con i compagni di lavoro combattivi e antifascisti a metà settembre costituì uno dei primi gruppi di lotta partigiana della Valsolda (Cuneo) assumendo il nome di battaglia di «Franca» divenendo la staffetta della brigata partigiana «Ugo Ricci» operante nella zona del Lario. Il 21 gennaio 1945, dopo un aspro combattimento, rifugiatasi con altri compagni di lotta in una casa di Cima di Porlezza fu con essi costretta alla resa. I catturati vennero subito schierati contro il muro di cinta del cimitero locale e fucilati. La partigiana «Franca» rifiutò la salvezza che le veniva offerta in quanto donna e si unì al gruppo dei condannati nel supremo sacrificio della vita. Alla sua memoria le venne concessa la medaglia d´oro al valor militare con questa motivazione:
 
«Nel settembre 1943, accorreva con animo ardente nelle file dei partigiani, trasfondendo nei compagni di lotta il fuoco della sua fede purissima per la difesa del sacro suolo della Patria oppressa con tanto coraggio resistette fino ad esaurimento delle munizioni. Insieme ai compagni veniva catturata e sottoposta a interrogatori e sevizie, che non piegarono la loro fede. Condannati alla fucilazione lei veniva graziata, ma fieramente rifiutava per essere unita ai compagni anche nel supremo sacrificio. Cadde sotto il piombo nemico unendo il suo olocausto alle luminose tradizioni di patriottismo nei secoli fornite dalle donne d´Italia.  Cima Valsolda, settembre 1943 - gennaio 1945.»

Respuesta  Mensaje 7 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 22/07/2011 07:17
 

Olimpia Savio
(Torino, 22 luglio 1815Torino, 2 novembre 1889)
è stata una scrittrice italiana.

La baronessa Olimpia Savio di Bernsteil fu, fino al trasloco della capitale a Firenze, una delle signore più note di Torino. Il padre, Giovanni Battista Rossi, fu direttore del Collegio Reale delle province di Torino, e morì il 22 febbraio 1860; la madre fu Joséphine Ferrero di Biella. Fino a sedici anni, la sua educazione fu, come quella delle sue coetanee nobili, improntata allo studio dei classici francesi, dalla storia sacra e dalla storia di Francia. Poetessa e scrittrice, teneva uno dei salotti più noti e frequentati di Torino. Quel mondo ha rappresentato in un diario che permette di conoscere da vicino le ansie, le gioie e le aspirazioni che hanno accompagnato la sua generazione dalla provinciale Torino dell'inizio secolo alla Torino capitale d'Italia. Oltre al diario ha lasciato un carteggio in cui dialoga con molti personaggi italiani di rilievo. Nel 1909 il discendente di casa Savio, il barone Federico Savio, dava incarico a Raffaello Ricci di ricavare un libro dalla ingente mole degli scritti da lei lasciati: il risultato furono le Memorie della baronessa Olimpia Savio, in due volumi. Dei nove volumi che costituivano il diario, oltre al carteggio e le lettere dei figli Alfredo (1838-1860) ed Emilio (1837-1861), ufficiali d'artiglieria morti nelle guerre risorgimentali, molte cose non sono state pubblicate, ma il libro fornisce egualmente notizie utili e di prima mano della Torino del XIX secolo.


Respuesta  Mensaje 8 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 24/07/2011 08:55

 

Figlio unico di un calzolaio e di una sarta, "Pippo", come lo hanno sempre chiamato amici, colleghi e fan, passa la giovinezza a Milano e viene educato in un seminario dei Gesuiti, meditando per qualche tempo di avvicinarsi al sacerdozio. Successivamente, grazie all'amico melomane  Danilo Fois che, pur non interessato, lo trascina per ore ed ore al loggione della Scala, inizia a dedicarsi al canto, formandosi in modo frammentario presso vari maestri (tra i quali il baritono Luigi Montesanto), le cui lezioni vengono pagate da Fois e da altri amici. Allo scoppio della guerra viene arruolato nell'esercito, finendo ripetutamente in cella per il suo comportamento. Grazie ad un ufficiale medico che lo giudicò "più utile all'Italia come cantante che come soldato",  ottiene una licenza per una convalescenza fittizia poche ore prima della partenza per il fronte. Inizia quindi un'attività come cantante di musica leggera ed avanspettacolo con lo pseudonimo di Nino Florio. Fuggito in Svizzera nell'ultimo periodo della guerra, ha l'opportunità di esibirsi presso la radio di Losanna, alternando musica lirica e leggera. Tornato a Milano dopo il termine del conflitto, riprende le lezioni di canto e, dopo alcuni piccoli ruoli, debutta ufficialmente il 20 aprile 1946 a Reggio Emilia nel ruolo di Des Grieux della Manon di Massenet, iniziando rapidamente un'intensa attività in teatri di provincia ed anche in sedi più importanti, come Genova, Bologna, Venezia. Nello stesso anno, bruciando le tappe, inizia inoltre la carriera internazionale inaugurando la stagione del Gran Teatre del Liceu di Barcellona, ancora con Manon. Con il medesimo ruolo, il 15 marzo del 1947 debutta alla Scala, mentre il 25 febbraio del 1948, come Duca di Mantova nel Rigoletto, è la volta del Metropolitan di New York, nel quale sarà una presenza fissa fino al 1952. Nel 1951, con La traviata a San Paolo del Brasile, inizia il legame artistico con Maria Callas. Oltre che nei principali teatri italiani ed in particolare alla Scala, dove, dopo il soggiorno al Met e tournèe in Centro e Sudamerica, fa ritorno per il Natale 1952  con Callas) e dove apparirà regolarmente fino a tutti gli anni cinquanta, la carriera si sviluppa in tutti gli altri più importanti teatri del mondo.Tappe fondamentali, rimaste nella storia dell'opera, sono alcune rappresentazioni alla Scala, tra le quali Lucia di Lammermoor nel 1954, con Callas , Carmen nel 1955, con Giulietta Simionato , Traviata, nello stesso anno, sempre con Callas, nella storica edizione con la regia di Luchino Visconti e Tosca nel 1958, in occasione del rientro alla Scala dopo diversi anni di Renata Tebaldi. Dalla seconda metà degli anni sessanta inizia a sfoltire progressivamente gli impegni operistici, privilegiando recital e concerti, dedicandosi anche all'insegnamento e tenendo seminari e stage di canto; ottiene inoltre un grande successo in Germania come interprete di operetta. Nel 1973 è ancora una volta partner di Maria Callas nella sua ultima tournée mondiale, che ha un eccezionale successo di pubblico, ma che si interrompe poi bruscamente. Nel 1975 tiene un master a Spoleto per i vincitori del Concorso Nazionale di canto "Adriano Belli". Appare per l'ultima volta in una rappresentazione operistica nel 1992 alle Terme di Caracalla, quale imperatore Altoum nella Turandot. Negli anni '90 nasce a Trapani, nell'ambito del Luglio musicale trapanese il “Concorso Internazionale Giuseppe Di Stefano. I Giovani e l’Opera”, che Di Stefano segue per qualche tempo. Il 3 dicembre 2004 rimane gravemente ferito nel tentativo di difendere il suo cane durante un'aggressione da parte di alcuni rapinatori, mentre con la moglie, il soprano Monika Curth, si trova nella sua casa di Diani in Kenya; ricoverato all'ospedale di Mombasa, le sue condizioni si rivelano più gravi di quanto fossero apparse in un primo momento. In seguito alle ferite riportate il 7 dicembre entra in coma e il 23 dicembre, dopo un lungo viaggio di trasferimento verso l'Italia, viene ricoverato in un ospedale milanese. Non si riprende mai del tutto, restando infermo sino alla morte, avvenuta nella sua casa di Santa Maria Hoè, presso Lecco, il 3 marzo 2008. Di Stefano è stato uno dei cantanti lirici più popolari e amati del dopoguerra. Il suo nome è anche legato in maniera indissolubile al sodalizio artistico ed affettivo con Maria Callas. Luciano Pavarotti aveva per lui una grande ammirazione e una volta raccontò: "Il mio idolo è Giuseppe Di Stefano; lo amai ancor più di Beniamino Gigli e questo mi costò addirittura, per l'unica volta in vita mia, uno schiaffo da mio padre, che continuò a preferirgli Gigli".


Respuesta  Mensaje 9 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 25/07/2011 12:08
 
Giuseppe Moscati
(Benevento, 25 luglio 1880Napoli, 12 aprile 1927)
è stato un medico italiano. È stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987 ed è tra i santi più popolari del XX secolo.
  « La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere; la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione e la vera felicità, che è una cosa sola con la moralità e col senso del dovere »
 
(Giuseppe Moscati)

Nacque a Benevento il 25 luglio 1880 da un magistrato, Francesco, e da una nobildonna, Rosa De Luca dei Marchesi di Roseto, settimo di nove figli. Nel 1884 si trasferì con la famiglia a Napoli dove il padre era Consigliere della Corte d'Appello. Nel 1892 iniziò ad assistere il fratello Alberto infortunatosi seriamente per una caduta da cavallo durante il servizio militare: da questo episodio cominciò a maturare la sua passione per la medicina. Dopo gli studi liceali, si iscrisse, nel 1897 alla Facoltà di Medicina; nello stesso anno morì il padre, colpito da emorragia cerebrale. Il 4 agosto 1903 si laureò a pieni voti con una tesi sull'urogenesi epatica, lavoro che gli valse anche il diritto di stampa. Dopo pochi mesi si impiegò all'ospedale degli Incurabili dove rimase per 5 anni. La sua giornata fu sempre molto intensa: si alzava presto al mattino per recarsi a visitare gratuitamente gli indigenti dei quartieri spagnoli prima di prendere servizio in ospedale per il lavoro quotidiano, e di visitare al pomeriggio i malati nel suo studio privato. La dedizione per gli ammalati non sottrasse mai il tempo allo studio e alla ricerca medica che perseguì attuando un equilibrio fra scienza e fede.  «Esercitiamoci quotidianamente nella carità. Dio è carità. Chi sta nella carità sta in Dio e Dio sta in lui. Non dimentichiamoci di fare ogni giorno, anzi in ogni momento, offerta delle nostre azioni a Dio compiendo tutto per amore». Moscati, alla madre che, conoscendone la sensibilità, era preoccupata che la sua scelta di iscriversi a medicina l'avrebbe messo a dura prova nel contatto continuo con il dolore, rispose che: "era disposto anche a coricarsi nel letto dell'ammalato". Con lui si manifestò appieno quella umanizzazione della medicina che, proprio negli anni in cui egli si trovò a operare, sembrava risentire invece di un'eccessiva scientificità, che comportava un certo distacco della figura del medico dal paziente. Moscati, invece, anticipò con il suo comportamento quello che è oggi considerata nell'esercizio della medicina la condizione necessaria ed essenziale per occuparsi del malato. Nell'aprile del 1906, mentre il Vesuvio iniziò ad eruttare ceneri e lapilli su Torre del Greco, mettendo in pericolo un piccolo ospedaletto, succursale degli Incurabili, si recò prontamente sul posto, contribuendo a mettere in salvo gli ammalati, poco prima del crollo della struttura. Nel 1908, dopo aver superato il concorso di assistente ordinario per la Cattedra di Chimica Fisiologica, iniziò a svolgere attività di laboratorio e di ricerca scientifica nell'Istituto di Fisiologia. Nel 1911 un'epidemia di colera funestò Napoli ed egli fu chiamato a svolgere la sua opera di ricerca dall'Ispettorato della Sanità Pubblica. Nello stesso anno, gli fu conferita la libera docenza in Chimica Fisiologica, su proposta del professor Antonio Cardarelli, da sempre ammirato per la preparazione del giovane medico. Sempre nel 1911 Moscati fu inviato dal Prof. Gaetano Rummo ad essere corrispondente per l'inglese e il tedesco di "La riforma Medica" da lui fondata prima come quotidiano, poi come settimanale e poi come quindicinale. Per vari anni fino al 1917 fu segretario di redazione della rivista Michele Landolfi. Fu anche socio della Reale Accademia Medico-chirurgica e direttore dell'Istituto di Anatomia Patologica. Era stimato dai giovani medici in tirocinio che lo seguivano durante le visite ai pazienti. Dopo la morte della madre per diabete, avvenuta nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale presentò domanda di arruolamento volontario, ma la domanda venne respinta in quanto la sua opera fu giudicata necessaria in corsia, agli Incurabili, per prestare soccorso e conforto spirituale ai soldati feriti di ritorno dal fronte. Nel 1917 rinunziò alla cattedra universitaria e all'insegnamento, per continuare il lavoro in ospedale e restare accanto agli infermi ai quali era molto legato. Il Consiglio d'Amministrazione dell'Ospedale Incurabili lo nominò primario nel 1919, e il 2 maggio 1921 il Prof. Giuseppe Moscati inviò al Ministero della Pubblica Istruzione la domanda per essere abilitato per titoli alla libera docenza in Clinica Medica Generale; il 6 giugno 1922 la Commissione nominata dal Ministero esaminò i titoli e lo ritenne idoneo a conseguire tale libera docenza. Numerose sue ricerche furono pubblicate su riviste italiane ed internazionali, tra le quali le ricerche pionieristiche sulle reazioni chimiche del glicogeno. Ebbe importanti successi come medico e ricercatore, dedicò la sua vita all'assistenza dei sofferenti, anche nei quartieri più poveri ed abbandonati della città, curandoli gratuitamente ed anche aiutandoli economicamente.  Il 12 aprile 1927, dopo aver preso parte alla Messa, come ogni giorno, ed aver atteso ai suoi compiti in Ospedale e nel suo studio privato, si sentì male, e spirò sulla sua poltrona. Aveva solo 47 anni. La notizia della sua morte si diffuse rapidamente, riassunta nelle parole "è morto il medico santo". Alle esequie vi fu una notevole partecipazione popolare. Il 16 novembre 1930 i suoi resti mortali furono traslati dal Cimitero di Poggioreale alla Chiesa del Gesù Nuovo, racchiusi in un' urna bronzea, ad opera del Prof. Amedeo Garufi. Il pontefice Paolo VI lo proclamò Beato il 16 novembre 1975. Fu proclamato santo il 25 ottobre 1987 da Giovanni Paolo II. La sua festa liturgica si celebra il 16 novembre. Ai fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso di Giuseppe Moscati, ha ritenuto miracolosa la guarigione di Giuseppe Montefusco, ammalato di leucemia, avvenuta nel 1979.


Respuesta  Mensaje 10 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 26/07/2011 05:21
Elsa Merlini
Elsa Merlini,
nome d'arte di Elsa Tscheliesnig
(Trieste, 26 luglio 1903Roma, 22 febbraio 1983),
è stata una cantante e attrice italiana di teatro e cinema.

Nata nella Trieste ancora sotto l'Impero austro-ungarico, si trasferì a Firenze e dovette studiare a lungo dizione a causa della sua parlata impregnata di termini tedeschi e slavi; mutò il suo cognome anagrafico in Merlini, debuttando sul palcoscenico teatrale a diciassette anni con Annibale Ninchi. Nel 1930 entrò nella Compagnia Niccodemi e negli anni successivi si affermò come attrice dal repertorio brillante e comico lavorando al fianco di Sergio Tofano e Luigi Cimara con cui costituirà la ditta Merlini-Tofano-Cimara che sarà attiva sino al 1933. Nel 1934 costituì con Renato Cialente - che fu anche suo compagno nella vita - una nuova compagnia (la Merlini-Cialente) con la quale poté cimentarsi nel teatro drammatico, grazie ai lavori più impegnati  oltre a quello moderno. In questo periodo inizia anche la sua attività di cantante, incidendo molti 78 giri e duettando anche con Vittorio De Sica (ad esempio in Non ti conosco più, canzone tratta dal film omonimo). Al termine del secondo conflitto, superato il trauma della drammatica morte di Cialente, torna attivamente al teatro. Lavorò anche al cinema, protagonista di molti film del cosiddetto filone del cinema dei telefoni bianchi che imperversò fino agli anni cinquanta e che la vide recitare in titoli come La segretaria privata (1931)  e La dama bianca (1938) .Attrice versatile e prolifica, lavorò nel teatro di rivista con De Sica, passando poi al repertorio goldoniano fino a tornare, soprattutto negli anni cinquanta alla sua verve comica che l'aveva accompagnata negli anni del debutto. Frequenti le partecipazioni alla prosa radiofonica EIAR e RAI. Sul finire degli anni cinquanta approdò in televisione, in sceneggiati televisivi . Tra le sue ultime interpretazioni va ricordata Mela di Dacia Maraini, tre anni prima della morte per tumore avvenuta a Roma all'età di quasi 80 anni.


Respuesta  Mensaje 11 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 27/07/2011 15:04
Mario Del Monaco
(Firenze, 27 luglio 1915Mestre, 16 ottobre 1982)
è stato un tenore italiano.

Nacque da padre napoletano e madre fiorentina. Dopo aver studiato inizialmente violino come autodidatta, si rese conto che la sua reale passione era il canto. Frequentò il Liceo Musicale di Pesaro. Successivamente fu allievo della scuola di perfezionamento del Teatro dell'Opera di Roma. Appassionato di pittura e scultura, si diplomò anche alla Scuola d'Arte di Pesaro. Nel 1941 sposò Rina Fedora Filippini, conosciuta durante la scuola a Roma. Debuttò a Cagli nel 1939 nel ruolo di Turiddu in Cavalleria rusticana, mentre il primo successo risale al 31 dicembre 1940, nel ruolo di Pinkerton al Teatro Puccini di Milano. Dopo un periodo di attività irregolare a causa della guerra, dal 1945 la carriera decollò: nel 1946 vi fu il debutto internazionale a Londra (Tosca e Pagliacci), nel 1947 all'Opera di Roma (Carmen e Cavalleria rusticana) e nel 1949 quello alla Scala di Milano in Andrea Chénier. La vera svolta della carriera fu nel 1950 al Teatro Colón di Buenos Aires con il debutto nell' Otello , ruolo a cui legò indissolubilmente il suo nome. Da quel momento gli si aprirono le porte dei più prestigiosi teatri del mondo, in spettacoli passati alla storia dell'opera e collaborando con i più grandi artisti dell'epoca; da ricordare il sodalizio con Renata Tebaldi, sua partner in numerosissime recite, particolarmente di Otello e Andrea Chénier. Oltre alla frequente presenza alla Scala e negli altri principali teatri italiani (con una particolare affezione per Firenze), apparve regolarmente al Metropolitan di New York dal 1951 al 59 e fu il primo cantante italiano del dopoguerra a esibirsi al Teatro Bol'šoj di Mosca, dove il fanatismo suscitato dalle sue interpretazioni di Carmen e Pagliacci indusse le autorità sovietiche a conferirgli l'Ordine di Lenin, massima onorificenza dello stato. Fra i titoli più eseguiti, oltre a quelli già citati, figurò anche Aida. Fu inoltre protagonista di storiche edizioni di Fanciulla del west (Firenze 1954), Norma (La Scala 1955), Ernani (Firenze 1957), Sansone e Dalila (Met 1958), I Troiani (La Scala 1960). Nel 1964 un grave incidente automobilistico lo costrinse a interrompere l'attività, che riprese comunque entro la fine di quell'anno, per proseguire poi fino agli anni settanta. Lasciò le scene nel 1975 con alcune recite di Pagliacci. Ritiratosi nella sua villa di Lancenigo, vicino Treviso, si dedicò all'insegnamento fino alla morte, avvenuta per un infarto conseguente a un lungo periodo di dialisi renale. È considerato, insieme a Giuseppe Di Stefano, il più popolare tenore italiano degli anni cinquanta e sessanta. Le sue spoglie riposano nel cimitero centrale di Pesaro avvolte nelle vesti del "suo" personaggio, da lui stesso disegnate. Il monumento sepolcrale è opera dello scultore Giò Pomodoro. Dotato in natura di mezzi vocali d'eccezione, possedeva una voce scura e di rara potenza, tipicamente di tenore drammatico, con inflessioni a tratti quasi baritonali, ma luminosa e facile anche nel registro superiore, potendo sfoggiare Si e Do di rara ricchezza e volume. La sua tecnica molto vicina alla tradizione italiana di Beniamino Gigli ed Enrico Caruso, attribuendo la particolare vocalità più a ragioni stilistiche che tecniche. Riconosciuto uno dei maggiori interpreti di Otello del XX secolo e un inevitabile termine di confronto per tutti gli interpreti successivi.


Respuesta  Mensaje 12 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 28/07/2011 14:30
Rosina Ferrario
(Milano, 28 luglio 18881959)

è stata una aviatrice italiana.

Rosina  è stata, al pari di Carina Massone Negrone, una pioniera del volo femminile italiano. Figlia di una agiata famiglia borghese coltivava la passione per lo sport e la montagna, si fece notare per la volontà di ottenere gli stessi privilegi maschili come il poter guidare un'automobile o inseguire il sogno di pilotare un aeroplano. Iscritta alla scuola di volo ottenne il brevetto di pilota di aerei numero 203, prima in Italia, il 3 gennaio 1913 a Vizzola Ticino. Una volta conseguito partecipa a diverse manifestazioni e voli dimostrativi, accrescendo la sua fama a livello nazionale. Tra le sue imprese si ricorda la pioggia di garofani rossi fatta cadere sulla folla al Meeting Aviatorio di Napoli, la sua partecipazione del 1913 alla prima edizione del Circuito dei Laghi Italiani. Insieme a Achille Landini, altro pioniere dell'aviazione italiana, si esibisce in occasione della manifestazione per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, atterrando, immersa nella nebbia, nel campo di mais preparato per l'evento nei pressi di Busseto. Venne invitata a partecipare ad alcuni voli promozionali turistici in America Latina ai quali dovette rinunciare per l'approssimarsi della Prima Guerra Mondiale. Certa di poter essere utile, si rende disponibile per poter pilotare velivoli atti al soccorso dei militari feriti per conto della Croce Rossa ma in base ad un decreto del Ministero della Guerra venne sospeso tutto il traffico aereo civile, specificando che alla guida degli aeromobili erano ammessi solo piloti militari. La Ferrario cercò di ottenere il permesso di essere integrata nel corpo aeronautico ma le venne negato da una lettera di risposta dello stesso Ministero perché, spiegava, "non è previsto l'arruolamento di signorine nel Regio Esercito". Nel periodo successivo al termine del primo conflitto mondiale, pur partecipando agli incontri dei Pionieri dell'Aeronautica, non si approcciò più al volo in quanto non riconosceva nei velivoli di nuova concezione quella aura di romanticismo che l'aveva spinta a conseguire il brevetto. Si sposa con Enrico Grugnola imprenditore conosciuto in una delle sue amate escursioni in montagna, e con lui apre uno storico albergo milanese, l'Hotel Italia ubicato in piazzale Fiume. Da quel momento si dedica solamente alla famiglia, con l'unico legame al mondo aeronautico deputato ai ritrovi dei soci dei Pionieri. Si spegne nel 1959, e le sue spoglie riposano nel cimitero di Sesto San Giovanni, dove il distintivo dei Pionieri a lei caro fa da unica decorazione sulla sua tomba.


Respuesta  Mensaje 13 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 29/07/2011 15:23
 

Nata nel 1900 a Torino da famiglia operaia e costretta ad abbandonare molto presto la scuola, continuò a istruirsi da autodidatta, svolgendo vari mestieri. Nel 1921 fu fra le fondatrici del Partito comunista italiano; nell'ambiente politico torinese conobbe Luigi Longo. Si sposeranno nel 1926 e avranno tre figli, uno dei quali morirà in tenera età. Nel gennaio 1926 i due espatriano, stabilendosi prima a Mosca e poi a Parigi. Da qui Teresa Noce compì numerosi viaggi clandestini in Italia per svolgervi propaganda e attività antifascista. Nei primi anni trenta, fece ritorno a Mosca con Longo e, quindi, nuovamente a Parigi, dove partecipò alla fondazione del giornale Noi donne. Nel 1936 insieme con il marito si recò in Spagna tra i volontari accorsi in difesa della Repubblica dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, nel corso della quale curò la redazione del giornale degli italiani combattenti nelle Brigate internazionali, Il volontario della libertà. Lì assunse il nome di battaglia di Estella. Rientrata in Francia, dove pubblicò, nel 1937, Gioventù senza sole, romanzo autobiografico dedicato al racconto della sua giovinezza torinese, allo scoppio della Seconda guerra mondiale venne internata nel campo di Rieucros; liberata per intervento delle autorità sovietiche e autorizzata a lasciare la Francia e a ritornare a Mosca, dove vivevano i figli, ne fu impedita dall'invasione tedesca dell'Unione Sovietica, avvenuta nel giugno 1941. Rimase in Francia, a Marsiglia, dove prese a lavorare per il Partito comunista francese  e partecipò alla Resistenza. Nel 1943 venne arrestata e, dopo alcuni mesi di carcerazione, deportata in Germania, prima nel campo di concentramento di Ravensbruck, poi a Holleischen in Cecoslovacchia, dove fu adibita a lavoro forzato in una fabbrica di munizioni fino alla liberazione del campo da parte dell'esercito sovietico. Alla fine della guerra, ritornata in Italia, il 2 giugno 1946 fu tra le 21 donne elette all'Assemblea costituente italiana; insieme con Maria Federici, Nilde Iotti , Lina Merlin , Ottavia Penna . Fu segretaria nazionale della FIOT, il sindacato delle operaie tessili e nel 1948 fu eletta nella prima legislatura del parlamento repubblicano, nel quale si distinse come proponente della legge 26 agosto 1950 n. 860 per la "Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri" che, sostituendo la precedente normativa in materia del 1934, costituì la base della legislazione sul lavoro femminile fino alle leggi degli anni settanta sulla parità tra donne e uomini. Nel 1954, dopo essersi separata da Luigi Longo, si allontanò dalla vita politica attiva ritirandosi gradualmente a vita privata, ma dal 1959 fu attiva nel CNEL quale membro della CGIL; nel 1974 pubblicò la sua autobiografia, Rivoluzionaria professionale, che racconta, insieme alla sua storia personale, la vicenda del partito comunista italiano dalla sua fondazione. Morì a Bologna, all'età di 79 anni, il 22 gennaio 1980.


Respuesta  Mensaje 14 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 30/07/2011 10:55
 

Maria Anna Mozart

nome per esteso Maria Anna Walburga Ignatia Mozart
(Salisburgo, 30 luglio 1751Salisburgo, 29 ottobre 1829)
è stata una pianista austriaca.

Era la sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, figlia di Leopold Mozart e di Anna Maria Pertl. In famiglia la chiamavano "Nannerl" e con questo vezzeggiativo è passata alla storia. Come suo fratello, Nannerl Mozart rivelò un precoce talento musicale: da bambina si esibiva al suo fianco, al clavicembalo e al fortepiano, durante le tournées organizzate dal padre. Avendo riscontrato le straordinarie qualità dei suoi figli, infatti, Leopold Mozart li portò fin da piccoli a suonare in molte città europee, tra le quali Vienna e Parigi. Durante questi viaggi, sia Wolfgang che Nannerl si ammalarono gravemente a più riprese, anche di malattie mortali come il vaiolo e il tifo e Nannerl sopravvisse anche alla tisi, che contrasse alcuni anni dopo. La sorella di Mozart divenne un'eccellente pianista e un'insegnante di musica molto apprezzata. Wolfgang aveva un'alta opinione del suo talento e della sua competenza, e le sottoponeva d'abitudine le proprie partiture per averne un parere; compose inoltre alcuni pezzi per pianoforte a quattro mani per suonarli in coppia con lei. La incoraggiò a comporre musica, attività nella quale evidentemente Nannerl aveva provato a cimentarsi. Evidentemente però Nannerl non seguì il consiglio del fratello, e se anche lo seguì, della sua musica non è rimasta traccia. Nessuna sua composizione è stata conservata e anche quel misterioso Lied si è perso chissà dove. Nannerl Mozart sposò nel 1784 il Barone Johann Baptist von Berchtold zu Sonnenburg e si trasferì con lui a Sankt Gilgen, un villaggio a 6 ore di carrozza da Salisburgo. Ebbe un figlio maschio, Leopoldl  e due femmine, Jeanette e Marie Babette. Dovette rallentare le attività musicali e divenne una madre di famiglia, occupandosi dei propri figli e anche di quelli del marito, nati da ben due precedenti matrimoni. Con tutta probabilità, Nannerl era d'accordo con suo padre nel giudicare Constanze Weber, la donna che Mozart scelse di sposare, inadatta a lui e comunque di estrazione sociale troppo bassa; e questo contribuì a raffreddare i suoi rapporti col fratello. Col passare degli anni, infatti, i loro contatti si diradarono gradualmente, fino a interrompersi del tutto dopo la morte del padre (1787), quando ebbero insanabili dissapori ereditari. In seguito alla prematura scomparsa di Wolfgang Amadeus (1791), però, Nannerl diede un contributo di notevole importanza alla promozione della sua figura di musicista, collaborando con i suoi biografi, autenticando le sue composizioni e incentivandone la pubblicazione. Rimasta vedova nel 1801, Nannerl tornò a Salisburgo e riprese alacremente l'insegnamento del pianoforte. Morì quasi ottantenne e negli ultimi anni della sua vita ebbe la consolazione di instaurare un rapporto affettuoso, materno, con suo nipote Franz Xaver Wolfgang Mozart, uno dei due figli di Amadeus. Oggi riposa A Salisburgo, nel cimitero della Peterskircke, accanto a Johann Michael Haydn, il fratello di Franz Joseph Haydn, a sua volta musicista e compositore.


Respuesta  Mensaje 15 de 32 en el tema 
De: Marika Enviado: 30/07/2011 14:40
Buon Compleanno
a tutti coloro che sono nati oggi...
 
A*U*G*U*R*I
 
Marika

Respuesta  Mensaje 16 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 31/07/2011 06:46
 
Bianca Bianchi
(Vicchio, 31 luglio 19149 luglio 2000)
è stata un'insegnante ,politica italiana e 
partigiana.
Sono gli anni duri della Prima Guerra e del dopoguerra…, tuttavia lei riesce a studiare, si laurea in pedagogia e filosofia e diventa insegnante. Certo, un mondo fatto di libri non le basta e allora decide di mettersi in gioco, direttamente. Abbraccia le istanze concrete della sua gente del Mugello e si iscrive al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, e il 7 giugno viene eletta nel XV Collegio, quello di Firenze.
Il suo mandato terminerà il 31 gennaio 1948: saranno anni intensi per lei, che contemporaneamente è stata eletta anche al primo Consiglio Comunale di Firenze. Nel travaglio interno al suo partito seguirà poi il gruppo che con Saragat, Silone, Zanardi formerà il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. Ma, in questo fatidico 25 giugno 1946, ciò è ancora da venire. Deputata all'Assemblea Costituente e membro della Commissione dei 75, che ha scritto la Costituzione della Repubblica Italiana. Dopo essere stata deputata nella I Legislatura per il Partito Socialista Democratico Italiano, negli anni sessanta è stata vice-sindaco di Firenze, sotto Luciano Bausi. Bianca Bianchi La donna che battè Pertini La chiamavano l' «angelo biondo» più per il colore della capigliatura che per il carattere, battagliero e tenace. Bianca Bianchi, morta  all' ospedale di Borgo San Lorenzo, è stata una delle prime donne italiane a varcare la soglia del Parlamento, prima come costituente, nel 1946, eletta nel Psiup, il partito di Nenni e Pertini, nel collegio di Firenze-Pistoia dove battè il capolista, Pertini.Il paese della Rufina ricorda Bianca Bianchi intitolandole una strada e promuovendo un convegno dedicato alla sua figura. Ha scritto numerosi libri, tra cui "Io torno a Vicchio" e "La storia è memoria".

Respuesta  Mensaje 17 de 32 en el tema 
De: solidea Enviado: 01/08/2011 11:45
Francesca Scanagatta
(Milano, 1 agosto 1776Milano, 20 novembre 1864)
è stata un'ufficiale italiana  dell'impero austriaco.

La Scanagatta è un personaggio singolare dell'Ottocento italiano. La sua vita fino a quel momento del tutto normale, cambiò radicalmente quando si ammalò uno dei fratelli che avrebbe dovuto frequentare l'Accademia Militare Teresiana di Wiener Neustadt. Francesca si travestì allora da uomo e seguì al suo posto i corsi dell'Accademia, dal 16 febbraio 1794 al 16 gennaio 1797, combattendo poi nelle guerre napoleoniche in Germania e in Italia. Fu decorata e promossa. Secondo un aneddoto, il padre si recò presso il comandante del reggimento in cui era arruolata la figlia Francesca. Poiché il padre non conosceva il tedesco, e il comandate non conosceva l'italiano, la discussione tra i due avvenne in latino. Il padre si espresse parlando al femminile, ma il comandante non si mise sull'avviso, interpretando come un errore dovuto all'ignoranza dell'interlocutore. Nel 1800 fu scoperta e congedata, ma ottenne una pensione. Poi si sposò e dal matrimonio nacquero quattro figli.



Primer  Anterior  3 a 17 de 32  Siguiente   Último 
Tema anterior  Tema siguiente
 
©2024 - Gabitos - Todos los derechos reservados