La camelia è un bellissimo fiore, ma, incredibilmente, non ha profumo. C’è un’antica leggenda che spiega la ragione di questa strana caratteristica del fiore: un giorno il dio Vulcano sorprese la moglie Venere scambiarsi effusioni con Marte e colmo di tristezza, si sfogò con Cupido. Questi si adirò moltissimo con la madre, soprattutto perché aveva osato amoreggiare senza l’ausilio delle sue frecce. Venere, estremamente offesa, decise di vendicarsi, nonostante Cupido fosse suo figlio e anche Dio dell’Amore. Ordinò quindi alle Grazie, ‘tate’ di Cupido, di non fargliela passare liscia e di frustarlo con rami di rose, affinché le spine gli lacerassero la pelle! Tutti gli altri Dei rimasero sconvolti dalla crudeltà di Venere; ma a Flora venne un’idea…Ordinò a Zefiro di volare nel lontano Giappone e, una volta lì, di raccogliere i rami di una rara pianta dai fiori rossi simili a quelli della rosa, ma dal gambo totalmente privo di spine. Al suo ritorno Zefiro consegnò alle Grazie le “fruste” innocue con cui punire il piccolo Cupido: il castigo fu quindi solamente formale, e Cupido non provò nessun dolore. In compenso tutto l’Olimpo rimase estasiato dalla bellezza di quei fiori delicati e soprattutto dal loro profumo intensissimo, che paragonavano a quello dell’Ambrosia… Venere però, scoprì presto l’inganno e stavolta decise di vendicarsi sulla pianta stessa: nonostante le suppliche della sua creatrice Flora, ordinò che venisse esiliata in un’isola sconosciuta e lontana e infine, con un incantesimo, le tolse lo splendido profumo. Di essa non si ebbero più notizie fino agli inizi del 1700 quando Giorgio Kamel, un missionario gesuita, rimase incantato nello scoprire sull’isola di Luçon una meravigliosa pianta mai vista prima che gli indigeni chiamavano Tsubakki. La portò con sé in Europa, e le diede il suo nome: camelia. Così finalmente la bella pianta fu conosciuta e apprezzata anche da noi; ma purtroppo, per colpa di una Dea dal pessimo carattere, nessuno potrà mai più godere del suo magico profumo. |