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De: Lelina (Mensaje original) |
Enviado: 29/03/2012 15:05 |
Il coniglietto pasquale
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Il coniglio è un simbolo pasquale molto diffuso negli Stati Uniti e nei paesi dell'Europa settentrionale. In occasione della Pasqua, in Germania e in Gran Bretagna le vetrine delle pasticcerie si riempiono letteralmente di coniglietti di cioccolata di tutte le dimensioni! |
Il coniglietto pasquale o "easter bunny", come si dice in inglese, trae origine dai riti pagani pre-cristiani sulla fertilità. Poichè per tradizione il coniglio e la lepre sono gli animali più fertili in assoluto, essi divennero fin dall'antichità il simbolo del rinnovamento della vita e della primavera. | | |
Il coniglio come simbolo della Pasqua sembra avere origine in Germania nel XV secolo, come testimoniano le cronache dell'epoca. I primi dolci e biscotti a forma di coniglio sembra si siano diffusi sempre in Germania ai primi dell'800. |
Furono gli immigrati tedeschi e olandesi che portarono in America la tradizione, secondo la quale il coniglietto pasquale porta un cesto di uova colorate ai bambini che si sono comportati bene. Ma dato che è un po' dispettoso, le nasconde tra l'erba e i cespugli del giardino. |
A scuola può essere divertente nascondere degli ovetti di cioccolato nel giardino e scatenare la caccia al tesoro, soprattutto con i bambini più piccoli. |
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De: Sontay |
Enviado: 30/03/2012 05:12 |
A volte mi sono chiesta come mai il coniglietto fosse uno dei simboli delle festività pasquali, ora so perchè
E' sempre bello tenere vive queste piccole tradizioni, specialmente per i bimbi!
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Condivido Sontay, neppure io sapevo perchè il coniglietto spesso lo si associa alle uova di Pasqua... ed ora so
"Non si finisce mai d'imparare", così diceva la mia nonnina ed è proprio vero...
Tenere in vita queste tradizioni è molto importante per i bimbi, che così divertendosi giocando imparano
Gazie Lelina!
Buona Pasqua a tutti e un sorriso
Marylu
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La sorpresa di Pasqua
Piero era andato a trascorrere le vacanze di Pasqua dal nonno Andrea che abitava in un villaggio di montagna. Era tanto contento quando poteva stare con lui perché, anzitutto, gli voleva molto bene e poi quella vita in montagna, contrariamente a quella di città, lo incuriosiva e lo divertiva.
Tutto il giorno seguiva il nonno nel campo, nella stalla, nel pollaio e la sera, vicino al fuoco, era un piacere ascoltare le spiegazioni che gli dava su ogni cosa e le belle storie che raccontava.
Al mattino, andando nell’ovile, si era accorto che il nonno faceva uscire due pecore e una la lasciava dentro.
- Nonno, perché Carolina la lasci chiusa dentro?
- Carolina non deve stancarsi, per ora deve solo mangiare e riposarsi.
- Perché sta male?
- Ora non posso dirtelo, ma molto presto Carolina ti farà una bella sorpresa.
Piero rimase un po’ perplesso, quale sorpresa poteva mai fargli una pecora! Comunque la mattina di Pasqua se ne restò a letto, tutto rannicchiato sotto le coperte, pensando al buon pranzetto e alle sorprese delle uova di cioccolato che l’aspettavano, quando suo nonno entrò in camera sorridente, tenendo tra le braccia un meraviglioso agnellino. Era un batuffolo di lana bianca che aveva al collo un collarino rosso fiammante su cui era scritto: A Piero da Carolina e da nonno. Era questa la magnifica sorpresa che entrambi gli avevano preparata!
Figurarsi la gioia del nipotino che abbracciò prima il nonno e poi prese in braccio il piccolo nato. Che emozione! Quasi quasi gli veniva da piangere per il piacere che provava nel tenere in mano quel piccolo essere palpitante, caldo, morbido che lo guardava dolcemente con i suoi occhietti color cielo.
Piero sentì improvvisamente tanto amore per quel bellissimo cucciolo e tutto il giorno non fece altro che guardarlo, accarezzarlo, dimenticando perfino le uova di Pasqua! Ma cos’erano quelle in confronto a Pasqualino! Ogni ora, ogni giorno che passava, osservare l’animale era una sorpresa continua e com’era entusiasmante assistere a tutto quello che faceva.
Il bambino si era così affezionato all’agnellino che pensava con rammarico alla partenza, questa volta aveva un motivo in più per rattristarsi! Era talmente preoccupato che, la notte prima di partire, fece un brutto sogno: dei ladri mascherati erano penetrati nell’ovile e avevano preso Carolina e Pasqualino perché volevano farli arrosti! Piero si svegliò di soprassalto e sarebbe voluto andare subito nell’ovile per rassicurarsi che aveva soltanto sognato, ma tutti dormivano perciò dovette aspettare fino a quando sentì il nonno aprire la porta.
Si vestì in quattro e quattr’otto e corse nell’ovile dove trovò Pasqualino tutto rannicchiato sotto la pancia della madre da cui beveva avidamente il buon latte. Il bambino tirò un respiro di sollievo, accarezzò a lungo l’agnellino con parole affettuose, promettendogli che sarebbe tornato presto a giocare con lui nel prato. Provava dispiacere a lasciarlo ma nello stesso tempo lo rallegrava il pensiero che, a ogni suo ritorno dal nonno, avrebbe ritrovato quell’amico così speciale.
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Gesù saliva faticosamente la via del Calvario. Dalla Sua fronte trafitta di spine cadevano gocce di sangue.
Gli Apostoli, timorosi, seguivano Gesù da lontano, per non farsi vedere; ed uno di essi, quando il triste corteo era passato, raccoglieva i sassolini arrossati, dal sangue benedetto di Gesù e li metteva in un sacchetto.
A sera gli Apostoli si radunarono tutti tristi nel Cenacolo; l'apostolo pietoso trasse di tasca il sacchetto per mostrare ai compagni le reliquie del sangue di Gesù; ma nel sacchetto trovò un frutto nuovo, dalla buccia spessa ed aspra dentro alla quale erano tanti chicchi, rossi come il sangue di Gesù.
Era nato il melograno.
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La leggenda del salice
Gesù saliva verso il Calvario, portando sulle spalle piagate la croce pesante.
Sangue e sudore scendevano a rigare il volto santo coronato di spine.
Vicino a Lui camminava la Madre, insieme ad altre pie donne.
Gli uccellini, al passaggio della triste processione, si rifugiavano, impauriti, tra i rami degli alberi.
Ad un tratto - Gesù stramazzò al suolo. Due soldatacci, armati di frusta, si precipitarono su di Lui, allontanando la Madre, che tentava di rialzarlo "Su, muoviti! E tu, donna, stàttene da parte."
Gesù tentò di rialzarsi, ma la croce troppo pesante glielo impedì.
Era caduto ai piedi di un salice ...Cercò inutilmente di aggrapparsi al tronco. Allora l'albero pietoso chinò fino a terra i suoi rami lunghi e sottili perché potesse, afferrandosi ad essi, rialzarsi con minor fatica. Quando Gesù riprese il faticoso cammino, l'albero rimase coi rami pendenti verso terra: perciò fu chiamato «Salice Piangente ».
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