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il miracolo, non fermarmi con uno sguardo triste.
Questa notte lasciami vivere laggiù sull’orlo del mondo,
solo questa notte poi tornerò.
Alessandro Baricco, da “Questa storia”
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De: Ver@ |
Enviado: 08/06/2012 07:11 |
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De: Ver@ |
Enviado: 08/06/2012 07:14 |
Alessandro Baricco (Torino, 25 gennaio 1958)
è uno scrittore, saggista, critico musicale, conduttore televisivo,
pianista, sceneggiatore e regista italiano,
fra i più noti esponenti della narrativa italiana contemporanea.
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De: haiku04 |
Enviado: 08/06/2012 18:55 |
Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate.
Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte.
La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui.
Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera.
È tempo. Tempo che passa. E basta.
(Alessandro Baricco)
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ERA TUTTO DANNATAMENTE BELLO!
“Una volta ero in una tavola calda, sulla statale 16, appena fuori città, e mi sono fermata in una tavola calda, sono entrata e mi sono messa in coda, alla cassa c’era un vietnamita, non capiva quasi niente, così non si andava avanti, gli dicevano un hamburger e lui diceva Cosa?, forse era il primo giorno di lavoro, non so, cosi mi sono messa a guardare intorno, dentro la tavola calda, c’erano cinque o sei tavoli, e tutta la gente che mangiava, tante facce diverse e ognuno con qualcosa di diverso davanti, la cotoletta, il panino, il chili, mangiavano tutti e ognuno era vestito esattamente come aveva voluto vestirsi, si era alzato al mattino e aveva scelto qualcosa da mettersi, la camicia quella rossa, e il vestito stretto sulle tette, esattamente quel che voleva, e adesso stava li, e ognuno di loro aveva una vita dietro e una vita davanti, stavano giusto transitando li dentro, domani avrebbero rifatto tutto daccapo, la camicia quella blu, il vestito lungo, e sicuramente la bionda con le lentiggini aveva una madre in qualche ospedale, con tutti gli esami del sangue sballati, ma adesso era li che scartava le patatine un po' nere dalle altre [.......] in un angolo due molto eleganti, in grigio, due uomini, e uno dei due si vedeva che piangeva, era assurdo ma piangeva, su una bistecca con patate, piangeva in silenzio e l’altro non faceva una piega, anche lui con una bistecca davanti, mangiava e basta, solo, a un certo punto, si alzò, andò fino al tavolo vicino, prese la bottiglia del ketchup, tornò al suo posto, e stando attento a non macchiarsi il vestito grigio ne svuotò un po' nel piatto dell’altro, quello che piangeva, e gli sussurrò qualcosa, non so cosa, poi chiuse la bottiglia e ricominciò a mangiare, loro nell’angolo e tutto il resto attorno, con un gelato all’amarena pestato per terra e sulla porta del bagno un cartello che diceva fuori servizio, io guardai tutto quello ed è chiaro che c’era solamente da pensare: che vomito, ragazzi, una cosa da vomito tanto era triste, e invece quello che mi successe fu che mentre stavo li in coda e il vietnamita continuava a non capirci un accidente io pensai: Dio che bello, con addosso perfino un po' di voglia di ridere, accidenti come è bello tutto questo, proprio tutto, fino all’ultima briciola di roba schiacciata per terra, fino all’ultimo tovagliolino unto, senza sapere perchè, ma sapendo che era vero, era tutto dannatamente bello. Assurdo no?“
ALESSANDRO BARICCO, CITY
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Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. è lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare.
Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire.
Uno si costruisce grandi storie, questo il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d’improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell’altro sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. Anche solo una domanda che affiora. Basta quello.
A. Baricco
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