Domenica Bertè era natain provincia di Reggio Calabria, secondogenita di quattro figlie: la maggiore, Leda 1945, le più giovani Loredana (1950) e Olivia (1957). Il padre, Giuseppe Radames, un insegnante di latino e greco, si era trasferito nelle Marche per motivi di lavoro, trascorse parte del soggiorno nel comune di San Ginesio dove insegnò presso un Istituto Magistrale, poi si trasferì divenendo preside, mentre la madre Maria Salvina Datoì, faceva la maestra elementare. "Mimì" (così era chiamata in famiglia) trascorse l'infanzia nel maceratese a Porto Recanati, e il mondo della canzone italiana di allora per lei diventava sempre più un qualcosa di irrinunciabile nonché di assai coinvolgente. Decide quindi di intraprendere una specie di carriera semi-dilettantistica come ragazzina cantante all'interno di balere e feste, e dopo aver effettuato diverse serate come cantante intrattenitrice, ed aver tentato alcuni piccoli concorsi per voci nuove, nel 1962 convinse la madre ad accompagnarla a Milano in cerca di un provino, in modo da poter ottenere alla fine un contratto discografico. Donna tormentata, ma raffinata e intensa interprete riconosciuta come una delle voci più belle e significative della musica leggera pop italiana, vantò una lunga carriera artistica che ebbe inizio nel 1963, semplicemente come Mimì Berté. Riapparve sulle scene, nel 1971, col nuovo pseudonimo di Mia Martini. Oltre la collina, il suo primo album (giudicato tra i migliori lavori mai realizzati da una donna), conteneva parecchie cover straniere, per l'epoca molto all'avanguardia per arrangiamenti, tematiche e cantato. Successi come Piccolo uomo, Minuetto, Donna sola, Inno, Padre davvero, Per amarti, l'affermarono come una delle migliori interpreti degli anni settanta, decennio nel quale raggiunse una grande popolarità nazionale e internazionale. Nel 1977 fu decisivo il sodalizio artistico e sentimentale col cantautore Ivano Fossati, il quale segnò per sempre il suo percorso umano e professionale, malgrado una relazione assai tormentata. Nel 1982 partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo con E non finisce mica il cielo. Nello stesso 1982 uscì un altro suo grande successo, di cui lei stessa aveva scritto le parole insieme a Shel Shapiro: Quante volte. La sua carriera e la sua vita privata furono segnate da una serie di maldicenze a sfondo superstizioso in seno allo stesso mondo dello spettacolo e addetti ai lavori che la ostacolarono ed emarginarono per diversi anni, portandola al ritiro dalle scene verso la metà degli anni ottanta. Grazie al suo talento interpretativo, la cantante tornò alla ribalta riaffermandosi con un consenso ancora maggiore: nel 1989 partecipa al Festival di Sanremo col brano Almeno tu nell'universo, che divenne un classico e segnò la sua grande consacrazione. Negli anni novanta è ancora protagonista di altri grandi successi come La nevicata del '56, Gli uomini non cambiano (presentati sempre a Sanremo) e Cu 'mmè, duetto con Roberto Murolo che rilanciò la canzone napoletana. Morì a soli quarantasette anni in circostanze mai del tutto chiarite, probabilmente legate al consumo di stupefacenti. Fu trovata priva di vita nella sua abitazione dopo almeno due giorni dal decesso.
Questa è una delle canzoni sue che preferisco...occhio al testo!
Sono stata una cover-girl su riviste per uomini soli preoccupata di tenere i seni spinti bene in fuori con un brandy tra le gambe e una moto dietro la schiena all'inizio ero felice poi mi sono fatta pena. Io donna, io persona avvilita come un oggetto come bambola da letto io non voglio essere schiava e neppure esser padrona voglio essere soltanto una donna,una persona. Sono stata una madre esemplare sei bambini da allevare un aborto ogni due anni e io zitta a sopportare se il mio uomo mi picchiava mi ammiravano i vicini il mio odio ed il mio amore lo sfogavo sui bambini. Io donna, io persona avvilita come un oggetto come bambola da letto io non voglio essere schiava e neppure esser padrona voglio essere soltanto una donna, una persona. Sono stata una vedova austera sempre forte, sempre nera sono stata d'esempio per tutti non uscivo mai la sera tanti uomini m'hanno cercata finché in una notte strana ho aperto la mia porta m'hanno dato della puttana. Io donna, io persona invenduta sulla strada ma innalzata come santa io non voglio essere schiava e neppure esser padrona voglio essere soltanto una donna, una persona
La sua voce, intensa e
struggente colorata di mille sfumature, ci ha accompagnato per molti anni.
Spesso l'abbiamo vista scomparire per lunghi periodi, poi l'ennesima risalita.
Silenzi a volte voluti e a volte no.
Testarda, professionista, diffidente verso il suo ambiente, sola. La sua
vita era la musica. Nel suo canto la passione sanguigna del
sud. Il percorso artistico di Mia Martini non è
stato dei più facili. Il proprio successo lo ha costruito caparbiamente senza
forzature, senza quei compromessi tipici di chi si adegua all'industria
discografica, sempre coerente con le proprie idee. Decisioni
che spesso si rivelano a doppio taglio. Per vendere un disco in più, non
ha mai voluto barare con la propria coscienza, nemmeno
quando, quindicenne, inizia a incidere come ragazzina yè-yè, la risposta italiana alle varie SylvieVartan, Sheila, e altre
giovanissime cantanti di grido internazionali. Allora si chiamava Mimì Bertè...