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De: Acquario (Mensaje original) |
Enviado: 21/12/2012 05:33 |
![Fine del Calendario Maya Fine del Calendario Maya](http://www.google.it/logos/2012/end_of_the_mayan_calendar-993005-hp.jpg)
Fine
del calendario Maya o se vogliamo, fine di uno dei tre cicli compiuti.
si perché per i Maya, il calcolo del tempo comportava il passaggio da
un’era all’altra. Il passaggio da un’era all’altra peri Maya è
segnato da cambiamenti, in questo momento, per il calendario Maya siamo
secondo la mitologia Maya nel quarto, è iniziato l’11 agosto 3114 a.C ed
è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà il 21 dicembre 2012. Ma
vediamo le tre ere che portano oggi, come conseguenza, al passaggio in
un’era di cambiamento ed a quella che è notoriamente conosciuta come la
fine del “calendario Maya”, le tre ere sono divise in tre cicli: •il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni. •il ciclo Haab aveva una durata di 360 giorni, più i “cinque giorni fuori dal tempo”. •il Lungo computo indicava il numero di giorni dall’inizio dell’era maya. Ad
esempio, la data del 5 luglio 2006, espressa nel calendario maya, è: 9
Caunac (Tzolkin), 12 Tzec (Haab), 12.19.13.7.19 (Lungo computo). Il
ciclo Tzolkin, lungo 260 giorni, era un calendario religioso basato su
due cicli più brevi, uno di 13 giorni e un altro di 20. La combinazione
di questi due cicli formava un ciclo di 260 giorni (13×20 = 260), il
ciclo Tzolkin appunto.
Il ciclo Haab, lungo 360 giorni, era un
calendario civile legato al ciclo delle stagioni. Era composto da 18
“mesi” di 20 giorni, con i seguenti nomi: Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul,
Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumku.
A questi si aggiungevano 5 giorni chiamati Uayeb, con i quali si
raggiungeva la durata di 365 giorni: questi 5 giorni erano considerati
particolarmente sfortunati. Non si usava numerare gli “anni” né
del ciclo Tzolkin, né del ciclo Haab. Invece si utilizzava il Lungo
computo: una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di
numerazione posizionalemisto in base 13, 18 e 20. Precisamente si
trattava di un numero di cinque “cifre”: la prima (quella delle “unità”)
in base 20, la seconda (le “decine”) in base 18, la terza e la quarta
di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste “cifre” si scrivono da
sinistra a destra, come per i numeri arabi; nella notazione moderna, si
scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio
12.19.13.7.18 (corrispondente al 4 luglio 2006)”.
Ora che abbiamo
visto, con abbastanza precisione le tre ere dei cicli del calendario
Maya, ciascun ciclo dei quali sopraggiunge alla fine del precedente,
occorre tenere presente che ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde
ad un’era del mondo ed il passaggio da un’era all’altra quindi la fine
di un’era e l’inizio di un’altra, è dato da cambiamenti evidenti, anzi, i
cambiamenti sono quelli che determinano, l’inizio da un passaggio
all’altro. Abbiamo detto sopra che, al momento attuale, diciamo
nel quarto ciclo un ciclo che i Maya definiscono “di cambiamenti” ed
erroneamente definito di fine del calendario Maya, ma ormai, è entrato
nell’uso comune definire il 21 12 12 la fine del calendario Maya.
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Primer
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2 a 3 de 3
Siguiente
Último
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La civiltà Maya (prima del 1500d.C.)
La civiltà Maya ha origini antichissime: i primi insediamenti si possono attribuire al 1500 a.C. ,ma è solo nel 300 a.C. che si cominceranno a sviluppare le prime vere e proprie città.
L'impero Maya era localizzato negli attuali territori del Veracruz, Yucatán, Campeche, Tabasco e Chiapas in Messico, la maggior parte del Guatemala e alcune aree del Belize e dell'Honduras.
Il periodo classico, compreso tra il 300 ca. e il 900 d.C. , è caratterizzato dalla diffusione in tutti i territori maya di una cultura pressoché uniforme. Le maggiori città maya furono Tikal, Copan, Bonampak, Piedras Negras, e Palenque.
In questo periodo la storia maya presenta il suo sviluppo più massiccio nel campo dell’organizzazione culturale, politica, tecnologica, culminando in uno scenario dove ogni città era un piccolo stato che avava contatti con le medesime solo per scambi commerciali.
Intorno al 900, questi centri vennero misteriosamente abbandonati (le ipotesi spaziano da carestie ad eventi naturali).
Parte della popolazione si spostò nello Yucatàn, e qui ebbe il suo centro la civiltà maya del periodo seguente.
I centri del Nuovo Impero furono Chichen Itza, Uxmal, Mayapan e Labnà.L'apice del popolo Maya fu intorno al 1000d.C. ,ma problemi interni e guerre fra le varie città ne provocarono la decadenza.
L'agricoltura era alla base dell'economia maya; il mais ne era il prodotto principale, seguito da cotone, fagioli, manioca, cacao e zucche.
Una caratteristica di questo popolo, che ne caratterizza l'elevato grado di conoscenze tecniche, è rappresentato dalla vasta rete idrica. Questa, era costituita da piccolissimi canali che convogliavano in grandi cisterne adibite alla raccolta dell'acqua per l'uso quotidiano e per l'irrigazione nei campi.
Le tecniche di tessitura del cotone e di produzione della ceramica erano avanzate. Come unità di scambio venivano utilizzati campanelli di rame e chicchi di caffè; il rame era inoltre lavorato insieme a oro, argento, conchiglie e piume colorate, per produrre ornamenti.
La definitiva crisi che decretò il declino irreversibile dei Maya, è da ricercare in vari fattori come il ripresentarsi di catastrofi naturali, pestilenze, uragani e, di conseguenza raccolti andati perduti, che portarono carestie e continue guerre con le città o popoli confinanti.
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La civiltà Maya (dopo il 1500d.C.)
La popolazione lentamente abbandonò i grandi centri urbani e tutte le attività commerciali persero la loro importanza. A questo punto i Maya furono lentamente assoggettati dagli Aztechi. Gli spagnoli, giunti nel XVI secolo, rovesciarono con facilità i gruppi maya, indeboliti dalle guerre interne e colpiti da devastanti epidemie di cui erano portatori gli stessi conquistadores.
La popolazione indigena passò da un massimo di otto milioni a poco più di un milione di abitanti a causa dello sterminio spagnolo. I sopravvissuti andarono a rafforzare una classe di lavoratori schiavizzati nelle piantagioni e nelle miniere.
La guerra dei conquistadores durò più di un secolo; arrivati nel 1527, riuscirono a conquistare l'ultima città maya nel 1697.
La grande organizzazione unificatrice fu la Chiesa cattolica. Il clero convertì al cattolicesimo le popolazioni locali. La Chiesa possedeva moltissimi territori ed esercitava, di conseguenza, un potere considerevole sull’economia coloniale.
Gli ecclesiastici occupavano elevati incarichi di governo ed agivano all’interno della società sia come amministratori, sia come guide spirituali.
Durante il periodo della colonizzazione si distrugge completamente l’identità di questo popolo: ha inizio lo sfruttamento massiccio delle risorse e la continua soppressione della popolazione originaria.
Gli indigeni, durante tutti i secoli della rivoluzione, non contenti di vivere sfruttati e maltrattati, cercarono continuamente di ribellarsi, ma ogni tentativo risultò inutile. Anche nel nostro secolo la situazione non cambia, c’è costantemente uno sfruttamento massiccio delle risorse da parte di compagnie estere che, appoggiate dai governi, impediscono lo sviluppo di questi territori.
Chi ne risente maggiormente sono le popolazioni indigene: solo in questi ultimi anni la situazione sta migliorando grazie all’intervento di organizzazioni internazionali. Con una difficile opera di mediazione, queste stanno cercando di parificare i diritti degli indigeni a quelli della gente comune.
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