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De: Acquario (Mensaje original) |
Enviado: 25/12/2012 13:17 |
Natale e bambini: nell’alimentazione è importante evitare gli eccessi
Natale, tempo di feste, ma anche di grandi abbuffate e di vizietti. Le vacanze natalizie sono l’occasione per passare più tempo in famiglia e con gli amici, per rilassarsi e divertirsi. Il rischio, però, è di lasciarsi andare un po’ troppo, soprattutto con il cibo: tavole imbandite di dolci e frutta secca sono una tentazione quasi irresistibile per i bambini così come per gli adulti. Come devono comportarsi, allora, i genitori con i loro figli? Panettone o pandoro? E per i regali? Lo abbiamo chiesto al professor Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione pediatrica dell’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’ECOG, l’European Childhood Obesity Group: “Bisogna darsi delle regole, ma devono valere per tutti”.
Professor Vania, Natale vuol dire anche eccessi calorici. Che consigli si sente di dare ai genitori per l’alimentazione dei loro figli? “Di darsi delle regole. La cosa più importante sarebbe quella di festeggiare solo il Natale e la vigilia, Santo Stefano, l’ultimo dell’anno, Capodanno e l’Epifania, considerando tutti gli altri giorni di vacanza come giorni normali, anche e soprattutto a tavola. Se ci si limita a qualche eccesso solo nelle festività, la situazione può essere più facilmente tenuta sotto controllo. Un altro consiglio è di fare come si faceva nel passato, quando le possibilità economiche erano diverse e non c’era tutta questa abbondanza: cioè di non imbandire la tavola con duecento piatti tutti in una volta, ma di servirli poco per volta”.
Bisognerebbe avere anche un’attenzione particolare verso le porzioni, no? “Non si possono però dare ‘mezze porzioni’ ai più piccoli se poi tutti gli altri mangiano in maniera smodata: le regole devono valere per tutti, altrimenti diventano controproducenti e frustranti per i bambini. Piuttosto, per controllare le quantità, le porzioni le devono fare i genitori, dunque valutando quali siano le quantità giuste per le loro età, e senza lasciare che i bambini si servano da soli: e questo dovrebbe valere non solo durante le feste, ma ogni giorno dell’anno. Inoltre, per allontanare le tentazioni, è bene non tenere sempre a tavola dolci e cioccolata”.
A proposito di dolci: tra panettone e pandoro che cosa è meglio per un bambino? “Tra i due è meglio il panettone, soprattutto se viene dopo una grande abbuffata. Ogni cento grammi, il panettone fornisce infatti circa 360 calorie con 10,7 grammi di grassi, mentre il pandoro, dato che è più ricco di burro, è più calorico e ha più grassi (quasi 400 calorie e 16,7 grammi di grassi ogni cento grammi). Se però il bambino vuole il pandoro, basta ridurre la porzione”.
Con il Natale chiude la scuola, si sospendono le attività sportive, si tende ad andare a letto e a svegliarsi più tardi. Come evitare che i bambini cambino totalmente ritmi e abitudini? “Un po’ di cambiamento è inevitabile durante i periodi di vacanza. Bisognerebbe, però, cercare di mantenere un minimo di attività fisica e questo è possibile soprattutto se i genitori hanno più tempo libero. Anche a Natale, infatti, le occasioni non mancano per fare un po’ di movimento: il pattinaggio sul ghiaccio, una bella passeggiata approfittando dei mercatini… magari stando lontani dalle bancarelle dei dolciumi. Anche se, è vero, il freddo brucia calorie, per cui qualche dolcetto ci può stare, ma sempre con moderazione…”.
Forse non è compito di un pediatra, ma se potesse che consigli darebbe per i regali ai bambini? “I regali più richiesti sono oramai i giochi elettronici, ma con la stessa spesa sarebbe meglio una bicicletta. Se proprio devono essere console e videogiochi, vanno privilegiati quelli interattivi, che almeno comportano un po’ di movimento. Inoltre, non andrebbero regalati dolciumi, ma so che è difficile, perché oramai è una tradizione acquisita. La calza della Befana aveva però senso cinquant’anni fa, quando c’erano meno occasioni per i bambini di mangiare torroni e cioccolata. Se proprio si vuole continuare a farla, è meglio che nella calza ci siano un regalino e qualche caramella, e non solo caramelle”.
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Sale e bambini: troppo nuoce alla salute fin da piccoli
La ricerca del gusto salato va strutturandosi fin dalle prime fasi dello svezzamento. Da decenni, in nutrizione pediatrica, si sconsiglia di aggiungere sale da cucina (cloruro di sodio) alle pappe e questo allo scopo di non abituare il bambino al salato, che andrebbe poi ricercando per tutto il resto della vita, con i noti effetti sulla pressione arteriosa. Ben sanno, però, i pediatri che esiste anche nell’infanzia l’ipertensione ed è molto meno rara di quanto non si creda: in gran misura dipende proprio dall’eccesso di sale. Infatti, dopo lo svezzamento, i bambini iniziano a partecipare alla mensa degli adulti con la completa e immediata sospensione di ogni cautela rispetto al sodio presente.
Un recente studio americano su 6.200 bambini dimostra come a un maggiore consumo dietetico di sale corrispondono livelli significativamente maggiori di pressione. C’è da dire, invero, che quest’associazione è più evidente nei bambini in sovrappeso oppure obesi. Probabilmente l’eccesso di peso stesso rende l’organismo meno adattabile, oppure anche l’alimentazione di questi bambini con eccesso di peso, oltre a essere ricca in cloruro di sodio, risulta carente in altri micronutrienti protettivi. Il magnesio, il calcio e il potassio, infatti, riducono i livelli di sodio circolante. Il problema è che questi sali minerali “morigerati” sono presenti maggiormente nelle diete sane, ricche di frutta e verdura che si ritrovano, invece, più raramente tra le scelte dei bambini obesi.
A questo punto della discussione facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire quanto sale ècorretto assumere e quanto effettivamente ne assumiamo. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda un consumo di sale inferiore a 5 grammi (1 cucchiaino) al giorno. Nei bambini si consiglia invece la totale assenza di sale aggiunto fino ai 9 mesi, poi non più di 2 grammi fino ai 2 anni, per poi uniformarsi gradualmente ai quantitativi previsti per gli adulti, dai 7 anni in su. A fronte di queste indicazioni l’Oms stessa stima un consumo in Europa superiore ai 10 grammi al giorno, ovvero il doppio della dose massima indicata. L’Italia non si discosta dalla media europea e secondo recenti indagini il consumo di sale è pari a 10,9 grammi per gli uomini e 8,6 grammi per le donne.
Interessante è capire come facciamo a raggiungere questa enorme quantità di sale. In media, il 36% del cloruro di sodio assunto (34% nei bambini) è quello che aggiungiamo alle preparazioni domestiche (il sale “discrezionale”), e su di esso è evidentemente più facile operare una riduzione. Il sale è però direttamente presente negli alimenti. Stupisce i più che il maggiore apporto di sale (non aggiunto) venga dai cereali e dai loro derivati (42%), in particolare il pane; seguono gli apporti forniti da carne, pesce e uova, compresi affettati e prodotti in scatola (32%) e da latte e derivati (21%).
Cerchiamo ora di definire ora le scelte fondamentali per ridurre l’introito di sale:
- privilegiare frutta, verdura, legumi e tuberi freschi (o surgelati non lavorati);
- cuocere carne e pesce senza aggiungere sale (il sodio è già presente in natura);
- acquistare pane sciapo;
- salare la pasta poco e a fine cottura (o salare solo il condimento);
- nella scelta dei prodotti industriali (come cracker, patatine, snack eccetera) prediligere quelli senza sale aggiunto o a basso contenuto di sodio (leggere sempre la tabella nutrizionale);
- per condire sostituire il sale con spezie, erbe aromatiche, aceto, limone eccetera;
- limitare l’uso di carne e pesce in scatola;
- limitare l’uso di affettati e pesce affumicato;
- limitare l’uso di salsicce e wurstel;
- limitare l’uso di cibi pronti.
Attuando questo decalogo potrete facilmente diminuire le quantità di sale per l’intera famiglia e regalerete ai bambini una sana abitudine che potranno portare con sé nella loro vita da adulti.
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