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De: lucy46 (Mensaje original) |
Enviado: 06/02/2013 18:00 |
A 15 anni presta volontariato presso la Croce Rossa Italiana. Partecipa attivamente alla vita del movimento Gen 2 fondato da Chiara Lubich. Frequenta assiduamente l'istituto delle Missionarie dell'Immacolata di Padre Kolbe a Palese. A Palo del Colle, dove si è trasferita nel 1987, accudisce i bambini ammalati. Come testimoniato dal suo diario spirituale, gradatamente giunge alla determinazione di voler dare con la sua vita un'adesione totale a quella che è la sua fede.
« Sento proprio di essere amata fino in fondo e di un amore specialissimo. D'altronde sento anche la responsabilità che abbiamo noi di evangelizzare il mondo e farlo prima di tutto con la nostra vita, e essendo pronti a darla per gli altri. » |
(Santa Scorese, 11 dicembre 1987) |
Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive al corso di laurea in Pedagogia presso la locale università. A partire dal 1988 un giovane psicopatico la segue ovunque, sottoponendola ad ossessive e preoccupanti attenzioni, al punto che Santa è costretta ad essere sempre accompagnata da qualcuno durante le sue uscite. Nonostante tali precauzioni, nella tarda serata di venerdì 15 marzo 1991, il suo persecutore attende sotto il portone di casa sua che lei rincasi e la pugnala a morte recidendole una vena polmonare. Inutile sarà il suo ricovero presso il Policlinico di Bari, dove morirà il giorno dopo. Le sue ultime parole sono state di perdono per l'uomo che l'aveva uccisa. |
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Donne violate: la storia di Santa Scorese
di Maria Rosaria De Simone
Ho conosciuto Rosamaria Scorese, la mattina del 4 gennaio alla trasmissione di Rai Due “I fatti vostri“. Rosa è la sorella di Santa Scorese, la ragazza che circa vent’anni fa venne uccisa da uno squilibrato e della quale è in corso il processo di beatificazione. Incontro Rosamaria, con suo marito Mario, nel camerino che le hanno preparato: è una bella donna dal sorriso aperto ed accattivante e lo sguardo solare. Da anni si dedica a far conoscere la storia di sua sorella ed ultimamente è in prima linea, nel gruppo Lightonstalking per far comprendere quanto sia importante tutelare le donne, difenderle dalla violenza omicida, attraverso leggi sempre più sensibili. Venti anni fa, la sorella Santa purtroppo ha perso la vita per mano di un uomo che da anni la molestava. Il padre era un onesto agente della polizia e la madre una casalinga. Ha sempre studiato con profitto, sia al Liceo classico sia alla Facoltà di Pedagogia. Ha sempre amato essere vicina ai poveri, ai sofferenti ed ai malati. Era molto credente ed ha sempre frequentato la parrocchia e il Movimento dei Focolari di Chiara Lubich.
Rosamaria mi mostra alcune foto di Santa, che era davvero piccola di statura e con un viso paffuto, su cui brillavano due splendidi occhi scuri. Nonostante, come tutte le ragazze, avesse sognato un marito e dei figli, si sentiva sempre più chiamata ad una vita missionaria, ma non sapeva ancora bene attraverso quale ordine. Purtroppo Santa, verso i venti anni, cominciò ad essere vittima delle attenzioni di uno squilibrato, che iniziò ad importunarla ovunque, a pedinarla, a toglierle il respiro con la sua presenza costante, a telefonarle in maniera a dir poco assillante ed a minacciarla di morte. L’uomo l’aveva vista un giorno nella Cattedrale di Bari e da allora Santa era diventata la sua fissazione, unita anche al suo odio per la vita vissuta secondo i valori cristiani dalla ragazza. Santa chiese anche aiuto alle istituzioni, ma all’epoca ancora non esistevano le leggi sullo stalking ed era molto difficile poter fare qualcosa che servisse davvero ad allontanare lo squilibrato.“…Ah dimenticavo. Giuseppe si sta facendo vivo di nuovo. Bruna mi ha detto che telefona in continuazione a Bologna – scrive Santa all’amica Carmencita il 14 novembre 1989- Ha parlato con Franca e Lucia e probabilmente ha individuato il numero di don Marino (il parroco). Ho una paura tremenda, ma qui a casa non ne ho parlato. Prega perchè mi liberi da questo incubo! Non mi va di essere scortata e poi con la ripresa delle lezioni all’Università vorrei essere più libera…..un bacione.”
Le molestie erano continue con appostamenti quotidiani e telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. Un tormento che lasciava tutta la famiglia preoccupata ed estenuata. Ogni minuto, ogni ora. Per tre lunghi anni. Il 6 febbraio del 1989 Santa subì una prima terribile aggressione, che lei riporta nel suo diario: ”Il matto ha cercato di usarmi violenza. Ma prima mi ha detto che ero morta e poi mi ha sbattuto per terra e lui cercava di baciarmi. Che sensazione orribile! Ho urlato con tutta la voce che avevo, con tutta l’anima, ma nessuno mi ha sentita. Ho invocato Gesù e Maria. Per fortuna pare che loro mi abbiano ascoltato e così ho cercato di liberarmi da quel pazzo che mi teneva stretto e sono andata dalle missionarie.” Purtroppo Santa, il 15 marzo del 1991, quell’unica sera in cui, per un caso fortuito, rientrava a casa da sola, venne aggredita e colpita mortalmente dallo squilibrato. Quattordici coltellate inferte alle spalle. Quattordici colpi in cui lo squilibrato ha trasferito tutto il suo odio.
Dopo poche ore la ragazza morì all’ospedale Policlinico di Bari. Le sue ultime parole sono state di perdono nei confronti del suo assassino. come ha testimoniato un medico. Il padre, poliziotto, quante volta si sarà torturato dal dolore per non essere riuscito a difenderla, lui che aveva sempre protetto ed aiutato chi ne avesse avuto bisogno. Lui, servitore integerrimo dello Stato. Chiedo a Rosamaria di come abbiano sopportato la terribile perdita i suoi genitori. Lei mi spiega che ancora si stupisce della grande forza d’animo e della grande fede che li ha sempre sostenuti ed aiutati, al punto da essere per lei e per tutti i familiari un punto di riferimento e di conforto importante. Mario mi racconta che Santa ha esalato l’ultimo respiro tra le sue braccia mentre lei con voce flebile diceva: “Ho solo 23 anni, sono troppo giovane per morire"
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