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De: MOTHERSIXTEN (Mensagem original) |
Enviado: 01/03/2013 09:19 |
La cicogna respinta
Delle leggende tibetane narrano che le anime dopo avere vagato per molto tempo nella solitudine, cercano un corpo dove entrare per tornare a vivere, lo fanno nel primo mese di esistenza del feto e da quel momento memorizzano tutto quanto avviene. Cosa accade quando improvvisamente la vita gli viene negata? Ritornano nell'etereo per un nuovo ciclo di attesa,i loro ricordi sono soltanto fetali, hanno percepito suoni e carezze, hanno avuto la prima sensazione di una promessa di amore dalla futura madre, improvvisamente si ritrovano proiettati nel nulla, con pochi ricordi e senza avere possibilità di ritrovare la mancata mamma. Una leggenda, è vero, ma piena di spiritualità ed immensa compassione per una vita negata......
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De: Lelina |
Enviado: 02/03/2013 00:12 |


- Domanda La madre che ha abortito è la sola a soffrire di turbamenti da stress post-traumatico dovuti all'aborto?
- Risposta No. La ricerca dimostra che spesso anche il padre subisce gravi reazioni negative, quando si rende conto che suo figlio è stato ucciso. La sofferenza del padre è ancor più grave, quando egli è contrario all'aborto e peggio ancora quando la legge - che stabilisce la madre come unico arbitro della gravidanza - gli vieta di proteggere la vita del proprio figlio in arrivo. Un padre in questa situazione ha espresso il proprio sconvolgimento emotivo con queste parole: «Probabilmente avete letto una cosa simile riguardo i sentimenti di colpa irrisolti e le emozioni represse provati dai reduci della guerra del Vietnam. Questo si chiama "turbamento da stress post-traumatico". Insomma, è il risultato dello sforzo fatto per cancellare o reprimere l'intensa reazione alla morte e alla violenza che li circondava. Questa reazione è della stessa natura della mia, in seguito all'aborto praticato sulla mia donna. Quando siamo usciti dalla clinica dopo l'aborto, non era tutto finito per me».
l La vittima dell'aborto
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«Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti lodo perché mi hai fatto in modo meraviglioso; sono stupende le tue opere. Tu conosci a fondo la mia vita; non ti fu ignota la mia natura, quando venni creato nel profondo e venni formato nell'occulto» (Sl 138, 13-14).
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