Ho cercato l’amore dietro le porte chiuse, sotto i sassi e nelle vie tortuose.. L’ho cercato nel buio della sera dietro le insegne di un bar e sui marciapiedi. L’ho cercato nel mucchio degli egoisti bugiardi travestiti da uomini. L’ho cercato dove non c’era dove la luna era solo uno spicchio d’arancio L’ho cercato lontano su precipizi di indifferenza nascosta e vigliacca. Ho scambiato un passante vestito d’azzurro per un angelo Ho girato le carte e cambiato il gioco.. per ipotesi Ho brindato alla passione ma era solo ghiaccio Pensavo fosse domenica invece erano solo ore sparse…
E Il mio futuro è sdraiato da qualche parte…in attesa di un’altra illusione e intanto… io …scrivo poesie
Ho cercato l’amore tra i passi silenziosi del tempo, tra i sorrisi delle ore e le lacrime dei minuti che riempiono la vita.
Ho cercato l’amore nello sguardo di un cuore, quegli occhi distanti ho atteso invano e ho creduto di trovarli nella veste bugiarda di chi indossa un sorriso.
Ho cercato il tuo amore con la forza della disperazione, ho vestito il tuo vuoto di volti che ora annegano nel nulla: era te che cercavo, il tuo tacito assenso e ora che l’ho trovato il male fugge nel vento e senza parole, ritorno ad amare.
Sai cosa diceva mia nonna? Che anche dopo anni e anni di matrimonio tutte le volte che vedeva suo marito tornare da lavoro dalla finestra della cucina le tremavano le gambe dall’emozione. Mi faceva sempre l’esempio delle mandorle, che a vol…te hanno due noccioli all’interno: diceva che lei e suo marito erano così, erano legati stretti come due noccioli di mandorla. Sai come sono fatti i noccioli di mandorla? Stanno uno incastrato nell’altro, uno concavo e uno convesso, devono adattarsi e combaciare. Ecco, finché non troverai una persona che ti faccia sentire così, una persona che sia il tuo nocciolo di mandorla, allora potrai star certa che non sarà la persona con cui passare il resto della tua vita.
Molto vicino al mio tramonto, io ti benedico, Vita, perché nulla mi donasti né false speranze, né lavori ingiusti, né pena immeritata; perché vedo, alla fine della mia rude strada, che io fui l’architetto del mio destino; che se estrassi il miele o il fiele delle cose, fu perché in esse misi fiele o mieli saporiti: quando piantai roseti raccolsi sempre rose. Certo, alle mie frondosità segue l’inverno: ma tu non mi dicesti che maggio fosse eterno! Senza dubbio trovai lunghe le notti delle mie pene; ma non mi promettesti solamente notti buone; ed invece ne ebbi alcune santamente serene… Amai, fui amato, il sole accarezzò il mio volto. Vita, niente mi devi! Vita, stiamo in pace!
Amado Nervo
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Questi versi definiscono l’esatto equilibrio! La perfetta letizia del vivere, malgrado il soffrire, la consapevolezza del tempo e dell’essere.
C’è chi comprende e chi non comprende, caro signore. Sta molto peggio chi comprende, perché alla fine si ritrova senza energia e senza volontà. Chi comprende, infatti, dice: “Io non devo far questo, non devo far quest’altro, per non commettere questa o quella bestialità”. Benissimo! Ma a un certo punto s’accorge che la vita è tutta una bestialità, e allora dica un po’ lei che cosa significa il non averne commessa nessuna: significa per lo meno non aver vissuto, caro signore.