DA ALIMENTO TUTTOFARE A “FARMACO”
Che l’aceto, oltre a classico condimento, sia il protagonista di mille e un rimedio della nonna, da brillantante ad ammorbidente, da sgrassante a disinfettante… è un fatto ormai risaputo.
Le proprietà antibatteriche di questo condimento sono infatti note dall’antichità.
Meno conosciuto, e di sicuro più sorprendente, il ruolo dell’aceto nel controllo del livello di zucchero nel sangue e della relativa risposta glicemica, come hanno potuto dimostrare diversi studi scientifici condotti negli ultimi decenni.
Già negli anni ’80 era nota la capacità dell’aceto di limitare la risposta glicemica dovuta all’assunzione di saccarosio. In seguito, solo qualche anno più tardi, è giunta la conferma che la somministrazione di 20 ml di aceto di vino contenente il 5% di acido acetico a soggetti normoglicemici, era in grado di ridurre di oltre il 30% la risposta glicemica relativa a un pasto misto contenente 50 g di carboidrati.
DIABETES STUDY 1 – L’aceto e la glicemia postprandiale
Nell’ultimo decennio Carol Johnston e i suoi collaboratori del Department of Nutrition della Arizona State University hanno dimostrato che questa sorprendente proprietà dell’aceto (soprattutto se si tratta di aceto di sidro di mela) vale anche per soggetti con resistenza insulinica e diabete di tipo 2.
Lo studio è stato svolto su 29 soggetti così divisi:
- 10 persone con diabete di tipo 2
- 11 persone con prediabete (resistenza all'insulina)
- 8 soggetti sani di controllo (insulino sensibili)
A tutti è stata somministrata, a digiuno, una bevanda composta di 20 g (circa 4 cucchiaini da tè) di aceto di sidro di mele, 40 g di acqua e 1 cucchiaino di saccarina, oppure una bevanda placebo. Dopo circa 2 minuti ogni soggetto assumeva un “pasto prova” composto da succo d’arancia e un bagel, contenente 87 g di carboidrati.
Il test di crossover veniva eseguito dopo una settimana.
Sia prima sia 30 e 60 minuti dopo il pasto, venivano eseguiti prelievi per calcolare la sensibilità all’insulina in base dall’andamento delle curve glicemica e insulinemica.
Dall’analisi dei risultati è emerso che in tutti e 3 i gruppi, il consumo di aceto di sidro di mele rallentava l'ascesa di zucchero nel sangue dopo il pasto ad alto contenuto di carboidrati.
In particolare, per il gruppo con pre-diabete, i livelli di zucchero nel sangue dopo i pasti è sceso del 34%, mentre per il gruppo con diabete di tipo 2, il livello di zucchero nel sangue è sceso del 19%.
La stessa Johnston ha affermato "L'acido acetico può inibire gli enzimi che digeriscono l'amido in modo che le molecole di carboidrati non siano disponibili per l'assorbimento e vengano così eliminate”. Si tratta di un risultato particolarmente importante… dato che per i prossimi 25 anni è previsto un aumento del 50% nel numero di americani affetti di diabete di tipo 2!
DIABETES STUDY 2- L’aceto prima di coricarsi e la glicemia a digiuno
Ma le sorprese non finiscono qui. Nell’agosto 2007 la stessa Università è stata la culla di un secondo studio finalizzato a determinare quali effetti potrebbe avere lo stesso aceto da sidro di mele sui livelli di zucchero nel sangue (a digiuno) nelle persone con diabete di tipo 2.
La ricerca ha coinvolto 11 persone con questo tipo di diabete, mai trattate con insulina ma solo con farmaci antidiabetici somministrati per via orale. Per 2 giorni, prima di coricarsi, ai soggetti è stata data una dose di formaggio e acqua (gruppo placebo) o formaggio con 2 cucchiai di aceto.
I ricercatori hanno rilevato che i livelli medi di glicemia a digiuno sono diminuiti del 2% con il placebo e del 4% con aceto e formaggio. Un esame più approfondito dei dati ha dimostrato che, nei partecipanti con i più alti livelli di glucosio a digiuno, la dose serale di aceto ha diminuito del 6% il livello glicemico.
COME USARLO?
Pare proprio che basti una sola goccia a pasto di questo derivato del vino (o meglio del sidro di mele) per operare un efficiente controllo glicemico negli individui colpiti da diabete ma anche in quelli che consumano grandi quantità di carboidrati. L’acido acetico agisce infatti sopprimendo le attività della saccarasi, lattasi e maltasi.
A questo punto occorre sottolineare che i risultati, pur sorprendenti e importanti dal punto di vista salutare, non legittimano i diabetici a consumare qualsiasi tipo di carboidrato senza ritegno, ma semplicemente compensando con “qualche cucchiaio” di aceto!
Nonostante ciò, l’aggiunta di questo condimento a uno stile alimentare già attento e bilanciato, non fa che potenziare il controllo glicemico e insulinemico, amplificando gli effetti di un corretto equilibrio alimentare.
Addirittura, nel recentissimo lavoro greco pubblicato su Diabetes Care (Febbraio 2010), gli autori rivelano che l’effetto della riduzione della glicemia postprandiale dovuta al consumo di aceto si evidenzia persino nel diabete di tipo 1.
Ancora una volta è dimostrato come sia possibile usare e dosare il cibo al pari di un vero farmaco che aiuta a combattere problematiche specifiche, rivelandosi l’autentica chiave di un benessere psico-fisico in senso generale.
Dr. Lucio Lorusso
Zone Consultant