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De: Rubacuori (Mensaje original) |
Enviado: 20/04/2013 18:14 |
Napolitano rieletto Presidente con 738
voti: voto storico.
Giorgio Napolitano, a 87 anni, è per la seconda volta il Presidente della Repubblica italiana. Pd, Pdl, Lega e Scelta civica hanno votato il Capo dello Stato, ponendo fine allo stallo che si era venuto a creare dopo la spaccatura all'interno del Partito democratico.
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Napolitano bis, Grillo: «è colpo di Stato» E parte in camper per Roma
La mobilitazione a Montecitorio. La polizia chiude la piazza. Fico:«Alzare l'ascia di guerra». Rodotà prende le distanze
La capogruppo del M5S Lombardi davanti a Montecitorio (Ansa) I Cinque Stelle l'hanno chiesto fino all'ultimo. «Si voti Rodotà». E alla notizia che Napolitano è stato eletto presidente della Repubblica, la piazza esplode. Fuori i fischi, dentro i parlamentari del M5S non si uniscono all'applauso. Il tutto mentre Beppe Grillo urla al colpo di stato e parte da Udine per Roma, per unirsi ai manifestanti che protestano davanti alla Camera.
«TUTTI IN PIAZZA» - Momenti concitati, dunque. Mentre il Parlamento elegge il presidente della Repubblica, in centinaia si accalcano in piazza Montecitorio. La polizia blocca tutti gli ingressi per evitare problemi di ordine pubblico. Grillo invoca la mobilitazione di massa: «Io sto andando a Roma in camper. Ho terminato la campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia e sto arrivando. Sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese». Poi denuncia che il blog è sotto attacco e su Twitter lancia l'hashtag #tuttiaroma. Il deputato Roberto Fico gli fa eco: «Il paese è in rovina esclusivamente grazie a loro. Oggi più che mai va alzata l'ascia di guerra, l'ascia della democrazia, della libertà e del cambiamento fatto di comunità, conoscenza e progetti. Si sono arroccati nel palazzo, chiusi, barricati, soli. Sono disperati». Un'iniziativa e parole che non piacciono a Roberto Maroni della Lega: «Le stesse cose di Grillo le dicevano Mussolini o Hitler. Il parlamento è la sede della democrazia». Perfino Stefano Rodotà prende le distanze dalla mobilitazione e dice: «Il dissenso va espresso nelle sedi istituzionali». Poi aggiunge: «Oggi c'è una vicenda faticosa e difficile che si è conclusa, come in tutte le vicende è legittimo discuterne in democrazia, anzi occorre partire dalla premessa che sono vicende a cui va riconosciuta legittimità democratica, rivolgo un saluto al rinnovato Presidente della Repubblica».
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«CITTADINI GARANTITI» - Rispediscono al mittente le accuse di golpe anche i presidente di Camera e Senato Bodrini e Grasso che in una dichiarazione congiunta affermano: «La libertà di espressione del dissenso, anche nelle forme più nette, è una delle caratteristiche più preziose e irrinunciabili della democrazia. E le scelte che si compiono in Parlamento sono doverosamente esposte ad ogni critica. Ma non è accettabile che venga qualificato con l'etichetta infamante di "golpe" il percorso limpidamente democratico che ha portato all'elezione del Capo dello Stato. Qualunque sia il loro giudizio sulla scelta compiuta a larga maggioranza dalle Camere riunite, tutti i cittadini italiani possono sentirsi garantiti da una procedura che ancora una volta ha rispettato integralmente la Carta costituzionale», concludono.
PIAZZA DEL POPOLO - La protesta in Piazza Monte Citorio vive momenti di tensione. La situazione rimane sotto controllo. I Cinque Stelle parlano con i cittadini, a tratti si cerca anche di placare gli animi, la zona rimane transennata, i cellulari saltano. Così si pensa a piazza del Popolo, dove la folla dovrebbe confluire all'arrivo di Grillo (non previsto comunque prima delle 22), che ha in ogni caso intenzione di tenere un comizio.
MOMENTI DECISIVI - Il piano politico dei Cinque Stelle non è andato in porto. Non importa se anche i parlamentari di Sel abbiano fatto convergere i loro voti su Rodotà. Un Napolitano bis ha messo d'accordo destra e sinistra. E la matematica inevitabilmente ha dato ragione all'asse Pd-Pdl-Scelta Civica-Lega. Dal blog, Grillo tuona: «Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. È in atto un colpo di Stato. Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati. Hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale». Crimi
IL NOME DI RODOTA' - Nei giorni scorsi in un videomessaggio il leader del M5S aveva invitato Bersani e il Pd a convergere sul nome del giurista. «Poi inizieremo a parlare». Un appello che però non è stata ascoltato dalla dirigenza del Partito Democratico. Prima Marini, Prodi. Ma Rodotà, no. Anche di fronte all'istanza dei giovani che hanno occupato le sedi di partito chiedendo un cambiamento e un rinnovamento, in largo del Nazareno si è deciso di non piegarsi ai Cinque Stelle. «È ovvio che il primo partito vuole un suo candidato», aveva tagliato corto Anna Finocchiaro dopo le dimissioni di Pierluigi Bersani.
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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Quando Napolitano ha raggiunto i 497 voti è partito un lungo applauso in Aula e gran parte dei parlamentari si è alzata in piedi.
I parlamentari del M5S sono rimasti invece seduti al loro posto.
"Ora tutti facciano loro dovere istituzionale, mi auspico tutti sapranno onorare subito loro doveri. In questa fase difficile per il Paese tutti onorino i loro doveri con l'obiettivo di rafforzare le istituzioni repubblicane. Preciserò come intenda attenermi all'esercizio delle mie funzioni istituzionali", ha dichiarato il presidente della Repubblica.
Felici, anzi felicissimi per la rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale: i parlamentari del Pdl, Silvio Berlusconi in testa, hanno espresso la loro soddisdfazione in Aula al momento della proclamazione non solo applaudendo in piedi tra i loro banchi ma anche intonando due volte l’Inno di Mameli. Deputati e senatori pidiellini hanno continuato anche a seduta chiusa, tra il silenzio degli altri gruppi che man mano lasciavano l’Emiciclo. Immancabile alla fine anche un coro per il Cavaliere: "Silvio, Silvio!".
Il Partito Democratico ha lavorato a una riconferma di Giorgio Napolitano al Quirinale e la disponibilità ad essere rieletto è stata chiesta oggi dalla delegazione dem salita oggi al Colle. "Non mi pare esista questa ipotesi perché è stata esclusa con nettezza dallo stesso presidente Giorgio Napolitano", ha commentato il leader di Sel, Nichi Vendola. Intanto però, Pier Luigi Bersani si è recato al Quirinale. E anche il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, è salito al Colle per un colloquio con Giorgio Napolitano sulla situazione politica di impasse. Secondo quanto riferiscono fonti del Pd, Napolitano si sarebbe preso qualche ora per valutare l’ipotesi di una sua rielezione. Alla fine però ha deciso per il sì. "Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta. Naturalmente, nei colloqui di questa mattina, non si è discusso di argomenti estranei al tema dell’elezione del Presidente della Repubblica. Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità", ha affermato il Presidente della Repubblica. Il Carroccio converge sul nome di Giorgio Napolitano. Tra Pdl, Pd, Lega e Scelta Civica, Napolitano può contare su una base di 799 voti.
Dal canto suo, il Movimento cinque stelle continua a insistere sul costituzionalista Stefano Rodotà. E anche Sel è tornata sui suoi passi. I gruppi parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà, riuniti alla Camera, hanno confermato la decisione di votare Rodotà alla quinta votazione e a quelle successive.
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Sono sincera, non amo la politica, sono apolitica ma visti gli avvenimenti di questi ultimi anni... Ho seguito varie trasmissioni e continuo a leggere, a documentarmi a tenermi informata... Sinceramente per me sono tutti dei grandi pagliacci, ci prendono per i fondelli tutti quanti...
Scusatemi, è stato più forte di me !!!
Prediletta |
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De: Nando1 |
Enviado: 22/04/2013 18:00 |
GIORGIO NAPOLITANO DI NUOVO AL COLLE. CALDORO: LA MIGLIORE SCELTA POSSIBILE
Storico bis alla Presidenza della Repubblica per Giorgio Napolitano. Con 738 voti, dopo una giornata concitata che ha visto a Montecitorio altre due votazioni a Camere riunite, il Capo dello Stato in carica è stato riconfermato nel suo ruolo dopo che nel primissimo pomeriggio aveva risposto in maniera affermativa alla richiesta dei partiti. Un’assunzione di responsabilità che non ha precedenti e che è stata salutata con gioia ed entusiasmo anche nella sua città natale, Napoli.
E’ il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro a commentare immediatamente questa nuova elezione definendo quella di Napolitano: “La migliore scelta possibile”. “Grazie alla generosità di Giorgio Napolitano, Presidente della responsabilità e dell’unità del Paese” ha aggiunto su Twitter. “è per noi napoletani e campani motivo di nuovo orgoglio, lui per tenere unito il Paese”.
Caldoro aveva già chiarito prima di ieri che il profilo di Napolitano era il più adatto alla carica, per la sua forte esperienza politica e l’appoggio di una larghissima maggioranza.
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Napolitano for president… e la riforma ‘di fatto’ della Repubblica
Napolitano che è napoletano potrebbe aver risposto “Ma stamm a pazzià…”. Di fronte allo stallo del Parlamento italiano e soprattutto del suo partito, il Pd, il presidente della Repubblica non può, però, restare sordo. E certamente al dimissionario Pierluigi Bersani, Napolitano non può non aver ricordato che affidandogli il primo incarico esplorativo, aveva sottolineato sulla base dei risultati delle elezioni politiche, aveva chiesto di stringere larghe alleanze. Fuor di metafore, Napolitano aveva chiesto a Bersani di guardare al centrodestra di Silvio Berlusconi. E Bersani è stato sordo fino a schiantarsi come è accaduto in due candidature che hanno provocato due omicidi (politici, va da se) – quello di Franco Marini e di Romano Prodi – e un suicidio, quello di un intero partito politico.
In questi minuti di crisi istituzionale, quindi, Napolitano risulta per molti ma non per tutti, il M5S in testa, l’ancora di salvataggio per portare fuori dallo stallo il Parlamento. Lo scenario dunque è il seguente: Napolitano accetterà di essere riconfermato – ma a larghissima maggioranza tanto che il Pd si è impegnato ad apporre sulla scheda con il voto a Napolitano anche un simbolo di riconoscimento – e dopo con in mano il programma di governo dei dieci saggi affiderà l’incarico di governo ad una personalità “condivisa” ma evidentemente sotto gestione diretta dello stesso Napolitano.
Sul nome: sono pochi i nomi del capo dell’esecutivo che il centrodestra di Berlusconi potrebbe accettare. Giuliano Amato, il dottor Sottile, che però ha sulle spalle un pedigree politico che difficilmente lo potrà far “dirigere” nella sua azione di governo. E così spunta fuori il nome del vicesegretario nazionale del Pd, Enrico Letta, il più liberista degli esponenti Democrat, nipote di Gianni Letta, uomo di fiducia di Berlusconi che avrebbe l’incarico di riformare alcune leggi chiave: quella elettorale in primis se non l’unica. Per tornare cioè al voto entro un anno o due al massimo consentendo così allo stesso Napolitano di andare in pensione in tempi ragionevoli. Non è un caso infatti che alla riunione di questa mattina fra Napolitano e Bersani fosse presente il “giovane” Letta. Sulla composizione dell’esecutivo è evidente ci sarà un abile contrappeso di personalità provenienti da entrambi gli schieramenti.
Nemmeno le proteste di piazza dei grillini dovrebbero modificare un assetto in qualche modo è già rodato. Ma di certo, il “merito” dei cinque Stelle è quello di aver definitivamente mostrato a tutti che il “re è nudo”. La seconda Repubblica è finita. La terza che nasce oggi è una Repubblica presidenziale che modifica de facto la forma costituzionale del governo: da Repubblica parlamentare a Repubblica presidenziale. Senza passare dalle Camere.
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