Il Ferro è un minerale fondamentale per la fisiologia cellulare e dell’intero organismo. Su di esso è, infatti, basata la capacità dei globuli rossi di trasportare l’ossigeno attraverso l’emoglobina ed è coinvolto in molte reazioni biochimiche che producono l’energia necessaria per far funzionare i muscoli, il cervello e tutti gli organi del corpo.
Per queste ragioni è opportuno evitarne la carenza, come anche l’eccesso che risulta tossico. Al giorno d’oggi, almeno nei paesi industrializzati, la grande disponibilità di alimenti e, soprattutto la loro varietà, rende più difficile l’insorgenza di situazioni di carenza di Ferro rispetto al passato e rispetto a paesi dove l’accesso ad un’alimentazione ricca e varia non è garantito.
Tuttavia, esistono alcune situazioni in cui la carenza di Ferro è più elevata. Si tratta dei casi in cui un soggetto perde cospicue quantità di sangue, come dopo un’operazione chirurgica, dopo un incidente o, più semplicemente, a seguito di un’emorragia naturale come il ciclo mestruale, o il parto, o durante l’allattamento.
In questi casi si tratta di situazioni “naturali”, a cui il corpo è preparato a rispondere, ma che non vanno sottovalutate. Di fatto, è bene favorire lareintegrazione del Ferro perso con un adeguato apporto alimentare di cibi ricchi di questo minerale, come la carne.
In altre circostanze, si può intervenire con un’integrazione alla dieta. Capire se una persona è carente di Ferro non è semplice. Alcuni segnali possono metterci in allerta. Tra questi, pallore, spossatezza diffusa e costante, vertigini, difficoltà di concentrazione e scarsa resistenza alla fatica fisica.
In ogni caso, per avere certezza dei livelli di Ferro nel sangue, è sufficiente un semplice prelievo e la misurazione dell’ematocrito. Fatto è che il ferro è un elemento difficile da assorbire da parte dell’organismo. Infatti deve essere in forma “eme” ovvero organico o biodisponibile.
Questa forma si trova nella carne, nel pesce, e nelle uova. Tuttavia, molti alimenti, specie di origine vegetale come i cereali, contengono grandi quantità di ferro, “non eme”, cioè inorganico e non biodisponibile, assorbito in minore quantità e che deve essere trasformato in forma organica prima di poter essere utilizzato.
Per ovviare a questi inconvenienti e riuscire ad assorbire maggiormente il ferro degli alimenti, pare che possa essere d’aiuto la Vitamina C. Essa infatti aumenta del 50% l’assorbimento del Ferro non eme.
Quindi, risulterebbe utile affiancare ad un pasto ricco di verdure una bevanda ricca di Vitamina C, come una limonata o un succo d’arancia. Attenzione, però, a non vanificare questi effetti benefici con quelli contrari di altri alimenti. Te, caffè e fitati (un tipo di fibre), possono inibire l’assorbimento di questo minerale.